Regola di s. Chiara

III. Dell'Ufficio divino e del digiuno, della Confessione e Comunione

[2766] Le sorelle che sanno leggere celebrino l'ufficio divino secondo la consuetudine dei frati minori, e perciò potranno avere i breviari, leggendo senza canto.

Se qualcuna, per un motivo ragionevole, a volte non potesse recitare leggendo le sue Ore, le sia lecito dire i Pater noster, come le altre sorelle.

[2767] Quelle invece che non sanno leggere, dicano ventiquattro Pater noster per il Mattutino, cinque per le Lodi per prima, terza, sesta e nona, per ciascuna di queste Ore, sette; per il Vespro dodici; per Compieta sette.

Inoltre dicano ancora per i defunti sette Pater noster con il Requiem per il Vespro e dodici per il Mattutino, quando le sorelle che sanno leggere sono tenute a recitare l'Ufficio dei morti.

Alla morte poi di una sorella del nostro monastero, dicano cinquanta Pater noster.

[2768] Le Sorelle digiunino in ogni tempo.

Ma nel Natale del Signore, in qualunque giorno cada, possano rifocillarsi due volte.

Con le giovanette, le deboli e le sorelle che servono fuori del monastero, si dispensi misericordiosamente, come parrà all'abbadessa.

Ma in tempo di manifesta necessità, le sorelle non siano tenute al digiuno corporale.

[2769] Si confessino almeno dodici volte l'anno, con licenza dell'abbadessa.

E devono guardarsi allora dal frammischiare altri discorsi che non facciano al caso della confessione e della salute dell'anima.

[2770] Si comunichino sette volte l'anno, cioè: nel Natale del Signore, nel Giovedì santo, nella Resurrezione del Signore, nella Pentecoste, nell'Assunzione della beata Vergine, nella festa di san Francesco e nella festa d'Ognissanti.

[2771] Per comunicare le sorelle, sia sane che inferme, è lecito al cappellano celebrare all'interno.

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