Cerimoniale dei Vescovi

Indice

Capitolo IX - Dedicazione di una Chiesa

Premesse

864. Fin dall'antichità, il nome « chiesa » è stato esteso all'edificio in cui la comunità cristiana si riunisce per ascoltare la parola di Dio, pregare insieme, ricevere i sacramenti e celebrare l'eucaristia.

La chiesa, venendo costruita come edificio destinato in modo esclusivo e permanente a riunire il popolo di Dio e alla celebrazione dei santi misteri, diventa casa di Dio e conviene che sia dedicata al Signore con un rito solenne, secondo l'antichissima consuetudine della Chiesa.

Se invece la chiesa non viene dedicata, almeno viene benedetta con il rito descritto più sotto ai nn. 954-971.614

Quando viene dedicata una chiesa, tutto ciò che si trova in essa, come il fonte battesimale, la croce, le immagini, l'organo, le campane, le stazioni della « Via crucis », sia ritenuto benedetto ed inaugurato con il rito stesso della dedicazione, così che non è necessaria una nuova benedizione o inaugurazione.

865. Ogni chiesa per essere dedicata deve avere un titolo: la ss. Trinità; nostro Signore Gesù Cristo, con riferimento a un mistero della sua vita o a un titolo già ammesso nella sacra liturgia; lo Spirito Santo; la beata vergine Maria anch'essa con un appellativo già accolto nella sacra liturgia; i santi Angeli oppure un santo iscritto nel "Martirologio Romano" o nella sua appendice debitamente approvata; non invece un beato, senza indulto della Sede Apostolica.

Il titolo della chiesa deve essere uno solo, a meno che non si tratti, di santi che il Calendario riporta uniti.615

866. Sarà opportunamente conservata la tradizione della liturgia romana di deporre sotto l'altare reliquie di martiri o di altri santi.616

Si tengano però presenti questo avvertenze:

a) Le reliquie che devono essere deposte siano di grandezza tale da lasciar intendere che si tratta di parti del corpo umano.

Si deve quindi evitare la deposizione di reliquie troppo minuscole di uno o più moti.

b) Ci si assicuri con la massima diligenza, che le reliquie siano autentiche, meglio dedicare un altare senza reliquie, che deporre sotto di esso reliquie la cui autenticità non sia comprovata.

c) Il cofano delle reliquie non si deve sistemare sull'altare né includere nella mensa dell'altare, ma si deve deporre sotto la mensa stessa, tenuta presente la struttura dell'altare.617

867. Spetta al vescovo, a cui è affidata la cura di una Chiesa particolare, dedicare a Dio le nuove chiese erette nella sua diocesi.

Se tuttavia il vescovo diocesano si trova nell'impossibilità di presiedere lui stesso il rito, ne affiderà il compito ad un altro vescovo, specialmente se suo coadiutore o ausiliare nella cura pastorale dei fedeli per i quali la nuova chiesa è stata costruita; in circostanze dei tutto particolari, il vescovo potrà, con speciale mandato, delegare un presbitero.618

868. Per la dedicazione di una nuova chiesa si scelga un giorno in cui i fedeli possano accorrere numerosi, preferibilmente la domenica.

Trattandosi di un rito nel quale tutto è riferito alla dedicazione e al suo significato, non si può dedicare una nuova chiesa in quei giorni nei quali ricorre un mistero la cui celebrazione non conviene affatto omettere: triduo pasquale, natale, epifania, ascensione, pentecoste, mercoledì delle ceneri, ferie della settimana santa, commemorazione di tutti i fedeli defunti.619

869. La celebrazione della messa è intimamente legata al rito della dedicazione della chiesa; si omettono quindi i testi della liturgia dei giorno e si usano in loro vece, sia per la liturgia della Parola che per quella eucaristica, i testi propri del rito della dedicazione.

È bene che il vescovo concelebri la messa con i presbiteri che lo coadiuvano nel rito della dedicazione e con quelli ai quali è affidata la cura pastorale della parrocchia o della comunità per la quale la chiesa è stata costruita.620

870. Si celebra l'ufficio della dedicazione di una chiesa.

L'ufficio comincia dai primi vespri.

Là dove si svolge il rito della deposizione delle reliquie di un martire o di un santo, è molto opportuno celebrare la veglia dinanzi alle reliquie stesse che verranno poi deposte sotto l'altare.

