Discorsi sui Santi

Indice

Nel natale dei santi Apostoli Pietro e Paolo

( Dal Vangelo in cui il Signore chiede: Simone di Giovanni, mi ami tu? )

1 - La promessa avventata di Pietro
2 - Pietro teme per il Signore
3 - Cristo affida le pecore a Pietro
4 - Il buon pastore non rifiuta la morte per le pecore del Signore
5 - Gli altri pastori della Chiesa hanno lo stesso mandato di Pietro. Il desiderio del martirio fa il martire
6 - Le sofferenze del tempo presente in vista della gloria futura. Il saccheggio di Roma in epoca cristiana
7 - Sia viva in noi la memoria degli Apostoli. Il servo dipenda volentieri dall'autorità
8 - Se accetti ciò che Dio vuole, egli ti concederà ciò che vuoi
9 - Come rispondere alle accuse dei pagani
10 - L'incendio di Roma fa piangere il pagano e fa riflettere il cristiano
11 - Più grave la colpa del mondo, perché ha disprezzato l'annunzio del Vangelo
12 - Pietro non morì per salvare i teatri. Meglio essere percosso ora che condannato poi
13 - Ama Dio chi ne cura gli interessi
14 - Ag. biasima coloro che hanno scacciato un donatista pentito. Non si può giudicare l'animo di un uomo
15 - Il convertito dall'eresia dev'essere benevolmente accolto

1 - La promessa avventata di Pietro

Questa lettura tratta dal Vangelo, appropriata alla solennità odierna, e che ora è risuonata al nostro ascolto, se dagli orecchi è pure penetrata nel nostro cuore, ed in esso ha trovato disponibilità accogliente, - allora infatti la parola di Dio può trattenersi in noi, quando trova corrispondenza di fede da parte nostra - ammonisce tutti noi, vostri ministri della Parola e del Sacramento del Signore, di pascere le sue pecore.

Il beato Pietro, il primo degli Apostoli, tanto trasportato dall'amore del Signore Gesù Cristo quanto debole fino a negarlo - come fa notare il Vangelo - seguì il Signore prossimo alla passione; quanto a seguirlo nella passione non poté per allora, gli tenne dietro materialmente, non essendo ancora preparato alla sequela con la condotta di vita.

Promise che sarebbe morto per lui, e non poté neppure morire insieme a lui: azzardò infatti più di quanto era capace di compiere.

Aveva promesso oltre le sue possibilità, non idoneo com'era a mettere in pratica ciò che aveva asserito. Disse: Darò la mia vita per te. ( Gv 13,37 )

A disporsi a far questo era il Signore per il servo, non il servo per il Signore.

Perché, dove ebbe osato troppo, ivi mostrò appunto un amore sconsiderato; perciò ebbe timore e rinnegò.

Tuttavia il Signore, più tardi, dopo la risurrezione, insegna a Pietro come si ama.

Abbandonandosi all'impulso dell'amore, viene meno sotto il peso della passione, ma quando è nell'amore ordinato, riceve la promessa della passione.

2 - Pietro teme per il Signore

Abbiamo ricordato la debolezza di Pietro cui reca dolore il fatto che il Signore dovrà subire la morte: questo intendo rievocare.

Ecco la mia rievocazione: quanti ne conservano il ricordo, seguano interiormente con me; quelli che ne avevano perduto il ricordo, lo ridestino dietro il mio richiamo.

Il Signore Gesù Cristo annunziò personalmente ai discepoli la sua imminente passione.

Allora Pietro che lo amava, ma ancora secondo la carne, temendo la morte di colui dal quale dev'essere distrutta, dice: Lungi da te, Signore, lungi da te, risparmia te stesso. ( Mt 16,22 )

Non direbbe "risparmia te stesso" se non lo riconoscesse quale Dio.

Pietro, dal momento che lo riconosci quale Dio, come puoi allora temere la morte di Dio?

Tu sei uomo, egli è Dio; e per amore dell'uomo Dio si fece uomo, assumendo ciò che non era senza perdere ciò che era.

Di conseguenza, egli sarebbe morto quanto alla natura di uomo nella quale sarebbe anche risorto.

Quindi Pietro si spaventò della morte secondo l'umanità e non tollerò che potesse raggiungere il Signore: senza capirlo, voleva chiuso il sacchetto dal quale doveva scaturire il nostro riscatto.

