Discorsi sul Nuovo Testamento

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Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 9: Il dono della vista al cieco nato

1 - Le opere prodigiose di Cristo sono come il linguaggio dei misteri
2 - C'è speranza anche per il peccatore
3 - Il peccatore riconosca le sue colpe
4 - Cristo assume il genere umano

1 - Le opere prodigiose di Cristo sono come il linguaggio dei misteri

Il Signore Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori. ( 1 Tm 1,15 )

Incontrò così un uomo cieco dalla nascita.

Ma nasce uomo che non sia cieco? Mi riferisco all'anima, non al corpo.

Ma perché veda gli applica saliva e fango; non però saliva qualsiasi, né di uno qualunque, ma di Cristo.

La saliva di Cristo è la profezia, la creta degli uomini.

Ricordatevi di che fu plasmato l'uomo.

Di conseguenza, quando gli uomini erano profeti, la creta era intrisa di saliva.

Lo stesso Apostolo afferma: Abbiamo questo tesoro in vasi di creta. ( 2 Cor 4,7 )

Eccolo il tesoro: hai la saliva; di essa primamente fu spalmato costui; ed ognuno, nato cieco, ne viene spalmato e inviato alla piscina di Siloe.

Non poteva appunto Cristo aprirgli gli occhi con la sua saliva?

Insomma, anche senza saliva poteva ordinare che vedesse, e si sarebbe verificato.

Poteva: ma gli effetti del miracolo sono come il linguaggio dei sacramenti; viene così inviato alla piscina di Siloe.

A che scopo tali indugi? Riconosciamo l'autorità.

Fai ciò che vuoi, o Cristo; ora veda questo cieco.

No - egli dice - vada prima alla piscina di Siloe, e deterga il volto.

Grazie al santo Vangelo, ci è dato di conoscere il significato della piscina di Siloe.

Siloe - dice - che significa " inviato ". ( Gv 9,7 )

Chi è un tale inviato? Riconoscete l'Inviato; proclama: Il Padre mi ha mandato. ( Gv 5,36-37 )

Egli, quindi, rimandò a se stesso: inviò al battesimo il credente.

Questo lavò il volto e vide; i peccati furono cancellati e rifulse la luce.

In realtà, richiesto appunto di ciò, e pertanto strapazzato dai Giudei, così rispondeva; era già spalmato nell'intimo.

La stessa lettura dà la prova di quando aveva lavato il volto in Siloe.

Perciò quando diceva: Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori aveva tuttora il fango sugli occhi, non era vedente. ( Gv 9,31 )

2 - C'è speranza anche per il peccatore

Qual è la speranza degli uomini, se Dio non ascolta i peccatori?

Non salirono in due al tempio a pregare, l'uno Fariseo e l'altro Publicano?

E non diceva il Fariseo: Ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ingiusti, ladri, come questo Publicano? ( Lc 18,11 )

Nulla aveva da implorare, era salito come uno ben soddisfatto, dava in rutti da sazietà.

Non disse: Soccorrimi; non disse: Abbi pietà di me, poiché mio padre e mia madre mi hanno abbandonato; non disse: Sii il mio aiuto, non lasciarmi. ( Sal 27,10 )

Ma il Publicano si teneva a distanza, e proprio costui si rendeva vicino al Dio del tempio.

Era infatti a distanza, e non osava alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: Signore, abbi pietà di me peccatore.

Abbiamo avvertito il contrasto: Cristo pronunzi la sentenza.

Ecco che parla, ascoltiamo: In verità - egli afferma - quel Publicano si allontanò dal tempio giustificato, a differenza di quel Fariseo. ( Lc 18,13-14 )

È certo che Dio non ascolta i peccatori.

Quando si batteva il petto puniva i suoi peccati, si rendeva somigliante a Dio giudice.

Dio odia infatti i peccati; se anche tu li avrai in odio ti avvicinerai a immedesimarti con Dio e a potergli dire: Distogli il tuo volto dai miei peccati. ( Sal 51,11 )

Distogli il tuo volto: ma da che cosa? Dai miei peccati; non distogliere da me il tuo volto. ( Sal 27,9 )

Che vuol dire, invece, il tuo volto dai miei peccati?

Non vederli, non li notare così che tu li possa perdonare.

Quindi c'è speranza per il peccatore; preghi Dio, non disperi, si batta il petto, espii in se stesso con la penitenza, per ovviare a che egli proceda a punire con la condanna.

Chi si umilia va verso l'Eccelso.

3 - Il peccatore riconosca le sue colpe

Ma quanto al perché abbia affermato: Quel Publicano si allontanò dal tempio giustificato a differenza di quel Fariseo, il Signore nostro immediatamente su che si fondava, non te lo nascose, quasi gli dicessimo: Com'è questo, asserì infatti: Poiché chi si esalta - disse - sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato. ( Lc 18,14 )

Hai udito il perché: se hai udito ed hai compreso, fa' ciò che hai ascoltato, umìliati, prega Dio, di' al Signore Dio tuo che sei peccatore; cosa che egli vede, quantunque tu non lo dica.

Tu dici forse: Se lo vede prima che io parli, che bisogno c'è che io dica?

Uomo, hai dimenticato che è cosa buona confessare al Signore? ( Sal 92,2 )

Hai dimenticato: Celebrate il Signore perché è buono? ( Sal 106,1 )

Anche se non confessi ad un giudice uomo perché è infido, confessa al Signore perché è buono; confessa, gemi, prova pentimento, battiti il petto.

Dio si compiace di un tale spettacolo: la vista di un peccatore che accusa il suo peccato.

Da parte tua riconosci ed egli non ne fa conto; tu espia ed egli ti risparmia.

Ma perché egli ti perdoni non devi indulgere con i tuoi peccati.

Rispondi: Non risparmi, cancelli la mia malizia.

4 - Cristo assume il genere umano

Dopo molte riprovazioni, l'uomo reso vedente, da cieco che era, fu espulso dalla sinagoga dai Giudei; si adirarono contro di lui e lo scacciarono dalla loro sinagoga.

È quanto temevano i genitori di lui, ce lo ha descritto l'Evangelista, non lo tacque.

Infatti - dice - i suoi genitori avevano paura di essere espulsi dalla sinagoga, riconoscendo il Cristo; per questo dissero: Ha l'età, chiedetelo a lui. ( Gv 9,22-23 )

Temettero così di essere espulsi dalla sinagoga; costui non ebbe timore, ma fu rigettato; vi restarono i suoi genitori.

Rimane accogliente il Cristo, perché costui possa dire: Poiché mio padre e mia madre mi hanno abbandonato.

E che aggiunse? Ma il Signore mi ha raccolto. ( Sal 27,10 )

Vieni, o Cristo, accogli; quelli rigettano, tu ricevi; tu, l'inviato, raccogli lui scacciato.

Ecco che lo raccoglie: si rivela agli occhi che egli stesso si era degnato di aprire.

Credi tu - dice - nel Figlio di Dio? E quello, ancora sotto l'impasto di fango: Chi è, Signore, perché io creda in lui?

E il Signore: Tu l'hai visto, e colui che parla con te e proprio lui. ( Gv 9,35-37 )

Gli lavò il volto.

Così, vedendo già con il cuore, adorò il suo Salvatore.

Come al cieco nato, ancora spalmato di fango sul corpo, perché si compisse il miracolo, questo fa Gesù Cristo al genere umano: ma operò il miracolo per far valere la fede; con questo miracolo della vista resa al cieco nato dimostrò la necessità di quella fede con la quale ogni giorno apre gli occhi del genere umano e proprio del cieco nato.

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