Ottima cosa è celebrare l'ufficio delle letture, preso dal comune o dal proprio rispettivo.

Ferme restando le norme stabilite in "Principi e norme della liturgia delle ore", la veglia sia opportunamente adattata, allo scopo di favorire la partecipazione del popolo.621

871. Per ottenere una fruttuosa partecipazione dei fedeli al rito della dedicazione, è bene che il rettore della chiesa che deve essere dedicata, coadiuvato da esperti nell'attività pastorale, li istruisca sull'importanza della celebrazione e sul suo significato spirituale, ecclesiale e missionario.622

872. Spetta al vescovo e a coloro che curano lo svolgimento del rito:

a) stabilire il modo dell'ingresso nella chiesa ( cf. più sotto i nn. 879-891 );

b) determinare le modalità della consegna della nuova chiesa al vescovo ( cf più sotto in. 883, n. 888, n. 891 );

c) decidere sull'opportunità della deposizione delle reliquie dei santi; a questo proposito si tenga anzitutto presente il bene spirituale dei fedeli e si osservino le norme prescritte più sopra al n. 866.

Spetta al rettore della chiesa e ai suoi collaboratori nell'attività pastorale stabilire e preparare tutto ciò che riguarda le letture, i canti, come anche i sussidi pastorali per favorire la fruttuosa partecipazione dei popolo e per assicurare il decoro della celebrazione.623

873. Per celebrare il rito della dedicazione si preparino:

a) Nel luogo fissato per il raduno:

- il "Pontificale Romano"

- la croce processionale;

- se si devono portare processionalmente le reliquie dei santi, tutto ciò che è indicato al n. 876 a.

b) Nel secretarium o nel presbiterio o nella navata della chiesa che deve essere dedicata, a seconda dei singoli oggetti:

- il "Messale Romano"e il "Lezionario"

- il secchiello con l'acqua che deve essere benedetta con l'aspersorio;

- i vasetti del sacro crisma;

- le tovaglie per astergere la mensa dell'altare;

- se è il caso, una tela incerata o impermeabile della misura dell'altare;

- un catino e una brocca con l'acqua, alcune tovaglie e tutto il necessario per lavare e astergere le mani dei vescovo e dei presbiteri dopo l'unzione delle pareti della chiesa;

- un grembiale di lino;

- un piccolo braciere per bruciarvi l'incenso e gli aromi; oppure i grani d'incenso con le candeline da bruciare sull'altare;

- i turiboli, con la navicella dell'incenso e il cucchiaino;

- un calice di sufficiente grandezza, il corporale, i purificatoi e il manutergio;

- il pane, il vino e l'acqua per la celebrazione della messa;

- la croce dell'altare, a meno che non vi sia già una croce in presbiterio o venga collocata presso l'altare la croce della processione introitale;

- il velo omerale, se deve essere inaugurata la cappella del ss. sacramento; una tovaglia, le candele e i candelieri;

- il piccolo cero che il diacono dovrà consegnare al vescovo;

- secondo l'opportunità, dei fiori.624

874. Verrà lodevolmente conservata l'antica consuetudine di collocare delle croci di pietra, di bronzo o di altra materia adatta nelle stesse pareti della chiesa, o di scolpirle in esse.

Si preparino pertanto dodici o quattro croci, secondo il numero delle unzioni e siano ben distribuite lungo le pareti della chiesa ad altezza conveniente.

Sotto ogni croce si predisponga un sostegno su cui rissare un piccolo candeliere con la candela da accendere.625

875. Nella messa della dedicazione della chiesa le sacre vesti sono di colore bianco o festivo.

Si preparino poi:

- per il vescovo: il camice, la stola, la croce pettorale, la dalmatica, la casula, la mitra, il pastorale e il pallio, se ne ha diritto;

- per i presbiteri concelebranti: le vesti per la concelebrazione della messa;

- per i diaconi: i camici, le stole e le dalmatiche;

- per gli altri ministri: i camici o le altre vesti legittimamente approvate.626

876. Se si devono collocare sotto l'altare le reliquie dei santi, si preparino:

a) Nel luogo del raduno:

- il cofano delle reliquie, circondato da fiori e lumi.

