Giovanni Battista de La Salle

Indice

Stima che molte persone manifestarono al La Salle.

Il La Salle, continuando a esercitare la carica di superiore con più umiltà di prima, avanzava ogni giorno nel cammino della virtù, attendendo l'occasione per poter rinunciare di nuovo alla carica di superiore che aveva ripreso con dispiacere.

L'esempio che dava ai suoi cari figli servì non poco per animarli alla pratica di ogni virtù.

Non essendo ancora aperto il noviziato, a un aspirante bastavano quindici giorni passati con il santo formatore per essere preparato e inviato alle scuole, tanto incisivo era l'esempio che davano lui stesso e i suoi Fratelli.

Il profumo delle sue virtù, o meglio il profumo di Gesù Cristo che spandeva tra i Fratelli, coinvolse anche molte persone pie, che, rapite dal suo zelo, dalla sua umiltà e dal suo distacco dalle cose della terra, maturarono per lui una profonda stima.

Cito il Duca di Mazarin,1 principe pio e zelante per la gloria di Dio, che nutriva una tale stima per il La Salle da fargli l'onore di una visita ogni volta che veniva a Reims.

Egli manifestava un profondo affetto per tutte le persone di spiccata religiosità, ma in particolare sottolineava quello per il nostro servo di Dio, sia a causa delle sue virtù, che egli ben conosceva, sia a causa del bene che procurava con le scuole gratuite, tanto che egli stesso ne volle una nella sua città.

In un'occasione fece riferire al La Salle che desiderava assistere alla sua messa il giorno seguente, alle 6 del mattino.

Il La Salle accettò ben volentieri per soddisfare la sua religiosità.

Il Duca, accompagnato da un solo domestico, arrivò prima del santo sacerdote.

Tra le cinque e le sei entrarono in chiesa dove, poco dopo, giunsero i Fratelli che occuparono i loro soliti posti.

Il Duca di Mazarin si era inginocchiato in mezzo alla chiesa e i Fratelli, che non lo conoscevano, si posero davanti, dietro e a fianco di lui che rimase molto edificato dalla loro modestia.

Anche Monsieur Bailly, abate di Saint-Thierry,2 esprimeva una grande venerazione per il La Salle e una profonda stima per le sue scuole.

Sovente veniva a visitarle per l'edificazione che riceveva dai Fratelli e per incontrare colui che aveva lasciato tutto per amore di Dio, al fine di donarsi intieramente alla sua gloria con una vita povera e disprezzata dalla gente del mondo.

Poiché il pio abate era in confidenza con il La Salle, un giorno osservò attentamente gli abiti che portava.

Vedendo che la sottana era di stoffa grossolana, simile a quella dei Fratelli, gli disse sorridendo se quello era il modo di vestire di un uomo del suo rango.

Il servo di Dio non rispose che con qualche modesto sorriso, finché l'abate cambiò discorso.

Un'altra persona che nutriva profonda stima per il servo di Dio, venne un giorno a fargli visita, ma altro non aveva da dire che chiedergli di raccomandarlo a Dio nella preghiera, perché, aggiunse, era un santo.

Queste ultime parole fecero arrossire il La Salle che, per dimostrare quanto non lo fosse, si studiò di ridere clamorosamente, sperando di distogliere il suo interlocutore dai suoi pensieri.

Ma questi, lungi dal perdere la stima che aveva per lui, accrebbe ancor più il concetto delle sue virtù, ben conscio che si comportava in quel modo solo per dissuaderlo di ciò che pensava.

Non intendo dilungarmi oltre su questo argomento.

Ciò che ho detto è sufficiente per testimoniare la stima di cui godeva il La Salle per le eminenti virtù che brillavano in lui.

In poche parole aggiungo solo che il suo esempio produceva frutti meravigliosi in tante persone che ammiravano il suo comportamento, tutto santo, tutto apostolico, e il disprezzo che manifestava per le cose del mondo.

Ciò indusse molti di questi estimatori, di ogni categoria, a porsi sotto la sua direzione spirituale.

Ma egli, non volendo trascurare i Fratelli per l'impegno che ne sarebbe conseguito, ne accettò pochissimi, tra cui alcune religiose dopo molte suppliche rivolte da persone influenti.

Conduceva coloro che si mettevano sotto la sua direzione a praticare con impegno ogni virtù e il distacco dalle cose terrene per attaccarsi a Dio solo.

Così chiese a una delle religiose che si erano messe sotto la sua direzione di portargli tutto ciò che era superfluo nella sua camera, perché sapeva che era attaccata a tante bagatelle.

