Anonimo perugino

Capitolo V

Traversie patite dai Frati durante la loro missione

[1509] 19. Durante il viaggio, ove i devoti servi del Signore incontrassero una chiesa officiata o abbandonata, oppure una croce lungo la strada, si fermavano a recitare con fervore questa preghiera: « Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo, qui e in tutte le chiese del mondo, perché per mezzo della tua santa croce hai redento il mondo ».

Ed ivi credevano e sentivano presente il Signore.

Chiunque li vedesse, si meravigliava: « Mai abbiamo visto religiosi vestiti in questa maniera ».

Essendo dissimili per abito e per vita da tutti gli altri, parevano uomini boschivi.

Entrando in una città, in un castello, in una casa, annunciavano la pace.

Ovunque s'imbattessero in uomini e donne, fosse per via, fosse sulle piazze, li ammonivano a temere e amare il Creatore del cielo e della terra, a ricordare i suoi comandamenti caduti nell'oblio e ad impegnarsi a metterli in pratica.

C'era chi li stava a udire con simpatia e gioia, c'era al contrario chi li prendeva in giro.

Molti li tempestavano di domande, ed era una fatica pararsi da tutti quegli interrogatori.

Quando ci sono delle novità, naturalmente sorgono delle curiosità.

Dicevano: « Di dove siete? ».

Oppure: « A che ordine appartenete? ».

Loro con semplicità rispondevano: « Siamo dei penitenti e veniamo dalla città di Assisi ».

La Religione dei frati, infatti, non era ancora denominata Ordine.

[1510] 20. Molti, a vederli e sentirli, li reputavano degli impostori o dei fatui.

Qualcuno aggiungeva: « Non voglio riceverli in casa, ché abbiano a rubare le mie cose ».

Per questi sospetti, in parecchie località li assalivano con ingiurie.

Per cui sostavano più spesso sotto i portici delle chiese o nelle case annesse.

Due frati, giunti a Firenze, giravano la città in cerca di qualcuno che li ospitasse, e non riuscivano a trovarlo.

Arrivati a una casa, che aveva davanti un portico con il forno, si dissero l'un l'altro: « Potremo sostare qui ».

Pregarono dunque la padrona di riceverli; ma avendo quella immediatamente ricusato, le chiesero il permesso di fermarsi almeno presso il forno.

E la donna acconsentì.

Ma venuto suo marito e scoperti i due che stavano accanto al forno, brontolò: « Perché hai dato ospitalità a questi ribaldi? ».

Lei rispose: « Non li ho voluti alloggiare in casa, ma ho permesso loro di starsene sotto il portico: tutt'al più potranno rubare un po' di legna ».

Per la diffidenza non diedero loro nulla da coprirsi, sebbene facesse un gran freddo.

Durante la notte i due si levarono per il mattutino, dirigendosi alla chiesa più vicina.

[1511] 21. Spuntato il giorno, quella donna andò in chiesa a sentir Messa, e li vide immersi nella preghiera devoti e umili.

Disse allora fra sé: « Se questi uomini fossero malviventi, come pensava mio marito, non pregherebbero con tanta devozione ».

Ed ecco un certo Guido camminare per la chiesa, offrendo l'elemosina li poveri lì presenti.

Accostatosi ai frati, voleva dare un denaro ciascuno, ma quelli non lo vollero ricevere.

Allora disse: « Ma perché non prendete i soldi, come gli altri poveri, voi che siete così bisognosi? ».

Rispose uno di loro, frate Bernardo: « E vero che siamo poveri, ma e una povertà che non ci pesa, poiché ci siamo fatti poveri spontaneamente, per grazia di Dio e per adempiere il suo consiglio ».

22. Pieno di stupore, Guido domandò se avessero posseduto qualcosa nel mondo.

Gli risposero che, sì, avevano posseduto dei beni, ma li avevano distribuiti ai poveri per amore di Dio.

Anche la donna, vistili rifiutare i denari, venne vicino e disse: « Cristiani, se volete tornare da me, vi ospiterei volentieri in casa mia ».

Risposero gentilmente: « Il Signore ti rimeriti! ».

Ma Guido li accompagnò a casa sua: « Ecco, disse, la dimora che Dio vi ha preparato!

Restateci a piacer vostro ».

I due ringraziarono Dio, che era stato misericordioso con loro e aveva esaudito la preghiera dei suoi poverelli.

Rimasero lì per alcuni giorni.

E Guido, mosso dalle loro parole e dal buon esempio, fece poi generosi donativi ai poveri.

[1512] 23. Benché quest'uomo li trattasse con tanta benevolenza, dalla gente erano però comunemente riguardati come dei pezzenti, e piccoli e grandi li prendevano a zimbello, alla maniera dei padroni con i servi, a parole e a fatti.

Perfino gli indumenti strappavano loro, per sbrindellati e logori che fossero.

Rimasti nudi, non avendo altri cenci di ricambio, osservavano tuttavia il consiglio del Vangelo di non ridomandare quello che viene tolto.

Ma se per compassione ritornavano loro la tonaca, la ripigliavano con buona grazia.

Certuni buttavano fango sul loro capo, altri ponevano loro in mano dei dadi, invitandoli a giocare.

Un tale si caricò sul dorso, appeso per il cappuccio, un frate, e se lo ballonzolò fin che gli piacque.

Tali e molte altre malversazioni crudeli facevano loro, che non stiamo qui a raccontare, per non dilungarci.

Erano considerati talmente dei poveri diavoli e peggio, che li strapazzavano come si farebbe coi malfattori; senza dire quanto pativano per la fame e la sete, il freddo e le vesti insufficienti.

Ma soffrivano ogni cosa con animo forte e paziente, secondo li aveva ammoniti Francesco.

Non si lasciavano prendere da tristezza, non erano contrariati, ma come uomini intenti a grossi guadagni, esultavano nelle tribolazioni e gioivano, pregando Dio sinceramente per i loro persecutori.

[1513] 24. La gente, vedendoli sereni nelle sofferenze accettate pazientemente per il Signore, e sempre intenti a pregare con devozione, ricusando di ricevere e tener per sé denaro come invece facevano gli altri poveri, e volersi bene l'un l'altro, segno questo ch'erano discepoli di Gesù: molti ne furono commossi e pentiti, e andavano a chiedere loro scusa dei maltrattamenti.

I frati perdonavano di cuore, rispondendo con letizia: « Il Signore vi perdoni! ».

Così li stavano poi volentieri ad ascoltare.

[1514] Taluni anzi finivano col chiedere di esser ricevuti nel loro gruppo, e infatti ne accolsero alcuni.

A quel tempo, essendo i frati assai pochi, Francesco li autorizzava a ricevere quelli che ritenessero opportuno.

Alla data stabilita fecero ritorno a Santa Maria della Porziuncola.

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