Lettera ai cattolici sulla setta dei Donatisti |
13.32 - Predica un vangelo diverso chi afferma che la Chiesa è finita nel resto del mondo ed è rimasta solo in Africa, nel partito di Donato.
Dunque sia anatema; oppure, mi legga questo nelle sante Scritture e non sia anatema!
" Lo leggo ", egli dice. " Enoch, infatti, fu l'unico di tutti gli uomini a piacere a Dio e fu portato via; ( Gen 5,24 ) e in seguito, quando tutto il mondo fu distrutto dall'inondazione delle acque, il solo Noè meritò di essere salvato nell'arca con la moglie, i figli e le nuore ". ( Gen 7,1 )
Vi aggiungono anche Loth che, unico, fu salvato da Sodoma con le figlie; ( Gen 19,12 ) ma anche lo stesso Abramo, Isacco e Giacobbe, perché furono i pochi a piacere a Dio in una terra votata agli idoli e ai demoni.
Da ultimo, quando ormai il popolo di Israele si era ingrandito, all'epoca dei Re nella Terra Promessa, spartita fra tutte le dodici tribù, essi ricordano che dieci tribù vennero staccate e affidate al servo di Salomone, mentre due restarono al figlio di Salomone, per costituire il regno di Gerusalemme. ( 1 Re 11,11-13 )
" Così è ora, dicono: tutto il mondo è diventato apostata, mentre noi, come quelle due tribù, siamo rimasti nel tempio di Dio, cioè nella Chiesa.
Quanto al Signore Gesù Cristo, dei moltissimi discepoli che lo avevano seguito, solo dodici restarono con lui dopo l'apostasia dei settantadue ".
Con questi ed altri simili esempi gli eretici cercano di accreditare il loro piccolo numero e non cessano di offendere nei santi la moltitudine della Chiesa diffusa in tutto il mondo.
Ma io chiedo loro: se, non sia mai, io non volessi credere veri gli esempi da loro citati, con che mi convincerebbero?
Non forse con le sacre Scritture, dove essi si leggono con tanta chiarezza che, chiunque accoglie questi scritti con fede, non può non riconoscere che anche gli esempi sono veri?
Inoltre, se io fossi costretto a credere che questi esempi sono veri, perché si trovano scritti là dove non si possono ritenere false le cose che vi sono scritte, perché anche essi non credono a queste stesse Scritture, circa la Chiesa diffusa in tutto il mondo?
Ecco, noi le crediamo tutte.
Credano anche essi alle parole del Signore: Sarà predicata nel suo nome la penitenza e la remissione dei peccati per tutte le nazioni, incominciando da Gerusalemme. ( Lc 24,47 )
Credano alle sue ultime parole, dette sul punto di salire al cielo: Mi sarete testimoni in Gerusalemme, in tutta la Giudea, la Samaria e fino a tutta la terra. ( At 1,8 )
Credano veri gli uni e gli altri testi e non resterà tra noi nessuna contesa, poiché i nostri testi non si oppongono ai loro veri, né i loro ai nostri veri.
Dicono: Noi crediamo anche i vostri e ammettiamo che si sono adempiuti, ma in seguito il mondo è diventato apostata ed è restata solo la comunione di Donato.
Oh, ce li leggano questi testi, come leggono quelli di Enoch, di Noè e di Abramo, Isacco e Giacobbe; delle due tribù, rimaste dopo il distacco delle dieci; dei dodici Apostoli che sono rimasti dopo l'apostasia degli altri.
Ci leggano questi testi e non obiettiamo.
Ma se invece di leggerci i testi delle sante Scritture, essi cercano di convincerci con le loro discussioni, allora preferisco credere alle parole delle sante Scritture, che alle chiacchiere di eretici ingannatori.
Ma visto che pensano di paragonarsi alle due tribù che restarono col figlio di Salomone, leggano: si pentiranno di questa scelta.
Ecco che dicono le Scritture di questi due popoli: la parte che includeva Gerusalemme si chiama Giuda; l'altra, quella più popolata, che si separò con il servo di Salomone, Israele. ( 1 Re 12,20 )
Ora leggano che dicono i Profeti di entrambi: a loro dire Giuda è peggiore di Israele, tanto che, secondo loro, la scissionista Israele è giustificata dai delitti di Giuda prevaricatore; ( Ger 3,11 ) cioè, sono tanto gravi i delitti di Giuda che, in confronto ad esso, Israele è da ritenersi giusto.
