Regola bollata ( 1223 )

Capitolo X

Dell'ammonizione e della correzione dei frati

[100] I frati, che sono ministri e servi degli altri frati, visitino ed ammoniscano i loro frati e li correggano con umiltà e carità, non comandando ad essi niente che sia contro alla loro anima e alla nostra Regola.

[101] I frati, poi, che sono sudditi, si ricordino che per Dio hanno rinnegato la propria volontà.

Perciò comando loro fermamente di obbedire ai loro ministri in tutte quelle cose che promisero al Signore di osservare e non sono contrarie all'anima e alla nostra Regola.

[102] E dovunque vi siano dei frati che si rendono conto e riconoscano di non poter osservare spiritualmente la Regola, debbano e possono ricorrere ai loro ministri.

I ministri, poi, li accolgano con carità e benevolenza e li trattino con tale familiarità che quelli possano parlare e fare con essi così come parlano e fanno i padroni con i loro servi; infatti, così deve essere, che i ministri siano i servi di tutti i frati.

[103] Ammonisco, poi, ed esorto nel Signore Gesù Cristo, che si guardino i frati da ogni superbia, vana gloria, invidia, avarizia ( Cfr. Lc 12,15 ), cure o preoccupazioni di questo mondo ( Cfr. Mt 13,22 ), dalla detrazione e dalla mormorazione.

[104] E coloro che non sanno di lettere, non si preoccupino di apprenderle, ma facciano attenzione che ciò che devono desiderare sopra ogni cosa è di avere lo Spirito del Signore e la sua santa operazione, di pregarlo sempre con cuore puro e di avere umiltà, pazienza nella persecuzione e nella infermità, e di amare quelli che ci perseguitano e ci riprendono e ci calunniano, poiché dice il Signore: "Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano e vi calunniano ( Mt 5,44 ); beati quelli che sopportano persecuzione a causa della giustizia, poiché di essi è il regno dei cieli ( Mt 5,10 ).

E chi persevererà fino alla fine, questi sarà salvo" ( Mt 10,22 ).

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