Discorsi sul Vecchio Testamento

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Discorso tenuto nella basilica di S. Cipriano

Il 27 maggio sul versetto del Salmo: "Istruitevi, voi che giudicate la terra"

1 - Che significa "giudicare la terra"
2 - Essere lieti nel Signore
3 - Dio nell'operare in noi non ci toglie la libertà
4 - I giudici abbiano il timor di Dio
5 - La misericordia di Gesù verso l'adultera
6 - Agire sempre rettamente
7 - Il giudice prima di giudicare gli altri giudichi se stesso
8 - Fatti temere ma ama
9 - Chi corregge è misericordioso

1 - Che significa "giudicare la terra"

Istruitevi, voi tutti che giudicate la terra. ( Sal 2,10 )

Giudicare la terra significa domare il corpo.

Ascoltiamo l'Apostolo che giudica la terra: Faccio del pugilato - dice - ma non come uno che dà colpi nell'aria: bensì tratto duramente il mio corpo e lo riduco schiavo, affinché dopo aver predicato agli altri, non rimanga io squalificato. ( 1 Cor 9,26-27 )

Pertanto tu, terra, ascolta la terra che giudica, e giudica la terra affinché non sia terra.

Se infatti giudicherai la terra, sarai cielo e narrerai la gloria del Signore che si è realizzata in te.

I cieli infatti narrano la gloria di Dio. ( Sal 19,2 )

Se invece non giudicherai la terra, sarai terra.

E se sarai terra, farai parte di colui al quale fu detto: Mangerai la terra. ( Gen 3,14 )

Ascoltino pertanto i giudici della terra.

Trattino duramente il loro corpo, frenino le passioni, amino la sapienza, vincano la concupiscenza.

E si istruiscano perché facciano questo.

2 - Essere lieti nel Signore

Questo è il compendio di tutta l'esortazione: Servite il Signore con timore ed esultate in lui con tremore, ( Sal 2,11 ) esultare in lui, non in se stessi: in lui dal quale proviene il fatto che sei, il fatto che sei uomo, il fatto che sei giusto, se giusto lo sei.

Se invece credi che da lui proviene il fatto che sei uomo, ma da te il fatto che sei giusto, non servi il Signore con timore né esulti in lui con tremore, ma esulti in te stesso con presunzione.

E che cosa ti accadrà se non ciò che segue nel salmo: Che il Signore non si sdegni e vi perdiate dalla retta via? ( Sal 2,12 )

Non ha detto: "Che il Signore non si sdegni e non entriate nella retta via", ma: Vi perdiate dalla retta via.

Ti sembra di essere giusto per il fatto che non rubi la roba altrui, non commetti adulterio, non commetti omicidi, non testimoni il falso a danno del prossimo, rispetti il padre e la madre, adori l'unico Dio, non servi agli idoli e ai demoni.

Ti smarrirai da questa via, se presumi di aggiudicare a te queste cose, se credi che provengano da te stesso.

Gli infedeli infatti non entrano affatto nella retta via; i superbi invece deviano dalla retta via.

Che cosa dice il salmo? Istruitevi voi che giudicate la terra. ( Sal 2,10 )

E perché non attribuiate a voi stessi le forze e la capacità con la quale giudicate la terra, e non crediate che vi provenga da voi stessi, aggiunge: Servite il Signore con timore ed esultate, non in voi con presunzione, ma in lui con tremore: che il Signore non si sdegni e deviate dalla retta via, quando ad un tratto divamperà la sua ira.

Che cosa dobbiamo fare per non deviare dalla retta via?

Beati coloro che confidano in lui. ( Sal 2,12 )

Se sono beati coloro che confidano in lui, sono sventurati coloro che confidano in se stessi.

Maledetto infatti è ogni uomo che ripone la sua speranza nell'uomo, ( Ger 17,5 ) quindi neanche in te, perché anche tu sei uomo.

Se riponi la tua speranza in un altro uomo, sei umile inutilmente.

Se invece riponi la tua speranza in te stesso, sei superbo, e ciò con tuo pericolo.

Ma che cosa importa? Ambedue i casi sono per te dannosi, nessuno dei due devi scegliere.

Chi è umile inutilmente non viene esaltato, chi è a proprio rischio superbo si perde.

3 - Dio nell'operare in noi non ci toglie la libertà

Infine, fratelli, già sapete che le parole: Servite il Signore con timore ed esultate in lui con tremore sono state dette per confutare ed eliminare l'idea che ciascuno possa confidare in se stesso.

Ascoltate l'Apostolo che dice queste stesse parole e che spiega perché sia stata detta questa frase.

Queste le parole dell'Apostolo: Attendete alla vostra propria salvezza con timore e tremore. ( Fil 2,12 )

[ Mi potresti obiettare ]: In che senso debbo attendere a questa salvezza con timore e tremore, dal momento che è in mia facoltà attendere alla mia salvezza?

