Specchio di perfezione

Parte sesta - Dell'incessante fervore di amore e compassione per le sofferenze di Cristo

92. Come non si preoccupava delle proprie malattie per amore alla passione di Cristo

[1789] 113. Francesco aveva un così grande fervore di amore e compassione verso i dolori e la passione di Cristo, e tanto ogni giorno se ne affliggeva intimamente ed esteriormente, che non faceva caso alle proprie malattie.

Per lunghi anni e fino alla morte ebbe a patire mali di stomaco, di fegato e di milza; inoltre, da quando era tornato d'oltremare, soffriva continuamente forti dolori agli occhi; mai volle pero darsi premura di farsi curare.

Il cardinale di Ostia, vedendo che Francesco era ed era stato sempre così duro verso il suo corpo e che ormai cominciava a perdere la vista e non voleva sottoporsi a cure lo esortò con viva pietà e compassione, dicendo: « Fratello non fai bene a non curarti, poiché la tua vita e la tua salute sono molto utili ai frati, alla gente e a tutta la Chiesa.

Se tu hai compassione dei tuoi fratelli ammalati, e sempre sei stato con loro affettuoso e compassionevole, non devi in questa tua grave infermità essere spietato con te stesso.

E quindi ti comando di farti curare e soccorrere ».

Infatti il padre santo ciò che era amaro al suo corpo, sempre l'accoglieva come fosse dolce, traendo dall'umiltà e dagli esempi del Figlio di Dio immensa incessante soavità.

93. Come fu trovato che andava piangendo ad alta voce la passione di Cristo

[1790] 114. Una volta, poco tempo dopo la conversione, Francesco camminava solo per la via, nelle vicinanze della chiesa di Santa Maria della Porziuncola, e piangeva e gemeva ad alta voce.

Un uomo di viva spiritualità gli mosse incontro e, temendo soffrisse di qualche malattia, gli chiese: « Che hai, fratello? ».

Egli rispose: « Io dovrei percorrere così, senza vergogna, tutto il mondo, piangendo la passione del mio Signore ».

Allora quello cominciò a gemere e a lacrimare forte insieme con Francesco.

Noi abbiamo conosciuto quest'uomo, e abbiamo saputo l'episodio da lui stesso.

Egli fu di grande consolazione e usò bontà al beato Francesco e a noi suoi compagni.

94. Come la gioia che talora dimostrava esternamente, si cambiava in lacrime e compassione per Cristo

[1791] 115. Inebriato d'amore per Cristo, la cui passione condivideva, Francesco faceva talvolta così: la dolcissima melodia che gli zampillava dal cuore, si esprimeva in lingua francese, e il ruscello della voce divina che gli sussurrava nell'intimo erompeva in cantici francesi.

A volte raccattava da terra un pezzo di legno, lo posava sul braccio sinistro, prendeva nella destra un altro bastoncino e lo passava su quello, a modo dell'archetto d'una viola o d'altro strumento, facendo gesti appropriati, e così accompagnava, cantandole in francese, le lodi del Signore Gesù.

Ma questo tripudio finiva in lacrime, e il giubilo si scioglieva in compianto per la passione di Cristo.

Tra le lacrime emetteva continui sospiri e, raddoppiando i gemiti, dimentico di quello che teneva tra le mani, era come rapito nel cielo.

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