Discorsi sul Nuovo Testamento

Indice

Tenuto a Cartagine

Nella basilica di Fausto, sulla messe e il seminatore e sulla predicazione evangelica

1 - La messe in rapporto ai giudei, la semente in rapporto ai pagani
2 - La messe tra i giudei e quella tra i pagani
3 - Il seme del Vangelo portato ai pagani
4 - Obbligo del pastore è spiegare che cosa giova ai fedeli
5 - I precetti stabiliti per i predicatori non devono essere intesi in senso materiale
6 - Il divieto di portar la borsa
7 - Non portare i sandali
8 - Che vuol dire: Non salutate nessuno per via
9 - Un altro senso più sottile
10 - Come ascoltare i predicatori che cercano il proprio interesse
11 - I predicatori obbligati a portare la pace

1 - La messe in rapporto ai giudei, la semente in rapporto ai pagani

Nel brano del Vangelo letto poc'anzi veniamo esortati a cercare e, se possibile, a spiegare quale sia la messe di cui il Signore dice: La messe è molta ma gli operai sono pochi.

Pregate il padrone della messe di mandare operai a mietere la sua messe. ( Lc 10,2 )

Allora ai suoi dodici discepoli, ch'egli chiamò anche Apostoli, ne aggiunse altri settantadue e l'inviò tutti quanti - come appare dalle sue parole - alla messe già pronta.

Qual era dunque quella messe? Essa infatti non si trovava tra i pagani, ove nulla era stato seminato.

Resta perciò da intendere che tale messe si trovava nel popolo dei giudei; a essa andò il padrone della messe, e mandò i mietitori; ai pagani invece non inviò dei mietitori, ma dei seminatori.

Dobbiamo dunque intendere per messe quella cresciuta nel popolo dei giudei, poiché da quel campo di grano furono scelti gli stessi Apostoli; in quel campo era già pronto il grano che doveva essere mietuto, poiché già i Profeti vi avevano gettato la semente.

Fa piacere contemplare la coltivazione di Dio, rallegrarsi dei suoi doni e lavorare nel suo campo.

In questa coltivazione lavorava colui che diceva: Più di tutti quegli altri mi sono affaticato. ( 1 Cor 15,10 )

Ma le forze per lavorare non gli erano date forse dal padrone della messe?

Ecco perché soggiunge: Non io solo però, ma la grazia di Dio con me. ( 1 Cor 15,10 )

Ora, egli mostra abbastanza chiaramente di dedicarsi alla coltivazione del campo di Dio quando dice: Io ho piantato, Apollo ha irrigato. ( 1 Cor 3,6 )

Questo Apostolo poi, che da Saulo era diventato Paolo, che cioè da superbo era divenuto il più piccolo - poiché il nome di Saulo deriva da quello di Saul; Paolo invece deriva da "piccolo", per cui, dando in certo modo la spiegazione del proprio nome, dice: Io sono il più piccolo di tutti gli Apostoli ( 1 Cor 15,9 ) questo Paolo dunque, cioè "il piccolo", anzi "il più piccolo", fu inviato ai pagani; è lui stesso che afferma d'essere stato inviato in modo particolare ai pagani.

Lo scrive lui stesso; noi lo leggiamo, lo crediamo, lo predichiamo.

Egli stesso dunque nella sua Lettera ai Galati afferma che, dopo essere già stato chiamato dal Signore Gesù, si recò a Gerusalemme e confrontò il suo Vangelo con quello degli Apostoli e si strinsero le destre in segno di concordia e in segno di unanimità nella predicazione, che non era per nulla differente da ciò ch'essi avevano appreso.

Afferma inoltre che tra lui ed essi fu deciso ch'egli sarebbe andato a predicare tra i pagani, mentre essi sarebbero andati tra gli ebrei; ( Gal 2,1ss ) egli come seminatore, quelli invece come mietitori.

