Esposizione dei Salmi

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Salmo 119 (118)

Discorso 31

1 - [v 161.] I pubblici poteri ingiustamente perseguitarono i Cristiani

Sappiamo quali persecuzioni abbia subito da parte dei re della terra il corpo di Cristo, cioè la santa Chiesa.

Riconosciamo quindi la sua voce nelle parole che qui dice: I principi mi hanno perseguitato senza ragione, ma delle tue parole ha avuto paura il mio cuore.

Che nocumento infatti avevano recato ai regni terreni i Cristiani, ai quali dal loro Re era stato promesso il regno dei cieli?

Che nocumento - dico - avevano recato?

Forse che il Re [ divino ] aveva vietato ai suoi soldati di pagare i tributi e di rendere gli onori dovuti ai sovrani terreni?

Non aveva invece risposto ai Giudei che macchinavano tali calunnie contro di lui: Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio? ( Mt 22,21 )

Non aveva lui personalmente pagato il tributo, prendendo la moneta dalla bocca del pesce? ( Mt 17,23-26 )

Lo stesso il suo precursore.

Quando certi soldati del regno di questo mondo andarono a domandargli cosa dovessero fare per conseguire la salute eterna, non rispose: "Svestite la divisa, buttate via le armi, abbandonate il vostro re, e così potrete essere soldati del Signore".

Disse invece: Astenetevi da ogni vessazione e da ogni calunnia, e accontentatevi della vostra paga. ( Lc 3,14 )

Non diversamente uno dei suoi soldati, anzi uno dei prediletti fra i componenti il suo seguito.

Parlando ai suoi commilitoni e, per così dire, ai tributari di Cristo diceva: Ogni persona sia sottoposta, alle autorità superiori.

E un po' più avanti: Date a tutti ciò che è loro dovuto: a chi il tributo il tributo, a chi il dazio il dazio, a chi il timore il timore, a chi l'onore l'onore.

Non abbiate con alcuno altro debito all'infuori di quello di amarvi scambievolmente. ( Rm 13,1.7-8 )

Non comandò egli ancora che la Chiesa dovesse pregare per gli stessi sovrani? ( 1 Tm 2,2 )

Quale fu, dunque, l'offesa che ad essi recarono i Cristiani? Quale il debito che essi non soddisfecero?

A quale ossequio mancarono nei riguardi dei re della terra?

Non vi è dubbio: fu senza alcun motivo che i re della terra perseguitarono i Cristiani.

Ma nota le parole aggiunte dal salmo: E delle tue parole ha temuto il mio cuore.

Anche i persecutori usavano parole di minaccia: Ti mando in esilio, ti proscrivo, ti uccido, ti lacero con gli uncini, ti brucio, ti do in pasto alle fiere, ti dilanio le membra ma le tue parole mi facevano ancor più paura: Non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono fare altro; temete piuttosto chi ha la potestà di far perire nella geenna anima e corpo. ( Mt 10,28 )

Di fronte a queste tue parole il mio cuore ha temuto, e così non ho badato all'uomo che mi perseguitava e ho vinto il diavolo che voleva sedurmi.

2 - [v 162.] Successivamente prosegue: Gioirò a motivo dei tuoi detti, come chi abbia trovalo una gran preda.

Con queste parole egli vinse coloro di cui aveva avuto paura.

Ai vinti, poi, si è soliti strappare le spoglie, come venne vinto e spogliato colui del quale nel Vangelo è detto: Nessuno può entrare nella casa dell'uomo forte e far bottino delle sue spoglie, senza aver prima legato l'uomo forte. ( Mt 12,29 )

Quanto alle spoglie, ne sono state ricavate molte: ciò è avvenuto allorché, ammirando la pazienza dei martiri, gli stessi persecutori hanno abbracciato la fede, e coloro che macchinavano di ledere il nostro Re maltrattando i suoi soldati sono stati viceversa conquistati da lui.

Se pertanto uno desidera non soccombere nella lotta e per questo teme la parola di Dio, esulterà vittorioso, e motivo dell'esultanza sarà proprio la parola di Dio.

3 - [v 163.] Amore e timore di Dio

Il salmista ha avuto un certo timore per la parola di Dio; non per questo però noi dobbiamo pensare che in lui si sia insinuato dell'odio per la stessa parola.

Egli infatti ha già detto: Ho esultato a motivo dei tuoi detti, parole che non avrebbe pronunciate se avesse provato dell'odio; inoltre, continuando, ecco cosa dice: L'iniquità ho avuto in odio e ho aborrito, ma la tua legge ho avuto cara.

Insomma, il timore derivato in lui dalle parole divine non produsse dell'odio per le stesse parole ma ne conservò intatto l'amore.

Identica cosa sono infatti la legge di Dio, le sue parole e la sua rivelazione.

