Cerimoniale dei Vescovi

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Capitolo XXII - Esposizione e benedizione eucaristica

1102. L'esposizione della santissima eucaristia porta a riconoscere in essa la mirabile presenza di Cristo e invita alla comunione di spirito con lui, unione che trova il suo culmine nella comunione sacramentale.

Per questo, nelle esposizioni, si deve porre attenzione che il culto del ss. sacramento appaia con chiarezza nel suo rapporto con la messa.832

1103. Dinanzi al ss. sacramento esposto alla pubblica adorazione, si genuflette con un solo ginocchio.833

1104. Per l'esposizione dei ss. sacramento con l'ostensorio si preparino:

a) Sull'altare o presso di esso, secondo quanto è richiesto dalle circostanze:

- l'ostensorio e, secondo l'opportunità, il corporale;

- quattro o sei candele;

- secondo l'opportunità, dei fiori;

- il "Rituale Romano";

- il velo omerale;

- le sedi e gli inginocchiatoi, quando e dove sono richiesti, per il vescovo e i ministri.

b) Nel secretarium:

- il turibolo con la navicella dell'incenso e il cucchiaino;

- le vesti sacre di colore bianco o festivo;

- per il vescovo: il camice, la croce pettorale, la stola, il piviale, la mitra e il pastorale;

- per i presbiteri: i camici, le stole e i piviali;

- per i diaconi: i camici, le stole e, secondo l'opportunità, le dalmatiche;

- per gli altri ministri: i camici o le altre vesti legittimamente approvate.

I. L'esposizione prolungata

1105. L'esposizione

Se l'esposizione è solenne o prolungata, l'ostia per l'adorazione si consacra nella messa che precede immediatamente l'esposizione stessa e si colloca nell'ostensorio sull'altare dopo la comunione.

La messa termina con l'orazione dopo la comunione.

Si tralasciano quindi i riti di conclusione.

Prima di ritirarsi, il vescovo incensa il sacramento secondo il rito descritto più sotto al n. 1109.834

1106. Se l'esposizione si fa al di fuori della messa ed è presieduta dal vescovo, questi venga accolto nel modo descritto più sopra al n. 79; nel secretarium o in un altro luogo opportuno indossa sopra il camice la croce pettorale, la stola e il piviale di colore conveniente e, di norma, riceve la mitra e il pastorale.

Lo assistono due diaconi, o almeno uno, che indossano le vesti sacre dei loro ordine.

Tuttavia se non vi sono diaconi, il vescovo sia assistito da presbiteri rivestiti di piviale.

1107. Il vescovo, giunto all'altare, dopo aver consegnato il pastorale e deposto la mitra, insieme ai diaconi che lo assistono fa un inchino profondo all'altare, oppure la genuflessione se nel presbiterio è conservato il ss. Sacramento, e resta in ginocchio davanti all'altare.

1108. Subito il diacono, indossando il velo omerale, accompagnato da accoliti con candele accese, va a prelevare il sacramento dal luogo in cui è conservato, e lo colloca nell'ostensorio sulla mensa dell'altare, coperta con una tovaglia e, secondo l'opportunità, con il corporale.835

Quindi genuflette e torna al lato del vescovo.

Se invece il sacramento è conservato sull'altare dell'esposizione, il diacono sale all'altare, apre il tabernacolo, genuflette, e pone il sacramento nell'ostensorio sulla mensa dell'altare.

1109. Il vescovo si alza e, dopo che gli si è avvicinato il turiferario, mette l'incenso nel turibolo e lo benedice, mentre il diacono presta servizio per la navicella.

Quindi il vescovo, in ginocchio, riceve il turibolo dal diacono, fa inchino con i diaconi che lo assistono e incensa il ss. sacramento.

Dopo aver ripetuto l'inchino al ss. sacramento, consegna il turibolo al diacono.

1110. Poi, nel caso di esposizione prolungata, il vescovo può ritirarsi.836

Se invece rimane, può recarsi alla cattedra o in un altro luogo adatto del presbiterio.

1111. L'adorazione

Durante l'esposizione, orazioni, canti e letture, si devono disporre in modo che i fedeli in preghiera orientino e incentrino la loro pietà su Cristo Signore.

