Leggenda dei tre compagni

Capitolo XII

Come Francesco si recò con undici compagni alla curia del Papa

Per informarlo del suo progetto di vita e ottenne conferma alla regola da lui composta

[1455] 46. Vedendo Francesco che il Signore accresceva i suoi fratelli in numero e in meriti - erano ormai in dodici perfettamente concordi nello stesso ideale -, si rivolse agli undici, lui che era il dodicesimo, guida e padre del gruppo: " Fratelli, vedo che il Signore misericordioso vuole aumentare la nostra comunità.

Andiamo dunque dalla nostra madre, la santa Chiesa romana, e comunichiamo al sommo pontefice ciò che il Signore ha cominciato a fare per mezzo di noi, al fine di continuare la nostra missione secondo il suo volere e le sue disposizioni ".

L'iniziativa del Padre piacque agli altri fratelli.

Al momento di partire verso la curia romana, il Santo disse: " Eleggiamo come capo uno del nostro gruppo, considerandolo quale vicario di Gesù Cristo.

Andremo dove lui ci indicherà, e quando stabilirà di fare una sosta, ci fermeremo ".

Scelsero Bernardo, il primo seguace di Francesco, e si comportarono con lui come il Santo aveva suggerito.

Camminavano tutti giulivi, parlando tra loro le parole del Signore, nulla dicendo che non servisse a lode e gloria di Dio e a profitto dell'anima.

Frequentemente si abbandonavano alla preghiera.

Il Signore s'incaricava di preparare loro l'ospitalità e procurava fossero serviti del necessario.

[1456] 47. Arrivati a Roma, vi trovarono il vescovo di Assisi, che li ricevette con grande gioia.

Egli nutriva una stima affettuosa per Francesco e tutti i frati, ma, ignorando il motivo della loro venuta, fu preso da ansietà: temeva che volessero abbandonare Assisi, dove il Signore aveva cominciato per loro mezzo a compiere meraviglie di bene.

Egli era fiero e felice di avere nella sua diocesi uomini così zelanti, sulla cui vita esemplare faceva moltissimo conto.

Quando però seppe lo scopo del viaggio e comprese i loro progetti, ne fu rasserenato e promise di consigliarli e aiutarli.

[1457] Il vescovo di Assisi era legato d'amicizia al cardinale Giovanni di San Paolo, vescovo di Sabina, uomo veramente pieno della grazia di Dio e particolarmente attirato verso gli uomini di vita santa.

Avendo appreso dal vescovo di Assisi la vicenda di Francesco e dei suoi fratelli, Giovanni desiderava vivamente d'incontrare il Santo e qualche suo compagno.

Venuto a sapere che si trovavano a Roma, mandò loro un invito e li ricevette in casa con rispetto e amore.

48. Nei pochi giorni che passarono con lui, lo edificarono con i loro santi discorsi ed esempi.

Il cardinale, constatando che le informazioni ricevute rispondevano a verità, si raccomandò con umiltà e devozione alle loro preghiere e chiese, come favore speciale, d'essere considerato uno di loro.

Interrogò Francesco sul motivo della sua venuta e, come ebbe ascoltato il proposito che gli stava a cuore, si offrì come loro rappresentante alla curia romana.

Ci andò difatti e disse al signore papa Innocenzo III: " Ho incontrato un uomo di straordinaria virtù, che si è impegnato a vivere l'ideale evangelico, osservando in ogni cosa la perfezione espressa nel Vangelo.

Sono convinto che il Signore vuole, per mezzo di lui, riformare in tutto il mondo la fede della santa Chiesa ".

Queste parole colpirono molto il Papa, che ordinò al cardinale di condurgli Francesco.

[1458] 49. Il giorno dopo, l'uomo di Dio fu presentato al sommo pontefice dal cardinale Giovanni.

Francesco espose interamente qual era il suo proposito.

Il Papa, dotato come era di spiccata intelligenza, assentì ai desideri del Santo, secondo le forme stabilite, e aggiunse diverse esortazioni a lui e ai fratelli.

Poi li benedì e rivolse loro queste parole: " Andate con il Signore, fratelli, e predicate a tutti la penitenza, secondo vi ispirerà il Signore.

Quando Dio onnipotente vi avrà moltiplicati in numero e grazia, venite a riferircelo, e noi vi accorderemo privilegi maggiori e incarichi più impegnativi ".

Il Papa voleva però essere certo se l'approvazione concessa e i favori che si riprometteva di dare rispondessero alla volontà del Signore.

Perciò prima di accomiatare il Santo, disse a lui e ai compagni: " Cari figlioli, il vostro genere di vita Ci pare troppo duro e penoso.

Essendo però così sincero il vostro fervore, non ci è possibile dubitare di voi.

Tuttavia, è nostro dovere preoccuparci di quelli che in futuro saranno i vostri seguaci, affinché non trovino troppo ardua la vostra via ".

Ma vedendo la loro fermezza nella fede, la loro speranza così fortemente ancorata in Cristo, che li induceva a respingere ogni mitigazione del loro slancio generoso, disse a Francesco: " Figlio, va' e prega Dio di rivelarti se la vostra richiesta procede dalla sua volontà.