Sentì dirsi allora dal Signore: Lungi da me, satana, tu mi sei di scandalo perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini; poco prima, all'affermazione di lui: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente, aveva asserito: Beato te, Simone, figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. ( Mt 16,23 )

Poco prima beato, poi satana.

Ma in grazia di che beato? Non del suo: Né la carne, né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio.

Perché, invece, satana? Gli deriva dal suo essere uomo, ed è proprio dell'uomo: Perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini.

Pietro dunque lo seguì in tali disposizioni, tutto pieno d'amore per il Signore e deciso a morire per lui, ma si rivelò come aveva predetto il medico, non come l'infermo aveva presunto.

Affrontato da una serva, nega una prima volta, una seconda ed una terza volta.

È guardato dal Signore, piange amaramente, lava in lacrime di compunzione la viltà del rinnegamento.

3 - Cristo affida le pecore a Pietro

Il Signore risorge, appare ai discepoli; ormai Pietro vede in vita colui del quale aveva temuto la morte; vede non il Signore vittima della morte, ma la morte uccisa nel Signore.

Quindi, fortificato ormai nello spirito da quanto ha sperimentato nel corpo del Signore stesso, a tal segno che la morte non era più da temersi, viene reso capace di amare; ora bisogna che si abbandoni all'amore, ora ami, avendo ormai visto il Signore vivente dopo la morte, ami, ora, senza timore, sicuro, poiché sarà pronto a seguirlo.

Dice perciò il Signore: Pietro, mi ami tu? E quello: Ti amo, Signore. ( Gv 21,15-16 )

E il Signore: Non voglio che tu dia la vita per me perché mi ami, l'ho già fatto infatti io per te.

Ma qual è la prova del tuo amore? che mi darai in cambio giacché mi ami? Mi ami? "Ti amo".

Pasci le mie pecore. ( Gv 21,17 )

E questo ancora una volta, e questo una terza volta per dar modo all'amore di confessare tre volte perché tre volte il timore aveva rinnegato.

Vedete, osservate, imparate.

Solamente lo si interroga se ama, e non risponde altro che ama.

E a chi risponde si dice: Pasci le mie pecore.

Date quindi in custodia le sue pecore a Pietro, ed assumendosi la cura di Pietro con le sue pecore, annunzia ormai la sua passione: Quando eri più giovane, ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi, ma quando sarai vecchio, un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi.

Ma diceva questo - riporta l'Evangelista - a indicare con quale morte avrebbe dato gloria a Dio. ( Gv 21,18-19 )

Notate come comporti questo la cura delle pecore del Signore: che non si rifiuti la morte per le pecore del Signore.

4 - Il buon pastore non rifiuta la morte per le pecore del Signore

Pasci le mie pecore. ( Gv 21,17 )

Affida le pecore ad un pastore in grado di rispondere di loro, oppure ad uno di dubbia fiducia?

Anzitutto, quali pecore affida? Non acquistate con denaro, non con l'oro, non con l'argento, ma con il sangue.

Se un uomo, in qualità di padrone, affidasse ad un suo servo le proprie pecore, vorrebbe senza dubbio rendersi conto se quel servo possieda quel tanto che corrisponda al valore delle sue pecore e direbbe: Se le avrà smarrite, se le avrà sperperate, se le avrà fatte sparire, ha di che rendere.

Affiderebbe perciò le sue pecore ad un servo responsabile ed esigerebbe in contanti i beni del servo a compenso delle pecore acquistate per denaro.

Ora, in realtà, poiché al servo affida pecore acquistate a prezzo di sangue, Cristo Signore esige che il servo ne risponda con la passione cruenta, quasi dicendo, con Pasci le mie pecore: ti affido le mie pecore.

Quali pecore? Quelle che ho comprato con il mio sangue.

Per loro sono morto. Mi ami? ( Gv 21,15-16 ) Muori per loro.

Ma quell'uomo servo di un uomo restituirebbe certamente denaro in sostituzione delle pecore fatte sparire: Pietro restituì il sangue per le pecore custodite.

5 - Gli altri pastori della Chiesa hanno lo stesso mandato di Pietro. Il desiderio del martirio fa il martire

Ebbene, fratelli, ho qualcosa da dire per il momento.

Quando fu affidato il mandato a Pietro, l'incarico che ebbe Pietro non fu udito solo da Pietro, anche gli altri Apostoli lo udirono, lo ricevettero, lo conservarono e, particolarmente, chi ne ha condiviso la passione e il giorno celebrativo, l'apostolo Paolo.

