Discorsi sul Nuovo Testamento

Indice

Sulle parole del Vangelo di Lc

Lc 10,16: "Chi disprezza voi, disprezza me"

1.1 - La deferenza dovuta ai pastori
1.2 - Quale morte è veramente buona o cattiva
2.3 - Diversa sorte del ricco e di Lazzaro dopo la morte
3.4 - Come giudicare se la morte è buona o no
4.5 - Esortazione a fare opere buone

1.1 - La deferenza dovuta ai pastori

Ciò che nostro Signore Gesù Cristo diceva ai suoi discepoli veniva scritto e disposto in quel tempo per noi al fine di farcelo ascoltare.

Abbiamo dunque udito le sue parole.

Che ci sarebbe giovato, se lo avessimo visto ma non lo avessimo ascoltato?

Nemmeno adesso ci è d'impedimento il fatto di non vederlo, ma tuttavia lo udiamo.

Egli dunque afferma: Chi disprezza voi, disprezza me. ( Lc 10,16 )

Se ai soli Apostoli disse: Chi disprezza voi, disprezza me, disprezzateci pure.

Se però la sua parola è giunta fino a noi ed è stato lui a chiamarci e a stabilirci al posto di essi, badate di non disprezzarci perché l'offesa che fareste a noi non giunga fino a lui.

Se dunque non temete noi, dovete temere lui che disse: Chi disprezza voi, disprezza me.

Ma per quale motivo parliamo a voi, noi che non vogliamo essere disprezzati, se non allo scopo di godere dei vostri buoni costumi?

Conducete una vita buona per non fare una cattiva morte.

1.2 - Quale morte è veramente buona o cattiva

Riguardo però alla frase da me pronunciata: "Conducete una vita buona, per non fare una cattiva morte", non dovete considerare coloro che per caso sono vissuti male e sono morti nei loro letti, sono stati fatti i loro funerali con grande magnificenza e sono stati deposti in preziosi sarcofagi, in sepolcri bellissimi, costruiti con grandissima cura; e poiché ciascuno di voi dice per caso tra sé: "Vorrei fare una simile morte", non dovete pensare ch'io abbia voluto dire una cosa inutile per il fatto di aver detto di desiderare che voi conduciate una vita buona al fine di non andare incontro a una cattiva morte.

2.2 - Al contrario potrebbe forse incontrarsi uno che sia vissuto bene e sia morto male, forse per una caduta o per un naufragio o sbranato dalle belve, e ciascun individuo carnale potrebbe dire in cuor suo: "Che significa viver bene? Ecco lì: quel tale è vissuto così e così è morto".

Rientrate tuttavia nel vostro cuore ( Is 46,8 ) e, se siete fedeli, vi troverete Cristo.

È lì ch'egli vi parla.

Io infatti parlo ad alta voce ma è lui a istruirvi più efficacemente nel silenzio.

Io parlo attraverso il suono della parola, egli invece parla nell'interno ispirandovi un santo timore.

Sia dunque lui a seminare nel vostro cuore la mia parola; poiché ho osato dire: "Vivete bene per evitare di morire male ".

Ecco, poiché c'è la fede nei vostri cuori e in essi c'è Cristo, sarà lui ad insegnarvi ciò ch'io desidero inculcarvi col suono delle mie parole.

2.3 - Diversa sorte del ricco e di Lazzaro dopo la morte

Richiamate alla vostra mente la parabola del Vangelo, quella del ricco e del povero; il ricco sempre vestito di porpora e di bisso e ogni giorno ben pasciuto con lauti banchetti, il povero al contrario giaceva davanti alla porta del ricco e, avendo fame, cercava le briciole che cadevano dalla sua tavola, era coperto di piaghe, leccato dai cani. ( Lc 16,19-21 )

Voi la ricordate; e perché la ricordate se non perché Cristo è nei vostri cuori?