Impossibile, dunque, che a causa del timore venga a distruggersi l'amore, quando quel timore è un timore casto.

Così i genitori vengono dai figli bennati nello stesso tempo e amati e temuti; così una moglie casta teme e ama insieme suo marito: teme d'esserne privata e ama nel possederlo.

Se quindi un padre uomo e un coniuge uomo può essere insieme amato e temuto, molto più dovrà esserlo il Padre nostro che sta nei cieli ( Mt 6,9 ) e quello Sposo che supera in bellezza tutti i figli degli uomini: una bellezza non carnale ma risultante da virtù [ divina ]. ( Sal 45,3 )

Chi sono infatti gli innamorati della legge di Dio, se non coloro che amano lo stesso Dio?

E che gravame potrebbe recare ai figli buoni una legge imposta dal padre?

O sarà forse un gravame se egli castiga colui che ama e flagella ogni figlio che accoglie? ( Eb 12,6 )

Comunque, chi respinge tali misure decise [ dal Padre ] non ne otterrà le promesse.

Si lodino dunque le decisioni del Padre, anche se comportano flagelli, se del Padre si amano i premi promessi.

4 - [v 164.] Il numero "sette" indica totalità

Così esattamente si comporta colui che dice: Sette volte al giorno ti ho lodato per i giudizi della tua giustizia.

Le parole: Sette volte al giorno, significano " sempre ". Infatti il numero sette sta di solito ad indicare la totalità.

Così ai sei giorni in cui Dio operò ne fu aggiunto un settimo di riposo; ( Gen 2,2 ) così l'intero arco del tempo si dispiega nel corso e ricorso dei sette giorni.

Né per altro motivo fu detto: Sette volte cade il giusto e sette volte risorgerà. ( Pr 24,16 )

Cioè: non va in perdizione il giusto, anche se viene umiliato con ogni sorta di cadute, purché egli non trasgredisca la legge ( nel qual caso non sarebbe più giusto ).

Si dice: Cade sette volte, per indicare tutte le svariate prove che l'affliggono e dinnanzi agli uomini sembrano schiantarlo; ma l'aggiunta: Risorgerà sta ad indicare che da tutte quelle tribolazioni egli trae profitto.

La frase con cui nel libro citato prosegue il discorso illustra a sufficienza la precedente.

Vi si dice: Al contrario gli empi saranno fiaccati per i loro mali. ( Pr 24,16 )

Questo dunque significa il cadere sette volte del giusto e il relativo risorgere: non essere fiaccati dal male.

È dunque esatto dire che la Chiesa ha lodato Dio per sette volte a causa dei giudizi della sua giustizia.

Difatti, quando venne il tempo stabilito perché cominciasse il giudizio dalla casa del Signore, ( 1 Pt 4,17 ) subì ogni genere di tribolazioni; ciononostante però non si lasciò fiaccare, anzi conquistò la gloria attraverso le corone dei martiri.

5 - [v 165.] La Parola di Dio irta di difficoltà

Dice: Molta pace per quelli che amano la tua legge e non v'è scandalo per essi.

Che dire? È la legge che non diviene scandalo per chi la ama; ovvero, per chi ama la legge, non c'è nessuna occasione di scandalo?

L'una e l'altra interpretazione va bene.

Difatti chi ama la legge di Dio venera anche ciò che in essa non comprende; e se qualcosa gli suona come assurdo, pensa essere lui stesso a non comprenderlo; quanto invece alla legge in se stessa pensa esservi nascosti grandi [ misteri ].

In tal modo la legge di Dio non gli crea scandalo.

Per escludere poi da sé sino in fondo ogni scandalo, costui non dovrà badare agli uomini, neppure a quelli che professano vita santa, facendo dipendere la propria fede dal loro comportamento.

Se infatti ragionasse così, cadendo [ nel male ] qualcuno di quelli per i quali nutriva grande stima potrebbe anche lui essere rovinato dal suo cattivo esempio.

Dovrà piuttosto amare la legge di Dio in se stessa, e allora godrà pace profonda e mai subirà scandali.

Sarà sempre tranquillo, amando una cosa che, per quanti pecchino contro di lei, lei stessa non potrà mai peccare.

6 - [v 166.] Cristo liberatore universale

Dice: Io speravo nella tua salvezza, o Signore, e ho amato i tuoi precetti.

Che giovamento avrebbe recato agli antichi giusti l'aver amato i comandamenti di Dio, se non li avesse liberati Cristo, che è la salvezza di Dio?

Fu anzi per un dono dello Spirito di Cristo che essi poterono amare i comandamenti di Dio.

Se dunque da Dio attendevano la salvezza coloro che ne amavano i comandamenti, quanto più necessario non dovette essere Gesù ( cioè la salvezza di Dio ) perché giungessero a salvezza coloro che tali comandamenti non amavano?