Ma né i peccati di Israele né quelli di Giuda hanno danneggiato i giusti, presenti in tutte e due le parti, visto che anche nella parte che i Donatisti prendono come esempio di perdizione, cioè Israele, vi furono dei santi Profeti.
Per tacere di altri, citerò Elia, il memorabile profeta, a cui fu detto: Mi sono riservato settemila uomini, quelli che non hanno piegato le ginocchia davanti a Baal. ( 1 Re 19,18 )
Questa parte del popolo, perciò, non deve assolutamente essere ritenuta eretica.
Dio infatti aveva ordinato a quelle tribù di separarsi, non per dividere una religione, ma un regno, e per punire, così, il regno di Giuda.
Dio non ordina mai di creare uno scisma o un'eresia; né per il fatto che sulla terra molti regni si dividono, si divide per questo anche l'unità cristiana; in entrambe le parti infatti si ritrova la Chiesa cattolica.
Ho ritenuto di rievocare le vicende di Giuda e di Israele, soprattutto per far capire ai Donatisti che non nuoce ai giusti, presenti in mezzo agli empi, tutto ciò che, a causa della moltitudine degli empi, si dice contro le popolazioni, così che cessino di raccogliere i testi, detti contro la paglia e la zizzania nel mondo o per mezzo dei Profeti o per la bocca del Signore o per mezzo degli Evangelisti.
Spesso infatti la parola divina biasima le folle cattive della Chiesa, che non sono considerate nella Chiesa; tuttavia, per via dei sacramenti che hanno in comune con i santi, vi è in essi una parvenza di pietà di cui rifiutano la virtù, come dice l'Apostolo: Hanno una parvenza di pietà, ma ne rinnegano la virtù ( 2 Tm 3,5 ) e Dio le rimprovera come se tutti fossero cattivi e di buoni non vi fosse più nessuno.
Da questo, per la verità, impariamo che è nella categoria che essi sono indicati come tutti, cioè tutti i figli della Geenna, alla quale Dio ha previsto che appartengono.
Costoro, dunque, o per incapacità o per inganno, raccolgono dalle Scritture frasi che, o sono state dette contro i cattivi mescolati ai buoni sino alla fine del mondo, o a proposito della devastazione dell'antico popolo d'Israele, e le vogliono ritorcere contro la Chiesa di Dio, perché si veda che essa è finita e scomparsa dal mondo.
La smettano, quindi, di citare questi testi, se vogliono rispondere a questa lettera.
Neppure noi, infatti, diciamo che la Chiesa è diffusa in tutto il mondo, che nei suoi sacramenti ci sono solo i buoni e non anche i cattivi e che questi sono tanto più numerosi che, in confronto ad essi, i buoni sono pochi, sebbene, presi a sé, costituiscano un grande numero.
Abbiamo innumerevoli testi, e sulla mescolanza dei cattivi con i buoni nella stessa comunione del sacramento, come Giuda che, pur essendo malvagio, fin dall'inizio frequentò gli undici buoni; e sul numero di buoni, piccolo in rapporto all'alto numero di cattivi; e sulla moltitudine di buoni considerata in se stessa.
Di questi testi, per non dilungarmi, cito solo alcuni.
C'è un testo, nel Cantico dei Cantici, che ogni cristiano sa che è stato detto della santa Chiesa: Come un giglio tra le spine, così è la mia amata tra le figlie. ( Ct 2,2 )
Perché le chiama spine, se non per i loro cattivi costumi?
E perché quelle stesse le chiama figlie, se non per la comunione del sacramento?
Ezechiele vede alcuni che avevano un segno per non essere uccisi coi cattivi.
Di essi gli fu detto: Questi sono coloro che lamentano e piangono i peccati e le iniquità del mio popolo, che si commettono in mezzo a loro. ( Ez 9,4 )
Ora Dio non avrebbe considerato suo un popolo, che per altro ordina di sterminare, risparmiando solo i segnati, se questo popolo non avesse avuto i suoi sacramenti.
