Giovanni Battista de La Salle

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Il La Salle decide di accogliere i maestri nella sua casa: ragioni che l'hanno indotto a questa scelta e difficoltà incontrate.

Il La Salle, animato da zelo per la gloria di Dio, constatò ben presto che i sei maestri non tenevano un ritmo di vita impegnato come egli desiderava, cioè adeguato ai doveri delicati che si addicono a maestri di scuola.

Essi avrebbero presto abbandonato la nuova vita scelta, se Dio non avesse provveduto con l'intervento del suo fedele servo Giovanni Battista.

Questi, constatando che il disordine nella piccola comunità non solo continuava ma anzi aumentava, capì che i maestri non sarebbero pervenuti alla formazione spirituale conveniente per la loro professione di insegnanti.

Fu quindi fortemente ispirato a trovare un rimedio senza altra spinta che l'amore per Dio e lo zelo per il prossimo, benché avesse già, oltre al canonicato, numerosi altri impegni.

Il La Salle aveva affittato la casa in cui alloggiare i maestri per un anno e mezzo, cioè fino alla festa di San Giovanni Battista del 1681.

Sei mesi prima della scadenza del contratto, esitò a rinnovarlo poiché aveva cominciato a maturare il progetto di alloggiare i maestri a casa sua per poterli seguire più da vicino e indurii a una vita più impegnata.

Egli stesso affermò che soffriva profonda pena nel vedere come i maestri continuassero a vivere tanto malamente.

Tuttavia il suo desiderio fu ostacolato per lungo tempo da vari motivi, non ultimo il timore di dovere abbandonare l'impresa, se con coraggio non avesse superato tutti i sentimenti naturali.

Viaggio a Parigi e colloquio con Padre Barre che lo impegna nella sua decisione.

In questo momento di perplessità, Dio gli fornì l'occasione di fare un viaggio a Parigi per questioni personali.

Ne approfittò per far visita al reverendo padre Nicolas Barre, allora nel convento dei Padri Minimi di Piace Royale,1 e lo informò di quanto stava avvenendo a Reims a proposito dei maestri di scuola.

Il Barre, degno figlio spirituale di San Francesco da Paola e uomo di provata esperienza, non esitò a consigliargli di accogliere i maestri in casa sua.

Egli infatti conosceva a fondo il Signor Nyel, molto zelante ma non dotato della fermezza necessaria per mantenere i maestri in una vita regolare.

Inoltre dubitava della sua capacità di durare a lungo nel medesimo luogo.

Per questi motivi incoraggiò in modo pressante il La Salle di occuparsi in prima persona dei maestri perché comprendeva chiaramente che Dio lo aveva scelto a realizzare l'opera che a lui non era riuscita.

Egli infatti aveva intrapreso con esito felice la fondazione di scuole per fanciulle, ma quelle che aveva fondato per i fanciulli in parecchi luoghi, e in particolare a Saint-Gervais, dove aveva sei maestri, fallirono perché i maestri fuorviarono a tal punto che caddero in gravi mancanze e se ne andarono l'uno dopo l'altro.

Certamente furono le ferventi preghiere del santo religioso che condussero il nostro zelante canonico ad alloggiare i maestri in casa sua.

Da questa decisione prese l'avvio la costituzione della società dei Fratelli delle Scuole Cristiane.

Questa era la strada da cui bisognava cominciare per gettarne le fondamenta.2

Il demonio, che prevedeva il bene che sarebbe derivato da questo modesto inizio, non risparmiò tentativi per ostacolarlo, facendo risorgere nel futuro istitutore tutte le difficoltà che aveva precedentemente insinuato.

In questo modo Dio permetteva che il La Salle si consolidasse sempre più nei buoni propositi e indirettamente consolidasse l'istituto che stava per nascere senza che egli se ne rendesse conto.

Tra tanti ostacoli, il servo di Dio viveva momenti di pena perché non riusciva a vedere una soluzione.

Il desiderio di realizzare il bene dei maestri e conseguentemente delle scuole, l'amore dimostrato fin dagli inizi e sempre conservato per la loro formazione lo inducevano a mettere in esecuzione il consiglio di Padre Barre.

Primo tentativo: i maestri accolti ai pasti in casa sua.

Contemporaneamente provava una profonda ripugnanza ad accogliere i maestri in casa sua.

Egli ne avrebbe sofferto perché fino allora aveva sempre avuto rapporti con persone distinte, sia per la loro educazione, sia per il rango che occupavano nella Chiesa e nella società.

Di conseguenza viveva in un'angoscia che gli impediva di decidersi.

Inoltre vivevano con lui ancora tre suoi fratelli della cui educazione era responsabile.

Egli prevedeva che la coabitazione con i maestri di scuola non sarebbe stata gradita ai suoi familiari perché incompatibile con il loro modo di vivere e avrebbe causato non poche preoccupazioni a loro e al loro mondo.

Ciò che poi si è avverato appena egli giunse nella determinazione di realizzare il suo progetto, decisione che prese convinto di dover affrontare molte sofferenze, specialmente agli inizi.

