Contro le Lettere di Petiliano

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Libro II

55.125 - Petiliano respinge i miracoli dei Cattolici

Petiliano: Se anche operaste prodigi e miracoli, neppure in questo caso il Signore, per la vostra malvagità, vi riconoscerebbe.

Il Signore dice, infatti: " In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, nel tuo nome abbiamo profetizzato, nel tuo nome abbiamo cacciato i demoni, e nel tuo nome abbiamo compiuto molti prodigi.

Allora dirò loro: poiché non vi conosco, allontanatevi da me, operatori di iniquità ". ( Mt 7,22-23 )

55.126 - Il miracolo più grande è la carità

Agostino: Conosciamo le parole del Signore.

Del resto, anche l'Apostolo dice: Se avessi una fede tale da trasportare le montagne, ma non ho la carità, sono un niente. ( 1 Cor 13,2 )

Ora dobbiamo vedere chi ha la carità: scoprirai che l'hanno solo quelli che amano l'unità.

In effetti, quanto al potere di cacciare i demoni e di fare miracoli, dato che molti non compiono questi prodigi, eppure fanno parte del regno di Dio, e molti invece li compiono, ma non vi fanno parte, non si devono gloriare, nel caso possano farli, né i nostri, né i vostri.

Il Signore infatti volle che non se ne rallegrassero neanche gli Apostoli, che davvero potevano farli in modo salutare e utile, quando disse loro: Non rallegratevi se i demoni vi obbediscono, ma rallegratevi che i vostri nomi sono scritti in cielo. ( Lc 10,20 )

Perciò il testo del Vangelo che hai citato, io potrei citarlo a te, se ti vedessi compiere segni e prodigi, e tu a me, se mi vedessi fare altrettanto.

Non diciamoci, dunque, ciò che possiamo dirci entrambi, ma togliamo ogni ambiguità e, visto che stiamo cercando dov'è la Chiesa di Cristo, ascoltiamo quel che dice lui, che l'ha acquistata con il suo sangue: Sarete miei testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, nella Samaria e in tutta la terra. ( At 1,8 )

E colui che non è in comunione con questa Chiesa, diffusa su tutta la terra, vedrai con chi non è in comunione, se ascolti di chi sono queste parole.

C'è forse una cosa più insensata dell'essere in comunione con i sacramenti del Signore e non esserlo con le parole del Signore?

Questi stolti diranno: Nel tuo nome abbiamo mangiato e bevuto, e sentiranno dirsi: Non vi conosco; ( Mt 7,22 ) essi infatti mangiano il sacramento del suo Corpo e del suo Sangue e non riconoscono nel Vangelo le sue membra sparse in tutto il mondo; e quindi, nel giudizio non saranno annoverati tra esse.

56.127 - Bisogna seguire la legge del Signore: non uccidere

Petiliano: Ma se è vero, come voi pensate, che seguite con purezza la legge del Signore, discutiamo di questa legge santissima, secondo la legge.

L'apostolo Paolo dice: " La legge è buona, purché se ne faccia un uso legittimo ". ( 1 Tm 1,8 )

Ma che dice la Legge? " Non uccidere ". ( Es 20,13 )

Caino, il parricida, lo ha fatto una sola volta, mentre voi uccidete i fratelli più spesso.

56.128 - Agostino: Non vogliamo essere simili a voi.

Non ci mancano testi da citare, come tu citi questi; né verità da sapere, visto che tu non le sai; e né da mostrare, visto che tu non le mostri.

57.129 - Non commettere adulterio

Petiliano: Sta scritto: " Non fornicare ". ( Es 20,14 )

Ciascuno di voi, se è casto nella carne, è adultero nel cuore, perché falsifica la santità.

57.130 - Agostino: Sinceramente queste parole si possono applicare ad alcuni dei nostri e dei vostri, che però, se noi due li disapproviamo, non sono né nostri e né vostri.

Ora, ciò che tu affermi contro alcuni, e non lo riscontri in essi, vuoi che noi lo accettiamo, come se lo hai riscontrato, non contro alcuni figli degeneri della stirpe di Abramo, ma contro tutte le nazioni, che sono benedette nella stirpe di Abramo. ( Gen 22,18 )

58.131 - Non portare falsa testimonianza

Petiliano: Sta scritto: " Non portare una falsa testimonianza ". ( Es 20,16 )

Quando voi sostenete, davanti ai re di questo mondo, che noi tratteniamo i vostri beni, non inventate forse delle falsità?

Voi siete falsi testimoni, perché resistete alla verità e lo avete mostrato nella condanna dei Massimianisti.

58.132 - Agostino: Se i beni che voi trattenete non sono nostri, non erano vostri neppure quelli che avete ricevuto dai Massimianisti.