Anche il Signore dice della zizzania seminata sopra il grano: Lasciate che l'uno e l'altra crescano fino alla mietitura, ( Mt 13,30 ) il grano, cioè, e la zizzania; e spiega che la mietitura è la fine dei tempi, mentre il campo, sul quale l'uno e l'altra sono stati seminati, è il mondo.
È quindi necessario che l'uno e l'altra crescano nel mondo, fino alla fine dei tempi.
Non è lecito, perciò, ai Donatisti, supporre o sostenere questa tesi: " I buoni sono tutti scomparsi dal mondo e sopravvivono solo nel partito di Donato ".
Cozzano, infatti, con le chiarissime parole del Signore: Il campo è il mondo, e: Lasciate che l'uno e l'altra crescano fino alla mietitura, e: La mietitura è la fine dei tempi. ( Mt 13, 30.38-39 )
C'è anche un'altra parabola, molto chiara, sulla mescolanza dei buoni e dei cattivi entro la stessa comunione e connessione dei sacramenti: la narra e la spiega il Signore, personalmente: Il regno dei cieli - egli dice - è simile ad una rete gettata in mare, che raccoglie ogni genere di pesci; una volta piena, i pescatori la tirarono a riva e, sedutisi, scelsero i buoni nei loro cesti, i cattivi invece li gettarono via.
Così sarà alla fine dei tempi: verranno gli angeli e separeranno i cattivi di mezzo ai giusti, e li getteranno in una fornace di fuoco; ivi sarà pianto e stridore di denti. ( Mt 13,47-50 )
Di conseguenza, nessuna mescolanza coi cattivi può atterrire i buoni, per farli decidere a rompere le reti e a uscire dalla società dell'unità, per evitare di tollerare, nella comunione dei sacramenti, persone che non fanno parte del regno dei cieli, dal momento che, arrivati al lido, cioè alla fine dei tempi, si farà la doverosa separazione, non secondo la superficialità degli uomini, ma secondo il giudizio di Dio.
Circa il piccolo numero di buoni, leggiamo queste chiarissime parole del Signore: Entrate per la porta stretta.
Quanto larga e spaziosa è la via che conduce alla morte, e molti sono coloro che vi si avviano!
Quanto angusta è la porta e stretta è la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che entrano per essa! ( Mt 7,13-14 )
I Donatisti credono di essere loro questi pochi e quindi sostengono che il mondo è scomparso, mentre essi sono rimasti nel piccolo numero lodato dal Signore.
Se però si confrontano con i Rogatisti e i Massimianisti, separatisi da loro, vedranno che questi sono di gran lunga più pochi, se considerano una gloria l'essere pochi!
Nondimeno, il Signore ha accreditato il piccolo numero in rapporto alla moltitudine dei cattivi; e quanto alla moltitudine dei buoni, considerata in se stessa, egli non ha taciuto: leggano le Scritture e vedano che abbondanza di testi vi si trova.
Perché si promette che la discendenza di Abramo sarà numerosa come le stelle del cielo e come la sabbia del mare, ( Gen 15, 5. 17.22 ) se non per via della immensa moltitudine, visto che, come dice l'Apostolo, è stato detto: Da Isacco prenderà nome la tua stirpe, poiché non i figli della carne, ma quelli della promessa saranno considerati tua stirpe? ( Rm 9,7-8 )
Perché: Sono più numerosi i figli della abbandonata che della maritata? ( Is 54,1 )
Perché: Molti verranno dall'Oriente e dall'Occidente e si metteranno a tavola con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno se ne andranno nelle tenebre esteriori, ( Mt 8,11-12 ) cioè gli empi Giudei?
Perché l'Apostolo dice: Per purificare noi e formare per sé un popolo sovrabbondante, competitore di opere buone? ( Tt 2,14 )
Perché l'Apocalisse dice che sono migliaia e migliaia i santi figli della Chiesa? ( Ap 5,11 )
Ecco: sono detti molti gli stessi che sono detti pochi.
Per quale motivo, se non perché sono molti, presi a sé, e pochi, in rapporto ai cattivi?
" È di noi - essi dicono - che è stato detto: Saranno primi quelli che erano ultimi. ( Mt 20,16 )
Il Vangelo è giunto tardi in Africa; di conseguenza le Lettere degli Apostoli non dicono in nessun passo che l'Africa ha creduto.