Vuoi sapere perché devi attendere alla tua salvezza con timore e tremore?

È Dio infatti che opera in voi, ( Fil 2,13 ) perciò: con timore e tremore.

Perché ciò che ottiene l'umile, il superbo lo perde.

Se è Dio che opera in voi, perché è stato detto: Attendete alta vostra propria salvezza?

Perché Dio opera in noi in maniera però che anche noi dobbiamo operare.

Sii il mio aiuto: ( Sal 27,9 ) significa che l'uomo deve anche operare, mentre invoca l'aiuto.

"Ma la buona volontà - dice - è mia". L'ammetto, è tua.

Ma anche se è tua, chi te l'ha data? da chi è spinta?

Non ascoltare le mie parole, interroga l'Apostolo: È Dio infatti - dice - che opera in voi il volere, che opera - ripeto - il volere, e l'operare, conforme alla buona volontà. ( Fil 2,13 )

Che cosa ti arrogavi allora? Perché andavi superbo, con la conseguenza di perderti?

Ritorna al tuo cuore, riconosciti cattivo e invoca colui che è buono perché anche tu diventi buono.

In te niente piace a Dio se non quanto proviene da Dio; ciò che proviene da te dispiace a Dio.

Se rifletti sulle cose buone che hai, che cos'hai che non l'abbia ricevuto? e se l'hai ricevuto, perché te ne vanti come se non l'avessi ricevuto? ( 1 Cor 4,7 )

È uno solo colui che non conosce se non il dare.

Non può avere un benefattore colui che non ha nessuno migliore di sé.

Per cui se tu sei inferiore, anzi proprio perché sei inferiore, rallegrati per il fatto che sei stato creato a sua immagine, ( Gen 1,26-27 ) per ritrovarti in lui, tu che in te ti eri perduto.

In te non hai potuto che perderti; non sapresti ritrovarti, se colui che ti ha fatto non ti cercasse.

4 - I giudici abbiano il timor di Dio

Rivolgiamo la parola anche a coloro che, secondo il modo, ovvio e abituale fra la gente, d'intendere la frase, giudicano la terra.

Giudicano la terra i re, i capi, i principi, i giudici.

Ciascuno secondo l'ufficio che ha assunto nella società umana, giudica la terra.

Che cosa significa la frase: " Giudica la terra " se non: "Giudica gli uomini che sono sulla terra"?

Infatti se per terra intendi propriamente soltanto quella che calpesti, agli agricoltori sarebbe stato detto: Voi che giudicate la terra. ( Sal 2,10 )

Ancora, se i re e quanti, sottomessi ai re, ricevono dagli stessi re il potere, giudicano la terra, vengano istruiti anche costoro, perché è terra che giudica la terra; e la terra che giudica la terra deve temere colui che è in cielo.

Giudica infatti un suo pari, un uomo un altro uomo, un mortale un altro mortale, un peccatore un altro peccatore.

Se si ponesse avanti quella frase del Signore: Chi è senza peccato le scagli per primo la pietra, ( Gv 8,7 ) non succederebbe un terremoto per chiunque giudica la terra?

Riflettiamo su quel brano del Vangelo. ( Gv 8,3-11 )

I farisei per mettere alla prova il Signore condussero davanti a lui una donna sorpresa in flagrante adulterio.

La pena per tale peccato era stata stabilita dalla legge, dalla legge cioè data tramite Mosè, servo di Dio. ( Lv 20,10 )

Con questo dilemma insidioso e fraudolento i farisei si rivolsero al Signore: se egli avesse comandato che la donna accusata venisse lapidata, sarebbe andato contro la misericordia.

Se invece avesse comandato quanto la legge proibiva, sarebbe stato accusato di aver mancato alla legge.

Alla stessa maniera, quando lo interrogarono sul tributo da pagare a Cesare, li tacitò con la sua parola, interrogandoli a sua volta di chi fosse la moneta che gli era stata presentata, di chi avesse l'effigie e l'iscrizione. ( Lc 20,20-26 )

Coloro che l'avevano interrogato gli risposero che nella moneta c'era l'effigie di Cesare, ed egli riprese a dir loro in base alla loro risposta: Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio, ( Lc 20,25 ) per insegnar loro che bisogna rendere a Dio l'immagine di Dio impressa nell'uomo, come bisognava consegnare a Cesare la sua effigie impressa nella moneta.

Alla stessa maniera nel caso dell'adultera interrogò i suoi interrogatori, e così giudicò i suoi giudici.

"Non proibisco - disse - di lapidare la donna che la legge comanda di lapidare, ma chiedo chi deve lapidarla.