Ella, benché con una certa ripugnanza, eseguì ciò che le era stato ordinato e portò al suo direttore diverse cosette assai curiose.

Egli le disse che, se voleva restare sotto la sua direzione, doveva bruciare in sua presenza quegli oggetti.

La religiosa, per il desiderio che aveva di essere diretta da quell'uomo di Dio, lo fece immediatamente.

Contraddizioni sofferte da lui e dai Fratelli da parte della popolazione.

Ma, se il La Salle godeva di tanta stima, il demonio non trascurò nulla per ostacolarla.

Poiché l'opera che aveva istituita tendeva a distruggere il suo regno infernale, tentò di gettare il malcontento tra gli artigiani e i pove ri che fino allora erano vissuti in un'indolenza criminale a riguardo dei figli.

Non li correggevano dei loro errori, dimenticando l'ammonimento del Saggio nei Proverbi, che dice di non risparmiare mai la correzione al proprio figlio, perché - aggiunge - colpendolo con la verga egli non farà vita dissoluta e correggendolo, lo si salverà dall'inferno.

Ma le correzioni verso i figli sarebbero assolutamente inutili se questi non evitassero gli errori che obbligano i loro genitori a riprenderli.

Il Saggio, quindi, esorta anche i figli a sottomettersi, ammonendoli che la verga e la correzione li renderanno maturi.

Al contrario, se essi si abbandonano al capriccio, saranno la vergogna della loro madre.

Ma, sostengo, né i genitori, né i figli erano nelle disposizioni di accogliere gli ammonimenti dello Spirito Santo e non volevano sentir parlare di correzione.

Per questo si lasciarono travolgere da una specie di furore contro i Fratelli che, quando era necessario, intervenivano con le dovute correzioni verso i figli.

E i ragazzi stessi, non accettando il bene loro fatto, furono i primi a oltraggiarli.

Coloro che manifestarono più rancore furono gli artigiani e i poveri che, cresciuti male dall'infanzia, lo rivelarono chiaramente con la scarsa riconoscenza manifestata ai Fratelli per la dedizione e le sofferenze che ponevano nell'istruire i loro figli.

Se i Fratelli ebbero da soffrire in questa congiuntura, il loro umile fondatore non ne ebbe da meno, perché quanto si diceva di loro era rivolto a lui in particolare.

Il La Salle trovò così ampia motivazione per esercitare la pazienza.

E la manifestò in modo eminente perché queste avversità, ben lungi dal distoglierlo dalla sua istituzione, resero lui e i Fratelli più coraggiosi di prima.

Così apparve chiaramente che Dio permetteva gli oltraggi del popolino verso i Fratelli perché le persone pie fossero testimoni della loro pazienza.

Poco dopo, l'inferno, vinto dalla stessa pazienza, fu costretto a lasciare in pace coloro che perseguitava perché gli strappavano le anime redente dal sangue di Cristo con l'educazione cristiana impartita ai fanciulli.

A poco a poco le tempeste si calmarono e crebbe fortemente la stima per l'opera del La Salle.

Il Vescovo vuole tenerlo nella sua diocesi ma egli se ne scusa.

Chi gli diede maggiori attestati di stima fu Monsignor Le Tellier, arcivescovo di Reims.

Vedendo il bene che procurava l'istituto del La Salle e già nutrendo grande ammirazione nei suoi confronti, cercò il mezzo per trattenerlo nella diocesi.

A questo scopo gli offrì i suoi servizi in favore della comunità a condizione che non ne fondasse altre al di fuori della diocesi di Reims, come aveva imposto alle Suore dette "delle orfanelle".

Come il La Salle ebbe udito questo discorso e le offerte limitative del gran prelato, gli testimoniò tutta la riconoscenza possibile e lo ringraziò molto umilmente della bontà che gli riservava, scusandosi però di aver già promesso al parroco di San Sulpizio, a Parigi, di inviargli due Fratelli per la scuola parrocchiale.

Precisò inoltre la necessità che aveva di andarci egli stesso con loro. 

Il La Salle vedeva la benedizione che il Signore spandeva sull'istituzione di cui lo aveva incaricato, quindi si convinse che bisognava estendere un'iniziativa così utile e non limitarla a una sola diocesi.

Inoltre desiderava allontanarsi dalla città natale appena la Provvidenza gliene avesse data occasione.

Apre a Reims due nuove comunità.

Nel frattempo prodigò ogni cura a mantenere la regolarità nell'istituto, che intanto progrediva sia in Reims che nelle tre case fondate nei dintorni.

Il La Salle vigilava continuamente sull'istituto e per la sua crescita non lasciava occasione in cui procurarne il bene.