Riguarda invece i popoli orientali e gli altri che hanno ricevuto la fede cristiana e che troviamo citati nei Libri santi, l'altro testo: Saranno ultimi quelli che erano i primi, perché stavano per allontanarsi dalla fede ".
Non è forse vero che dobbiamo guardarci dall'astuzia degli eretici, che cercano di cambiare il senso delle parole di Dio, facendolo passare dalla verità, che le ha ispirate, alla perversità in cui si trovano essi?
Perché, piuttosto, non intendiamo questo testo dei Giudei, che sono diventati ultimi, pur essendo stati i primi, e dei cristiani provenienti dai Gentili, che sono diventati primi, pur essendo stati gli ultimi?
Se io non avessi un argomento più sicuro per provare questo significato, ad un uditore di buon senso dovrebbe bastare che io ho trovato in queste parole una conclusione, da cui risulta che i Donatisti non hanno addotto in loro favore nessun testo sicuro che non lasci dubbi.
In effetti, anche se capissi che non sono i Giudei o i Gentili quelli di cui si parla qui, è vero che alcuni popoli sono giunti alla fede dopo l'Africa: perciò è sicuro che, in questo cammino di fede, l'Africa non è stata l'ultima.
Si aggiunga che il Signore ha spiegato lui stesso a chi si riferiva e ha messo a tacere i calunniatori.
Così, rivolto ai Giudei, che stavano per dirgli: Tu hai insegnato sulle nostre piazze, disse: Quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe, e tutti i Profeti nel regno di Dio, e voi, invece, messi fuori; e verranno dall'Oriente e dall'Occidente, dall'Aquilone e dall'Austro, e si metteranno a tavola nel regno di Dio.
Ecco: vi sono degli ultimi che saranno i primi e dei primi che saranno gli ultimi. ( Lc 13, 26.28-30 )
Qui non c'è proprio niente da contraddire.
Inoltre i Donatisti dicono che il Signore si riferiva all'apostasia del mondo, quando ha detto: Pensate che il Figlio dell'Uomo, al suo ritorno, troverà la fede sulla terra? ( Lc 18,8 )
Noi invece pensiamo che ha parlato così o per via della perfezione della fede, che la gente trova così difficile che perfino nella vita di ammirevoli santi, come Mosè, si incontrano momenti in cui essi hanno vacillato o potuto vacillare; oppure per via del gran numero dei cattivi e del piccolo numero dei buoni, di cui abbiamo parlato abbastanza.
Perciò il Signore si è espresso in forma quasi dubitativa.
Non ha detto infatti: " Al suo ritorno il Figlio dell'Uomo non troverà la fede sulla terra ", ma: Pensate che troverà la fede sulla terra? ( Lc 18,8 )
Certamente, a colui che tutto conosce e prevede, non è conveniente avere dubbi; ma il suo " dubbio ", era figura del nostro, poiché i molti scandali che cresceranno verso la fine dei tempi, indurranno la fragilità umana ad esprimersi, qualche volta, in questo modo.
Perciò è scritto nei Salmi: La mia anima ha sonnecchiato per la tristezza, rafforzami nelle tue parole. ( Sal 119,28 )
Perché: La mia anima ha sonnecchiato per la tristezza, se non per queste parole del Signore: Per il crescere dell'iniquità, si raffredderà la carità di molti? ( Mt 24, 12 )
E perché: Rafforzami nelle tue parole, se non per ciò che segue: Chi invece persevererà sino alla fine, sarà salvato? ( Mt 24,13 )
Vi sono dunque, in tutto il mondo, molti, nei quali si raffredderà la carità, per il crescere della iniquità; come d'altra parte vi sono quelli che, perseverando sino alla fine, saranno salvati.
Il Signore ha detto infatti: Lasciate che l'uno e l'altra crescano fino alla mietitura, e: La mietitura è la fine dei tempi, il campo, invece, è il mondo. ( Mt 13, 30.38-39 )
E proprio di questa umana fragilità è anche la voce: Salvami, Signore, perché mancano gli uomini buoni, ed è venuta meno la fede ai figli degli uomini. ( Sal 12,2 )
Tuttavia tra questi vi sono dei fedeli che, unanimi e concordi in Dio, gridano: Salvami, Signore.