Con ragione anche gli ateniesi, pur senza conoscerlo, ne indicarono il nome al solo sentirlo; sentendolo infatti parlare: Chi è mai - esclamarono - questo seminatore di parole? ( At 17,18 )

2 - La messe tra i giudei e quella tra i pagani

Attenzione dunque. Vi piaccia di considerare con me nel campo coltivato da Dio due specie di messi: una passata e l'altra futura; quella passata, nel popolo dei giudei, quella futura nei popoli dei pagani.

Dimostriamo quest'asserzione, e come la proveremo se non con la stessa Scrittura del Signore del campo di grano?

Ecco, noi troviamo che nel presente brano è detto: La messe è molta, ma gli operai sono pochi.

Pregate il padrone della messe che mandi operai a mietere la sua messe; ( Lc 10,2 ) ma poiché in quella messe ci sarebbero stati dei giudei oppositori e persecutori, Ecco - soggiunge - io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. ( Lc 10,3 )

Ma a proposito di questa messe esponiamo ancora qualche altra cosa di più evidente.

Nel Vangelo secondo Giovanni, dove si parla del Signore seduto, per la stanchezza, presso il pozzo, si compirono dei fatti importanti relativi alla salvezza, ma abbiamo un tempo troppo breve per spiegarli tutti a fondo.

Ascoltate dunque ciò ch'è opportuno per il momento presente.

Orbene, ci siamo impegnati a far vedere la messe esistente nei popoli, tra i quali avevano predicato i Profeti: questi erano stati seminatori perché gli Apostoli potessero essere i mietitori.

La donna samaritana parla con il Signore Gesù e tra le altre cose, avendole detto il Signore in qual modo si deve adorare Dio, essa replicò: Noi sappiamo che dovrà venire il Messia, chiamato il Cristo, e ci spiegherà ogni cosa. ( Gv 4,25 )

E il Signore a lei: Sono io, che parlo con te. ( Gv 4,26 )

Credi a ciò che ascolti, a ciò che vedi. Sono io, che parlo con te.

Che cosa aveva detto lei? Noi sappiamo che dovrà venire il Messia annunciato da Mosè e dai Profeti, chiamato il Cristo.

La messe dunque era già fitta.

Per poter germinare, essa aveva ricevuto come seminatori Mosè e i Profeti; divenuta ormai matura, aspettava gli Apostoli quali mietitori.

Appena ebbe sentito ciò, essa credette, abbandonò la brocca dell'acqua, andò via di corsa, e cominciò ad annunciare il Signore.

I discepoli erano andati a comprare delle cibarie.

Al loro ritorno trovarono il Signore che parlava con la donna e si stupirono, ma non osarono chiedergli: Di che cosa o perché parli con lei? ( Gv 4,27 )

Essi invece, frenando l'ardire del loro cuore, trattennero dentro di sé la loro meraviglia.

A questa samaritana non era dunque nuovo il nome di Cristo.

Già ne aspettava la venuta, già credeva che sarebbe venuto.

Come avrebbe potuto credere, se nessuno avesse seminato? Ma ascoltate ciò in modo più preciso.

Il Signore disse ai suoi discepoli: Voi dite che l'estate è ancora lontana, ma alzate gli occhi e guardate i campi che già sono biondi per la mietitura, ( Gv 4,35 ) e soggiunse: Altri lavorarono e voi siete venuti a raccogliere i frutti della loro fatica. ( Gv 4,38 )

Lavorarono Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè e i Profeti seminando.

Alla venuta del Signore il grano da mietere fu trovato maturo.

I mietitori, mandati con la falce del Vangelo, portarono i manipoli all'aia del Signore ove Stefano doveva essere trebbiato.

3 - Il seme del Vangelo portato ai pagani

Di qui prese la semente Paolo.

Egli fu inviato ai pagani e non passa sotto silenzio questo particolare nel mettere in risalto il dono gratuito, speciale e personale, da lui ricevuto.