Se si fa l'ingresso semplice, il cofano si può collocare, prima dell'inizio dei rito, in un luogo adatto nell'ambito del presbiterio;

- per i diaconi incaricati di portare le reliquie: i camici e le stole di color rosso nel caso di reliquie di un martire, di color bianco negli altri casi e, se ve ne sono disponibili, le dalmatiche.

Se le reliquie vengono portate dai presbiteri, in luogo delle dalmatiche si preparino per essi le casule.

Tuttavia le reliquie possono essere portate anche da altri ministri, che indossano il camice o la cotta sopra la veste talare, oppure le altre vesti legittimamente approvate.

b) In presbiterio:

- una mensola per deporvi il cofano delle reliquie durante la prima parte dei rito della dedicazione.

c) Nel secretarium:

- malta o cemento per fissare la copertura dell'incavo.

Vi sia anche a disposizione un muratore, che a suo tempo chiuda il sepolcro delle reliquie.627

877. Si redigano in due esemplari gli atti della dedicazione debitamente firmati dal vescovo, dal rettore della chiesa e dai fiduciari della comunità locale; essi verranno conservati uno nell'archivio diocesano e l'altro nell'archivio della chiesa dedicata.

Quando si fa la deposizione delle reliquie, si prepari un terzo esemplare e lo si includa nel cofano delle reliquie stesse.

Negli atti si indichino l'anno, il mese, il giorno della dedicazione, il nome del vescovo celebrante, il titolo della chiesa e anche, se è il caso, i nomi dei martiri o dei santi le cui reliquie vengono deposte sotto l'altare.

Si collochi inoltre in un luogo adatto della chiesa un'iscrizione che rechi la data del giorno, mese e anno della compiuta dedicazione, il titolo della chiesa e il nome dei vescovo celebrante.628

878. Perché abbia maggior risalto l'importanza e la dignità della Chiesa particolare, l'anniversario della dedicazione della chiesa cattedrale si dovrà celebrare con il grado di solennità nella stessa cattedrale e con il grado di festa nelle altre chiese della diocesi; il giorno sarà quello corrispondente alla data della dedicazione.

Se questo giorno fosse impedito in perpetuo, la celebrazione venga assegnata al primo giorno libero.629

Il giorno anniversario della propria chiesa si celebra con il grado di solennità.630

Ingresso in chiesa

879. L'ingresso nella chiesa di cui si fa la dedicazione si svolge, secondo le circostanze di tempo e di luogo, in uno dei tre modi qui sotto descritti.631

880. Primo modo: Processione

La porta della chiesa di cui si fa la dedicazione deve essere chiusa.

A ora conveniente, il popolo si riunisce in una chiesa vicina o in altro luogo adatto, da cui si muove la processione verso la chiesa.

Se si devono deporre sotto l'altare le reliquie di martiri o di santi, queste si preparano nel luogo stesso in cui si raduna il popolo.632

881. Il vescovo e i presbiteri concelebranti, i diaconi e i ministri, indossata la veste a loro propria, si recano al luogo dove è radunato il popolo.

Il vescovo, deposti pastorale e mitra, rivolto verso il popolo dice: Nel nome del Padre.

Poi saluta il popolo, dicendo: La grazia e la pace o altre simili parole tolte preferibilmente dalla sacra scrittura.

Il popolo rispondo: E con il tuo spirito o altre parole adatte.

Quindi il vescovo si rivolge al popolo, dicendo: Una grande gioia pervade il nostro animo, o pronunziando un'altra monizione simile a questa.633

882. Quindi il vescovo riprende la mitra e il pastorale, e incomincia a muoversi la processione verso la chiesa da dedicare.

Non si usano candele, fatta eccezione per quelle che circondano le reliquie dei santi.

Non si brucia incenso né durante la processione né durante la messa, prima dei rito dell'incensazione e dell'illuminazione dell'altare e della chiesa ( cf. più sotto i nn. 905 ss. ).