Udirono tale mandato e lo trasmisero a noi perché l'udissimo.

Custodiamo voi e siamo custoditi con voi.

Ci conceda il Signore tanto coraggio da amarvi al punto di poter dare la vita per voi, o effettivamente, o con il desiderio.

Infatti all'apostolo Giovanni non mancò la passione perché non aveva l'animo disposto a subire la passione.

Non subì il martirio, ma poté soffrire: Dio conosceva la disposizione del suo spirito.

Sarebbe come non ritenere vincitori i tre fanciulli gettati a bruciare nella fornace: eviteremo di ritenerli martiri solo perché la fiamma non poté consumarli?

Chiedilo alle fiamme: non patirono martirio, chiedi alla volontà: ricevettero la corona del martirio.

Dissero: Dio può liberarci dalle tue mani, ma anche se non ci liberasse - ed è qui la fermezza degli animi, qui la coerenza della fede, qui la virtù indomita, qui l'immancabile vittoria - ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi non adoriamo la statua che hai eretto. ( Dn 3,17-18 )

Dio dispose altrimenti, non bruciarono, ma spensero il fuoco dell'idolatria nell'anima del re.

6 - Le sofferenze del tempo presente in vista della gloria futura. Il saccheggio di Roma in epoca cristiana

Notate dunque, carissimi, che cosa si pari innanzi ai servi di Dio, in questa nostra epoca, a motivo della gloria futura che si rivelerà in noi; quale e quanta sia, la tribolazione limitata nel tempo non ha peso nei confronti di tale gloria.

Le sofferenze del tempo presente - dice l'Apostolo - non sono da paragonarsi alla gloria futura che si rivelerà in noi. ( Rm 8,18 )

Stando così le cose, nessuno, ora, si regoli secondo la carne, non è il momento: il mondo è sconvolto, il vecchio uomo si spoglia, il corpo subisce violenza, si elevi lo spirito.

Dicono gli uomini: a Roma è sepolto il corpo di Pietro, a Roma è sepolto il corpo di Paolo, a Roma il corpo di Lorenzo, a Roma sono sepolti i corpi di altri santi martiri: e Roma è desolata, e Roma è in preda al saccheggio; è contristata, è schiacciata, è data alle fiamme, innumerevoli le stragi mortali che avvengono per fame, peste, spada.

Dove sono le tombe degli Apostoli? Ma che dici?

Ecco quel che ho detto: Roma subisce tanti mali, dove sono le memorie degli Apostoli?

Là si trovano, là si trovano, ma non si trovano in te.

Volesse il cielo si trovassero in te!

Chiunque tu sei a parlare, chiunque vaneggi di queste cose, chiunque - chiamato a vivere secondo lo spirito - assecondi la carne, chiunque sei tale, volesse il cielo che si trovassero in te le memorie degli Apostoli, volesse il cielo che tu pensassi agli Apostoli!

Ti renderesti conto se fu loro promessa la felicità terrena oppure quella eterna.

7 - Sia viva in noi la memoria degli Apostoli. Il servo dipenda volentieri dall'autorità

Se è viva in te la sua memoria, ascolta l'Apostolo: Infatti ciò che costituisce il momentaneo leggero peso della nostra tribolazione procura una quantità smisurata ed eterna di gloria a noi che non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili; infatti le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili, invece, sono eterne ( 2 Cor 4,17-18 )

In Pietro stesso, il corpo è durato poco e non vuoi che abbiano momentanea durata le costruzioni in pietra di Roma?

L'apostolo Pietro regna con il Signore, il corpo dell'apostolo Pietro è sepolto in un certo luogo: è una memoria che suscita amore per le cose eterne, non per lasciarti abbarbicare alla terra, ma perché il tuo pensiero sia rivolto, con l'Apostolo, al cielo.

Dammi retta, se sei fedele, fa' rivivere le memorie degli Apostoli, anche la memoria del Signore tuo Dio, che certo dimora già in cielo.

Ascolta dove ti fa rivolgere l'Apostolo: Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio, pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra.

Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio.

Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anche voi sarete manifestati con lui nella gloria. ( Col 3,1-4 )

In una sola parola ascolta questo: in alto il cuore.

Ti affliggi, dunque, e piangi perché sono crollati legni e pietre e perché i mortali sono morti?

Poniamo che sia morto uno che vivrà per sempre: ti affliggi perché sono crollati legni e pietre e perché i mortali sono morti?

