Un apostolo di Gesù Crocifisso

Il " Segretario della Madonna "

Abbiamo avuto occasione di constatare come il Servo di Dio fin da fanciullo fu devoto della Madre di Dio.

Anzi, confessa egli stesso nel diario che da principio era più intensa la sua devozione verso la Madonna che verso il suo Divin Figlio.

Illuminato e guidato da Lei correggerà in seguito tale difetto, ma nello stesso tempo si farà più perfetto, più ardente, più tenero ancora il suo attaccamento a Maria SS.

Prove di materna protezione e predilezione ne ebbe nella vita secolare più d'una.

Oltre l'apparizione a Vercelli, basterebbe la miracolosa guarigione che ottenne a Terruggia e che fu narrata più sopra.

A Torino da secolare la sua chiesa prediletta era il Santuario della Consolata, ove poteva anche servire alla S. Messa.

Entrato in Religione e collocato a S. Tommaso, trovò ancor più agio per elevarsi e salire nella perfezione anche in questo importantissimo particolare della santità.

Fiorentissima era allora a S Tommaso la « Pia Unione di N. S. del Sacro Cuore di Gesù ».

Il P. Luca Turbiglio, tanto benemerito della parrocchia, attribuiva ad, una grazia particolare di Maria SS. venerata sotto questo titolo se aveva potuto salvare la chiesa dell'abbattimento già decretato dal Municipio.26

Come ringraziamento, volle che sorgesse accanto alla chiesa la bella cappella che è il primo Santuario che sia sorto in Torino sotto il titolo di N. S. del S. Cuore.

Non riuscì soltanto un vero gioiello di arte, dovuta alla mente dell'Ing. Gallo, ma un centro di devozione viva.

Infinite grazie si ottennero e ne fanno ancor oggi fede le centinaia di tavolette in marmo, murate accanto alla cappella.

In questa, devota, accogliente, popolata da figure di Santi lungo le pareti e più in alto da una graziosa teoria di statuette di Angeli osannanti, si conserva il SS. Sacramento; è funzionata come santuario indipendente ed ivi volentieri, più che altrove le persone pie si raccolgono in preghiera.27

Ed è qui che F. Leopoldo per circa vent'anni si raccolse in preghiera, in meditazione; qui dove ottenne segnalati favori per sé e per le persone che si raccomandavano a lui.

Qui al piedi di Gesù Sacramentato e della Vergine Madre l'anima sua trovò li paradiso in terra, passò le ore più belle della sua vita.

Finiti i suoi lavori di cucina, dopo la cena, quando tutti i Religiosi si erano già ritirati nelle loro celle egli vegliava in contemplazione delle cose divine: conversava famigliarmente, nella sua fede viva e col suo cuore ardente, con Dio e con Maria SS.

Esponeva i suoi desideri e quelli degli altri, chiedeva ed era esaudito.

Vi portava anche fiori lavorati dalle sue mani, felice di poter ornare come meglio gli fosse possibile l'altare.

Vegliava fino a tarda ora e poi si ritirava nella sua celletta a fare l'adorazione al SS. Crocifisso.

Ora è appunto a causa di queste visite serali che capitò al Servo di Dio quanto narra nel Diario e che confidò negli ultimi anni della sua vita a qualche persona del convento.

Il Fratello Sagrestano Fra Guido voleva che F. Leopoldo dopo la visita alla Cappella chiudesse a più giri la porta che dalla sacrestia mette nel corridoio del convento, e per la quale si deve assolutamente passare per portarsi al Santuario di N. Signora.

Il Servo di Dio non lo poteva fare perché la chiave che aveva non serviva; più volte egli aveva chiesto al Superiore che gliene desse un'altra adatta ma non l'ottenne.

Il sagrestano un giorno rimproverò F. Leopoldo e gli ripeté che doveva chiudere a più giri, e visto che ciò non si otteneva, chiuse egli stesso senza darsi pena delle abitudini del confratello e così fece ogni sera prima di ritirarsi in camera.28

Ma ecco che con sua gioia e meraviglia ogni sera la porta si apre e si chiude al suo passaggio nonostante i diversi giri di chiave.

