Diario dei colloqui con Fra Leopoldo

Torino, 8 Gennaio 1919

Rientrato in ufficio alle 16,30 ho trovato Cambiaghi molto triste per un telegramma che gli annunciava la morte di una anziana zia sua.

Alle 18 uscimmo perché anch'egli desidera recarsi da Fra Leopoldo per raccomandarla alle sue preghiere.

Fra Leopoldo lo consola e così Padre Norberto, una bella figura di francescano tutto amore per il Signore e carità per le anime.

Rimasto solo con Fra Leopoldo gli parlo della bontà di Cambiaghi veramente ammirabile, dell'affetto che mi porta e della soddisfazione perché ogni mattina si accosta alla S. Comunione.

Non gli nascondo che oggi piangendo mi aveva manifestato il timore che lasciandomi non si sarebbe sentito forte di continuare, ma che lo avevo ricordato assicurandolo dell'aiuto del Signore.

Fra Leopoldo assume subito il tono confidenziale e mi dice con una espressione mistica che debbo farlo ripetere che il Signore mi vuole tanto bene ed anche a Cambiaghi ed era per questo che ci aveva inviato a lui.

Fra Leopoldo sente il bisogno di ripetermi che ha per me un affetto grande e che non sa capacitarsi al pensiero che presto andrò via, ma soggiunge che ha pregato il Signore a toglierglielo questo affetto e che il Signore ha cominciato.

Io protesto, perché mi sarebbe doloroso essere privato di un tale benefizio una volta lontano e Fra Leopoldo sorride e mi dice che mi vorrà sempre bene nel Signore.

Alle mie insistenze di pregare per la mia vocazione e nello stato di vita che mi vuole il Signore, egli mi dice di sì e mi dice di star tranquillo perché il Signore provvederà.

Anzi mi dimostra che quando egli entrò in religione aveva quasi 50 anni e non pensava di entrarvi.

Una mattina facendo la Comunione dai Crociferi, sentì una gioia insolita e sentì una voce nel cuore ripetergli: "Va a S. Antonio".

Non vi badò, ma la mattina seguente la sentì più forte.

Vi accompagnò allora per caso un giovane e al Padre disse scherzando: "E poi raccomando anche un posto per me".

Il Padre domandò l'età e Fra Leopoldo rispose: "49 suonati" ed il Padre: "Dia 50".

Il giovane non fu ricevuto subito, ma una settimana dopo, ricevettero entrambi un avviso ai Camillini di presentarsi in Convento.

Il giovine non vi entrò e Fra Leopoldo che lo aveva detto scherzando vi entrò e ben felice, mi diceva raggiante, di esservi entrato.

E abbassando la voce, mi diceva che il Padre Provinciale gli vuole molto bene, quantunque egli non lo umili.

Mi ricorda che in Comunità la prima cosa da osservare è parlare poco e stringersi al Crocifisso.

Mi racconta anche che pregando per un giovane del convento buonissimo ( Bastianin ), il quale voleva farsi religioso, il Signore gli aveva risposto: "Non insistere, io lo guido".

Fra Leopoldo dice che non bisogna avere fretta e pregare e vedere se è vera vocazione.

Ripetendomi il detto del Signore: "Leopoldo, sei contento di me?" mi dice che una di queste sere, pregando, ripeteva al Signore che nemmeno abbassandomi mille e mille metri sotto terra, egli e nessun uomo si sentiva capace di chiedere al Signore se egli fosse contento di lui.

E fatta la solita pausa, socchiusi gli occhi, strettosi un po' alle spalle e mettendo nella voce tutta la semplicità della sua mente e del suo cuore veramente santo continua:

"Sa che cosa mi ha risposto il Signore?

No, non è vero, sai ( presso a poco così ), perché sono molti gli uomini che non mi amano".

Fra Leopoldo mi esorta a pregare, a pregare, a pregare.

Mi ripete che il Signore glielo ha detto chiaramente e di stare tranquillo che in qualunque modo dovessero morire i miei genitori il Signore li avrebbe salvati.

Continua: "Non mi ha forse detto che è Lui il padrone delle anime? Ma Lei preghi, preghi, preghi".

Debbo ricordare che al principio del colloquio, rimasti soli, Fra Leopoldo ha avuto delle parole che quantunque io abbia fatto ripetere non sono riuscito a capire, eppure parlava chiarissimo.

E sono stati gli unici momenti che Fra Leopoldo mi ha trattato con il tu, sino a che non ha terminato il suo pensiero, riprendendo poi quasi inavvertitamente il lei.

Quello che ho afferrato è che parlava dell'amore e privilegio del Signore verso di me e mi sembra verso Cambiaghi.

Ma parole che non compresi bene, nonostante gliele abbia fatte ripetere e per quanto vi rifletta non riesco a ricordare.

Rientrato Padre Norberto rimase a parlare del Signore in modo edificante sino alle 20 e congedandomi Fra Leopoldo mi raccomandò di ritornare il giorno dopo.

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