Processo di canonizzazione

Decima prima testimonia

[3080] 1. Sora Benvenuta de Madonna Diambra de Assisi monaca del monasterio de Santo Damiano, giurando disse che, avendo essa testimonia sostenute certe piaghe sotto el braccio e nel petto, le quali se chiamavano fistole, nelle quali se mettevano cinque tasti, però che avevano cinque capi, et avendo essa portata questa infirmità dodici anni, una sera andò a la sua madre santa Chiara, con lacrime adomandando da lei adiutorio.

Allora essa benigna madre, commossa da la sua usata pietà, discese dal suo letto; et inginocchiata, orò al Signore.

E, finita la orazione, se voltò ad essa testimonia, e fattose lo segno de la croce, prima a sé medesima e poi lo fece anche sopra essa testimonia, e disse el Pater nostro e toccò le sue piaghe con la sua mano nuda.

E così fu liberata da quelle piaghe, le quali parevano incurabili.

Adomandata quanto ternpo era che questo fu, respose che nel mese di settembre prossimo passato, fece due anni, come a lei pareva; e de quella infirmità non ne sentl poi più niente.

[3081] 2. Anche disse che erano più de ventinove anni che essa testimonia era venuta al monasterio, e da allora in poi sempre stette sotto lo governo de la santissima madre madonna Chiara; et essa madonna le insegnò de amare Dio sopra omne altra cosa; secondo, le insegnò che integralmente e spesso confessasse li suoi peccati; terzio, la ammaestrò che sempre, nella memoria sua, avesse la passione del Signore.

Del maraviglioso avvenimento de la corte celestiale al felice transito de santa Chiara

[3082] 3. Anche disse essa testimonia che, la sera del venardì seguendo lo di del sabato, lo quale fu lo terzo dì innanti alla morte de la beata memoria de madonna santa Chiara, essa testimonia con altre Sore, lacrimando per lo transito de tale e tanta loro madre, sedeva appresso lo letto de essa madonna.

E, non parlandole persona alcuna, essa madonna incominciò a commendare l'anima sua, dicendo così: « Va' in pace, perché averai bona scorta; però che quello che te creò, innanti te previde da essere santificata; e poi che te ebbe creata, infuse in te lo Spirito Santo; e poi te ha guardata come la madre lo suo figliolo piccolino ».

Et adomandando una Sora, chiamata sora Anastasia, la preditta madonna a chi essa parlasse e dicesse quelle parole, essa madonna respose: « Io parlo a l'anima mia benedetta ».

[3083] 4. Et allora essa testimonia incominciò sollicitamente a pensare de la molta e maravigliosa santità de essa madonna Chiara; et in quella cogitazione le pareva che se movesse tutta la corte celestiale, e se apparecchiasse ad onorare questa santa.

E specialmente la nostra gloriosa madonna beata Vergine Maria apparecchiava de li suoi vestimenti, per vestire questa novella santa.

E mentre che essa testimonia stava in questa cogitazione et immaginazione, subito vide con gli occhi del capo suo una grande multitudine de vergini, vestite de bianco - le quali avevano tutte le corone sopra li capi loro -, che venivano et intravano per l'uscio de quella stanza dove giaceva la preditta madre santa Chiara.

Intra le quali vergini era una maggiore e sopra e più che dire non se poteria, sopra tutte le altre bellissima, la quale aveva nel suo capo maggiore corona che le altre.

E sopra la corona aveva uno pomo de oro, in modo de uno turibolo, dal quale usciva tanto splendore, che pareva illustrasse tutta la casa.

Le quali vergini se approssimarono al letto della detta madonna santa Chiara, e quella Vergine che pareva maggiore in prima la coperse nel letto con un panno suttilissimo, lo quale era tanto suttile che per la sua grande suttilitade essa madonna Chiara, benché fusse coperta con esso, nondimeno se vedeva.

Da poi essa Vergine delle vergini, la quale era maggiore, inchinava la faccia sua sopra la faccia della preditta vergine santa Chiara, ovvero sopra el petto suo, però che essa testimonia non podde bene discernere l'uno da l'altro la quale cosa fatta, tutte sparirono.

Adomandata se essa testimonia allora vegliava ovvero dormiva, respose che vegliava e bene, e fu la sera de notte, come è detto.

Adomandata chi ce era presente, respose che ce erano più Sore, de le quali alcune dormivano et alcune vegliavano; ma non sapeva se esse videro quelle cose che vide lei; però che essa testimonia non le revelò mai più a persona, se non ora.

Adomandata quando e de che dì fu questo, respose: de venardì, la sera, et essa santissima madonna Chiara morì poi lo lunedì sequente.

[3084] 5. Anche disse essa testimonia che tutto quello che se diceva de la santità de la vita de la sopraddetta madonna Chiara, era vero, et essa non saperia tanto dire de la sua santità, che in lei non fusse stato più; e non credeva che da la nostra madonna beata Vergine Maria in qua, fusse stata mai alcuna donna de rnaggiore santità, che la preditta madonna santa Chiara.

Imperò che essa fu vergine, fu umile, accesa nello amore de Dio, nella orazione e contemplazione continua, nella asperità del cibo e del vestire allegra, e nelli degiuni e vigilie maravigliosa; in tanto che molte se maravigliavano come essa potesse vivere de tanto poco cibo.

Aveva compassione grande alle afflitte; era benigna e liberale verso tutte le Sore.

E tutta la sua conversazione fu in Dio; e de le cose del mondo, non ne voleva parlare, né udire.

E nel regimento del monasterio e de le Sore era provvida e discreta, più che non se pò dire.

Adomandata come sapesse tutte le predette cose, respose: perché fu presente con lei nel monasterio per tutto lo preditto tempo de ventinove anni; e vide tutte le preditte cose; e se bisognasse, saperia dire in particulare tutte le cose sopraddette.

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