Se hai il cuore in alto, dove hai il cuore?

Là che cosa è morto? Là che cosa è crollato?

Se hai il cuore in alto, dov'è il tuo tesoro ivi è il tuo cuore. ( Mt 6,21 )

La tua carne è in basso e, se la tua carne freme di spavento, il tuo cuore non si lasci turbare.

Ma tuttavia - tu dici - era contro la mia volontà.

Che cosa non volevi? Non volevo che Roma subisse tanti mali.

Che tu non volevi siamo disposti a compatirlo, ma tu non te la prendere con Dio per il fatto che voleva: tu sei uomo, egli è Dio.

Tu dici "non voglio" quando egli dice: voglio?

Egli non ti condanna per la tua volontà in contrario e tu bestemmi la volontà di lui?

Ma perché Dio ha voluto questo? Perché lo ha voluto?

Frattanto, diventato amico, consapevole del disegno del Signore Dio tuo, obbedisci al volere del Signore Dio tuo.

Quale servo può essere tanto superbo da dirgli: Perché? quando il Signore gli avrà ordinato che si faccia qualcosa?

Il Signore ha in sé il suo disegno: si disponga al rispetto se avrà ottenuto un risultato, se avrà operato bene, se, da servo, sarà diventato amico, come ha detto il Signore stesso: Non vi chiamo più servi, ma amici. ( Gv 15,15 )

Può darsi che giunga a comprendere il disegno del suo Signore: frattanto, prima che ne sia consapevole, dipenda volentieri dall'autorità.

8 - Se accetti ciò che Dio vuole, egli ti concederà ciò che vuoi

Senza dubbio, sin qui insegno la pazienza, non ancora la sapienza: sii paziente, è il Signore che lo vuole.

Vuoi sapere perché è volontà del Signore?

Rimanda ad altro tempo il desiderio di sapere, reprimi la fretta, procura di obbedire.

Vuole che tu accolga ciò che egli vuole: accetterai ciò che vuole e ti concederà ciò che vuoi.

E tuttavia, fratelli miei, oso dire che sarete ascoltati volentieri se già durate nell'impegno dei doveri prioritari dell'obbedienza, se già dimora in voi, soave e mite, la pazienza di accogliere la volontà divina, che non è soltanto soave: in realtà non tolleriamo quel che è soave, ma lo amiamo; sopportiamo le cose penose, abbiamo una lieta propensione per quel che è soave.

Guarda il tuo Signore, osserva il tuo capo, fa' attenzione all'esemplare della tua vita: osserva il Redentore tuo, il Pastore tuo.

Padre, se è possibile, passi da me questo calice. ( Mt 26,39 )

Come egli manifesta la volontà umana e, all'istante, muta la sua ripulsa in ubbidienza!

Non quello che voglio io, ma quello che tu vuoi, Padre. ( Mt 26,39 )

Ecco anche a Pietro così parlò: Quando sarai vecchio, un altro ti cingerà e ti condurrà dove tu non vuoi. ( Gv 21,18 )

Anche in Pietro fece rilevare la volontà umana nei confronti del timore della morte.

Forse che, poiché morì contro la sua volontà, ottenne il premio contro la sua volontà?

Così anche tu non volevi, che cosa?

Perdere il tuo patrimonio, che dovevi lasciare quaggiù?

Bada di non restartene con quanto è da lasciare.

Forse non volevi che tuo figlio morisse prima di te, non volevi che tua moglie morisse prima di te.

Infatti, anche se Roma non fosse stata espugnata, non doveva morire per primo qualcuno di voi?

Tu non volevi che tua moglie morisse prima di te; tua moglie non voleva che suo marito morisse prima di lei.

Dio avrebbe dovuto assecondare entrambi?

L'ordine sia in potere di colui che sa ordinare quanto ha creato: tu obbedisci alla sua volontà.

9 - Come rispondere alle accuse dei pagani

Mi è noto già quello che puoi andar dicendo interiormente: ecco, in epoca cristiana, Roma è nella desolazione, o anche, Roma è stata devastata, e data alle fiamme: perché in epoca cristiana?

Chi sei che parli in tal modo? Un cristiano.

Allora, se sei cristiano, rispondi tu a te stesso: perché Dio lo ha voluto.

Ma che dico al pagano? mi accusa.

Che ti dice? di che ti accusa?

