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Capo XIII - Della Castità eroica

84. Il Servo di Dio praticò la castità eroica con tanta diligenza da imprimere, per così dire, in tutto il suo essere la caratteristica della purezia verginale, la limpidezza di una coscienza cristallina, filiale.

Un religioso che conobbe intimamente Fra Leopoldo scrisse: « Il Servo di Dio dimostrò il suo grande amore alla castità fin da quando, alla età di circa 19 anni, un suo padrone lo portò nella città di Vercelli e gli ordinò di aspettare in un dato luogo mentre egli attendeva al disbrigo di qualche affare.

Luigi Musso approfittò del momento libero per fare una visita al SS. Sacramento in una chiesa vicina.

Venne quel pessimo padrone e lo condusse in una casa di corruzione lasciandolo nella camera d'ingresso ».

« La visita a Gesù Sacramentato, fatta poco prima, gli apportò tanta grazia da farlo un apostolo di castità nella stessa casa del vizio.

Appena si accorse del luogo in cui era capitato, si raccomandò a Dio e poi prese a parlare della bruttezza del vizio e della bellezza della virtù con tanta efficacia da indurre la povera disgraziata che faceva da portinaia a riconoscere il proprio fallo e a promettere di abbandonare al più presto quel luogo infame.

Dopo questo fatto egli lasciò per sempre quel padrone ».

Un suo amico e compagno di professione nella città di Vercelli scrisse: « La virtù principale che spiccò nel Servo di Dio negli anni nei quali era al servizio del Canonico Miglione, virtù riconosciute da tutti i suoi compagni di professione coi quali passava qualche ora di sollievo, era l'essere egli alieno dalle donne, ed in presenza sua, a tale riguardo, egli non permetteva, nè essi osavano tenere discorsi o contegno men che retto; la sua presenza imponeva a tutti quella linea di condotta ».

- Come proveranno ecc.

85. La castità eroica del Servo di Dio si perfezionò quando, stabilitosi a Torino e posto sotto la direzione del Rev. P. Cozzi, iniziò la pratica della S. Comunione quotidiana.

L'amico e compagno di professione che da Vercelli egli pure si era stabilito a Torino, scrisse del Servo di Dio: « Quando tra i suoi compagni di professione si scherzava o si diceva qualche barzelletta su cose che potevano offendere la bella virtù egli con garbo li riprendeva e faceva in modo che il discorso fosse cambiato ».

Un suo aiutante di cucina per sette anni, scrisse: « Non solo pel tempo che assieme si passava a Viale, ma anche quando si viveva a Torino, il Sig. Musso Luigi condusse sempre vita illibatissima ».

Ecco ciò che scrissero di Fra Leopoldo riguardo alla castità quelli che vissero con lui o che lo conobbero intimamente dopo la sua professione religiosa.

« Casto e puro era riservatissimo con le persone d'altro sesso; pudico nelle parole e negli atti, mostrava di apprezzare in sommo grado la virtù della castità ».

« La purezza la faceva risplendere in tutti i suoi atti e nel suo portamento; fu modesto e puro ».

« Ciò che colpiva in lui era il candore, la delicatezza ed il riserbo nelle parole, in tutto ».

« Fra Leopoldo fu come un fanciullo per la purezza immacolata della sua vita ».

« La bella virtù la stimò in sommo grado e ciò si conosceva dalla sua riserbatezza nel parlare e nel guardare ».

« Aveva una purezza veramente angelica che traluceva dall'intera sua persona.

« L'innocenza verginale del venerando vecchio s'appalesava perfino nella non conoscenza del male che è nel mondo e imporporava di santo rossore il nobile volto di lui ogni pur lontano accenno a cose di questo genere ».

« Ciò che impressionava in lui era un aspetto maestoso, sorridente che manifestava un senso di celestiale purezza che brillava nei suoi occhi e sulla fronte serena ».

- Come proveranno ecc.

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