Ciò durò per circa un anno.

Ma non sempre la « Divina Portinaia » apriva e chiudeva.

Parecchie volte F. Leopoldo trovò la porta chiusa e non poté andare nel Santuario e allora di accontentava di fare la sua visita dall'esterno.

Poi dopo queste prove, di nuovo aveva la grazia.

La Madonna non si faceva vedere visibilmente, « ma, come egli scrive, nell'avvicinarsi la sento perché in quei momenti, come avanguardia, riempie il mio cuore e l'anima mia di santi affetti e di soavità dolcissima ».

Stando al Diario fu questo un premio che la Madre Divina volle dargli « perché egli apre alle anime la via per avvicinarle a Dio con la Devozione del SS. Crocifisso ».29

Finalmente per Intervento dello stesso F. Guido, F. Leopoldo ottenne la chiave, e poté senza disturbare alcuno continuare le sue visite.

Maria SS. occupa una gran parte del Diano.

Vi si leggono consigli, ammaestramenti, rimproveri, assicurazioni, promesse che Ella fa scrivere al Servo di Dio.

Nulla vi si nota di meschino, di erroneo o che in qualche modo sia disdicevole.

Un giorno la Divina Madre gli dice? « Sei contento di essere il mio Segretario? »

Ed egli risponde: « Dammi una penna d'oro, onde guidata la mano mia dagli Angioli, li possa scrivere le meraviglie operate nelle anime colla tua potenza, colla tua carità, colla tua immensa bontà: tu sola sei Madre di misericordia per il mondo ».

E due giorni dopo, il 26 ottobre, la Madonna gli dice : « Ora che ti ho confermato mio segretario sei contento? »

Sono tanto peccatore, avete fatto una povera scelta».30

E da allora egli scrive sotto la dettatura della sua Maestra.

Egli non lasciava passare alcuna festa della Madonna senza qualche ossequio particolare.

Anche da Religioso continuò a frequentare, quando poteva, il Santuario della Consolata.

Festeggiava in modo speciale l'Immacolata e lo nota nel suoi scritti, perché è la Patrona del Francescani.

Così pure il S. Cuore di Maria, di cui ripeteva sovente nella giornata le giaculatorie relative.

Oltre la corona francescana di sette misteri, recitava il Rosario tutti i giorni.

Ogni festa della Vergine nel corso dell'anno era per lui occasione di dimostrarle il suo affetto, affetto che emana da ogni riga del suo Diario quando ne deve parlare.31

La sua fiducia nella bontà e potenza della Madre di Dio era illuminata.

Chiunque ricorreva a lui per essere aiutato in qualche necessità la risposta era sempre: Lo dirò alla Madonna, abbia fede, preghi e vedrà.

Durante la guerra mondiale ( 1914-19 ) vi furono molti che conoscendone la virtù andavano da lui per raccomandarsi.

Egli pregava e poi dava le risposte che non sempre erano quali umanamente si avrebbero desiderate, ma che sempre davano forza a sopportare i dolori.

Alle volte erano assicurazioni che si avveravano.

Un suo nipote mi narrava che richiamato alle armi, passò da lui a raccomandarsi.

Lo condusse nella Cappella di nostra Signora e lo fece pregare.

Stette poi in meditazione qualche minuto e poi gli disse: « Vai pure a fare il tuo dovere, non ti capiterà nulla, tornerai sano e salvo ».

E così fu, nonostante che pericoli ne abbia corsi molti.

Le risposte che dava non erano mai sibilline, ma precise e dette con la massima calma, segno di persuasione.

In proposito, chi scrive ne ebbe una prova singolare in una circostanza dolorosa.

Proprio sul finire della guerra mondiale suddetta, e mentre era ancora sotto le armi, un suo fratello cadde gravemente ammalato.

La malattia si dimostrò dopo un mese di degenza in forma umanamente disperata.

I medici, anche specialisti, dichiararono che al massimo l'infermo poteva durare ancora tre mesi.

Io conoscevo certo F. Leopoldo, ma solo come un buon religioso.

Nulla sapevo di quanto venni poi in conoscenza dopo la sua morte.

