Discorsi sul Nuovo Testamento

Indice

Dalle parole del Vangelo di Giovanni

Gv 10,20: " Io e il Padre siamo un cosa sola "

1.1 - Cristo come l'Unigenito di Dio Padre
2.2 - Il Figlio di Dio e il Padre sono di una medesima sostanza
2.3 - Obiezione degli Ariani
3.4 - Grave bestemmia asserire che il Figlio di Dio è di un'altra sostanza
4.5 - Gli Ariani, con l'offesa al Figlio, simulano onore al Padre

1.1 - Cristo come l'Unigenito di Dio Padre

Il Signore Dio Gesù Cristo, l'Unico Figlio di Dio, nato da Dio Padre senza una madre, è nato da una vergine madre senza uomo quale padre, avete ascoltato che cosa ha detto: Io e il Padre siamo una cosa sola. ( Gv 10,30 )

Così accettatelo, così credete, per meritare d'intendere.

La fede deve infatti precedere l'intelletto, così che l'intelligenza sia il premio della fede.

Il Profeta lo ha detto infatti nel modo più chiaro: Se non avrete creduto, non comprenderete. ( Is 7, 9 sec. LXX )

Perciò quanto viene semplicemente consegnato dev'essere accettato per fede; quanto soggiace ad un approfondimento a chiarezza, va rimandato all'intelletto.

Consegue che in principio vi presentiamo il Cristo, il Figlio, l'Unico di Dio Padre, per iniziare le vostre menti a conoscere nella fede.

Perché si aggiunge: l'Unico? Perché è l'Unico di colui che ha molti figli secondo la grazia.

Quindi tutti gli altri giusti sono figli di Dio per grazia, egli il solo per natura.

Quelli che sono figli di Dio per grazia non sono ciò che è il Padre.

Infine, nessuno dei giusti ha osato dire ciò che egli, l'Unico, afferma: Io e il Padre siamo una cosa sola.

Non è anche nostro Padre allora? Se non è nostro Padre, com'è che pregando diciamo: Padre nostro che sei nei cieli? ( Mt 6,9 )

Ma noi siamo figli per la determinazione della sua volontà, non figli generati dalla sua propria natura.

Ha generato certo anche noi, ma, come suole dirsi, quali adottivi, non da natura, ma generati in grazia del bene dell'adozione da parte di lui.

Quindi anche noi siamo detti tali perché Dio ci ha predestinati all'adozione di figli: ( Ef 1,5 ) siamo uomini adottati.

Di Cristo si dice l'Unico, l'Unigenito, perché è ciò che è il Padre; noi, invece, siamo uomini, il Padre è Dio.

Allora è per il fatto di essere ciò che è il Padre che egli ha detto: Io e il Padre siamo una cosa sola, ma ha detto il vero?

Che vuol dire: Siamo una cosa sola? Siamo della medesima natura.

Che vuol dire: Siamo una cosa sola? Siamo della medesima sostanza.

2.2 - Il Figlio di Dio e il Padre sono di una medesima sostanza

Forse non riuscite a intendere che vuol dire: " di una medesima sostanza ".

Ci adopereremo - e Dio conceda il suo aiuto a me che parlo e a voi che ascoltate - a rendervene possibile l'intelligenza; aiuti me ad enunciare quelle implicazioni che sono vere e accessibili a voi; e aiuti voi, all'incontro, a dare prima di tutto e soprattutto l'assenso della vostra fede; poi a comprendere come potete.

Che significa allora: " di una medesima sostanza "?

Mi servirò per voi di similitudini, così che sia chiarito dall'esempio ciò che si presenta meno intelligibile.

Come, per esempio, Dio è oro e oro è il Figlio di lui.

Se non vanno approntate similitudini, comparando le cose celesti con quelle terrene, com'è che è stato scritto: E quella roccia era il Cristo? ( 1 Cor 10,4 )

Quindi, tutto ciò che è il Padre, questo è il Figlio.

Giacché chi dice: Il Figlio non è della medesima sostanza del Padre, che altro dice se non: Il Padre è oro, il Figlio è argento?