Nelle sue lettere infatti egli afferma d'essere stato inviato a predicare il Vangelo ove Cristo non era stato ancora nominato.

Ma, poiché questa mietitura è stata già fatta, e tutti i giudei che restarono fuori erano paglia, rivolgiamo la nostra attenzione alla messe ch'è formata da noi.

Il seme fu sparso dagli Apostoli e dai Profeti; fu sparso dal Signore in persona - egli infatti era nei suoi Apostoli, poiché anch'egli prese parte alla mietitura, dato che quelli non potevano far nulla senza di lui, mentre egli era perfetto senza di loro; egli infatti disse loro: Senza di me voi non potete far nulla -. ( Gv 15,5 )

Cristo dunque mentre spargeva il seme tra i pagani, che cosa dice? Ecco, un contadino andò a seminare. ( Mt 13,3; Lc 8,5ss )

Da una parte i mietitori sono mandati a mietere, dall'altra un contadino andò sollecito a seminare.

Che gliene importa se una parte del seme cade sulla strada, un'altra in terreno sassoso e un'altra in mezzo alle spine?

Se avesse esitato a seminare in questi terreni poco adatti, non sarebbe arrivato al terreno fecondo.

Che importa a noi, che guadagno ricaviamo ormai dal discutere a proposito dei giudei e dal parlare della paglia?

Badiamo a noi stessi; facciamo sì che il seme non cada sulla strada o sui sassi o tra le spine ma su terreno buono ( pronto è il mio cuore, o Dio ( Sal 57,8 ) ), in modo che il seme produca il trenta, il sessanta e il cento per uno; ( Mt 13,23 ) una percentuale è maggiore e un'altra è minore, ma tutto è frumento.

Il nostro cuore non sia come una strada ove il seme verrebbe calpestato e il nemico, come un uccello, lo porterebbe via.

Non sia come un luogo sassoso, ove il terreno troppo scarso farebbe germogliare subito il seme, ma il germoglio non potrebbe sopportare il calore del sole.

Non vi siano spine, cioè le passioni mondane, le preoccupazioni derivanti da una vita viziosa.

Che c'è infatti di peggio delle preoccupazioni per la vita, che non ci permettono d'arrivare alla vita?

Che c'è di più miserando che perder la vita volendoci preoccupare della vita?

Che c'è di più infelice che andare a finire nella morte per timore della morte?

Siano dunque estirpate le spine, si prepari il campo, siano accolti i semi, si arrivi alla messe, si desideri il granaio, non si abbia a temere il fuoco!

4 - Obbligo del pastore è spiegare che cosa giova ai fedeli

Spetta quindi a noi, quali che siamo, posti dal Signore come operai nel suo campo, insegnare a voi queste azioni: seminare, piantare, irrigare, zappare anche attorno ad alcuni alberi e mettervi una cesta di letame: è nostro dovere compiere fedelmente queste azioni; è nostro dovere accoglierle con fede; tocca al Signore aiutare il nostro lavoro, la vostra fede, la comune fatica di tutti noi intesa a vincere il mondo per mezzo di lui.

Ho detto dunque ciò che dovete fare voi, ora desidero dirvi ciò che dobbiamo fare noi.

Perché mi sono espresso così, a qualcuno di voi potrà forse sembrare ch'io voglia trattare un argomento superfluo e, parlando tra se stesso, dirà nella propria mente: "Oh, se ci lasciasse finalmente andar via!

Ci ha già parlato dei nostri doveri; dei doveri che riguardano lui, che ce ne importa?".

Io invece credo che la carità vicendevole, che ci unisce, richiede piuttosto che noi non siamo estranei tra noi.

Voi, in certo modo, fate parte d'una sola famiglia.

Noi siamo i dispensatori appartenenti alla medesima famiglia.

Tutti apparteniamo a un solo Signore.