Se poi quelli erano vostri, perché essi commisero il sacrilegio dello scisma, non stando in comunione con il partito di Donato, rifletti sui luoghi che voi occupate e l'eredità con la quale non state in comunione; e pensate quale risposta dare, non ai re di questo mondo, ma a Cristo Re.

Ora, di lui è stato detto: E regnerà da un mare all'altro mare, e dal fiume fino ai confini della terra. ( Sal 72,8 )

Da quale fiume, se non da quello dove è stato battezzato e dove una colomba, segno grande di carità e di unità, discese su di lui?

Ma voi non siete in comunione con questa unità e ancora conservate i luoghi dell'unità; voi ci fate venire in odio i re del mondo, sebbene siano stati i consoli ad ordinare di cacciare i vostri scismatici dai luoghi del partito di Donato.

Non è un discorso campato in aria: le persone vivono, le città attestano, si leggono gli Atti proconsolari e municipali.

Taccia, finalmente, la voce calunniatrice, che oppone i re del mondo a tutto l'universo: fu per mezzo dei loro proconsoli che uno scisma non poté rispettare uno scisma.

Quando dunque diciamo che trattenete i nostri beni, non mostriamo di dire falsa testimonianza, a meno che voi non dimostriate che noi non siamo nella Chiesa di Cristo; il che, per la verità, non cessate di dire, ma mai sarete in grado di dimostrare.

Anzi, quando lo dite, accusate di falsa testimonianza, non noi, ma Cristo stesso.

Noi, sì, siamo nella Chiesa preannunciata dalla sua stessa testimonianza e attestata ai suoi testimoni, là dove egli dice: Sarete miei testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea e nella Samaria e fino a tutta la terra. ( At 1,8 )

Che voi invece siete falsi testimoni, lo dimostriamo non solo dalla vostra opposizione a questa verità, ma anche dal processo col quale avete lottato con lo scisma di Massimiano.

Se infatti voi agivate secondo la legge di Cristo, con quanta più conformità alla legge decidono gli imperatori cristiani, se possono giudicare secondo la legge i proconsoli pagani?

Che poi avete pensato di chiedere aiuto anche alle leggi di un impero terreno, non vi biasimiamo.

Anche Paolo lo fece quando, per contrastare gli iniqui, si dichiarò cittadino romano. ( At 22,25 )

Ma io chiedo; quali leggi terrene hanno stabilito di cacciare i Massimianisti dalle basiliche?

Non ne troverai proprio nessuna.

Ma evidentemente per poterli cacciare vi siete serviti delle leggi emanate contro gli eretici, e tra questi anche contro voi stessi: avete prevalso contro i deboli come se foste più forti.

Perciò essi, non potendo assolutamente reagire, si dichiarano innocenti, come il lupo di fronte al leone.

Tuttavia, le leggi emanate contro di voi, non le usereste certamente contro gli altri, se non dietro una falsa testimonianza.

Se infatti quelle leggi sono giuste, allontanatevi anche voi dai luoghi, che occupate; se poi sono false, perché, in nome loro, avete cacciato gli altri?

Che dire poi, se sono vere e se in nome loro voi non avreste potuto cacciare gli altri, se non con l'inganno?

In effetti, fu per osservarle, che i giudici decisero di cacciare gli eretici; perciò i primi ad essere cacciati dovevate essere proprio voi; ma voi vi siete dichiarati cattolici, per essere risparmiati dalle leggi con le quali opprimevate gli altri.

Veditela tu, che cosa voi pensate di voi stessi: per queste leggi, comunque, voi non siete cattolici.

Perché, allora, o voi siete sfuggiti a delle leggi vere, con una falsa testimonianza, o avete usate delle leggi false, per opprimere gli altri?

59.133 - Non desiderare

Petiliano: È stato detto: " Non desiderare la roba del tuo prossimo ". ( Es 20,17 )

Voi invece rubate tutti i nostri beni, per averli voi.

59.134 - Tutti i beni dei Donatisti sono della Chiesa

Agostino: Tutto quanto possedeva l'unità apparteneva solo a noi, che siamo stabiliti nell'unità non secondo le calunnie degli uomini, ma secondo le parole di Cristo, nel quale tutte le nazioni della terra sono benedette; e che a causa dei cattivi che non possiamo separare dal frumento del Signore prima della vagliatura del giudizio non ci separiamo dalla società del grano.

E se voi, già separati, avete incominciato a possedere dei beni, poiché il Signore ve li ha tolti e li ha dati a noi, non per questo desideriamo la roba d'altri: è stato infatti per ordine di colui che è il padrone di tutto, che essi sono diventati nostri, e giustamente, perché li usavate per lo scisma, e noi per l'unità.

Diversamente, anche il primo Popolo di Dio, avrebbero potuto accusarlo di desiderare la roba d'altri, quelli che vennero cacciati dal cospetto degli Ebrei, perché usavano male di quella terra.

