Manna

È il cibo che Dio fece scendere per 40 anni nel deserto sugli Israeliti: l'evaporazione di uno strato di rugiada che cadeva al mattino lasciava come residuo una sostanza granulosa e minuta a guisa di brina; il popolo ne raccoglieva il fabbisogno per la giornata, tranne il venerdì, in cui se ne approvvigionava in doppia quantità, per soddisfare al pasto del sabato, consacrato al riposo.

Aveva il gusto di una focaccia di miele ( Es 16,2-31 ).

La spontaneità dell'interpretazione traslata la moltiplicò a simbolo nei campi più diversi.

È il cibo donato da Dio al popolo di Israele durante il cammino attraverso il deserto e diversamente descritto nei testi che ne parlano ( Es 16,11-35; Nm 11,4-9; Dt 8,3.16 ).

Viene chiamata anche "pane celeste" ( Es 16,4; Sal 78,24; Sal 105,40 ), "pane degli angeli" ( Sal 78,25; Sap 16,20 ).

Il nome "manna" deriva dalle parole proferite dal popolo che, al vederla, si chiese stupito: "mari hu" in ebraico "che cos'è?" ( Es 16,15 ).

Il "segno" della manna doveva insegnare a Israele a fidarsi di Dio, che non abbandona il suo popolo, dona a ciascuno secondo il proprio bisogno e vieta ogni accumulo.

Ma il dono diventa oggetto di recriminazione e di lamento ( Nm 11,4-6 ).

In alcuni testi dell'Antico Testamento la manna è l'immagine della Parola di Dio ( Dt 8,3; Sap 16,20-26 ).

Per il Vangelo di Giovanni il vero pane disceso dal cielo è Gesù stesso ( Gv 6,30s. ).

Riferita all'eucaristia in Paolo ( 1 Cor 10,3 ), la manna è ricordata in Apocalisse 2,17 e nella tradizione rabbinica come il cibo del Regno di Dio.

Questo episodio conserva alcuni elementi di tradizione jahvista in un insieme di tradizione sacerdotale, cf. la stretta regolamentazione della raccolta della manna, sottomessa alle esigenze del sabato.

La manna e le quaglie, riunite nello stesso racconto, pongono un problema.

La manna è dovuta alla secrezione di insetti che vivono su certe tamerici, ma solo nella regione centrale del Sinai: la si raccoglie in maggio-giugno.

Le quaglie, esaurite dalla traversata del Mediterraneo di ritorno dalla loro migrazione in Europa, verso settembre, si abbattono in grande quantità sulla costa, a nord della penisola, spinte dal vento di ovest ( Nm 11,31 ).

Questo racconto può combinare i ricordi di due gruppi che hanno abbandonato separatamente l'Egitto ( Es 7,8+; Es 11,1+ ), e i cui itinerari furono diversi ( Es 13,17+ ).

Queste curiosità naturali servono a illustrare la Provvidenza speciale di Dio per il suo popolo.

Celebrato dai salmi e dalla Sapienza, il nutrimento della manna diventerà, per la tradizione cristiana ( Gv 6,26-58 ), la figura dell'eucaristia, nutrimento spirituale della chiesa, il vero Israele, durante il suo esodo terrestre.

Es 16,1.15

Offristi: una var. attestata da buoni mss ha: « hai loro mandato »: … la manna, « pane degli angeli » ( Sal 78,25 ) o « pane del cielo » ( Sal 105,40 ), che aveva il « sapore d'una torta di miele » ( Es 16,31 ), diventa un cibo capace di adattarsi a tutti i gusti e di rendere tutti i sapori desiderabili, e il simbolo stesso della dolcezza di Dio ( v 21 ).

Questo passo trova paralleli molto concreti nei testi rabbinici e attesta già l'esistenza d'una leggenda giudaica sulla manna.

La liturgia cristiana lo ha applicato all'eucaristia.

Sap 16,20

La manna di Es 16,1+ era considerata come il nutrimento del popolo messianico ( Sal 78,23-24; Sal 105,40; Sap 16,20-22+ ).

I cristiani vi hanno visto un'immagine del pasto eucaristico ( 1 Cor 10,3-4+ ).

Gesù lo evoca qui come una figura del vero alimento della fede ( Gv 6,35-50 ), la sua carne e il suo sangue, sorgente di vita eterna ( Gv 6,51-58; Mt 4,4; Mt 14,13-21 ).

Gv 6,31

Schedario biblico

Cristo e Mosè (Capo) B 39
Pane di vita D 28
Pane sacrificale D 32

Catechismo della Chiesa Cattolica

Lo Spirito Santo prepara ad accogliere Cristo 1094
I segni del pane e del vino 1334