Non mi oppongo alla legge, ma cerco un esecutore della legge".

Per finire, ascoltate: "Volete lapidarla secondo la legge? Chi è senza peccato, scagli per primo la pietra". ( Gv 8,7 )

5 - La misericordia di Gesù verso l'adultera

Mentre ascoltava le loro parole, scriveva con il dito per terra ( Gv 8,6 ) per ammaestrare la terra.

Nel dire invece quelle cose ai farisei, alzò gli occhi, mirò la terra e la fece tremare.

Quindi, dopo aver parlato, ritornò a scrivere per terra. ( Gv 8,8 )

Ma quelli, confusi e tremanti, se ne andarono uno dopo l'altro. ( Gv 8,9 )

O terremoto, ove la terra si è talmente mossa da cambiare anche luogo!

Partiti costoro rimase la peccatrice con il Salvatore.

Rimase l'ammalata con il medico.

Rimase la misera con la misericordia.

E fissando la donna le disse: Nessuno ti ha condannata? ( Gv 8,10 )

E quella: Nessuno, Signore. ( Gv 8,11 )

Ma ancora era sconvolta.

I peccatori non hanno osato condannarla, non hanno osato lapidare la peccatrice perché, esaminandosi, si ritrovarono simili a lei.

Ma la donna ancora era in grave pericolo perché le era rimasto quel giudice che era senza peccato. ( 1 Pt 2,22 )

Nessuno - disse - ti ha condannata? E lei: Nessuno, Signore: se neanche tu mi condanni, sono salva.

A questa silenziosa angoscia il Signore rispose forte: Neanche io ti condanno. ( Gv 8,11 )

Neanche io, benché sia senza peccato, neanche io ti condanno.

La coscienza ha trattenuto quelli dalla vendetta, la misericordia spinge me a venirti in aiuto.

6 - Agire sempre rettamente

Fate attenzione a queste cose e istruitevi, voi tutti che giudicate la terra. ( Sal 2,10 )

Tutti, perché così bisogna intendere anche di coloro dei quali l'Apostolo dice: Ognuno sia soggetto alle autorità superiori; poiché non c'è autorità che non venga da Dio, e quelle che esistono sono costituite da Dio.

Perciò chi si oppone all'autorità resiste all'ordine stabilito da Dio. ( Rm 13,1-2 )

I magistrati non sono di timore per le buone azioni, ma per le cattive.

Vuoi tu non aver timore dell'autorità? Diportati bene e riceverai l'approvazione da parte sua. ( Rm 13,3 )

Anche se non da essa, tuttavia sempre da parte sua.

O infatti agisci rettamente e l'autorità, se è giusta, ti loderà; oppure, se hai agito rettamente, anche se l'autorità, ingiusta, ti condannasse, Dio giusto ti premierà.

E per questo tu mantieniti giusto, per questo tu vivi rettamente; sia che l'autorità ti condanni, sia che ti assolva, avrai approvazione da parte sua.

Il beato che ha effuso proprio in questo luogo il suo sangue non ricavò la gloria dalla stessa autorità, ancor prima che sembrasse venir da essa giudicato?

Confessò, perseverò nella fede, non temette la morte, versò il sangue, vinse il diavolo.

7 - Il giudice prima di giudicare gli altri giudichi se stesso

Perché non facciate parte dell'autorità ingiusta, voi tutti uomini che volete avere sotto il vostro potere altri uomini, istruitevi per non giudicare male e così vi perdiate nella vostra anima prima ancora di condannare qualcuno nel corpo.

Se vuoi essere giudice, non puoi diventarlo con ricompense o con denaro.

Non ancora però ti rimprovero.

Forse desideri essere utile agli altri nelle varie situazioni umane e compri per essere utile.

Per servire la giustizia non lesini il denaro.

Prima sii giudice dentro di te a tuo favore.

Prima giudica te stesso perché, tranquillo nel segreto della coscienza, possa occuparti dell'altro.

Ritorna in te stesso, bada a te, esaminati, ascoltati.

Lì voglio trovarti giudice giusto, dove non cerchi testimoni.

Vuoi procedere con autorità perché uno ti dica nei confronti di un altro quanto tu non sai.

Prima giudica il tuo intimo.

Non ti ha detto niente la tua coscienza nei tuoi confronti? Se non vuoi negarlo, ha detto, sì, qualcosa.

Non voglio sapere ciò che ha detto, giudica tu stesso che hai ascoltato.

Ti ha detto nei tuoi confronti ciò che hai fatto, ciò che hai ricevuto, ciò in cui hai peccato.

Vorrei conoscere quale sentenza hai emesso.