Ciò ch'io vi do, non lo prendo dal mio sacco, ma da Colui dal quale lo ricevo anch'io.

Perché se vi dessi del mio, vi darei delle menzogne.

Chi infatti dice il falso, parla del suo. ( Gv 8,44 )

Dovete quindi ascoltare quali sono gli obblighi dei dispensatori sia per congratularvi con noi se ci troverete tali, sia per essere istruiti anche a questo riguardo.

Quanti, infatti, tra questi fedeli potranno essere dispensatori?

Noi pure siamo stati al posto ove siete voi: anche noi, che adesso siamo visti distribuire il nutrimento ai nostri conservi da un posto più elevato, fino a pochi anni fa ricevevamo tale nutrimento nel posto più basso con i nostri conservi.

Da vescovo parlo ai laici, ma come faccio a sapere a quanti futuri vescovi sto ora parlando?

5 - I precetti stabiliti per i predicatori non devono essere intesi in senso materiale

Vediamo dunque come noi stessi dobbiamo intendere i precetti dati dal Signore a quanti mandava a predicare il Vangelo e a mietere la messe ormai pronta. Vediamo.

Non dovete portare - dice - né borsa né bisaccia né sandali e non salutate nessuno per via.

In qualunque casa entrerete, a quelli che vi abitano dite: Pace a questa casa.

Se vi sarà uno che ama la pace, la vostra pace riposerà su di lui, altrimenti ritornerà a voi. ( Lc 10,4-6 )

Dobbiamo ora spiegare brevemente tutti questi ammonimenti.

Non dovete portare - diceva - la borsa.

E noi che facciamo? Diciamo la verità: quando siamo in viaggio noi portiamo la borsa e le provviste.

Non dovete portare neppure la bisaccia. La bisaccia forse non la portiamo.

Né i sandali. Come? Ci comandò forse d'andare a piedi nudi?

Lo vedete anche voi: non camminiamo con i sandali ai piedi.

Noi infatti non proferiamo delle belle parole e nascondiamo i piedi; davanti ai vostri occhi noi camminiamo portando i sandali.

Oltre a ciò, se uno ci salutasse per via e non gli rendessimo il saluto, saremmo giudicati superbi; gl'insulti rivolti a noi tornerebbero a offesa del Signore.

Noi perciò, camminando, salutiamo la gente.

È anche facile, entrando in una casa, dire: Pace a questa casa.

Quanto invece siamo angustiati per il fatto della borsa e dei sandali!

Guardiamo il Signore: potrebbe darsi ch'egli possa confortarci e darci la possibilità di capire questi suoi ammonimenti.

Poiché è facile - come abbiamo osservato - entrando in una casa dire: Pace a questa casa - non c'è infatti nulla di più facile - ma quel che segue, se lo intendessimo in senso materiale, ci troveremmo anche qui in difficoltà.

Che dice infatti? Dite: Pace a questa casa. Niente di più facile.

Ma che cosa viene dopo? Se vi sarà in quella casa uno amante della pace, la vostra pace riposerà su di lui, altrimenti ritornerà a voi.

Che cosa vuol dire questo? Come può tornare a me la pace?

L'avrò forse allora, se tornerà, e invece l'avrò perduta, se rimarrà in quella casa?

Sia lontano dai benpensanti un tal ragionamento!

Nemmeno quest'espressione dunque dev'essere intesa in senso materiale, e perciò forse neppure la borsa, né i sandali, né la bisaccia, né soprattutto il precetto di non salutare nessuno per via, perché, se lo intendessimo così, semplicemente, senza spiegarlo, potrebbe sembrare esserci stato imposto d'essere superbi.

6 - Il divieto di portar la borsa

Guardiamo nostro Signore, nostro vero modello e aiuto.