Ecco, quando offrivamo sacrifici ai nostri dèi, Roma era sicura.

Al presente, poiché è diventato più importante e più frequente il sacrificio al vostro Dio - e sono impediti e vietati i sacrifici dei nostri dèi - ecco in quali sventure si trova Roma.

Intanto, rispondi brevemente per tenerti lontano da lui.

D'altronde, sia un'altra, quanto a te, la riflessione: non sei infatti chiamato a vincolarti alla terra, ma a guadagnare il cielo; non sei chiamato alla felicità terrena, ma a quella celeste; non ai successi momentanei e ad una prosperità effimera e transitoria, ma alla vita eterna con gli angeli.

Tuttavia, e a questo ricercatore della felicità edonistica, e a chi mormora contro il Dio vivente, a chi vuole asservirsi ai demoni, ai legni e alle pietre, rispondi subito.

Come fatto storico, questo è il terzo incendio della città di Roma; proprio come è contenuto nella loro storia, come si trova nei loro scritti, l'incendio della città di Roma, che ora si è verificato, è il terzo.

Questa che è stata data alle fiamme solo una volta nel corso dei sacrifici dei cristiani, già due volte è stata preda del fuoco al tempo dei sacrifici dei pagani.

Una volta fu incendiata dai Galli al punto che restò immune solo il colle Capitolino, una seconda volta da Nerone - non so se dirlo crudele o infrollito - anche allora Roma fu arsa dal fuoco.

Dette un ordine Nerone, imperatore di Roma stessa, servo degli idoli, uccisore degli Apostoli … dette un ordine e Roma fu incendiata.

Perché - voi pensate -, per quale ragione?

Un uomo posto in alto, superbo e rammollito si godette l'incendio di Roma.

Voglio vedere con i miei occhi - disse - come bruciò Troia.

Bruciò pertanto una, due, tre volte: che gusto prendi a mormorare contro Dio per quella che è solita bruciare?

10 - L'incendio di Roma fa piangere il pagano e fa riflettere il cristiano

Ma in essa - dicono - numerosissimi cristiani hanno sofferto molti mali.

Ti sfugge che è proprio dei cristiani tollerare i mali di questa vita e sperare i beni eterni?

Chiunque tu sei, pagano, hai di che piangere, perché hai perduto i beni temporali e non hai ancora scoperto i beni eterni.

Ha su che riflettere il cristiano: Considerate pienezza di gaudio, fratelli miei, il fatto di venirvi a trovare in prove di vario genere. ( Gc 1,2 )

Quando nel tempio ti sono state proclamate espressioni di questo genere: Gli dèi protettori di Roma non hanno ora apportato salvezza perché non ci sono, potevi dire: l'avessero salvata allora che vi si trovavano.

Quanto a noi, abbiamo fatto conoscere il nostro Dio verace: egli ha predetto tutte queste cose, avete letto, avete ascoltato; ma non so se l'avete ancora nella memoria, voi che vi fate turbare da tali espressioni.

Non avete ascoltato i Profeti, non avete ascoltato gli Apostoli, non avete ascoltato lo stesso Signore Gesù Cristo annunziare i mali futuri?

Quando invecchierà il mondo, quando si approssimerà la fine - avete ascoltato, fratelli, l'abbiamo ascoltato insieme - si avranno guerre, si verificheranno tumulti, ci saranno tribolazioni, la fame. ( Lc 21,9-11; Mc 13,7-8; Mt 24,7 )

Perché siamo in contraddizione con noi stessi al punto che, quando tali cose si leggono, vi prestiamo fede, quando si verificano, mormoriamo?

11 - Più grave la colpa del mondo, perché ha disprezzato l'annunzio del Vangelo

Molto più - essi dicono - molto più ora è nella desolazione il genere umano.

Frattanto, esaminata la storia trascorsa, salva la ricerca, non so se sia il caso di dire "di più"; ma, ammettendo che sia di più, credo che ce ne sia la ragione.

Il Signore stesso risolve il problema.

Al presente il mondo è in più grave desolazione, è ancor più tribolato; dice: perché è più sconvolto ora che in ogni luogo è annunziato il Vangelo?

Tu rilevi con quanta diffusione viene predicato il Vangelo e non fai attenzione a quanto l'empietà ne fa oggetto di disprezzo.

Ora, fratelli, lasciamo per un poco fuori discussione i pagani e torniamo a noi.

Il Vangelo è annunziato, il mondo intero ne è pieno.