Se hai ascoltato bene, se hai ascoltato rettamente, se nell'ascoltarti sei stato giusto, se sei salito al tribunale della tua coscienza, se davanti a te stesso ti sei sospeso al cavalletto del cuore, se ti sei servito dei severi carnefici del timore: hai ascoltato bene se così hai ascoltato, e senza dubbio hai punito il peccato pentendoti.

Ecco: hai discusso la causa, hai ascoltato, hai condannato.

E tuttavia ti sei risparmiato.

Alla stessa maniera ascolta anche il tuo prossimo, se ti istruisci come raccomanda il salmo: Istruitevi, voi che giudicate la terra. ( Sal 2,10 )

8 - Fatti temere ma ama

Se ascolti il tuo prossimo come ascolti te stesso, perseguiterai i peccati, risparmiando il peccatore.

E se qualcuno, non curandosi del timore di Dio, fosse insensibile nel correggersi dai peccati, tu questo [ atteggiamento ] perseguiterai, questo tenterai di correggere, questo con ogni sforzo vorrai distruggere ed eliminare affinché, condannato il peccato, l'uomo si salvi.

Sono due nomi: uomo e peccatore.

L'uomo l'ha fatto Dio, peccatore si è fatto l'uomo stesso.

Venga distrutto ciò che ha fatto l'uomo, venga liberato ciò che ha fatto Dio.

[ Nel condannare ] non arrivare fino alla morte, perché mentre punisci il peccato, non faccia perire anche l'uomo.

Non arrivare fino alla morte perché, se qualcuno si pentisse, non venga ucciso l'uomo perché ci sia chi si penta; non venga ucciso l'uomo perché ci sia chi si corregga.

Sii giudice della terra ritenendo però nel cuore, tu uomo, questo amore per gli uomini.

Compiaciti di spaventare, ma ama.

Se vuoi mostrarti severo, siilo verso i peccati, non verso l'uomo.

Inserisci in ciò che anche in te ti dispiace, non infierire nell'uomo che è stato fatto come te.

Provenite da un'unica fabbrica, avete avuto un unico artefice, lo stesso fango è la vostra materia prima.

Che cosa perdi non amando colui che giudichi?

In effetti perdi la giustizia non amando colui che giudichi. Certo, vengano inflitte le pene.

Non lo respingo, non lo proibisco; però con la disposizione di uno che ama, con la disposizione di uno che vuol bene, con la disposizione di uno che corregge.

9 - Chi corregge è misericordioso

Tu infatti istruisci tuo figlio. E anzitutto fai in modo che, per quanto è possibile, venga istruito nel sentimento del pudore e nella nobiltà d'animo, si vergogni di offendere il padre, ma non lo tema come un giudice severo.

E desideri di avere un tale figlio.

Ma se per caso disprezzasse queste cose, usi anche i colpi di frusta, dai la punizione, imponi il dolore, ma persegui la sua salvezza.

Molti sono stati condotti sulla retta via con l'amore, molti con il timore, ma attraverso la paura del timore pervennero all'amore.

Istruitevi, voi che giudicate la terra. ( Sal 2,10 )

Amate e giudicate. L'innocenza non va cercata a scapito della correzione.

Sta scritto: Chi disprezza la correzione è infelice. ( Sap 3,11 )

Si può rettamente aggiungere a questa massima: come chi disprezza la correzione è infelice, così chi ricusa di dare la correzione è crudele.

Ho osato dire qualcosa, fratelli miei, che però sono costretto ad esporvi in maniera alquanto più completa, perché l'argomento è poco chiaro.

Ripeto quanto ho detto: Chi disprezza la correzione è infelice.

Questo è chiaro. Chi ricusa di dare la correzione è crudele.

Sono convinto senz'altro, sono convinto, e lo dimostro, che chi ferisce è misericordioso, chi risparmia è crudele.

Vi pongo un esempio dinanzi agli occhi.

Come provo che è misericordioso chi ferisce?

Mi riferisco all'esempio di un padre e del [ suo ] figlio, non ad altri.

Il padre anche quando ferisce ama.

E non vuole che il figlio perisca.

Non bada al suo sentimento paterno, pensa a ciò che è utile [ al figlio ].

Perché? Perché è padre, perché prepara l'erede, perché educa il suo successore.

Ecco: colpendo, il padre si mostra buono, colpendo si mostra misericordioso.

Portami l'esempio di un uomo che risparmiando è crudele.

Non mi allontano da quelle persone, vi pongo le stesse davanti agli occhi.

Se il figlio, che è inesperto e non viene corretto, vive in maniera da perire, e se il padre fa finta di niente, se il padre lascia correre, se il padre teme di urtare il figlio traviato con la severità della correzione, risparmiandolo non si mostra crudele?

Istruitevi dunque voi che giudicate la terra ( Sal 2,10 ) e, giudicando rettamente, aspettate il premio non dalla terra, ma da colui che ha fatto il cielo e la terra.

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