Cerimoniale dei Vescovi

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Capitolo XII - Benedizione di una chiesa

Premesse

954. Conviene che i sacri edifici o le chiese, che sono destinati in modo permanente alla celebrazione dei divini misteri, siano dedicati a Dio secondo il rito della dedicazione, che si distingue per l'espressiva incisività della sua struttura e del suo simbolismo.

Tuttavia se non vengono dedicati, siano almeno benedetti secondo il rito qui sotto descritto.

Quanto agli oratori, alle cappelle o ai sacri edifici che per motivi particolari sono destinati al culto solo temporaneamente, conviene che siano benedetti, secondo il rito qui sotto descritto.714

Quando vengono benedette chiese, oratori o cappelle, tutto ciò che si trova in esse, come la croce, le immagini, l'organo, le campane, le stazioni della « Via Crucis », si deve ritenere benedetto e inaugurato con lo stesso rito della benedizione, così che non ci sia bisogno di una nuova benedizione o inaugurazione.

955. Per quanto riguarda il loro ordinamento liturgico, la scelta del titolare e la preparazione dei fedeli, si osservino, con i dovuti adattamenti, le norme indicate più sopra ai nn. 864-871 e n. 877 per il rito della dedicazione di una chiesa.715

956. La benedizione di una chiesa o di un oratorio viene compiuta dal vescovo diocesano o da un presbitero da lui delegato.

Essa si può compiere in qualsiasi giorno, fatta eccezione per il triduo pasquale; si scelga però di preferenza un giorno in cui i fedeli possano partecipare più numerosi, specialmente la domenica, a meno che ragioni pastorali non suggeriscano diversamente.716

957. Nei giorni indicati ai nn. 1-4 della tabella dei giorni liturgici717 si dice la messa del giorno; negli altri giorni, invece, si può dire la messa dei giorno o quella del Titolare della chiesa o dell'oratorio.

958. Per il rito di benedizione di una chiesa o di un oratorio si prepari tutto ciò che è necessario per la celebrazione della messa.

L'altare, anche se già benedetto o dedicato, deve rimanere spoglio fino all'inizio della liturgia eucaristica.

Si preparino inoltre, in un luogo adatto del presbiterio:

a) il secchiello con l'acqua e l'aspersorio; il turibolo con la navicella dell'incenso e il cucchiaino;

b) il "Pontificale Romano";

c) una croce d'altare, a meno che non ci sia già una croce predisposta in presbiterio o venga collocata presso l'altare la croce della processione introitale;

d) la tovaglia, le candele, i candelieri e, secondo l'opportunità, dei fiori.718

959. Se alla benedizione della chiesa si deve unire la benedizione dell'altare, si prepari tutto ciò che è indicato più sopra al n. 929 e, se si fa la reposizione delle reliquie dei santi, anche quelle indicate al n. 931.719

960. Nella messa della benedizione di una chiesa, si indossano le sacre vesti di colore bianco o festivo.

Si preparino:

a) per il vescovo: il camice, la stola, la croce pettorale, la casula, la mitra e il pastorale;

b) per i presbiteri concelebranti: le vesti per la concelebrazione della messa;

c) per i diaconi: i camici, le stole e, secondo l'opportunità, le dalmatiche;

d) per gli altri ministri: i camici o le altre vesti legittimamente approvate.720

Descrizione del rito

961. Quando il popolo si è radunato, mentre si eseguisce il canto introitale, il vescovo, i presbiteri concelebranti, i diaconi e i ministri, indossata la veste a loro propria, preceduti dal crocifero, si avviano dal secretarium, attraverso l'aula della chiesa, verso il presbiterio.

Giunta la processione in presbiterio, il vescovo, omettendo il bacio e l'incensazione dell'altare, va subito alla cattedra; tutti gli altri si dispongono nei luoghi loro assegnati.721

962. Terminato il canto, il vescovo, deposti pastorale e mitra, saluta il popolo, dicendo: La grazia e la pace o altre parole simili tolte preferibilmente dalla sacra scrittura.

Il popolo risponde: E con il tuo spirito o altre parole adatte.722

963. Quindi il vescovo benedice l'acqua per aspergere il popolo, in segno di penitenza e in ricordo del battesimo, e le pareti della nuova chiesa o dell'oratorio.

I ministri portano al vescovo, che sta in piedi alla cattedra, il secchiello con l'acqua.

Il vescovo invita tutti alla preghiera, dicendo: Fratelli carissimi, qui raccolti in gioiosa assemblea o un'altra monizione simile a questa.

Tutti pregano per un breve tempo in silenzio.

Quindi il vescovo prosegue con l'orazione: Padre santo, luce e vita di ogni creatura.723

964. Terminata l'invocazione sull'acqua, il vescovo, accompagnato dai diaconi, percorre la navata della chiesa e asperge con l'acqua benedetta il popolo e le pareti; tornato quindi in presbiterio, asperge l'altare, a meno che non sia già benedetto o dedicato.