Per favorire l'intimità della preghiera, si predispongano letture della sacra scrittura con omelia, o brevi esortazioni, che portino i fedeli a una migliore stima del mistero eucaristico.

È bene che alla parola di Dio i fedeli rispondano con il canto e che in momenti opportuni si osservi il sacro silenzio.

Dinanzi al ss. sacramento esposto per un tempo prolungato, si può anche celebrare qualche parte della liturgia delle ore, specialmente se si tratta delle ore principali.

Con essa infatti si estende alle varie ore della giornata la lode e il rendimento di grazie che si rivolgono a Dio nella celebrazione eucaristica e la Chiesa rivolge a Cristo, e per mezzo suo al Padre, preghiere e suppliche a nome del mondo intero.837

1112. La benedizione

Verso la fine dell'adorazione, il vescovo si accosta all'altare.838

Se invece giunge all'altare per la prima volta, si osservano le norme descritte sopra al n. 1107.

Giunto all'altare, consegna al ministro il pastorale e depone la mitra.

1113. Il vescovo genuflette insieme ai diaconi e resta in ginocchio davanti all'altare.

Frattanto si canta la strofa: Tantum ergo o un altro canto eucaristico.

Dopo aver messo l'incenso nel turibolo e averlo benedetto, il vescovo, in ginocchio, incensa il sacramento, come è descritto sopra.

Quindi si alza e dice: Preghiamo.

E tutti pregano per breve tempo in silenzio.

Poi il vescovo, a mani allargate, dice: Signore Gesù Cristo, che nel mirabile sacramento, o un'altra orazione proposta nel rituale.

1114. Detta l'orazione, il vescovo riceve il velo omerale e sale all'altare, genuflette e, aiutato dal diacono, prende l'ostensorio, tenendolo elevato con entrambe le mani coperte dal velo, si volta verso il popolo e traccia su di esso un segno di croce, senza dire nulla.839

Terminata la benedizione, il diacono riceve l'ostensorio dalle mani del vescovo e lo colloca sull'altare.

Il vescovo e il diacono genuflettono.

Quindi, mentre il vescovo, dopo aver deposto il velo omerale, resta in ginocchio davanti all'altare, il diacono porta con riverenza il sacramento nella cappella in cui viene conservato, lo ripone nel tabernacolo, genuflette e chiude il tabernacolo.

Frattanto il popolo proferisce, secondo l'opportunità, qualche acclamazione.840

Quindi si ritorna nel secretarium nel modo consueto.

II. L'esposizione breve

1115. Se si fa l'esposizione breve con la pisside, e la presiede il vescovo, si preparino:

- almeno due candele;

- secondo l'opportunità, il turibolo con la navicella dell'incenso;

- per il vescovo: il camice, la croce pettorale, la stola e il piviale;

- per il diacono o il presbitero: il camice e la stola;

- per gli altri ministri: i camici o le altre vesti legittimamente approvate.

Quando il vescovo giunge all'altare, fa la debita riverenza e resta in ginocchio davanti all'altare.

Il diacono o il presbitero espone il ss. sacramento.

Se si usa l'incenso si osservi quanto detto sopra ai n. 1109 e n. 1113.

Verso la fine dell'adorazione si canta la strofa: Tantum ergo o un altro canto eucaristico.

Quindi il vescovo si alza e dice: Preghiamo.

E tutti pregano per breve tempo in silenzio.

Poi, a mani allargate, proclama un'orazione adatta dal rituale.

Dopo aver ricevuto il velo omerale, sale all'altare, genuflette, prende la pisside con entrambe le mani coperte dal velo e, rivolto verso il popolo, traccia su di esso un segno di croce, senza dire nulla.

Poi colloca la pisside sull'altare, genuflette e, dopo aver deposto il velo omerale, resta in ginocchio davanti all'altare finché il diacono o il presbitero abbia riposto il ss. sacramento nel tabernacolo.

Dopo la debita riverenza tutti tornano nel secretarium.

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832 Cf. Rituale Romano, Rito della comunione fuori della messa e culto eucaristico, n. 22
833 Ibidem, n. 84
834 Ibidem, n. 94
835 Cf. ibidem, n. 93
836 Ibidem, n. 93
837 Ibidem, nn. 95-96
838 Cf. ibidem, n. 97
839 Cf. ibidem, n. 99
840 Cf. ibidem, n. 100