Prima che il Vangelo venisse annunziato, non si conosceva la volontà di Dio, con la predicazione del Vangelo, la volontà di Dio è diventata palese.

Nella predicazione del Vangelo ci è stato detto che cosa dobbiamo amare, che cosa disprezzare, che fare e che evitare, in che sperare: noi abbiamo ascoltato tutte queste cose; in ogni parte del mondo è conosciuta la volontà di Dio.

Considera il mondo quale servo e fa' attenzione al Vangelo.

Ascolta la voce del Signore; questo servo è il mondo: Il servo che non conosce la volontà del suo padrone e non agisce bene, riceverà poche percosse. ( Lc 12,48 )

Servo il mondo: servo, perché il mondo è stato creato per mezzo di lui, e il mondo non lo riconobbe. ( Lc 12,47 )

Un servo che non conosce la volontà del suo padrone: ecco che cos'era prima il mondo.

Il servo che non conosce la volontà del suo padrone e non agisce bene riceverà poche percosse.

Ma il servo che conosce la volontà del suo padrone.

Ecco qual è attualmente il mondo: ora, dite a voi il resto, anzi, lo diciamo a noi: Il servo che conosce la volontà del suo padrone, e non agisce bene, riceverà molte percosse.

E voglia il cielo ne riceva molte volte e non una volta sia condannato!

Perché rifiuti le molte percosse, o servo consapevole della volontà del tuo Signore, e agisci in modo da meritare le percosse?

Ti si dice - ecco un espresso volere del tuo Signore -: Accumulatevi un tesoro nel cielo, dove né tignola, né ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. ( Mt 6,20 )

Tu sulla terra, egli in cielo, che ti dice: affida a me, ivi avrai un tesoro, dove sono io il custode, fatti precedere: a che scopo conservi?

Quanto custodisce il Cristo, lo porta forse via il Goto?

Tu, al contrario, naturalmente più prudente e più saggio del tuo Signore, non vuoi fare altro che accumulare sulla terra.

Ma tu hai conosciuto la volontà del tuo Signore, egli vuole che tu accumuli in alto: accumulando sulla terra, disponiti perciò alle molte percosse.

Ecco, sai la volontà del tuo Signore, il quale vuole che tu accumuli in cielo.

Tu accumuli sulla terra, fai opere degne di percosse, e, quando vieni percosso, bestemmi, mormori e dici che quanto il Signore ti fa capitare non doveva accadere.

E quanto fai tu, servo cattivo, si doveva verificare questo?

12 - Pietro non morì per salvare i teatri. Meglio essere percosso ora che condannato poi

Almeno mantieniti fermo in questa posizione: non mormorare, non bestemmiare; piuttosto loda il tuo Dio che ti rimprovera; loda perché ti corregge allo scopo di consolarti: Perché il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio. ( Eb 12,6 )

Tu, esigente figlio del Signore, vuoi essere riconosciuto e non vuoi essere sferzato; che egli giunga persino a mentire perché tu te la passi liscia.

Dunque, tenendo conto della memoria degli Apostoli, per la quale ti si prepara il cielo, doveva conservarti per sempre sulla terra i teatri degli insensati?

Per questo Pietro morì e fu sepolto, perché non cada pietra dal teatro?

Dio fa cadere i trastulli dalle mani dei ragazzi disobbedienti.

Fratelli, vediamo di far meno peccati e mormorazioni; prendiamo in odio le nostre cattiverie e il nostro mormorare; adiriamoci con noi stessi, non con Dio.

Adiratevi, in una parola adiratevi; ma a che scopo? E non peccate. ( Sal 4,5 )

A questo fine adiratevi: per non peccare.

E infatti, ogni uomo che si pente se la prende con se stesso: il penitente si adira contro di sé.

Vuoi dunque che Dio ti perdoni?

Non essere indulgente verso te stesso; poiché, se da parte tua ti risparmi, egli non ti risparmierà; perché, se persino Dio dovesse risparmiarti, tu sei perduto.

Tu non sai, misero, dove ti porta il tuo desiderio, a perderti.

Come infatti temi che è stato scritto: Sferza chiunque riconosce come figlio, così temi l'altra espressione: Il peccatore ha provocato l'ira del Signore.

Come sai, così per dire, come sai che il peccatore ha provocato l'ira del Signore?

Ho visto felice il peccatore, l'ho visto commettere il male ogni giorno, ma non subire alcun castigo, bestemmiava anzi contro lo Spirito Santo: ne ho provato orrore, ne ho sofferto.