Se il Padre è oro e il Figlio è argento, il Figlio unico ha subito uno scadimento in relazione al Padre.

L'uomo genera l'uomo: la sostanza del figlio che è generato è la medesima sostanza del padre che genera.

Com'è della medesima sostanza? Uomo è l'uno, uomo è l'altro; l'uno ha un'anima, l'altro ha un'anima; l'uno ha la carne e l'altro ha la carne; ciò che è l'uno, questo è l'altro.

2.3 - Obiezione degli Ariani

Ma l'eresia degli Ariani mi ribatte e parla. Che mi dice?

Bada a quello che hai detto. Che ho detto? Che il figlio dell'uomo va paragonato al Figlio di Dio.

Sì che è paragonabile: ma non, come credi, rispetto alla natura propria, ma limitatamente alla similitudine.

Ma tu di' pure che intendi elaborare da qui.

Non ti accorgi - dice - che è maggiore il Padre che ha generato ed è minore il Figlio che è stato generato?

Come, dunque, voi giungete alle vostre asserzioni, ditemi: com'è che voi asserite infatti che sono uguali il Padre e il Figlio, Dio e il Cristo; se potete notare che quando l'uomo genera il figlio, il figlio è minore e maggiore il padre?

Il sapiente! Tu ricerchi i tempi nell'eternità; dove non esistono tempi vuoi trovare le età.

Nel caso che il padre è maggiore e il figlio minore, entrambi sono legati ai tempi; l'uno cresce, perché l'altro invecchia.

Quanto alla natura l'uomo padre, quanto alla natura, come ho già detto, non ha generato uno inferiore, ma uno minore in età.

Vuoi sapere perché non ha generato uno minore quanto alla natura? Attendi che egli cresca, e sarà uguale al padre.

Infatti il neonato solo crescendo raggiunge la grandezza di suo padre.

Tu, invece, del nato Figlio di Dio sostieni che è minore, così che non cresca mai fino a raggiungere, anche solo per accrescimento, la grandezza del Padre suo.

Ora dunque il figlio dell'uomo, generato dall'uomo, è nato in una condizione migliore di quella del Figlio di Dio.

In che modo? Perché quello cresce e giunge alla grandezza di suo padre.

Cristo, invece, secondo voi, perciò è stato diminuito perché resti minore e non debba attendersi almeno la crescita per età.

Parli infatti così, perché la diversità è nella natura.

Ma per quale ragione lo dici se non perché non vuoi credere che è la medesima la sostanza del Figlio e del Padre?

Infine, prima riconosci che il Figlio è della medesima sostanza e poi dillo pure minore.

Considera un uomo, è uomo. Qual è la sostanza di lui? È uomo.

Che è quello che egli genera? È minore, ma è uomo.

L'età è diversa, la natura è uguale.

Di' anche tu: Ciò che è il Padre, questo è il Figlio, ma il Figlio è minore.

Di', fa' un passo, di' che è della medesima sostanza, ma che è minore, e giungi all'uguale.

Infatti non è che tu avanzi di poco, non è che ti avvicini di poco alla verità, per la quale riconoscerai uguale il Figlio, se avrai confessato che è della medesima sostanza, ma minore.

Ma non è della medesima sostanza, questo tu dici.

Quindi, perché dici questo, è oro e argento; quello che dici è tale come se l'uomo generasse il cavallo.

L'uomo è di una sostanza, il cavallo di un'altra.

Quindi, se il Figlio è di una sostanza diversa da quella del Padre, il Padre ha generato un mostro.

Infatti, quando una creatura, cioè una donna, partorisce ciò che non è un uomo, si dice mostro.

Ma perché non sia mostro, chi è nato è ciò che è quello che ha generato; cioè, uomo e uomo, cavallo e cavallo, colomba e colomba, passero e passero.

3.4 - Grave bestemmia asserire che il Figlio di Dio è di un'altra sostanza

Dio ha dato alla creature sue, alle creature mortali, alle creature terrene; ha dato, ha donato di generare ciò che sono; e tu pensi che egli, che è prima del tempo, non ha potuto riservarlo a sé?