Precede il ministro che porta la croce, senza i ceri che di solito la accompagnano; seguono prima i ministri poi i diaconi o i presbiteri con le reliquie dei santi; ai lati ministri o fedeli con ceri accesi; vengono poi i presbiteri concelebranti, quindi il vescovo, seguito da due diaconi, infine i ministri che prestano servizio al libro e alla mitra e i fedeli.634

Mentre si svolge la processione si canta il salmo 122 con l'antifona: Andiamo con gioia, o un altro canto adatto.635

883. Alla soglia della chiesa tutti si fermano.

I rappresentanti di coloro che hanno collaborato alla costruzione della chiesa ( fedeli della parrocchia o della diocesi, benefattori, architetti, operai ) consegnano l'edificio al vescovo offrendogli, secondo le circostanze e gli usi locali, gli strumenti giuridici del possesso dell'edificio: o le chiavi o il plastico della chiesa o il libro nel quale è descritto lo svolgimento dei lavori con i nomi di coloro che li hanno diretti e degli operai che li hanno eseguiti.

Uno dei rappresentanti rivolge brevi parole al vescovo e alla comunità, illustrando, se è il caso, i criteri artistici e funzionali secondo i quali è stata costruita la nuova chiesa.

Quindi il vescovo, rivolgendosi al presbitero al quale è affidata la cura pastorale della chiesa, lo invita ad aprirne la porta.636

884. Aperta la porta, il vescovo invita il popolo ad entrare in chiesa, dicendo: Varcate le porte del Signore o altre parole adatte.

Quindi, preceduto dal crocifero, il vescovo e con lui tutti gli altri, entrano in chiesa.

Mentre entra la processione, si canta il salmo 24 con l'antifona: Sollevate, o porte, i vostri frontali o un altro canto adatto.637

885. Il vescovo, omettendo il bacio dell'altare, va alla sede; i concelebranti, i diaconi e i ministri si recano ai posti loro assegnati nel presbiterio.

Le reliquie dei santi vengono disposte in luogo adatto del presbiterio circondate da candele accese.

Quindi si benedice l'acqua secondo il rito descritto più sotto ai nn. 892 ss.638

886. Secondo modo: Ingresso solenne

Se la processione non può aver luogo, o non è ritenuta opportuna, i fedeli si radunano presso la porta della chiesa da dedicare, dove, se è il caso, sono già state predisposte, in forma privata, le reliquie dei santi.

Il vescovo e i presbiteri concelebranti, i diaconi e i ministri, indossata la veste a loro propria, preceduti dal crocifero, si dirigono verso la porta della chiesa, la porta della chiesa sia chiusa e che il vescovo, i concelebranti, i diaconi e gli altri ministri si accostino ad essa dall'esterno.

Se ciò non si può fare, il vescovo con coloro che lo accompagnano, esce dalla chiesa stessa, la cui porta rimane aperta.639

887. Il vescovo, deposti pastorale e mitra, saluta i presenti dicendo: Nel nome del Padre.

Poi saluta il popolo, dicendo: La grazia e la pace o altre simili parole tolte preferibilmente dalla sacra scrittura.

Il popolo risponde: E con il tuo spirito o altre parole adatte.

Quindi il vescovo si rivolge al popolo, dicendo: Una grande gioia pervade il nostro animo, o pronunziando un'altra monizione simile a questa.640

888. Terminata la monizione, il vescovo riprende la mitra e secondo l'opportunità si canta il salmo 122 con l'antifona: Andiamo con gioia, o un altro canto adatto.

Allora i rappresentanti di coloro che hanno collaborato alla costruzione della chiesa ( fedeli della parrocchia o della diocesi, benefattori, architetti, operai ) consegnano l'edificio al vescovo offrendogli, secondo le circostanze e gli usi locali, gli strumenti giuridici del possesso dell'edificio: o le chiavi o il plastico della chiesa o il libro nel quale è descritto lo svolgimento dei lavori con i nomi di coloro che li hanno diretti e degli operai che li hanno eseguiti.

Uno dei rappresentanti rivolge brevi parole al vescovo e alla comunità, illustrando, se è il caso, i criteri artistici e funzionali secondo i quali è stata costruita la nuova chiesa.

Quindi il vescovo, se la porta è chiusa, rivolgendosi al presbitero al quale è affidata la cura pastorale della chiesa, lo invita ad aprirne la porta.641

889. Allora il vescovo, ricevuto il pastorale, invita il popolo a entrare in chiesa, dicendo: Varcate le porte del Signore con inni di grazia, o altre parole adatte.

Quindi si svolge la processione di ingresso come è detto più sopra ai nn. 884-885, e tutti si recano al loro posto.

Le reliquie dei santi vengono disposte in luogo adatto del presbiterio circondate da candele accese.