Frattanto si canta l'antifona: Ecco l'acqua che sgorga, oppure, in quaresima: Su di voi verserò acqua pura o un altro canto adatto.

Dopo l'aspersione, il vescovo ritorna alla cattedra e, terminato il canto, stando in piedi e a mani giunte, dice: Dio, Padre di misericordia.724

965. Quindi, fatta eccezione per le messe domenicali e feriali d'avvento e di quaresima, si canta l'inno Gloria a Dio.

Il vescovo proclama quindi l'orazione colletta della messa.725

966. La messa prosegue nel modo consueto.

Tuttavia:

- le letture si prendono, secondo le rubriche, o dalla liturgia dei giorno o dai testi proposti nel "Lezionario" per il rito della dedicazione della chiesa;

- al vangelo non si portano né candele né incenso;

- dopo il vangelo il vescovo tiene l'omelia, nelle quale illustra le letture bibliche e il significato del rito;

- si recita il simbolo secondo le rubriche; si dice la preghiera universale nel modo consueto.726

967. Quindi il vescovo, se si deve benedire l'altare, si avvicina ad esso.

Frattanto si canta l'antifona: Come virgulti d'olivo o un altro canto adatto.

Terminato il canto, il vescovo, stando in piedi senza mitra, si rivolge ai fedeli, dicendo: La nostra comunità è in festa, o un'altra monizione simile a questa.

Tutti pregano per breve tempo in silenzio.

Quindi il vescovo, con le braccia allargate, canta o proclama ad alta voce l'orazione: Benedetto sei tu, Dio grande e misericordioso.

Poi il vescovo mette l'incenso in alcuni turiboli, lo benedice e incensa l'altare.

Quindi, ricevuta la mitra, ritorna alla cattedra, viene incensato e siede.

I ministri, passando attraverso la chiesa, incensano il popolo e l'aula della chiesa.727

968. Se per caso si deve fare la dedicazione dell'altare, detto il simbolo e tralasciata la preghiera universale, si osservi quanto è detto più sopra ai nn. 943-950.

Se invece l'altare non deve essere benedetto o dedicato ( nel caso, per es., che fosse stato trasportato nella nuova chiesa un altare già benedetto o dedicato ), dopo la preghiera universale la messa prosegue come è indicato più sotto al n. 969.728

969. Terminata la preghiera universale, il vescovo siede e riceve la mitra.

I ministri stendono sull'altare una tovaglia e, secondo l'opportunità, lo adornano di fiori; dispongono convenientemente i candelieri con le candele richiesti per la celebrazione della messa e, se occorre, la croce.

Preparato l'altare, alcuni fedeli portano il pane, il vino e l'acqua per la celebrazione del sacrificio del Signore.

Il vescovo riceve i doni alla cattedra.

Mentre vengono portati i doni, opportunamente si canta l'antifona: Se presenti la tua offerta oppure: Mosè dedicò un altare o un altro canto adatto.729

970. Quando tutto è stato preparato, il vescovo va all'altare e, deposta la mitra, lo bacia.

La messa prosegue come di consueto; tuttavia non si incensano le offerte né l'altare.

Se invece in questa celebrazione non è stato benedetto o dedicato l'altare, l'incensazione si fa come di consueto.730

Se si deve inaugurare la cappella dei ss. sacramento, terminata la comunione dei fedeli, tutto si svolge come è descritto più sopra ai nn. 910-913.731

971. Per la benedizione il vescovo proclama la formula proposta nel pontificale. Il diacono congeda il popolo nel modo consueto.732

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714 Cf. Pontificale Romano, Rito della dedicazione della chiesa e dell'altare, capitolo V:
Rito della benedizione di una chiesa, n. 1
715 Cf. ibidem, n. 2
716 Cf. ibidem, nn. 2-3
717 Cf. più sotto, Appendice II
718 Cf. Pontificale Romano, Rito della dedicazione della chiesa e dell'altare, capitolo V:
Rito della benedizione di una chiesa, n. 5
719 Ibidem, n. 6
720 Cf. ibidem, n. 7
721 Ibidem, n. 8
722 Cf. ibidem, n. 9
723 Cf. ibidem, nn. 10-11
724 Cf. ibidem, nn. 12-13
725 Cf. ibidem, nn. 14-15
726 Cf. Messale Romano, Ordinamento delle lettura della messa, n. 816.
Cf. Pontificale Romano, Rito della dedicazione della chiesa e dell'altare, capitolo V:
Rito della benedizione di una chiesa, nn. 16-19
727 Cf. ibidem, nn. 20-21
728 Cf. ibidem, n. 22
729 Cf. ibidem, nn. 23-24
730 Ibidem, n. 25
731 Ibidem, n. 26
732 Cf. ibidem, nn. 27-28