Dimostriamo ch'è nostro aiuto: Senza di me voi non potete far nulla. ( Gv 15,5 )

Dimostriamo ch'è nostro modello: Cristo ha patito per noi - dice Pietro - lasciandoci l'esempio, perché noi seguiamo le sue orme. ( 1 Pt 2,21 )

Lo stesso nostro Signore aveva la borsa dei denari durante i suoi viaggi e l'aveva affidata a Giuda.

Sopportava un ladro, è vero, ma io, bramoso d'imparare, con tutto il rispetto vorrei domandare al mio Signore: "Se tu, Signore, sopportavi un ladro come Giuda, da dove potevano esserti portati via i denari che avevi?

A me, povero e debole uomo, hai dato il precetto di non portare neppure un borsellino, mentre tu portavi una borsa che ti esponeva al pericolo d'esser derubato.

Se tu non l'avessi portata, non avrebbe avuto nemmeno lui di che rubare".

Che cos'altro resta se non ch'egli mi dica: "Devi capire bene il senso di questo precetto di non portare la borsa"? ( Lc 10,4 )

Che cos'è una borsa? È denaro racchiuso, cioè sapienza nascosta.

Che significa: Non portate la borsa? Non siate sapienti ai vostri occhi.

Accogli lo Spirito: dev'essere in te una sorgente, non una borsa; una ricchezza da cui si possa prendere per farne dono, non per tenerla rinchiusa.

La bisaccia ha lo stesso significato della borsa.

7 - Non portare i sandali

Che cosa sono i sandali? Che cosa sono i sandali di cui noi ci serviamo?

Sono pelli di cadaveri, pelli d'animali morti che ci proteggono i piedi.

Che cosa ci viene dunque comandato dal precetto di non portare i sandali? Di rinunciare alle opere morte.

Di quest'obbligo il Signore ammoniva simbolicamente Mosè ch'era per avvicinarsi alla sua gloria, quando gli disse: Sciogliti i calzari dai piedi, poiché il luogo ove ti trovi è terra santa. ( Es 3,5 )

Quale terra è tanto santa quanto la Chiesa di Dio? Trovandoci dunque in essa, togliamoci i sandali, rinunciamo cioè alle opere morte.

Ora però, a proposito di questi sandali, calzando i quali camminiamo, mi conforta lo stesso mio Signore.

Se infatti egli non avesse avuto dei sandali, Giovanni non avrebbe detto di lui: Io non sono degno di sciogliere i legacci dei suoi sandali. ( Lc 3,16 )

Faccia dunque attenzione l'ubbidienza intelligente, non s'insinui una superba rigidezza.

"Io - dice uno - metto in pratica il Vangelo, perché cammino a piedi scalzi". Tu lo puoi, io no.

Cerchiamo però di conservare ciò che abbiamo ricevuto insieme.

Siamo infiammati della carità: amiamoci a vicenda.

Così accadrà ch'io ami la tua fortezza e tu sostenga la mia debolezza.

8 - Che vuol dire: Non salutate nessuno per via

Che te ne pare, dunque, a te che non hai voluto capire in qual senso sono stati dati questi ammonimenti e, intendendoli male, sei costretto ad accusare ingiustamente il Signore per la faccenda della borsa e dei sandali? Che te ne pare?

Approveresti forse che, mentre camminiamo per via e incontrassimo dei nostri cari, non li salutassimo per primi se sono più anziani e non rendessimo loro il saluto se sono più giovani?

Metti forse in pratica il Vangelo quando non rispondi al saluto che ricevi?

In questo caso però somiglierai non già a un viandante che fa un viaggio, ma a una pietra miliare che indica la via.

Lasciamo dunque da parte la nostra stoltezza e cerchiamo di capire le parole del Signore e di non salutare nessuno per via.

In effetti non senza un motivo ci viene dato quest'ordine né egli avrebbe voluto che noi non mettessimo in pratica un suo precetto.

