Meditazioni per il tempo del ritiro

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MR 201

Nona meditazione

Chi istruisce i giovani ha l'obbligo di essere molto zelante, se vuole compiere bene la sua santa missione

1 Riflettete su queste parole di san Paolo: È Dio che ha costituito nella Chiesa gli Apostoli, i Profeti e i Dottori ( 1 Cor 12,28 ) e vi persuaderete che è stato lui ad eleggervi per la vostra missione.

Uno dei segni che egli vi dà è che vi sono diversità di ministeri e diversità di operazioni.

E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l'utilità comune, cioè per l'utilità della Chiesa.

A uno viene concesso dallo Spirito il dono di parlare con sapienza; a un altro il dono della fede per mezzo dello stesso Spirito ( 1 Cor 12,4-9 ).

Non dovete dubitare che non sia un grande dono di Dio la grazia che vi ha fatto dandovi l'incarico di istruire i fanciulli, di annunziare loro la buona novella e di educarli nello spirito di religione.

Pensate però che Dio, chiamandovi a questo santo ministero, esige che lo compiate con zelo ardente, se volete davvero salvarli perché esso è opera di Dio e Dio maledice chi compie la sua opera con negligenza ( Ger 48,10 ).

Fate dunque vedere, nel modo di comportarvi con i ragazzi a voi affidati, che vi considerate come ministri di Dio, agendo con carità e con zelo sinceri e veri e sopportando con molta pazienza i fastidi che dovrete sopportare, felici di essere disprezzati dagli uomini e di subire le loro persecuzioni fino a spargere il vostro sangue per Gesù, per compiere bene il vostro ministero ( 2 Cor 6,3-9 ).

Animati da santo zelo, mettetevi in queste disposizioni, convinti che è stato Dio a chiamarvi, a destinarvi ad assolvere questo compito e inviarvi a lavorare nella sua vigna ( Mt 20,3 ).

Fatelo con tutto l'amore del vostro cuore e con l'intento di lavorare solo per lui.

2 C'è ancora un motivo che deve impegnarvi a compiere con grande zelo la vostra professione: non solo voi siete i ministri di Dio, ma lo siete anche di Gesù e della Chiesa.

Ascoltate ancora san Paolo, il quale vuole che ognuno consideri quelli che annunciano il Vangelo come ministri di Gesù Cristo ( 1 Cor 4,1 ), che scrivono la lettera che viene loro dettata, non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente; non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne ( 2 Cor 3,2-3 ) che sono i cuori dei fanciulli.

Se siete davvero tali, dovete avere come unico fine, nel vostro insegnamento, l'amore e la gloria di Dio, perché deve spingervi l'amore di Gesù Cristo che è morto per tutti, di modo che quelli che vivono non vivano più per loro stessi, ma per colui che è morto per essi.

Questi sono i sentimenti che, mossi dallo zelo, dovete ispirare ai vostri discepoli, come se Dio stesso li esortasse con le vostre parole, perché voi siete gli ambasciatori di Gesù Cristo ( 2 Cor 5,14.15.20 ).

Dovete anche far vedere alla Chiesa quale affetto avete per lei ( 2 Cor 8,24 ) e che intendete darle le prove del vostro zelo, perché è per la Chiesa ( che è il corpo di Gesù Cristo ) che lavorate, perché siete stati nominati suoi ministri per l'ordine che Dio vi ha dato di diffondere tra di loro la sua parola ( Col 1,24-25 ).

La Chiesa ha sempre avuto un grande zelo per la santificazione dei suoi figli; anche voi dovete essere altrettanto zelanti per poter dire a Dio - come fece il santo re David - lo zelo della tua casa mi ha divorato ( Sal 68,10 ); perché questa casa è proprio la Chiesa e i fedeli sono l'edificio che è stato costruito sul fondamento degli Apostoli e innalzato da Gesù Cristo che ne è la principale pietra angolare ( Ef 2,20-22 ).

Fate in modo che lo zelo vi spinga ad amare sensibilmente le anime dei vostri alunni, come Gesù Cristo ha amato la sua Chiesa; fateli entrare davvero nella struttura di questo edificio e metteteli in condizione di comparire un giorno al cospetto di Gesù Cristo rivestiti di gloria, senza macchia né ruga né alcun'altra sozzura ( Ef 5,25-27 ), per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della grazia che è stata loro fatta ( Ef 2,7 ), andando in loro aiuto con l'istruzione.

Siete voi che dovete istruirli ed educarli, in modo che un giorno siano gli eredi del Regno di Dio e di Gesù Cristo Nostro Signore ( Ef 5,5 ).

3 Il fine della vostra missione è procurare la salvezza delle anime: la prima vostra cura sia dunque quella di procurarla loro, per quanto vi sarà possibile.

Dovete imitare in qualche modo Dio, quel Dio che ha sempre prediletto le anime che ha creato ( Ef 5,1-2 ) e che, vedendole immerse nel peccato e nell'incapacità di liberarsene da sole, e mosso dallo zelo e dall'affetto che ha sempre avuto per la loro salvezza, si è impegnato a mandare il suo unico Figlio per liberarle da quella fastidiosa situazione.

È a questo proposito che Gesù disse un giorno: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna ( Gv 3,16 ).

Dio e Gesù Cristo hanno fatto tutto questo per ridare alle anime la grazia che avevano perduto; la stessa cosa dovete fare voi nell'esercizio del vostro ministero, se siete animati da vero zelo per la loro salvezza.

Dovete avere la stessa disposizione d'animo che aveva san Paolo verso i cristiani a cui predicava il Vangelo e ai quali scriveva che non cercava i loro beni ma le loro anime ( 2 Cor 12,14 ).

Lo zelo che deve assolutamente animare il vostro ministero dev'essere così attivo e vivace che vi permetta di dire ai genitori dei vostri alunni ciò che leggiamo nella Scrittura: Dammi le anime, prendi il resto ( Gen 14,21 ) e cioè che ci incarichiamo di lavorare a salvare le anime.

Questo infatti è lo scopo per cui avete assunto l'incarico di guidarli e di istruirli.

Dite loro anche ciò che Gesù diceva a proposito delle persone di cui era il Pastore e che doveva salvare: Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza ( Gv 10,10 ), perché è questo lo zelo ardente che dovete avere per la salvezza dei vostri alunni.

È per essi che dovete sacrificarvi, consumando la vita per dare loro un'educazione cristiana e per procurare la vita della grazia in questo mondo e la vita eterna nell'altra.

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