Essendo uomo di fede, vedeva Dio in ogni avvenimento, come si può constatare nel seguente episodio.

Un giovane di 15 anni si presentò per essere accolto nell'istituto e fu condotto dal La Salle che allora era ancora a Reims.

Egli lo accolse benché non avesse l'abitudine di ricevere aspiranti così giovani.

Poco tempo dopo se ne presentarono altri tre.

Il servo di Dio, ricevendo questi giovani, riconobbe che Dio stesso gli presentava questa occasione per il bene del suo istituto.

Prese dunque la risoluzione di costituire una piccola comunità con questi quattro giovani e quanti in seguito si sarebbero presentati.

In due mesi Dio benedisse a tal punto l'iniziativa che la comunità fu presto costituita da dodici giovani.

Diede loro un regolamento e li mise sotto la direzione di un Fratello anziano e sperimentato.

Egli stesso li istruiva recandosi tra loro per guadagnarli a Cristo secondo l'esempio di San Paolo.

Questa piccola comunità era totalmente separata da quella dei Fratelli.

I giovani erano alloggiati accanto alla casa con una porta di comunicazione per portare loro ciò di cui avevano bisogno.

Dio profuse tante grazie sulle sollecitudini verso quei giovani che molti raggiunsero un alto grado di virtù.

Era motivo di edificazione per tutti vederli in chiesa e per le strade modesti come religiosi ferventi.

Si comunicavano settimanalmente dal La Salle, impararono a fare meditazione e seguivano lo stesso regolamento che usano attualmente i novizi di Saint-Yon.

Periodicamente veniva dato l'abito dei Fratelli a quelli più maturi e ferventi.

Questa comunità sostituiva inizialmente il noviziato.

Qualche tempo dopo Dio fornì ancora al suo servo l'occasione per esercitare zelo e carità.

Molti parroci di campagna, avendo sentito parlare dei frutti che producevano le scuole cristiane, pregarono il La Salle di inviare un Fratello in ogni loro parrocchia.

Ma egli rispose che non era possibile perché avrebbe dovuto inviare almeno due Fratelli, essendo obbligati a vivere in comunità.

Tuttavia i parroci, zelanti per il bene dei loro parrocchiani, continuarono a pressare il servo di Dio di non privare borghi e villaggi dei frutti che otteneva nelle città.

Non potendo accogliere un Fratello, qualche parroco pensò di inviargli i maestri e i giovani destinati a istruire i fanciulli perché li preparasse a insegnare come i Fratelli.

Il La Salle li ricevette amorevolmente e li alloggiò in un'altra ala della casa.3

Diede loro un Fratello per istruirli sia nella vita religiosa, sia in tutti i campi del sapere necessari a svolgere il loro compito in parrocchia.

Tra l'altro, essendo obbligati a cantare in chiesa, insegnò canto.

Dio benedisse l'impegno che il La Salle poneva per la sua gloria, tanto che in breve tempo questa seconda comunità fu composta da 25 persone tra cui regnava una profonda pietà.

Molti presero l'abito dell'istituto e quanti tornarono presso i rispettivi pastori si dedicarono all'insegnamento con grande dedizione, considerando il La Salle come il loro vero padre.4

Così, mentre il nostro servo di Dio stava per stabilirsi a Parigi, esistevano in Reims tre comunità: quella dei Fratelli, quella dei giovani di cui ho parlato e quest'ultima che poi fu chiamata "dei maestri di scuola".

In tutto le tre comunità comprendevano una cinquantina di persone.

Questo dimostra come la Provvidenza assistette il suo servo che, pur disponendo solo di quanto occorreva per il mantenimento dei Fratelli, poté assicurare il nutrimento ad altre due comunità senza che sia mai mancato il necessario.

Indice

1 È il già nominato Armand-Charles Mazarin, grande estimatore del La Salle
2 Bailly Guillaume, ultimo abate di Saint-Thierry, presso Reims
3 È il primo tentativo nella storia di scuola magistrale. Venne chiamato "Seminario per i maestri di campagna" e fu iniziato dal La Salle facilmente nel 1685 e nel 1687 contava 25 giovani in formazione
4

La notazione è di particolare significato nella realtà storica di oggi. La nuova dimensione dell'Istituto, che apre al Popolo di Dio la possibilità di vivere il carisma del La Salle, suona come un ritorno a origini dimenticate. Fr. Bernard con queste parole conclude nel modo più profetico la
sua biografia pur storicamente e largamente incompleta e qualche volta apparentemente contraddittoria e ripetitiva