Leggenda dei tre compagni

Capitolo XVI

Come furono eletti i primi ministri

e come furono inviati per il mondo

[1475] 62. Trascorsi undici anni dall'inizio dell'Ordine. essendo i frati cresciuti in numero e in meriti, furono eletti dei ministri, e inviati assieme a gruppi di frati in quasi tutte le parti del mondo, dove si vive la fede cattolica.

In certe regioni erano accolti, ma senza permettere loro di costruire delle abitazioni.

Altrove, venivano cacciati, per paura che fossero degli eretici.

Innocenzo III aveva bensì approvato l'Ordine e la Regola, ma senza conferma scritta, per cui ai frati toccarono molte tribolazioni da parte del clero e della gente.

A motivo di tali ostilità, i frati furono costretti a fuggire da diverse nazioni.

Così, angosciati, afflitti, non di rado spogliati delle vesti e battuti dai briganti, tornavano da Francesco con grande amarezza.

Soffrivano vessazioni del genere pressoché in tutti i paesi d'oltralpe, come in Germania, Ungheria, e in molti altri.

[1476] Come il fatto fu notificato al cardinale Ugolino, questi chiamò a sé Francesco e lo accompagnò da papa Onorio III, essendo Innocenzo venuto a morte.

E fece approvare solennemente, con bolla pontificia, un'altra Regola, redatta da Francesco secondo ispirazione di Cristo.

In essa fu deciso di intervallare i Capitoli, allo scopo di evitare le fatiche dei viaggi ai frati che abitavano in contrade lontane.

[1477] 63. Francesco decise di chiedere a Onorio III uno dei cardinali della Chiesa romana, come papa del suo Ordine, - e fu precisamente il sunnominato vescovo di Ostia, - al quale i frati potessero ricorrere nelle loro necessità.

Il Santo aveva avuto infatti una visione, e fu forse questa che lo indusse a domandare quel cardinale e ad annodare l'Ordine alla Chiesa romana.

Gli parve di vedere una piccola gallina bruna, con le zampette piumate come una colomba domestica.

Aveva intorno una quantità di pulcini tale, che non riusciva a riunirli sotto le ali, e così i piccoli erano costretti a girarle intorno.

Svegliatosi, prese a riflettere su quel sogno; e subito lo Spirito Santo gli fece capire che quella chioccia simboleggiava lui stesso.

" Sono io - si disse, - quella gallina, perché piccolo di statura e bruno di colorito, e che devo essere semplice come una colomba e volare verso il cielo con le piume delle virtù.

Il Signore, nella sua misericordia mi ha dato e darà molti figli, che non sono in grado di proteggere con le mie sole forze; bisogna quindi che li affidi alla santa Chiesa, la quale li proteggerà e guiderà all'ombra delle sue ali ".

[1478] 64. Passati pochi anni da questa visione Francesco venne a Roma e visitò il vescovo di Ostia, che lo pregò di accompagnarlo in Curia la mattina seguente.

Il prelato voleva che predicasse in presenza del Papa e dei cardinali, e affidasse loro il suo Ordine con devozione e affetto.

Invano Francesco cercò di scusarsi, dicendo che era uomo semplice e senza istruzione; gli fu giocoforza seguire il cardinale alla curia pontificia.

Presentatosi davanti al Papa e ai cardinali, venne accolto con grande gioia; e levatosi in piedi cominciò a parlare non seguendo che l'ispirazione divina.

Terminato il discorso, raccomandò al pontefice e ai cardinali il suo Ordine.

Costoro erano rimasti molto colpiti dalle sue parole, e sentirono una viva simpatia per il Santo e il suo movimento.

[1479] 65. Allora Francesco si rivolse al sommo pontefice: " Signore, sono commosso nel vedere quante preoccupazioni e fatiche avete da affrontare per vigilare sulla Chiesa di Dio; e mi sento confuso constatando quanti pensieri e sollecitudini rivolgete a noi piccoli frati.

Mentre personaggi di nobili natali e ricchi e moltissimi religiosi non possono avere accesso a voi, non possiamo non essere presi da timore e disagio noi, i più poveri e insignificanti tra i religiosi, non solo ad entrare nella vostra dimora, ma perfino a stare alla vostra porta e presumere di bussare ad essa, che è il tabernacolo della cristianità.

Supplico quindi la santità vostra umilmente e devotamente, affinché mi vogliate assegnare come padre il cardinale di Ostia qui presente; così i frati, nelle ore di difficoltà, potranno avere a chi ricorrere, salva sempre la vostra suprema dignità ".

Piacque la richiesta al Papa, che concesse a Francesco il vescovo di Ostia, creandolo protettore dell'Ordine.

[1480] 66. Il cardinale Ugolino, fedele al mandato ricevuto dal pontefice, si impegnò da sincero protettore a difendere i frati.

A molti prelati, che avevano perseguitato i frati, scrisse di non fare più loro opposizione, ma al contrario di assisterli e aiutarli nella predicazione e nel loro stabilirsi nelle diverse zone, essendo religiosi buoni e santi, approvati dall'autorità della sede apostolica.

Altri cardinali inviarono lettere allo stesso fine.

Così, nel Capitolo successivo, Francesco diede ai ministri la facoltà di ricevere nuove reclute nell'Ordine, e li inviò nelle varie regioni portando con sé le lettere dei cardinali unitamente alla Regola approvata con la bolla papale.

I prelati, presa visione di questi documenti e controllando le attestazioni esibite ai fratelli, generosamente concessero ad essi di costruire, abitare e predicare nelle proprie diocesi.

Molti, vedendo l'umile e santo comportamento dei frati, stabilitisi nelle loro terre, e ascoltando le loro parole penetrare così dolci nelle menti ed infiammare i cuori all'amore di Dio e alla penitenza, vennero da essi e presero con umile fervore l'abito dell'Ordine.

[1481] 67. Francesco poté constatare la lealtà e l'affetto del cardinale Ugolino verso i frati, e lo amava con tenerezza dal profondo del cuore.

Sapeva, per divina rivelazione, che egli sarebbe stato eletto al sommo pontificato, e glielo annunziava immancabilmente nelle lettere che gli scriveva, chiamandolo padre di tutto il mondo.

Esordiva infatti così: " Al venerabile in Cristo, padre di tutto il mondo, ecc. ".

E pochi anni appresso, morto Onorio III, il vescovo di Ostia fu effettivamente eletto sommo pontefice, con il nome di Gregorio IX.

Egli fu benefattore insigne e difensore, sino alla fine della sua vita dei frati come pure di tutti gli altri religiosi e particolarmente del poveri di Cristo.

Per questo noi crediamo che egli meritatamente faccia ora parte della assemblea dei santi.

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