Meditazioni per il tempo del ritiro

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MR 204

Dodicesima meditazione

Come dovete far notare e correggere i difetti degli alunni posti sotto la vostra guida

1 È quasi inutile rimproverare e correggere se chi lo fa non prende le giuste misure per farlo bene.

La prima cosa a cui è bene fare attenzione è di farlo solo sotto la guida dello Spirito di Dio: è buona cosa perciò, prima di intervenire, raccogliersi interiormente in preghiera per mettersi in comunicazione con lo Spirito di dio e disporsi a riprendere e a correggere con la massima saggezza e usando la forma più efficacie perché l'intervento riesca utile a chi si pretende di farlo.

Perché è chiaro che gli uomini, e i ragazzi, sono dotati di ragione, non debbono essere corretti come le bestie, ma come persone ragionevoli.

Bisogna rimproverarli e correggerli con giustizia, cercando di far loro capire che hanno torto, e di far accettare la correzione che la loro colpa merita.

E poiché sono cristiani, occorre metterli nella disposizione di rimproverare e correggere in modo che Dio sia soddisfatto e che gli alunni accettino le correzioni come un rimedio alla loro mancanza e un mezzo per diventare più giudiziosi.

È questo l'effetto che lo Spirito Santo si aspetta dalla correzione che si fa ai ragazzi ( Pr 12,1 ).

È inoltre opportuno esaminare dinanzi a Dio che tipo di correzione merita la mancanza e se il colpevole è proprio deciso a riceverla con sottomissione.

Non si deve temere, se si agisce con prudenza, che essa produca l'effetto contrario.

Anzi, i maestri che rimproverano e correggono i colpevoli, attirano su di loro l'elogio degli uomini, la benedizione di Dio e la riconoscenza di chi è stato corretto ( Pr 28,23 ).

Il motivo è chiaro: punendoli, l'educatore ha reso loro un bene più grande che se li avesse lusingati con belle parole, che li avrebbero ingannati permettendo loro di continuare a condurre un genere di vita vizioso e libertino.

Fino a oggi, siete stati sempre attenti a correggere i vostri discepoli avendo di mira Dio?

O forse, avete messo uno zelo eccessivo nel correggerli, lasciandovi addirittura guidare dall'impazienza e dalla collera?

Avete agito con lo scopo di farli desistere dal loro comportamento o li avete puniti per il fastidio che vi davano?

È stata la carità a guidarvi o piuttosto il desiderio di scaricare su di loro il vostro cattivo umore?

State molto attenti, in futuro, per intervenire in cosa di tanta importanza solo per piacere a Dio ( Mt 18,15 ).

2 Benché san Paolo avvisi il suo discepolo Tito di rimproverare energicamente quelli che conducono una vita insubordinata, per timore che corrompano la loro fede ( Tt 1,10-13 ), e consigli lo stesso atteggiamento a Timoteo perché anche gli altri ne abbiano timore ( 1 Tm 5,20 ), non omette però di raccomandargli di essere paziente e moderato nel rimproverare chi oppone resistenza, nella speranza che Dio voglia concedergli lo spirito di penitenza ( 2 Tm 2,24-25 ).

Infatti, uno dei mezzi migliori per conquistare e commuovere il cuore di chi ha commesso una colpa è ben disporlo alla conversione.

Così fece il profeta Natan per far rientrare David in se stesso e farlo riflettere sui due peccati che aveva commesso: l'adulterio e l'omicidio, quando Dio lo mandò da lui.

Il profeta cominciò con il proporgli la parabola di un ricco signore che, pur avendo un gregge numerosissimo, portò via a un pover'uomo l'unica pecora che aveva.

Il semplice racconto che Natan fece di questa orribile ingiustizia suscitò l'indignazione di David contro il colpevole e gli fede sentenziare che meritava la morte e che non l'avrebbe mai perdonato.

A questa affermazione Natan replicò: quell'uomo sei tu; e subito applicò l'apologo ai due delitti che David aveva commesso, facendogli chiaramente vedere che Dio l'aveva ricolmato di grazie e che lui ne aveva abusato ( 2 Sam 12,1-12 ).

È all'incirca così che dovete comportarvi con i vostri alunni, quando siete obbligati a correggerli per qualche colpa che hanno commesso.

Ma se in quel momento vi sentite alterati da qualche passione, non intervenite in alcun modo, finché vi trovate in questo stato d'animo, perché in quel caso la correzione sarebbe nociva a loro e a voi.

In quei momenti cercate di rientrare in voi stessi e lasciate svanire la collera, senza manifestare nulla all'esterno.

Quando finalmente vi sentite completamente liberi dalla passione, solo allora e dopo esservi abbandonati allo Spirito di Dio, fate la correzione che avevate premeditata, usando comunque la più grande moderazione possibile.

In passato avete agito sempre così?

Pregate Dio che non permetta mai di farvi cedere ad alcun impeto di collera quando dovete punire i vostri alunni.

3 Il frutto che produsse il saggio rimprovero che Natan fece a David, deve farvi capire il profitto che otterrete dai vostri discepoli se il rimprovero sarà fatto con dolcezza e carità.

David, irritato con l'uomo della parabola che Natan gli aveva raccontato e riconoscendo che essa era rivolta proprio a lui, non riuscì a dire altro che: ho peccato, e alle parole fece seguire una rude penitenza.

Il bambino che nacque dal suo adulterio non sopravvisse: egli adorò dio, protestando che si sottometteva alla sua santa volontà.

Fu il comportamento saggio e moderato del profeta verso David peccatore che intenerì il cuore di questo monarca.

Egli riconobbe i due peccati, ne chiese perdono a Dio e ne fece un'efficace penitenza ( 2 Sam 12,13-22 ).

La saggia correzione avrà come frutto che quelli che la ricevono saranno più disposti a correggersi delle loro colpe; se, invece, è fatta con passionalità e senza avere di mira Dio, riuscirà solo a indisporre il discepolo contro il maestro e a eccitare in lui sentimenti di vendetta e di animosità che, talvolta, possono durare a lungo.

Perché, ordinariamente, gli effetti sono conformi alla causa che li produce.

Se volete che le correzioni abbiano l'effetto voluto, fatele in modo tale che soddisfino Dio e chi li riceve.

Fate in modo, però, che siano la carità e lo zelo per la salvezza dell'anima degli alunni a farvi prendere certe decisioni.

È probabile che i ragazzi ci restino male; date loro, allora, la testimonianza di una grande benevolenza che, lungi dal farli ribellare, li porti a esservi grati per il bene che avete fatto loro, a mostrarsi dispiaciuti per le loro mancanze, e a prendere una ferma decisione di non cadervi più.

Mettetevi fin da ora nella disposizione di prendere i mezzi necessari per mettere in atto questa decisione.

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