Colui che non ha inizio temporale dovrebbe generare quale figlio non ciò che egli è, dovrebbe generare un degenere?

Avvertite che grave bestemmia sia il sostenere che l'unico Figlio di Dio è di un'altra sostanza?

In realtà, se è così, è degenere.

Se dici ad un figlio di uomo: Tu sei degenere, di che peso è l'ingiuria?

E in che senso può dirsi degenere un figlio di uomo?

Fa' conto che il padre di lui sia un uomo forte, quello timido e pusillanime.

Chiunque l'avrà veduto e vuole rinfacciarglielo, tenendo presente l'uomo forte che è il padre di lui, che gli dice?

Vattene via subito, degenere! Che significa: " degenere "?

Tuo padre è stato un uomo forte mentre tu sei un pusillanime.

Colui al quale si parla così è degenere per difetto, pari per natura.

Quando tu dici che l'unico Figlio, il solo Figlio del Padre è degenere, altro non dici che non è ciò che è il Padre; e non dici che divenne degenere dopo la nascita, ma che è tale per nascita.

Chi può tollerare questa bestemmia?

Se [ gli Ariani ] potessero vedere con una qualsiasi capacità visiva tale bestemmia, la fuggirebbero e diventerebbero cattolici.

4.5 - Gli Ariani, con l'offesa al Figlio, simulano onore al Padre

Ma che dirò, fratelli? Non adiriamoci nei loro confronti; al contrario, preghiamo per essi affinché il Signore conceda loro l'intelletto, perché sono forse così per nascita.

Che significa: " sono così per nascita "? Ciò a cui si attengono l'hanno ricevuto dai loro genitori.

Antepongono alla verità le credenze ereditate.

Diventino ciò che non sono per poter conservare ciò che sono; diventino cioè cattolici, perché sussista in loro ciò per cui sono uomini; perché sopravvenga la grazia di Dio così che non vada perduta in loro la creatura di Dio.

Credono infatti di rendere onore al Padre con l'offesa del Figlio.

Se gli avrai detto: Tu bestemmi, risponde: Perché bestemmio? Perché dici che il Figlio di Dio non è ciò che è il Padre.

Ed egli a me: Anzi, sei tu a bestemmiare. Perché? Perché vuoi rendere il Figlio uguale al Padre.

Voglio rendere uguale al Padre il Figlio, un estraneo forse?

Quando io credo a lui uguale il Figlio unico, il Padre si compiace: gode perché non è geloso.

E Dio, in quanto non è geloso del Figlio unico, lo ha generato appunto quale egli è.

Offendi sia il Figlio sia il Padre stesso, tu che vuoi rendere onore al Padre recando offesa al Figlio.

Certo, per non fare ingiuria al Padre di lui, appunto per questo dici che il Figlio non è della medesima sostanza.

Io sono pronto a dimostrarti che offendi entrambi. In che modo? dice.

Se dico al figlio di un tale: Degenere, non sei ciò che è tuo padre, il figlio lo sente e si adira e dice: Sono nato degenere, allora?

Lo ascolta il padre, e diventa furente. Ma nella sua ira che dice?

Ho dunque generato un figlio degenere?

Allora, se altro sono io ed ho generato altro da me, ho generato un mostro.

Come mai che mentre vuoi conferire onore all'uno con l'offesa dell'altro li offendi entrambi?

Offendi il Figlio e non guadagnerai la benevolenza del Padre.

Quando rendi onore al Padre sacrificando l'onore del Figlio, offendi sia il Figlio che il Padre.

Da chi fuggi via? A chi ricorri? Forse che incombendo su di te l'ira del Padre ripari presso il Figlio?

 Che ti dice? A chi ricorri, a chi hai fatto degenere? O, forse, dato che il Figlio è offeso, vai in fretta dal Padre?

Ma anch'egli ti dice: A chi ti rivolgi, a chi hai detto che ha generato un figlio degenere?

Vi basti: fatelo vostro, imprimetelo nella memoria, a questo date posto nella vostra fede.

Ma perché possa acquisirlo l'intelligenza pregate di cuore Dio Padre ed il Figlio che sono una cosa sola.

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