Il peccatore ha provocato l'ira del Signore; questo peccatore, costui che ha commesso tanto male, e non subisce alcun male, ha sdegnato il Signore, ha provocato il Signore: Nell'eccesso della sua ira non ne chiederà conto.

Questa la conseguenza: Il peccatore ha sdegnato il Signore, nell'eccesso della sua ira non ne chiederà conto. ( Sal 9,4 )

Perciò non ne chiederà conto, perché molto adirato: colui che priva della correzione, si dispone a condannare.

Non ne chiederà conto: infatti, se ne chiedesse conto, userebbe la sferza; se percuotesse, correggerebbe.

Ma ora è molto sdegnato, è molto adirato con i malvagi felici: non siatene gelosi, non desiderate diventare come loro.

È meglio essere percossi che essere condannati.

13 - Ama Dio chi ne cura gli interessi

Il Signore, quindi, in tanto ci ha affidato le sue pecore, in quanto le ha affidate a Pietro, se è pure vero che da una qualche regione, magari estrema, siamo degni di ripercorrere le orme di Pietro, se è pur vero che lo possiamo, il Signore ci ha affidato le sue pecore.

Voi siete sue pecore, noi siamo pecore insieme a voi, perché siamo cristiani.

L'ho detto adesso: siamo condotti al pascolo e al pascolo conduciamo.

Amate Dio così che Dio vi ami; e non potete dimostrare quanto sia il vostro amore verso Dio, se non quanto avrete mostrato di amare gli interessi di Dio.

Che cosa puoi accordare a Dio, uomo scaltro?

Che cosa puoi procurare a Dio?

Ciò che dava anche Pietro, questo il tutto: Pasci le mie pecore.

Che accordi a Dio? Che sia più grande? Che sia più buono?

Che sia più ricco? Che abbia maggior onore? Chiunque tu sarai, egli sarà colui che era.

Quindi, vigila su te stesso se tu non debba accordare al prossimo quel che può riguardare Dio.

Ogni volta che avete fatto qualcosa ad uno solo dei miei più piccoli, l'avete fatto a me. ( Mt 25,40 )

Perciò, se ti si comanda di dividere il pane con chi ha fame, devi tu chiudere la porta della chiesa a chi bussa?

14 - Ag. biasima coloro che hanno scacciato un donatista pentito. Non si può giudicare l'animo di un uomo

Perché ho detto questo?

Ci ha procurato dolore il fatto che, mentre non eravamo presenti, un uomo - che aveva rotto con i Donatisti e si ripresentava alla Chiesa e si confessava colpevole di un secondo battesimo - mentre dal vescovo veniva esortato a penitenza, è stato respinto perché alcuni fratelli hanno protestato contro di lui.

È alla Carità vostra che mi rivolgo, ci sentiamo contorcere le viscere; lo vogliamo dire e ripetere: non ci è piaciuto uno zelo di tal genere.

Comprendo che hanno agito per zelo verso Dio: sono convinto, non dubito che abbiano agito per zelo verso Dio; ma devono aver presente anche quella testimonianza dell'apostolo Paolo, come egli compianga anche coloro che hanno zelo per Dio, ma non secondo una retta conoscenza. ( Rm 10,2 )

Ecco che oggi è stato respinto, domani potrà morire: chi è chiamato a rendere conto?

Tu dirai: ma finge. Io ti rispondo: ma chiede lo dimostro che chiede: tu spiega che finge.

Cristiano, ora desidero che tu faccia capire anche a me come sai che finge?

Perché teme per i suoi beni.

Siamo venuti a conoscere che molti hanno avuto timore per i loro beni, perciò sono diventati cattolici: ma, appena liberi, alcuni tornarono a quelli, altri però sono rimasti.

Finché non sono entrati, hanno trepidato per i loro beni; e, una volta entrati, imparando a conoscere, sono rimasti.

Or dunque, come fai a sapere se costui che teme per le sue robe sarà del numero di quelli che sono stati scoperti finti, soprattutto con il progredire di tanta luce di verità, di tanta prova di falsità?

Che vuoi giudicare dell'animo, tu che sei uomo?

Per questo abbiamo sudato, per questo ci siamo affaticati, per questo la verità è dimostrata invincibile, perché sia ostile a chi è in ricerca?

Abbiamo faticato perché la verità avesse piena evidenza e per mettere a nudo la falsità.

