Discorsi sui tempi Liturgici

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Epifania del Signore

1 - L'istituzione della festa dell'Epifania
2 - L'umiltà dei Gentili
3 - I magi figura della salvezza dei popoli

1 - L'istituzione della festa dell'Epifania

"Epifania" è una parola della lingua greca che in latino si può tradurre con "manifestazione".

Il Redentore di tutti i popoli, manifestandosi in questo giorno, lo ha reso giorno di grande festa per tutti i popoli.

Alcuni giorni fa abbiamo celebrato la sua nascita; oggi celebriamo la sua manifestazione.

Secondo la tradizione il Signore nostro Gesù Cristo, nato dodici giorni fa, quest'oggi è stato adorato dai magi.

Che il fatto sia veramente accaduto ce lo garantisce la veracità del Vangelo, che sia accaduto oggi ce lo suggerisce a gran voce l'importanza che dappertutto ha preso questa famosa festa.

Quei magi per primi tra i pagani hanno conosciuto il Cristo Signore e benché non ancora trascinati dalla sua parola, hanno seguito la stella che era loro apparsa e che rendendosi visibile aveva loro parlato al posto del Verbo che era bambino, come fosse la lingua del cielo. ( Mt 2,1-12 )

Per questo è parso opportuno - e lo è senz'altro - che i popoli con gratitudine ricordassero il giorno della salvezza delle proprie primizie e lo dedicassero con devota solennità al Cristo Signore per ringraziarlo.

Le primizie dei Giudei alla fede e alla conoscenza di Cristo sono stati quei pastori che nello stesso giorno della sua nascita lo videro, accorrendo a lui dai dintorni.

Ai pastori lo annunziarono gli angeli, ai magi la stella.

Ai pastori fu detto: Gloria a Dio nell'alto dei cieli, ( Lc 2,14 ) nei magi si adempì la Scrittura: I cieli narrano la gloria di Dio. ( Sal 19,2 )

Ambedue, come gli inizi di due pareti provenienti da direzioni diverse, dalla circoncisione e dalla incirconcisione, corsero verso la pietra angolare: perché fosse pace fra di loro, facendo delle due una cosa sola. ( Ef 2,11-22 )

2 - L'umiltà dei Gentili

Nondimeno i pastori lodarono Dio perché avevano visto il Cristo, ( Lc 2,20 ) i magi invece adorarono Cristo che avevano veduto.

Nei primi la grazia è intervenuta prima; nei secondi l'umiltà è stata maggiore.

Forse quei pastori esultavano più gioiosamente per la salvezza che per la cosa in se stessa; i magi invece, onerati da molti peccati, cercavano più umilmente il perdono.

È la stessa umiltà che la divina Scrittura riconosce più in quelli che provengono dai pagani che nei Giudei.

Dai pagani veniva infatti quel centurione che, pur avendo accolto il Signore di tutto cuore, proclamò di essere indegno che lui entrasse nella sua casa e non pretese che vedesse il suo familiare malato; ma gli bastò che comandasse che fosse guarito. ( Mt 8,5-10 )

Così aveva accolto interiormente nel cuore colui di cui declinava, pieno di rispetto, la presenza nella sua casa.

Tanto che il Signore disse: Non ho trovato tanta fede in Israele. ( Mt 8,10 )

Veniva dai pagani anche quella cananea che, dopo aver udito dal Signore che era paragonata ad un cane e che non era degna di ricevere il pane riservato ai figli, supplicò di ricevere le briciole come un cane.

E perciò meritò di non essere più trattata come un cane, perché non negò ciò che era stata.

E così anch'essa udì dal Signore queste parole: O donna, grande è la tua fede. ( Mt 15,21-28 )

L'umiltà fece diventare grande in lei la fede, perché aveva fatto se stessa piccola.

3 - I magi figura della salvezza dei popoli

I pastori vengono dunque dai dintorni per vederlo, i magi vengono da lontano per adorarlo.

Questa è l'umiltà per cui l'oleastro meritò che venisse innestato nell'olivo domestico, ( Rm 11,17 ) e che producesse oliva contro la sua natura, perché con la grazia meritò di cambiare natura.

Infatti essendo tutto il mondo diventato selvatico e amarognolo per questo oleastro selvatico, in grazia dell'innesto è divenuto abbondantemente fruttifero.

Vengono infatti dalle estremità della terra dicendo, come scrive Geremia: Veramente i nostri padri adorarono menzogne. ( Ger 16,19 )

E vengono non da una parte soltanto del mondo ma, come dice il Vangelo di Luca, dall'Oriente, dall'Occidente, dal Settentrione e dal Meridione, ( Lc 13,29 ) per assidersi a mensa con Abramo e Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli. ( Mt 8,11-12 )

Così tutto il mondo, dalle quattro parti, è chiamato alla fede per grazia della Trinità.

In base a questo numero - quattro per tre - è fissato il numero dodici degli Apostoli, che prefigura la salvezza del mondo intero, dalle quattro parti della terra, per grazia della Trinità.

Anche quella tovaglia che fu mostrata a Pietro piena di ogni specie di animali - come fosse piena di tutti i popoli - indica quel numero dodici. ( At 10,11 )

Infatti, sospesa ai quattro capi, per tre volte fu calata dal cielo e poi fu riportata in alto; ( At 10,16 ) di modo che i quattro capi per tre volte fanno dodici.

Per questo forse dodici giorni dopo la nascita del Signore i magi, primizie dei pagani, vennero per vedere e adorare Cristo e meritarono non solo di ricevere la propria salvezza ma di simboleggiare anche la salvezza di tutti i pagani.

Celebriamo dunque con molta devozione anche questo giorno e adoriamo, ora dimorante nel cielo, il Signore Gesù che quelle nostre primizie adorarono mentre era adagiato nella capanna.

Essi venerarono in lui ciò che sarebbe avvenuto, noi veneriamo ciò che già si è compiuto.

Le primizie dei popoli adorarono un bambino che succhiava dal seno della madre; ora i popoli adorano colui che siede alla destra di Dio Padre.

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