Andai da lui a S. Tommaso: gli esposi il caso: lo pregai di raccomandarlo al Signore, perché solo un miracolo poteva salvare mio fratello.

Ascoltò con una tranquillità che mi fece stupire e che quasi mi dette l'impressione che non avesse capito la gravita del caso.

Mi rispose semplicemente: Abbia fiducia nella Madonna: vedrà che Ella ne sa più dei medici.

Tornai alcuni giorni dopo e gli esposi che anche specialisti avevano sentenziato per la fine della vita del malato.

Non si scompose; ripeté: La Madonna è più potente del medici e ne sa di più. Preghiamo.

Non mi disse altro, ma feci come aveva consigliato e ebbi fiducia nelle sue parole.

Un mese dopo all'improvviso mio fratello guarì con meraviglia dei suoi medici, che confessarono di non saper spiegare il caso.

Scomparse le lesioni gravissime e avanzate del polmoni, ritornato alla salute di prima.

Quando portai la notizia a F. Leopoldo non si meravigliò.

Si accontentò di dirmi: Oh si, la Madonna è più potente e più sapiente dei medici.

E questo è verissimo; ma a me incombe l'obbligo di dire con la massima convinzione che a ottenere il miracolo ( e tale è nella sostanza e nel modo ) fu lui solo con le sue preghiere, con la confidenza figliale con cui egli: « Segretario della Madonna », sapeva toccare il cuore della Divina Madre di grazia e di misericordia.