Quindi si benedice l'acqua secondo il rito descritto più sotto ai nn. 892 ss.642

890. Terzo modo: Ingresso semplice

Se non può avere luogo l'ingresso solenne, si fa l'ingresso semplice.

Quando il popolo si è radunato in chiesa, il vescovo e i presbiteri concelebranti, i diaconi e i ministri, indossata la veste a loro propria, preceduti dal crocifero, si avviano dal secretarium, attraverso la chiesa, verso il presbiterio.

Se si devono deporre sotto l'altare le reliquie dei santi, esse vengono prelevate dal secretarium o dalla cappella, nella quale fin dalla vigilia sono state esposte alla venerazione dei fedeli e vengono portate in presbiterio nella stessa processione introitale.

Per un giusto motivo le reliquie si possono però predisporre, prima dell'inizio del rito, in un luogo adatto dei presbiterio circondate da candele accese.

Mentre si svolge la processione si canta l'antifona di ingresso: Ecco la santa dimora di Dio oppure: Andiamo con gioia, con il salmo 122 o un altro canto adatto.643

891. Giunta la processione in presbiterio, le reliquie dei santi vengono deposte in luogo adatto, circondate da candele accese.

I concelebranti i diaconi e i ministri si recano ai posti loro assegnati.

Il vescovo, omettendo il bacio dell'altare, va alla cattedra.

Quindi, deposti pastorale e mitra, saluta il popolo, dicendo: La grazia e la pace, o altre simili parole tolte preferibilmente dalla sacra scrittura.

Il popolo risponde: E con il tuo spirito o dicendo altre parole adatte.

Allora i rappresentanti di coloro che hanno collaborato alla costruzione della chiesa ( fedeli della parrocchia o della diocesi, benefattori, architetti, operai ) consegnano l'edificio al vescovo offrendogli, secondo le circostanze e gli usi locali, gli strumenti giuridici dei possesso dell'edificio: o le chiavi o il plastico della chiesa o il libro nel quale è descritto lo svolgimento dei lavori con i nomi di coloro che li hanno diretti e degli operai che li hanno eseguiti.

Uno dei rappresentanti rivolge brevi parole al vescovo e alla comunità, illustrando, se è il caso, i criteri artistici e funzionali secondo i quali è stata costruita la nuova chiesa.644

Benedizione dell'acqua e aspersione

892. Terminato il rito di ingresso, il vescovo benedice l'acqua per aspergere il popolo in segno di penitenza e in ricordo del battesimo, e aspergere poi le pareti e l'altare della nuova chiesa.

I ministri portano al vescovo, che sta in piedi alla cattedra, il secchiello con l'acqua.

Il vescovo invita tutti alla preghiera, dicendo: Fratelli carissimi, prima di dedicare con rito solenne o altre parole simili.

Tutti pregano per un breve tempo in silenzio.

Quindi il vescovo prosegue: Padre santo, luce e vita di ogni creatura.645

893. Il vescovo, accompagnato dai diaconi, percorre la navata della chiesa e asperge con l'acqua benedetta il popolo e le pareti; tornato quindi in presbiterio, asperge l'altare.

Frattanto si canta l'aprirono: Ecco l'acqua che sgorga, oppure, in quaresima: Su di voi verserò acqua pura o un altro canto adatto.646

894. Dopo l'antifona il vescovo torna alla cattedra e, terminato il canto, stando in piedi e a mani giunte, dice: Dio, Padre di misericordia.

Quindi si canta l'inno: Gloria a Dio e il vescovo canta o dice la colletta della messa, secondo il rito consueto.647

Liturgia della parola

895. Poi il vescovo si siede e riceve la mitra.

Ugualmente si siedono tutti gli altri.

La proclamazione della parola di Dio si celebra convenientemente in questo modo: due lettori, uno dei quali porta il Lezionario della messa preso dalla credenza, e il salmista si presentano al vescovo.

Il vescovo, in piedi, con mitra, riceve il Lezionario, lo mostra al popolo e dice: Risuoni sempre in questo luogo.

Quindi il vescovo consegna il Lezionario al primo lettore.

I lettori e il salmista vanno all'ambone portando il Lezionario in modo ben visibile da tutti.648

896. Si proclamano tre letture, delle quali la prima è sempre tratta dal libro di Neemia ( Ne 8,2-4.5-6.8-10 ), seguita dal salmo 19; la seconda lettura e il vangelo si prendono dai testi proposti nel Lezionario per la messa della dedicazione della chiesa.

