Meditazioni per le domeniche dell'anno

Indice

MD 75

XXII domenica dopo Pentecoste
( Mt 22,15-21 )

Bandire il rispetto umano

1 I farisei e gli erodiani - come racconta il Vangelo odierno - affrontarono nostro Signore e lo elogiarono perché insegnava la via di Dio secondo verità e non aveva soggezione di nessuno, perché non prendeva in considerazione la qualità delle persone.

Sono soprattutto quelli che vivono in Comunità che debbono imitare Nostro Signore in questo suo atteggiamento perché, avendo rinunziato al mondo, debbono agire solo in vista di Dio, senza preoccuparci di ciò che si dirà loro ( Mt 10,32-33; Rm 1,16 ).

A questo sono tenuti - in primo luogo - i Superiori, perché sono i soli che hanno la responsabilità di tutto, sia all'interno che all'esterno.

Sono essi, quindi, che sono frequentemente oggetto di critica.

Quelli che sono in casa e desiderano maggiore libertà, trovano talvolta il Superiore troppo preciso e troppo difficile.

Se è saggio e troppo sostenuto, si dirà che è arcigno;

se si presenta come persona onesta e accogliente, si dirà che è troppo aperto e troppo accomodante;

se rimprovera spesso ed è intransigente, si dirà che è un duro;

se chiude un occhio sopra i difetti di alcuni, sarà considerato un lassista;

se si comporta bene secondo il giudizio degli uni, sarà sicuramente giudicato male dagli altri.

Alla resa dei conti si può dire che nessuna delle sue azioni si salva dalle critiche.

Come deve comportarsi allora un Superiore?

Non deve preoccuparsi più di tanto di ciò che si dice di lui; deve tuttavia controllarsi per non fare nulla che sia di cattivo esempio agli altri o che vada contro i doveri del suo ministero; non deve mostrare una simpatia esagerata per nessuno ed essere un modello di pietà e di regolarità.

2 Anche gli inferiori , debbono disprezzare il rispetto umano, perché rovina le azioni degli uomini.

Dio ha creato gli uomini per sé e non vuole assolutamente che sia la considerazione delle creature a farli agire.

Egli reputa un'ingiuria nei suoi confronti le azioni che si compiono per scopi puramente umani e tiene in nessun conto il bene che potrebbe esserne l'oggetto apparente.

Se capita, dunque, che un fratello è poco regolare, non imitatelo per rispetto umano: solo la legge e la volontà di Dio debbono servirvi di regola e non l'esempio degli altri o le considerazioni naturali e umane che fate su di essi.

Se compite le vostre azioni per far piacere agli uomini, la sola ricompensa che riceverete sarà quella che vi daranno gli uomini ( Mt 10,41 ) che è molto scarsa, fragile e passeggera.

In ciò che dovete fare o evitare, non lasciatevi mai guidare dal desiderio di riuscire simpatici alla gente di mondo: Se ancora piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Gesù Cristo ( Gal 1,10 ).

Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, per questo il mondo vi odia ( Gv 15,19 ).

Secondo Gesù Cristo e secondo san Paolo è dunque una necessità che non riusciate a essere graditi agli uomini di mondo e che, anzi, siate odiati da loro.

Nonostante questo, non agite mai con l'intento di fare loro piacere, perché il loro modo di pensare e di agire è completamente opposto a quello che dovete avere voi.

Quando sarete angustiati dalle pretese del rispetto umano, ricordatevi delle persone di san Paolo: se ancor piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo.

3 Non basta non fare nulla per piacere agli uomini, bisogna agire con lo scopo di piacere a Dio e di essergli graditi ( Col 1,10 ) - come dice ancora san Paolo - e compiere ogni vostra azione in modo degno di Dio ( 1 Tm 4,1 ).

Per questo motivo, dovete avanzare sulla via di Dio e fare in modo, dice altrove lo stesso apostolo, di seguirla sempre e così andrete sempre più avanti, perché Dio vuole che siate santi e puri ( 1 Tm 4,1.3 ).

Questo è il vero mezzo e anche il più sicuro per avanzare nella via del Signore e fare quotidiani progressi.

Infatti, come nell'altra vita, Dio è il termine e il fine delle vostre azioni, deve esserlo anche in questa, soprattutto nel vostro stato che esige un alto livello di perfezione.

Dio - dice ancora san Paolo - non ci ha chiamati all'impurità, per fare cioè azioni che non convengono al vostro stato, azioni impure, e corrotte dal fine cattivo per cui le fate; ma per essere santi ( 1 Tm 4,7 ).

Perciò chi non si preoccupa di compiere queste azioni per Dio, non disprezza un uomo, ma Dio stesso ( 1 Tm 4,8 ).

Indice