Indice

26 Sulle vicende della Chiesa di S. Tommaso nel tempi di P. Luca, come pure sulle antecedenti e che formano la storia completa e gloriosa di essa, V.: P. Francesco Maccono: La Parrocchia e il Convento francescano di S. Tommaso in Torino; Casale, Tip, Miglietta, Milano et C., 1931.
27 Il « Bollettino Eucaristico » è pure l'organo ufficiale della « Pia Unione di N. Signora » e ne propaga la devozione, tenendo al corrente delle grazie delle suppliche e degli avvenimenti più importanti relativi alla devozione.
Nella Cappella-Santuario, ogni giovedì e ogni sabato alle ore 9 si fanno funzioni speciali e preghiere, oltre la S. Messa, per la conversione dei peccatori e per i moribondi.
28 F. Guido fu per moltissimi anni a S. Tommaso. Era anch'egli un uomo esemplare, rigido osservatore della Regola francescana, dedito alla penitenza e alla preghiera e che morì santamente a S. Tommaso.
La rigidezza apparente tenuta con il Servo di Dio si spiega tenendo conto che F. Guido era responsabile della chiesa e della sacrestia e voleva che tutto fosse ben custodito per impedire eventuali furti.
Lo stesso F. Leopoldo dice nel Diario che le osservazioni ricevute erano giuste e per questo aveva più volte pregato che gli si concedesse una chiave adatta.
L'incidente servì solo nei disegni di Dio a dare al suo Servo una dimostrazione di più della sua benevolenza.
29 Questo fatto della porta durò dal marzo del 1909 fino al luglio del 1910.
Il 13 aprile 1915 nel Diario F. Leopoldo scrive queste parole dette a lui da Maria SS. : « Circa le domande che ti fece il mio servo P. Pastorino Giuseppe Maria ( era il suo confessore ) sono realmente io, Maria SS. che venivo ad aprire e chiudere la porta affinché tu venissi nel mio santuario, là ove ti aspettavo e con me il mio Divin Figlio, affinché tu prendessi nuove forze e coraggio per l'andamento di una vita veramente religiosa, una vita santa ».
- Il P. Pastorino era un sacerdote secolare che si era ritirato nel Convento di S. Tommaso in Qualità di Terziario e vestiva l'abito francescano e faceva vita regolare.
Uomo di pietà, fu per qualche anno il Confessore e Direttore di F. Leopoldo, del quale lasciò in iscritto ampia testimonianza.
Dalle parole che abbiamo riportato risulta che F. Leopoldo aveva manifestato a lui il fatto prodigioso, circa il quale P. Pastorino volle prudentemente indagare.
- Il fatto si ripeté ancora il 2 agosto del 1911 secondo quanto troviamo nel Diario.
F. Leopoldo voleva andare in chiesa al solito posto, ma aveva smarrito la chiave e non riusciva a trovarla; ed ecco che la solita porta gli è aperta.
- F. Leopoldo confidò il fenomeno anche al suo aiutante di cucina Sebastiano Ellena e a qualcun altro.
30 È superfluo dichiarare che nel narrare questi e simili fatti lo facciamo per semplice fedeltà storica, senza voler entrare come giudici sul valore di essi.
I fatti narrati non pretendono che la fede umana, basata sulla testimonianza di uomini.
Tutti gli scritti del Servo di Dio sono ora all'esame della Chiesa che sola può giudicare sulla verità di essi.
Per conoscere la personalità del Servo di Dio era necessario tener conto di tutto ciò che lo riguarda e il Diario è la fonte quasi unica, almeno la principale, di tutte le meravigliose manifestazioni sovranaturali.
Finora del resto nulla è venuto a smentire, anzi molto si è già avverato di quanto questo privilegiato « Segretario della Madonna » ha consegnato al suo Diario, il quale non è certo scritto per gli uomini ignari della psicologia dei Santi sotto l'influenza della grazia di Dio.
Non dobbiamo dimenticare le parole di Cristo: Confiteor tibi, Pater, quia abscondisti haec a sapientibus et prudentibus et revelasti ea parvulis».
31 Vogliamo riportare un saggio degli affetti santi che il Servo di Dio effondeva verso Maria SS. nelle sue meditazioni, e che leggiamo nel suo diario.
Questa è dell'ottobre del 1910.
« O Vergine pietosa, tu che sorridi alle nostre preci, sei giglio d'innocenza e di candore; fa anche me adorno di queste eccelse virtù, dolcissima visione di paradiso.
- Ti benedico, Madre di Dio! Tu sei l'incanto soavissimo di nostra vita; un trasporto di gaudio e di santo amore ci trae ai piedi dei tuoi santi altari, ove con un linguaggio tutto celeste e con la più amabile confidenza dal tuo trono ove siedi Regina esci con soavi detti dicendo: Per te mi sviscero d'amore, siami tu devoto fedele.
- Ti benedico, Regina degli Angeli! Tu, gran Madre del mio Signore, sei prodigio, clemenza ed esultanza del pio fedel; voglio servirti qui in terra; dammi la tua gloria in ciel.
- Ti benedico, o Nostra Signora! Tu, Madre gloriosa, ancella di Dio, trionfatrice sopra i nemici tuoi siami scudo e difesa negli assalti dell'internai nemico.
- Ti benedico, Madre del mio Signore! Tu sei la madre nostra tenerissima; il tuo nome, o Maria, risuona d'ineffabil dolcezza a chi ti serve con amore e fedeltà.
- Ti benedico, Madre santissima! O tu, Vergine bella, salve! col sorriso tuo beato tu ci leghi il cuore con un filo prezioso e ci infondi fiducia e amore nella via di santificazione.
- Ti benedico, Madre di consolazione! Tu, Vergine Santa, fa che io chiuda le orecchie al rumore del mondo e mi diletti dell'armonia dolcissima della preghiera e della solitudine.
- Ti benedico, Madre sapientissima! Tu, Regina amabilissima, che non apri bocca se non per benedire, anche me, o consigliera pietosa delle anime, voglia benedire e rendere beato.
- Sii benedetto, a Santa Maria! » A Queste invocazioni seguono in un'altra preghiera, intitolata: Amore e preghiera alla Madre del mio Signore, trentasei altre bellissime effusioni d'un cuore innamorato, non monotone, ma vive e con un crescendo meraviglioso, tutto proprio dei veri santi.
Sotto l'incalzare dei pensieri e delle espressioni ardenti, si dimenticano facilmente i suoi errori di grammatica, e si è trasportati in quell'atmosfera in cui era immerso il Servo di Dio quando costringeva la sua penna a esprimere il fuoco e l'esuberanza d'affetti che traboccavano dal suo cuore verso la Madre di Dio.