Al vangelo non si portano ne ceri né incenso.649

897. Dopo il vangelo il vescovo siede e, ricevuti di norma pastorale e mitra, tiene l'omelia, illustrando non solo le letture bibliche ma anche il significato del rito con il quale si dedica un edificio a Dio e si promuove la crescita della Chiesa.650

898. Terminata l'omelia, il vescovo depone la mitra e il pastorale, tutti si alzano e si canta o si dice il simbolo.

Si omette invece la preghiera universale, perché si cantano in suo luogo le litanie dei santi.651

Preghiera di dedicazione e unzioni

899. Litanie dei santi

Terminato il simbolo, il vescovo invita il popolo alla preghiera con la monizione: Figli carissimi, supplichiamo Dio Padre onnipotente, o con altre parole simili.

Si cantano le litanie dei santi, a cui tutti rispondono.

In domenica e nel tempo di pasqua stanno tutti in piedi; invece negli altri giorni in ginocchio; in questo caso il diacono dice: Mettiamoci in ginocchio.

Nelle litanie si aggiungono, al posto dovuto, le invocazioni del titolare della chiesa, del patrono del luogo e, se è il caso, dei santi le cui reliquie vengono deposte sotto l'altare.

Si possono anche aggiungere altre invocazioni, riferite alla natura particolare del rito e alle condizioni dei fedeli.

Terminato il canto delle litanie, il vescovo, stando in piedi e con le braccia allargate, dice: Accogli con bontà, o Signore, le nostre preghiere.

Il diacono, se è necessario, dice: Alzatevi.

E tutti si alzano.

Il vescovo riprende la mitra, per compiere la deposizione delle reliquie.

Dove non si compie la deposizione delle reliquie, il vescovo dice subito la preghiera di dedicazione, come è indicato più sotto al n. 901.652

900. Deposizione delle reliquie

Quindi, se si depongono sotto l'altare le reliquie dei martiri o di altri vescovo va all'altare.

Un diacono o un presbitero presenta le reliquie al vescovo che colloca nel sepolcro opportunamente preparato.

Frattanto si canta l'antifona: Santi Dio che dimorate sotto l'altare, oppure: I corpi dei santi dormono nella pace, con salmo 15 o un altro canto adatto.

Frattanto un muratore chiude il sepolcro, mentre il vescovo ritorna alla cattedra.653

901. Preghiera di dedicazione

Terminati questi riti, il vescovo, stando in piedi e senza mitra, alla cattedra presso l'altare, con le braccia allargate, canta o dice a voce alta: O Dio, che reggi santifichi la tua Chiesa.654

902. Unzione dell'altare e delle pareti della chiesa

Quindi il vescovo, deposta, se è necessario, la casula e cinto un grembiale di va all'altare con i diaconi e con gli altri ministri, uno dei quali porta il vasetto crisma, e procede all'unzione dell'altare stesso e delle pareti della chiesa.

Se poi il vescovo vuole associarsi, per l'unzione delle pareti della chiesa, alcuni dei presbiteri che concelebrano con lui il sacro rito, terminata l'unzione dell'altare, consegna loro altrettanti vasetti del crisma e va con loro a compiere le unzioni.

Il vescovo può anche affidare ai soli presbiteri il compito di ungere le pareti della chiesa.655

903. Il vescovo, in piedi dinanzi all'altare, con mitra, dice ad alta voce: Santifichi il Signore con la sua potenza.

Quindi versa il sacro crisma al centro dell'altare e ai suo quattro angoli e ne unge lodevolmente tutta la mensa.

Aiutato poi, secondo l'opportunità, da due o da quattro presbiteri, unge con i crisma le pareti della chiesa, segnando con esso dodici o quattro croci ordinatamente distribuite.

Se le unzioni delle pareti sono state dal vescovo affidate ai presbiteri, questi attendono che il vescovo abbia terminato di ungere l'altare e poi vanno ad ungere le pareti, segnando le croci con il crisma.

Frattanto si canta l'antifona: Ecco la dimora di Dio con gli uomini o Santo è il tempio del Signore con il salmo 84 o un altro canto adatto.656

904. Terminata l'unzione dell'altare e delle pareti della chiesa, il vescovo torna alla cattedra e siede; i ministri gli portano il necessario perché si lavi le mani.