Che vuol dire dunque: Non salutate nessuno per via? ( Lc 10,4 )

Può essere inteso semplicemente nel senso che ci comandò di fare in fretta ciò che ci viene ordinato e per questo disse: Non salutate nessuno per via, come per dire: "Lasciate da parte tutto, pur di eseguire ciò che è stato comandato "; usò cioè un modo di dire con cui nel parlare comune si è soliti esagerare ciò che si dice.

E non dobbiamo andare troppo lontano.

Nel medesimo discorso poco dopo è detto: E tu, Cafarnao, che sei stata innalzata fino al cielo, sarai abbassata fino all'inferno. ( Lc 10,15 )

Che significa: Sei stata innalzata fino al cielo?

Forse che le mura di quella città toccavano le nubi o arrivavano fino alle stelle?

Ma che significa dunque: Sei stata innalzata fino al cielo?

Vuol dire: "Ti sembra d'essere troppo felice, sei troppo potente, troppo superba".

Allo stesso modo dunque che con espressione iperbolica è detto: T'innalzi fino al cielo a quella città che non saliva o s'innalzava certo fino al cielo, così con un'iperbole relativa alla sollecitudine è detto: "Correte, fate ciò che vi ho comandato in modo che neppure il minimo intralcio ritardi la vostra azione ma, disprezzando ogni altra cosa, affrettatevi verso la mèta che vi siete proposta".

9 - Un altro senso più sottile

Ma c'è un altro senso che preferirei considerare maggiormente.

Non vi nascondo che vedo un senso che riguarda piuttosto me e tutti noi dispensatori della Parola, ma anche voi uditori.

Chi saluta, augura salute. Infatti anche gli antichi mettevano nelle loro lettere questa soprascritta: "Il tale saluta il tal altro".

Il saluto prende il nome da salute.

Che cosa vuol dunque dire: Non salutate nessuno per via? ( Lc 10,4 )

Chi saluta per via, saluta occasionalmente.

Vedo che avete già capito, ma tuttavia non devo ancora finire.

Non tutti infatti avete capito subito. Ho inteso dalla voce quelli che hanno capito ma ne vedo parecchi ricercare in silenzio.

Siccome dunque stiamo parlando della strada, facciamo come quelli che camminano per una strada.

Voi che siete più svelti, aspettate i più lenti e camminate di pari passo.

Che cosa ho detto dunque? Chi saluta per la via saluta occasionalmente, poiché non si dirige verso colui ch'egli saluta.

Stava compiendo una faccenda e s'imbatte in un'altra.

Era diretto a compiere una faccenda, e incidentalmente trovò altro da fare.

Che significa dunque: "salutare occasionalmente"? Annunciare la salvezza occasionalmente.

Ma cos'altro significa "annunciare la salvezza", se non "predicare il Vangelo"?

Se dunque predichi, fallo per amore e non occasionalmente.

Ci sono infatti degli individui che annunciano il Vangelo cercando uno scopo diverso; di questi tali l'Apostolo gemendo dice: Tutti infatti cercano il proprio interesse, non quello di Gesù Cristo. ( Fil 2,21 )

Anche questi tali salutavano, cioè annunciavano la salvezza, predicavano il Vangelo, ma ricercavano altri vantaggi e perciò salutavano occasionalmente.

E che vuol dire questo? Se sarai come uno di questi tali, chiunque tu sia, agirai allo stesso modo, o piuttosto - non agirai così chiunque tu sia, ma forse agirà in tal modo qualcuno di tal genere - se nell'agire sarai come uno di loro, non sei tu ad agire, ma sei solo uno strumento con cui viene annunciato il Vangelo.

10 - Come ascoltare i predicatori che cercano il proprio interesse

Orbene, l'Apostolo sopportò che ci fossero anche individui siffatti, ma non comandò che fossero siffatti.

Anch'essi fanno qualcosa e si guadagna qualcosa anche da essi.

Cercano d'ottenere altri vantaggi, ma predicando il Vangelo.