Ditemi quali domande gli rivolgerete nell'intimo del cuore e che cosa vi risponderà.

La parabola del Vangelo continua dicendo: Avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d'Abramo.

Morì poi anche il ricco e quando fu sepolto andò a finire nell'inferno.

Trovandosi nei tormenti alzò gli occhi e vide Lazzaro che riposava nel seno d'Abramo.

Allora gridò dicendo: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a bagnare la punta d'un dito nell'acqua e a farne cadere una goccia sulla mia lingua, poiché soffro terribilmente in queste fiamme. ( Lc 16,22-24 )

Questo individuo, ch'era stato superbo durante la sua vita, è ora un mendico nell'inferno.

Il povero infatti cercava d'avere qualche briciola di pane, quell'altro al contrario non poteva ottenere una goccia d'acqua.

Ebbene, a proposito di questi due, ditemi: chi è morto bene e chi è morto male?

Non interrogate i vostri occhi, ma rientrate nel vostro cuore, poiché se lo domanderete agli occhi, vi risponderanno il falso; tanto infatti furono splendidi ma mondanamente affettati gli onori che poterono essere tributati a quel ricco al momento della sua morte!

Quale moltitudine di servi e di serve piangenti!

Quale corteo di clienti! Quale splendore di funerale! Quale dispendio per la sepoltura!

Suppongo che fosse stato sommerso di aromi.

Che diremo dunque, fratelli? Costui fece una morte buona o cattiva?

Se lo domanderete agli occhi, la sua morte fu bellissima; se lo chiederete al vostro maestro interiore, la sua morte fu pessima.

3.4 - Come giudicare se la morte è buona o no

Se dunque muoiono così i superbi che conservano i loro beni e non ne danno nulla ai poveri, in qual modo muoiono coloro che rapiscono i beni altrui?

Ho detto dunque la verità dicendo: "Vivete bene per non fare una cattiva morte", per non morire come quel ricco.

Dimostra una cattiva morte solo il tempo dopo la morte.

Al contrario considerate quel povero, ma non con gli occhi, perché sbagliereste.

Lo consideri la fede, lo guardi il cuore.

Raffiguratevelo davanti ai vostri occhi, giacente per terra, coperto di piaghe mentre i cani vanno a leccargli le piaghe.

Ma quando ve lo raffigurate in quelle condizioni davanti al vostro sguardo, voi subito sputate, volgete altrove la faccia, vi turate le narici; dovete invece guardarlo con gli occhi dello spirito.

Il povero morì ma fu portato dagli angeli nel seno d'Abramo.

Si vedevano i domestici del ricco che piangevano, ma non si vedevano gli angeli che gioivano.

Che cosa dunque rispose Abramo al ricco? Ricordati, figlio, che hai ricevuto molti beni durante la tua vita. ( Lc 16,25 )

Non giudicasti che fosse bene se non ciò che possedevi in questa vita.

Tu l'hai avuto, ma sono passati i giorni e hai perduto tutto; ora sei rimasto nell'inferno per essere tormentato.

4.5 - Esortazione a fare opere buone

È dunque opportuno, fratelli, parlarvi di questi argomenti.

Pensate ai poveri, sia che giacciano per terra sia che camminino; abbiate cura dei poveri, fate opere buone.

Fatele voi che siete abituati a farle ma fatele anche voi che non siete soliti.

Aumenti il numero di coloro che fanno il bene, poiché in tal modo aumenta anche il numero dei fedeli.

Il bene, che fate, ancora non vedete quanto sia cosa buona; anche il contadino, quando semina, non vede la messe ma l'affida alla terra.

Perché mai tu non affidi la tua messe a Dio? La nostra messe verrà.

Fa' conto che ora lavoriamo tra le sofferenze, operiamo con fatica, come sta scritto: Nell'andare avanzavano e piangevano spargendo la loro semente; nel tornare però verranno con allegrezza portando i loro covoni. ( Sal 126,6 )

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