Ma la grazia lo elevò al di sopra della natura.

Dio lo rese forte come una parete di bronzo per reagire a tutti gli attacchi che gli provenivano da ogni parte.

Inoltre mi sembra che Dio abbia permesso questi ostacoli sul suo cammino per due ragioni.

Innanzitutto mettere alla prova la virtù dei suoi familiari e aumentare i loro meriti: essi amavano teneramente il loro congiunto, quindi disapprovavano le sue scelte perché prevedevano quali oneri gli avrebbero procurato.

In secondo luogo accrescere il merito del suo servo che non poteva resistere alla grazia che lo spingeva soavemente a porre sotto i piedi tutti i sentimenti più dolci secondo la natura e a mettersi nella disposizione in cui si trovava San Paolo dopo la conversione, quando, come egli stesso dice, non ascoltò né la carne né il sangue iniziando il suo servizio per la gloria di Cristo che lo aveva chiamato.

Tutte le difficoltà di cui stiamo parlando e le opposizioni sofferte dal La Salle per ospitare i maestri a casa sua lo fecero  restare nell'incertezza e nell'indecisione per tre mesi.

Ma poiché la grazia ha tempi e momenti determinati per portare ogni cosa a buon fine, Dio permise che, nella settimana santa del 1681, Adriano Nyel progettasse un viaggio a Guise, città distante 18 miglia da Reims, allo scopo di studiare il progetto di apertura di una scuola.

Egli infatti aveva come sua unica preoccupazione di aprire scuole, senza pensare che mentre costruiva, contemporaneamente distruggeva, non disponendo di persone in grado di sostenere ciò che aveva cominciato.

Il La Salle compì ogni tentativo per distoglierlo dal viaggio, presentandogli l'inconveniente che egli avrebbe lasciati soli durante le feste pasquali cinque o sei giovani maestri che avevano ancora poca consistenza spirituale e rischiavano di fare ciò che loro sarebbe piaciuto, passando quei santi giorni in maniera poco conforme alle intenzioni della Chiesa.

Ma tutto ciò che egli disse non fu sufficiente per impegnarlo a restare.

Appena il Nyel fu partito, il La Salle prese la risoluzione di far venire i maestri per i pasti in casa sua.

Poiché essi andavano tutti i giorni alla messa delle 6 del mattino, dopo aver fatto orazione, chiese loro di venire in casa sua invece di tornare alla propria, che non era tanto distante.

Essi sarebbero rimasti da lui dalle 6,30 del mattino fino alla preghiera della sera, escluso, ovviamente, il tempo passato a scuola.

Dopo di che sarebbero ritornati nella loro casa.

Il pio canonico aveva già stabilito un regolamento preciso per la casa che comprendeva l'orario delle preghiere e la lettura durante i pasti, per cui non ci fu bisogno di introdurre notevoli cambiamenti.

I maestri consumavano i pasti in sala da pranzo, dopo di che seguivano un regolamento che comprendeva tutte le ore della giornata.

Il Nyel rimase a Guise otto giorni.

La scuola fu aperta un anno dopo, quando Mademoiselle de Guise stabilì un fondo per due maestri e il Comune donò un immobile per ospitarli e per accogliere la scuola.3

Durante gli otto giorni di assenza del Nyel, il La Salle poté verifìcare di persona le piccole sregolatezze di alcuni maestri, dovute per lo più alle assenze del Nyel che partiva di buonora la mattina per la scuola e non vi faceva ritorno che la sera, oppure perché impegnato in visite di sua iniziativa.

Ciò fece comprendere al La Salle che Nyel non avrebbe mai instaurato ordine e disciplina nella casa, e non avrebbe mai assicurato stabilità e solidità ai maestri.

Intanto il La Salle notò che alcuni maestri, stando con lui, rivelarono una maggiore sensibilità religiosa, in quanto cominciarono ad agire con più armonia durante la giornata.

Questo lo indusse a continuare nella realizzazione del suo progetto per vedere se era opportuno ospitarli definitivamente nella sua casa e toccare con mano se, invece, avesse riscontrato inconvenienti.

In questo caso, se qualcuno si fosse rivelato insormontabile, avrebbe dovuto rinnovare l'affitto della casa o cercarne un'altra disponibile.

Ma Dio condusse così bene le cose che il suo fedele servo prese la risoluzione di seguire più da vicino i maestri e quindi di alloggiarli in casa sua.

Ed è ciò che spiegherò nel capitolo seguente.

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1 Inizia con questo impegnativo consiglio l'influenza determinante di Barré, religioso scomodo per le sue scelte radicali, che il La Salle ha consultato e fedelmente seguito nei momenti salienti della sua vita di istitutore delle scuole cristiane
2 Implicitamente Fr. Bernard pone l'inizio della nuova "società" nel 1681. È una notazione di valore storico interessante
3 La scuola di Guise ebbe inizio nel giugno del 1682 per opera della municipalità e della Duchessa della città