È stato fatto con l'aiuto del Signore.

Forse, dinanzi a quanto è stato fatto, in seguito a qualche riflessione, è diventato diverso.

Perché vuoi giudicare l'intenzione?

Io lo vedo chiedere tu lo accusi di finzione?

Cristiano, riconosci ciò che vedi, rimetti a Dio ciò che non vedi.

Dico in breve alla Carità vostra che dal Signore stesso abbiamo ricevuto l'ordine di pascere le sue pecore; sappiamo anche che cosa dice delle pecore per mezzo di Ezechiele: ( Ez 34,20ss ) la pecora non spinga l'altra pecora, la pecora non cozzi contro l'altra pecora, la forte non cacci via quella debole.

Fa' attenzione a quel che dice l'Apostolo: Correggete gli indisciplinati, confortate i pusillanimi, sostenete i deboli.

Correggete gli indisciplinati: questo si faccia.

Confortate i pusillanimi: questo si faccia.

Sostenete i deboli: questo si faccia.

Siate pazienti con tutti: questo si faccia.

Guardatevi dal rendere male per male ad alcuno: ( 1 Ts 5,14-15 ) questo si faccia.

Tante sono le opere che dice di fare: tra esse, non facciamo caso che al 'correggete gli indisciplinati'.

Fate attenzione: Correggete gli indisciplinati.

Contate: Confortate ipusillanimi, sostenete i deboli, siate pazienti con tutti, guardatevi dal rendere male per male.

Niente altro tu noti che 'correggete gli indisciplinati'.

Bada a che indisciplinato non sia tu, in modo da non giungere - il che anzi è peggio - e a voler essere indisciplinato e a non volere la correzione.

Vi preghiamo in nome di Cristo, vi scongiuriamo di non vanificare il nostro lavoro.

Credete forse che abbiamo di che essere contenti per aver vinto la falsità?

Immancabilmente la vittoria è dalla parte della verità.

Che siamo noi? È stata vinta la falsità, da tempo è stata vinta, ma siano rese grazie a Dio perché è stata vinta apertamente e resa nota agli uomini.

La cura è stata sovrabbondante, perché trova impedimento il frutto?

15 - Il convertito dall'eresia dev'essere benevolmente accolto

Del resto, fratelli, non avvengano di queste cose: nessuno ami la Chiesa da essere geloso dei suoi guadagni.

Tre o quattro giorni fa è avvenuto ciò che dico; e presso tutti non è stata debole la risonanza del fatto che i Donatisti sono respinti quando si presentano alla Chiesa.

Pensate che non è stato niente di male che questo sia giunto all'orecchio di tutti?

Raccomando che questa parola abbia oggi ad avere ripercussione tale che questa ragione dal giusto accento valga a disperdere quella che è stata una stonatura.

Mettetevi all'opera; questo abbiamo asserito, questo annunziamo apertamente.

Quanti non sono stati ancora cattolici, vengano e siano ricevuti come di consueto.

Quanti, invece, sono stati cattolici in precedenza e sono stati visti malsicuri, e trovati volubili e deboli, e scoperti perfidi - sono indulgente? veramente perfidi - forse proprio quelli che sono stati perfidi saranno fedeli: vengano e siano anch'essi ammessi a penitenza.

Né si illudano per il fatto che, passando nella setta di Donato, vi fecero penitenza.

Quella è stata una penitenza a sconfessione di un retto agire: si faccia la vera penitenza a espiazione di un perverso operare.

Quando fecero penitenza nella setta di Donato, ci fu pentimento per aver agito bene: facciano ora penitenza di ciò che hanno fatto di male.

Voi avete timore che giungano a disprezzare le cose sante dal momento che sono stati scoperti perfidi?

Ecco, si viene incontro anche a questo vostro timore: vengono dimessi in condizione di penitenti; quando, senza la costrizione di alcuno, senza timore di alcuno, avranno voluto riconciliarsi, saranno in penitenza.

È vero che il penitente cattolico non è più sottoposto alle sanzioni delle leggi, ma si decise alla riconciliazione quando ancora nessuno incuteva timore: credi almeno alla volontà di allora.

Supponi che sia stato costretto ad essere cattolico: sarà penitente.

Chi lo costringe a chiedere di riconciliarsi se non la propria volontà?

Provvisoriamente apriamoci alla debolezza dell'uomo, per poter avere in seguito la prova della sua volontà.

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