Quindi il vescovo depone il grembiale e indossa la casula.

Anche i presbiteri, dopo l'unzione delle pareti, si lavano le mani.657

905. Incensazione dell'altare e della chiesa

Dopo il rito dell'unzione, si pone sull'altare un piccolo braciere per farvi ardere l'incenso con gli aromi; se si preferisce, si uniscono insieme sull'altare, a mucchietto, incenso e candeline.

Il vescovo pone l'incenso nel braciere e lo benedice, oppure con un piccolo cero datogli da un ministro, accende il mucchietto dell'incenso, dicendo: Salga a te, Signore.

Quindi il vescovo pone l'incenso in alcuni turiboli e lo benedice; poi incensa l'altare.

Quindi torna alla cattedra, riceve la mitra, viene incensato e siede.

A loro volta i ministri, attraversando la navata della chiesa, incensano il popolo e le pareti.

Frattanto si canta l'antifona: Presso l'altare è l'angelo santo o: Dalle mani dell'angelo, con il salmo 138 o un altro canto adatto.658

906. Illuminazione dell'altare e della chiesa

Terminata l'incensazione, alcuni ministri astergono con delle tovaglie la mensa dell'altare e, se è il caso, vi stendono sopra una tela impermeabile; quindi ricoprono l'altare con una tovaglia e, secondo l'opportunità, lo adornano di fiori; vi dispongono poi i candelieri con relative candele, come è richiesto per la celebrazione della messa, e, se è il caso, collocano al suo posto la croce.659

907. Poi il diacono si avvicina al vescovo, il quale, in piedi, gli consegna un piccolo cero acceso, dicendo ad alta voce: Risplende nella Chiesa la luce di Cristo.

Quindi il vescovo siede.

Il diacono si reca all'altare e accende le candele per la celebrazione dell'eucaristia.

La chiesa si illumina a festa; si accendono in segno di gioia tutti i ceri, tutte le candele già predisposte in corrispondenza con le unzioni e tutte le lampade della chiesa.

Frattanto si canta l'antifona: La luce è venuta per te, oppure, in quaresima: Gerusalemme, città di Dio, con il cantico di Tobia o un altro canto adatto, specialmente in onore di Cristo, luce del mondo.660

Liturgia eucaristica

908. I diaconi e i ministri preparano l'altare nel modo consueto.

Quindi alcuni fedeli portano il pane, il vino e l'acqua per la celebrazione del sacrificio del Signore.

Il vescovo riceve i doni alla cattedra.

Mentre vengono portati i doni, opportunamente si canta l'antifona: Signore Dio, o un altro canto adatto.

Quando tutto è stato preparato il vescovo va all'altare e, deposta la mitra, lo bacia.

La messa prosegue come di consueto; tuttavia non si incensano le offerte né l'altare.661

909. Si dice la preghiera eucaristica I o III, con il prefazio proprio che fa parte del rito della dedicazione della chiesa.

Nella preghiera eucaristica I si dice l'Hanc igitur proprio; nella preghiera eucaristica III si inserisce l'intercessione propria.

E tutto si svolge come di consueto, fino alla comunione inclusa.662

Inaugurazione della cappella del SS. Sacramento

910. L'inaugurazione della cappella destinata alla custodia della ss. eucaristia, si fa convenientemente in questo modo.

Dopo la comunione, la pisside con il ss. Sacramento si lascia sulla mensa dell'altare; il vescovo va alla cattedra e tutti pregano per qualche tempo in silenzio.

Quindi il vescovo proclama l'orazione dopo la comunione.663

911. Terminata l'orazione, il vescovo ritorna all'altare, mette l'incenso nel turibolo e lo benedice, e in ginocchio incensa il ss. sacramento.

Quindi, ricevuto il velo omerale, prende la pisside con le mani coperte dal velo stesso.

Allora si avvia la processione attraverso la navata della chiesa, per accompagnare il ss. sacramento alla cappella della reposizione.

Precede il crocifero, accompagnato da accoliti che portano candelieri con ceri accesi; seguono il clero, i diaconi, i presbiteri concelebranti, il ministro che tiene il bastone del vescovo, due turiferari con i turiboli fumiganti, il vescovo che porta il ss. sacramento, seguito un poco indietro dai due diaconi che lo assistono, quindi i ministri che prestano servizio al libro e alla mitra.