Quando ci sarà manifestato il volere del Signore, verremo incontro ai tuoi desideri ".

[1459] 50. Il Santo si raccolse in orazione, come il Papa gli aveva raccomandato.

E il Signore gli parlò interiormente, ispirandogli questa parabola: " C'era nel deserto una donna povera e bellissima.

Preso dal fascino di lei, un grande re bramò di prenderla in sposa, sperando di averne dei figli molto belli.

Il matrimonio fu celebrato, nacquero diversi figli.

Quando furono cresciuti, la madre rivolse loro queste parole: "Cari ragazzi, non vergognatevi della vostra umile condizione, perché in realtà siete figli del re.

Andate alla sua corte ed egli vi darà tutto quello che vi abbisogna".

Giunti alla presenza del sovrano, questi ammirò la loro bellezza e notando che gli somigliavano, domandò: "Di chi siete figli?"

I ragazzi risposero di essere figli di una donna povera, che viveva nel deserto.

Allora il re li abbracciò tutto esultante e disse: "State tranquilli perché siete figli miei.

Se prendono cibo alla mia mensa gli estranei, tanto più ne avete diritto voi, che siete mio sangue!"

E ordinò a quella donna d'inviare a corte i figli avuti dal re, per esservi allevati secondo il loro rango ".

In questa visione simbolica, apparsagli mentre era in orazione, Francesco comprese che quella donna poverella raffigurava lui stesso.

[1460] 51. Terminata l'orazione, il Santo si presentò al sommo pontefice e gli raccontò in tutti i particolari la parabola rivelatagli dal Signore.

E aggiunse: " Sono io, signore, quella donna poverella che Dio ama e per sua misericordia ha reso bella e dalla quale si compiacque avere dei figli.

Il re dei re mi ha promesso che alleverà tutti i figli avuti da me, poiché se egli nutre gli estranei, a maggior ragione avrà cura dei suoi bambini.

Cioè, se Dio largisce i beni temporali ai peccatori e agli indegni, spinto dall'amore per le sue creature, molto più sarà generoso con gli uomini evangelici, che ne sono meritevoli ".

Questo ragionamento colpì profondamente il Papa, soprattutto perché, prima dell'arrivo d Francesco, aveva avuto anche lui una strana visione.

Gli era parso che la basilica di San Giovanni in Laterano minacciava di rovinare; ma un religioso, piccolo e di aspetto meschino, la sorreggeva puntellandola con le proprie spalle.

Attonito e spaventato, il Papa si svegliò e, da uomo riflessivo e perspicace, si concentrò per scoprire il significato di un tale sogno.

Pochi giorni appresso giunse Francesco, gli palesò il suo proposito e gli chiese la conferma della Regola che aveva steso con poche semplici parole, servendosi delle espressioni del Vangelo, la cui osservanza perfetta gli stava sommamente a cuore.

Il pontefice, considerando il fervore di lui nel servizio di Dio e confrontando la sua visione con il racconto simbolico riferitogli da Francesco, concluse tra sé: " In verità, è questo l'uomo religioso e santo per mezzo del quale la Chiesa di Dio sarà rialzata e sostenuta ".

Egli abbracciò il Santo e approvò la sua Regola.

Autorizzò inoltre lui e i suoi compagni a predicare dovunque la penitenza, con la condizione, per i frati, che avessero il permesso dl predicare anche da Francesco.

Il pontefice poi confermò in concistoro l'approvazione concessa al nuovo movimento.

[1461] 52. Ottenute che ebbe queste concessioni, Francesco rese grazie a Dio; indi, mettendosi in ginocchio, promise con umiltà e devozione al signor Papa obbedienza e rispetto.

Gli altri fratelli, secondo l'ordinanza del pontefice, promisero a loro volta obbedienza e rispetto a Francesco.

Ricevuta la benedizione da Innocenzo III, si recarono a visitare le tombe degli Apostoli.

Il cardinale di San Paolo ottenne per Francesco e gli undici compagni la tonsura, poiché voleva che fossero aggregati al clero tutti e dodici.

[1462] 53. Allora l'uomo di Dio partì da Roma con i fratelli, dirigendosi alla evangelizzazione del mondo.

Era pieno di meraviglia nel vedere realizzato con tanta facilità il suo desiderio.

Ogni giorno cresceva la sua speranza e fiducia nel Salvatore, che gli aveva preannunziato ogni cosa con le sue sante rivelazioni.

Una notte, prima che ottenesse dal Papa quanto abbiamo detto, mentre dormiva, parve a Francesco di essere in cammino lungo una strada, ai bordi della quale sorgeva un albero di grandiose dimensioni, bello, forte e vigoroso.

Si avvicinò ad esso per meglio mirarne la maestosa bellezza.

D'improvviso il Santo si sentì divenuto così alto, da poter toccare la cima dell'albero, riuscendo con estrema facilità a piegarlo fino a terra.

E accadde proprio così, quando Innocenzo III, l'albero più elevato, bello e forte che sorgesse al mondo, si inclinò con tanta spontanea benevolenza alla domanda e alla volontà dl Francesco.

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