Gli stessi Giudei, ai quali fu tolto il regno, secondo le parole del Signore, e dato ad una nazione, che operava la giustizia, ( Mt 21,43 ) possono accusare la Chiesa di Cristo, di desiderare la roba d'altri, perché essa possiede la terra dove regnavano i persecutori di Cristo.

Dopodiché, quando vi si dice: " Voi desiderate la roba d'altri, poiché avete cacciato i Massimianisti dalle basiliche ", voi non trovate alcuna risposta.

60.135 - Petiliano: In nome di quale legge vi mostrate cristiani, se agite contro la legge?

60.136 - Agostino: Ti va di litigare, non di discutere.

61.137 - Il Vangelo vi condanna

Petiliano: Cristo Signore, poi, dice: " Chi mette in pratica questo e lo insegna, sarà considerato grande nel regno dei cieli ".

Ecco invece come condanna, voi, miseri: " Chi trasgredisce uno solo di questi precetti, sarà considerato il più piccolo nel regno dei cieli ".

61.138 - Come Agostino interpreta le parole del Vangelo citate da Petiliano

Agostino: Quando citi, in modo distorto, i testi della Scrittura, che non hanno niente a che vedere con la nostra questione, non mi preoccupo troppo.

Quando invece essi ci impediscono di discutere, se non vengono citati con esattezza, non penso che ti debba adirare se ti ricordo il testo esatto.

Ecco, il testo che ora hai citato, non dice così, ma: Chi trasgredirà uno solo di questi precetti più piccoli e insegnerà a farlo, sarà considerato il più piccolo nel regno dei cieli; chi li osserverà e insegnerà a farlo, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

E proseguendo, dice: Vi dico che se la vostra giustizia non sarà maggiore di quella degli Scribi e dei Farisei, non entrerete nel regno dei cieli. ( Mt 5,19-20 )

Altrove il Signore si rivolge ai Farisei e li rimprovera perché dicono e non fanno.

Ed agli stessi si rivolge qui, dicendo: Chi trasgredirà e insegnerà a farlo, cioè, insegnerà con le parole, ciò che smentisce coi fatti.

Ed appunto dei Farisei egli ordinò che la nostra giustizia deve essere più grande.

Eppure il Signore ha voluto che, per colpa dei Farisei, ai quali voi ci paragonate, non certo per la saggezza, ma per la malevolenza, noi non dobbiamo abbandonare la cattedra di Mosè, che sicuramente era figura della sua.

Così, pur affermando che essi, che sedevano sulla cattedra di Mosè, dicevano e non facevano, invita però la gente a fare ciò che dicono e a non fare ciò che fanno; ( Mt 23,2-3 ) a non abbandonare la cattedra della santità e a non dividere l'unità del gregge per colpa dei cattivi pastori.

62.139 - Altre parole del Vangelo portate da Petiliano

Petiliano: Ancora: " Ogni peccato che l'uomo commette, è fuori del suo corpo "; ( 1 Cor 6,18 ) ma " chi pecca contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né nel mondo presente e né in quello futuro ". ( Mt 12,31-32 )

62.140 - Sul peccato contro lo Spirito Santo

Agostino: Neppure questo testo sta scritto così. Vedi come ti sei sbagliato.

Scrivendo ai Corinzi, l'Apostolo dice: Qualunque peccato l'uomo commette, è fuori del suo corpo; la fornicazione, invece, è nel suo corpo. ( 1 Cor 6,18 )

Ma altro è questo testo, e altro quello che il Signore pronunciò nel Vangelo: Qualunque peccato e bestemmia sarà rimessa agli uomini; ma chi avrà peccato contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato né nel mondo presente e né in quello futuro. ( Mt 12,31-32 )

Tu invece che hai fatto? Hai iniziato con una frase dell'Apostolo e hai concluso con una del Vangelo, come se fossero un tutt'uno.

Penso che non l'hai fatto per inganno, ma per errore.

Comunque, nessuno dei due testi riguarda la nostra questione.

E come mai tu lo abbia citato e in che senso lo abbia citato, proprio non lo vedo.

A meno che, visto che in precedenza hai detto che sono condannati dal Signore quelli che trasgrediscono anche uno solo di questi precetti, tu abbia pensato a quante persone avete, che trasgrediscono non uno solo ma molti precetti; e per evitare l'obiezione abbia voluto introdurre, di passaggio, questa distinzione di peccati: un conto è trasgredire un precetto, facile a perdonarsi, e un conto è il peccato contro lo Spirito Santo, che non si perdona né in questo e né nell'altro mondo.

Per timore del contagio dei peccati, non hai voluto tacere su questo; e inoltre, per timore della profondità della questione, superiore alle tue capacità, l'hai voluta liquidare alla svelta, con tanta trepidazione; così che, come i frettolosi, per l'agitazione, sono soliti vestirsi e calzarsi a rovescio, tu non hai voluto badare né al contenuto, né allo scopo e né al tempo e al senso del testo.