Non curarti di ciò che cerca di ottenere colui che predica, ma conserva nel cuore ciò che predica.

Non badare a ciò ch'egli vuole, non ti deve riguardare.

Ascolta dalla sua bocca la salvezza, prendi per te la salvezza dalla sua bocca.

Non essere giudice del suo cuore. Ma tu vedi che cerca d'ottenere un altro vantaggio.

Che te ne importa? Ascolta la salvezza. Fate ciò che dicono. ( Mt 23,3 )

Ti ha rassicurato. Come? Fate ciò che dicono. Fanno il male? Non fate ciò che fanno. ( Mt 23,3 )

Agiscono bene, non salutano per via, non predicano il Vangelo solo occasionalmente?

Siate loro imitatori, come anch'essi lo sono di Cristo.

Colui che predica è una persona dabbene? Cogli l'uva dalla vite.

È cattivo colui che ti predica? Cogli l'uva che pende dalla siepe; il grappolo è cresciuto sul tralcio impigliatosi nelle spine, ma non è germinato dalle spine.

Quando vedi qualcosa di simile e hai fame, prendilo pure ma con prudenza per evitare che, mentre allunghi la mano verso l'uva, tu non rimanga graffiato dalle spine.

Ecco cosa voglio dirti: ascolta ciò ch'è buono in modo però da non imitare i cattivi costumi.

Predichi pure per secondi fini, saluti pure camminando per via; tornerà a suo danno il non aver dato ascolto al precetto di Cristo di non salutare nessuno per via, ( Lc 10,4 ) ma non sarà di danno per te, che ascolti la parola di salvezza e la serbi nel tuo cuore, sia che venga da chi passa per la tua strada, sia da chi viene verso di te.

Ascolta, come avevo detto prima, l'Apostolo che tollerava queste condizioni: Che importa, infatti, purché in ogni modo, sia occasionalmente, sia con retta intenzione, venga annunciato Cristo?

Di ciò non solo godo ma godrò sempre.

Poiché io so che ciò servirà per il mio bene mediante le vostre preghiere. ( Fil 1,18-19 )

11 - I predicatori obbligati a portare la pace

Se quindi sono così gli Apostoli di Cristo, i predicatori del Vangelo, che non salutano per via, cioè non cercano d'ottenere altri vantaggi, ma con sincera carità annunciano il Vangelo, vadano nelle case e dicano: Pace a questa casa. ( Lc 10,5 )

Esprimeranno questo augurio non solo con la bocca, ma riverseranno il sentimento di cui sono pieni.

La pace non solo la predicano ma anche la posseggono.

Non sono come coloro dei quali è detto: Pace, pace! ma non v'è pace. ( Ger 8,11 )

Che cosa vuol dire: Pace, pace! ma non v'è pace? L'annunciano, ma non la posseggono; la lodano, ma non l'amano; dicono, ma non fanno. ( Mt 23,3 )

Tu però accogli la pace sia nel caso che Cristo venga annunciato per pretesto o per amore della verità.

Chi poi è pieno di pace e saluta dicendo: Pace a questa casa, se v'è chi ama la pace ( Lc 10,5-6 ), riposerà su di lui la pace del predicatore, altrimenti - se per caso non c'è uno che ama la pace - non avrà perso nulla chi ha rivolto il saluto: Essa - è detto - tornerà da voi. ( Lc 10,6 )

Tornerà da te perché non s'è allontanata da te.

Ecco infatti che cosa volle dire: "Giova a te ciò che hai annunciato; a lui non è giovato a nulla ciò che non ha accolto".

Non è che, per il fatto ch'egli è rimasto senza nulla, tu abbia perso la ricompensa.

Questa ti sarà data nella misura della tua volontà; ti sarà data secondo la carità che hai usata.

Te la renderà Colui che ti ha rassicurato con la voce degli angeli: Pace in terra agli uomini di buona volontà. ( Lc 2,14 )

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