Questa profezia può applicarsi anche ai santi del nostro tempo, viventi cioè dopo la predicazione del Vangelo e la rivelazione della grazia.

Anche adesso, infatti, coloro che amano i comandamenti di Dio sono in attesa del Cristo: aspettiamo cioè che appaia Cristo, nostra vita, per apparire anche noi con lui nella gloria. ( Col 3,4 )

7 - [vv 167.168.] Dice: La mia anima ha custodito le tue testimonianze e io le ho amate intensamente, o, come recano alcuni codici, le amò, con sottinteso l'anima mia.

Le testimonianze di Dio vengono custodite quando non le si rinnega.

E questo è il dovere che incombe ai martiri, poiché " testimonianze " in greco si chiamano μαρτύρια.

Ma siccome lo stesso lasciarsi bruciare dalle fiamme per le testimonianze di Dio non varrebbe a nulla se mancasse la carità, ( 1 Cor 13,3 ) per questo soggiunge: E le ho amate intensamente.

Prima aveva detto: Ho amato i tuoi comandamenti; poi nel verso seguente: Ho custodito e amato le tue testimonianze.

Procedendo ancora, dice: Ho custodito i tuoi comandamenti e le tue testimonianze.

Così infatti si esprime: Ho custodito i tuoi comandamenti e le tue testimonianze.

Chi le ama infatti le osserva con fedeltà e con gusto.

Spesso però, mentre si tiene fede ai comandamenti di Dio, ci si inimicano coloro da cui si vorrebbe che non li osservassimo.

È il caso allora di restare saldi nell'osservanza di tali precetti, per non rinnegarli dinanzi alla persecuzione dei nemici.

8 - Da Dio la riuscita nel bene

Il salmista afferma di aver fatto tutte e due queste cose, e attribuendo a Dio la riuscita dice continuando: Perché tutte le mie vie sono davanti a te, o Signore.

Ecco perché - dice - io ho tenuto fede ai tuoi comandamenti e alle tue testimonianze: perché tutte le mie vie sono davanti a te.

È come se dicesse: " Se tu avessi distolto da me il tuo volto, io mi sarei turbato né sarei riuscito ad osservare i tuoi comandamenti e le tue testimonianze.

Intanto dunque le ho osservate in quanto tutte le mie vie sono davanti a te".

Vuol certo farci comprendere che Dio ha guardato alle sue vie con volto propizio e pronto al soccorso.

Così infatti chiedeva colui che pregava: Non distogliere il tuo volto da me. ( Sal 27,9 )

Difatti il volto del Signore è rivolto anche ai cattivi, ma per distruggerne dalla terra il ricordo. ( Sal 34,17 )

Non in questo senso afferma costui che il Signore guarda alle sue vie; ma com'egli suole conoscere le vie dei giusti, ( Sal 1,6 ) o come ebbe a dire a Mosè: Io ti conosco a preferenza di tutti. ( Es 33,17 )

Se infatti nel suo avanzare non lo sostenesse la persuasione che le sue vie sono al cospetto di Dio, non direbbe di aver custodito i comandamenti e le testimonianze di Dio perché tutte le sue vie erano sotto lo sguardo del Signore.

Egli ha insomma ascoltato e compreso le parole: Servite il Signore con timore ed esultate dinanzi a lui con tremore.

Accogliete l'ammonizione, perché non si adiri il Signore e periate lontano dalla retta via. ( Sal 2,11-12 )

E ciò perché non c'è via giusta se non al cospetto del Signore.

Lo stesso timore e paura inculca anche l'apostolo Paolo a coloro ai quali dice: Con timore e tremore adoperatevi per la vostra salvezza ( Fil 2,12 ) e, specificando la ragione del suo dire aggiunge: Poiché è Dio che produce in voi e il volere e l'agire conforme a buona volontà. ( Fil 2,13 )

Per questo motivo sono dunque al cospetto del Signore le vie dei giusti: perché è lui che ne dirige i passi.

Né altre sono le vie delle quali è scritto nei Proverbi: Il Signore conosce le vie che si aprono a destra, mentre - continua - quelle che sono a sinistra sono errate. ( Pr 4,27 )

In questa maniera ci si fa comprendere che il Signore non le conosce e quindi giusta mente potrà dire ai perversi [ che vi camminano ]: Non vi conosco. ( Mt 7,23 )

Viceversa, volendoci ora mostrare il frutto che deriva dall'essere le vie di destra ( cioè quelle dei giusti ) note al Signore, continua immediatamente: Egli ti guiderà per un diritto cammino e condurrà in pace ogni tuo viaggio. ( Pr 4,27 )

Ecco perché anche il salmista dice: Ho custodito i tuoi comandamenti e le tue testimonianze.

E come se fossimo andati a chiedergli il perché della riuscita, prosegue: Poiché tutte le mie vie sono davanti a te, o Signore.

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