Tutti portano candele accese e attorno al ss. sacramento vengono portate torce.

Mentre si svolge la processione si canta l'antifona: Glorifica il Signore Gerusalemme, con il salmo 147 o un altro canto adatto.664

912. Giunta la processione alla cappella della reposizione, il vescovo consegna la pisside al diacono che la depone sull'altare o nel tabernacolo, lasciandone aperta la porticina; il vescovo incensa genuflesso il ss. sacramento.

Quindi, dopo un congruo tempo in cui tutti pregano in silenzio, il diacono ripone la pisside nel tabernacolo o chiude la porticina; un ministro accende poi la lampada, che rimarrà costantemente accesa presso il ss. Sacramento.665

913. Se la cappella del ss. sacramento è bene in vista dei fedeli, il vescovo dà subito la benedizione finale della messa.

In caso contrario, la processione ritorna per la via più breve in presbiterio e il vescovo dà subito la benedizione o dall'altare o dalla cattedra; poi la messa si conclude come è indicato più sotto al n. 915.666

914. Se la cappella del ss. sacramento non deve essere inaugurata, terminata la comunione dei fedeli, il vescovo proclama l'orazione dopo la comunione e la messa si conclude come segue.667

Benedizione e congedo

915. Per la benedizione il vescovo proclama la formula proposta nel pontificale.

Il diacono congeda il popolo nel modo consueto.

Indice

614 Cf. Pontificale Romano, Rito della dedicazione della chiesa e dell'altare, capitolo II:
Rito della dedicazione di una chiesa, nn. 1-2
615 Ibidem, n. 4
616 Cf. Messale Romano, Principi e norme, n. 266
617 Pontificale Romano. Rito della dedicazione della chiesa e dell'altare, capitolo II:
Rito della dedicazione di una chiesa, n. 5
618 Ibidem, n. 6
619 Ibidem, n. 7
620 Cf. ibidem, nn. 8-9
621 Cf. ibidem, n. 10
622 Cf. ibidem, n. 20
623 Ibidem, n. 19
624 Ibidem, n. 21
625 Ibidem, n. 22
626 Ibidem, n. 23
627 Cf. ibidem, n. 24
628 Cf. ibidem, n. 25
629 Cf. ibidem, n. 26;
cf Appendice II, I, 4b e II, 8b
630 Pontificale Romano, Rito della dedicazione della chiesa e dell'altare,- capitolo II:
Rito della dedicazione di una chiesa, n. 27;
cf. Appendice II, I, 4b
631 Pontificale Romano, Rito della dedicazione della chiesa e dell'altare, capitolo II:
Rito della dedicazione di una chiesa, n. 28
632 Cf. ibidem, n. 29
633 Cf. ibidem, n. 30
634 Cf. ibidem, n. 31
635 Cf. ibidem, n. 32
636 Cf. ibidem, n. 33
637 Cf. ibidem, n. 34
638 Ibidem, n. 35
639 Cf. ibidem, nn. 36-37
640 Cf. ibidem, n. 38
641 Cf. ibidem, n. 40
642 Cf. ibidem, nn. 41-42
643 Cf. ibidem, nn. 43-45
644 Cf. ibidem, nn. 46-47
645 Cf. ibidem, n. 48
646 Cf. ibidem, nn. 49
647 Cf. ibidem, nn. 50-52
648 Cf. ibidem, n. 53
649 Cf. ibidem, n. 54
650 Cf. ibidem, n. 55
651 1bidem, n. 56
652 Cf. ibidem, nn. 57-60
653 Cf. ibidem, n. 61
654 Cf. ibidem, n. 62
655 Cf. ibidem, n. 63
656 Cf. ibidem, n. 64
657 Cf. ibidem, n. 65
658 Cf. ibidem, nn. 66-68
659 Ibidem, n. 69
660 Cf. ibidem, nn. 70-71
661 Cf. ibidem, nn. 72-73
662 Cf. ibidem, nn. 75-78
663 Cf. ibidem, n. 79
664 Cf. ibidem, n. 80
665 Cf. ibidem, n. 81;
cf. C.I.C. can. 940
666 Cf. ibidem, n. 82
667 Cf. ibidem, n. 83