Quanto alla natura del peccato, che non si rimetterà né in questo mondo e né nell'altro, siete così lontani dal conoscerla, che, pur ritenendoci colpevoli di esso, ce ne promettete la remissione mediante il vostro battesimo.

Ma come è possibile, se è un peccato che non si rimette né in questo mondo e né nell'altro?

63.141 - Beati i poveri

Petiliano: Ma con che cosa osserverete i comandamenti di Dio?

Cristo Signore dice: " Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli ". ( Mt 5,3 )

La malizia della vostra follia persecutrice, vi fa respirare solo le ricchezze.

63.142 - Agostino: Via, queste cose ditele piuttosto dei vostri Circoncellioni.

64.143 - Beati i miti

Petiliano: " Beati i miti perché possederanno la terra ". ( Mt 5,4 )

Voi, quindi, che non siete miti, avete perso tanto il cielo quanto la terra ".

64.144 - La Chiesa è universale

Agostino: Ascoltate per un'ennesima volta queste parole del Signore: Mi sarete testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea e nella Samaria e fino a tutta la terra. ( At 1,8 )

Come mai non hanno perso il cielo e la terra quelli che, per non comunicare con tutta la terra, disprezzano le parole di colui che siede nel cielo?

In realtà, sulla vostra mitezza, bisogna consultare non le tue parole, ma le fruste dei Circoncellioni!

Dirai: " Che ci interessa? ". Come se noi ve lo dicessimo per avere questa risposta.

È per questo, infatti, che il vostro scisma vi riguarda: perché non volete che il peccato di altri vi riguardi, eppure non per altro motivo vi siete separati da noi, se non per averci rinfacciati i peccati altrui.

65.145 - Beati coloro che piangono

Petiliano: " Beati quelli che piangono, perché saranno consolati ". ( Mt 5,5 )

Ma voi, nostri assassini, fate piangere noi, non piangete voi.

65.146 - I Donatisti arrecarono un grande lutto al grido di lode a Dio

Agostino: Riflettete un po' quanto dolore ha procurato a tanta gente il grido delle vostre bande: Lodi a Dio!

Voi ripetete: " E noi che c'entriamo? "; E io replicherò: E che c'entriamo, noi, con quanto dici tu?

Che c'entra il mondo? Che c'entrano quelli che dal sorgere del sole fino al tramonto lodano il nome del Signore? ( Sal 113,3 )

Che c'entra la terra, che canta il cantico nuovo? ( Sal 96,1 )

Che c'entra la stirpe di Abramo, nella quale sono benedette le nazioni? ( Gen 22,18 )

Ecco: il sacrilegio dello scisma riguarda solo voi, proprio perché le malefatte dei vostri non c'entrano con voi; allora capite che neppure il mondo c'entra con i fatti di coloro, per colpa dei quali vi siete separati, anche se li provaste.

66.147 - Petiliano: " Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati ". ( Mt 5,6 )

Ma la vostra giustizia è avere sete del nostro sangue.

66.148 - Agostino: Che altro potrei dirti, o uomo, se non che sei un calunniatore?

Veramente, ad avere fame e sete di voi, è l'unità di Cristo: magari vi inghiottisse! Cessereste di essere eretici.

67.149 - Petiliano: " Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia ". ( Mt 5,7 )

Come potrei chiamarvi misericordiosi, se tormentate i giusti?

Non potrei chiamarvi comunione criminale, visto che contaminate le anime?

67.150 - I Donatisti non osservano la beatitudine della misericordia

Agostino: Non provate né che voi siete giusti e néche noi infliggiamo castighi agli altri, per quanto ingiusti.

E tuttavia, come l'adulazione ingannatrice è spesso crudele, così la giusta correzione è sempre misericordiosa.

In realtà, c'è un testo che voi non capite: Il giusto mi emenderà con misericordia e mi rimprovererà.

Il salmista, infatti, dopo aver parlato dell'asprezza della correzione misericordiosa, subito continuò a parlare della dolcezza della dannosa adulazione, e disse: Ma l'olio del peccatore non profumerà il mio capo. ( Sal 141,5 )

Perciò tu, fai attenzione dove sei chiamato e da dove sei richiamato.

Da che conosci, infatti, quale animo ha verso di te, colui che ritieni crudele?

Comunque lo abbia, ciascuno porta il suo peso, ( Gal 6,5 ) e presso di voi e di noi.

Ma il peso dello scisma, che portate tutti, buttatelo via, per portare i vostri pesi buoni nell'unità e, se potete, correggere, con misericordia, quanti portano i pesi cattivi nell'unità; e, se non potete, tollerateli con spirito di pace.

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