E poiché è talmente uno solo l'uomo che dice: Salvami, Signore, da risultare formato di molti, il salmo aggiunge al singolare: A motivo della miseria degli indigenti e del gemito dei poveri, io ora sorgerò - dice il Signore ( Sal 12,6 ) -; e poco dopo dice al plurale: Ma tu ci salverai e ci custodirai da questa generazione, e per sempre. ( Sal 12, 8 )
Da quale generazione, se non da quella di cui più sopra è stato detto: Sono venuti meno gli uomini buoni ed è venuta meno la fede ai figli degli uomini? ( Sal 12,2 )
Ora, le due razze si trovano in tutto il mondo e sino alla fine, poiché egli ha detto: Lasciate che l'uno e l'altra crescano fino alla mietitura, e: Il campo è il mondo, la mietitura la fine dei tempi. ( Mt 13, 30.38-39 )
E questo unico uomo, che è il corpo di Cristo formato da molte membra, verrà portato via come Enoch, gradito a Dio, liberato da Sodoma, come Lot, e dal diluvio, come Noè. ( Gen 5,24; Gen 7,1; Gen 19,12 )
In lui si trova la miseria degli indigenti e il gemito dei poveri, poiché la sua anima sonnecchia per la tristezza, quando domanda di essere rafforzato nelle parole di Dio.
Nello stesso salmo dice da dove gli viene la tristezza: Mi ha preso la tristezza, per colpa dei peccatori che abbandonano la tua Legge. ( Sal 119,53 )
Ugualmente egli grida, quando il suo cuore è in angustia per questa tristezza; ma vedano da dove grida: Dai confini della terra - dice - ti ho invocato, mentre il mio cuore era in angoscia. ( Sal 61, 3 )
In verità, la persecuzione per la giustizia, egli la subisce, non solo quando riceve tormenti fisici - e questo non sempre succede - ma, e questo succede sempre, fino a quando non sia passata l'iniquità, soffre i tormenti dello spirito; vale a dire lo prende la tristezza a causa dei peccatori che abbandonano la legge di Dio.
Non è, infatti, che Lot non soffrisse nessuna persecuzione in Sodoma, dove tuttavia nessuno, quando egli era lì, lo molestò con pene corporali, ma quel giusto, per quel che vedeva e udiva, mentre vi abitava, si tormentava nella sua anima giusta per gli inganni di altri. ( 2 Pt 2,8 )
Per questo dice l'Apostolo: Ma anche tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo, saranno perseguitati. ( 2 Tm 3,12 )
Di quelli invece che abbandonano la legge di Dio - dei quali il corpo stesso di Cristo dice: Ho visto gli insensati e mi struggevo - aggiunge: I malvagi e i facinorosi progrediscono in peggio, errano essi e inducono gli altri in errore. ( 2 Tm 3,13 )
Eppure queste due razze coesisteranno in tutto il mondo fino alla fine, poiché il Signore ha detto: Lasciate che l'uno e l'altro crescano fino alla mietitura; il campo poi è il mondo e la mietitura la fine dei tempi. ( Mt 13, 30.38-39 )
Nondimeno mi stupisco che essi non badino a ciò che dicono, quando citano, quasi a loro favore, queste parole del Signore: Pensate che il Figlio dell'Uomo, al suo ritorno, troverà la fede sulla terra? ( Lc 18,8 ) come se l'Africa non fosse una terra.
Se infatti, il Signore ha parlato come se veramente non troverà la fede in nessuno, o ha parlato di una terra ben precisa, ma non si sa di quale; o ha parlato di tutta la terra, ma essi non sanno spiegare perché sarebbe esclusa l'Africa.
Ed ora vedano se per caso, nelle parole seguenti, egli li abbia colpiti nella loro identità.
Visto che egli aveva detto: Pensate che il Figlio dell'Uomo troverà la fede sulla terra?, io credo che nell'animo di alcuni eretici superbi, che in qualche regione della terra si erano separati dall'unità del mondo, si sarebbe potuto insinuare un vano e orgoglioso sentimento di ritenere se stessi giusti, mentre tutte le altre nazioni, nelle quali si espande la comunione della Chiesa, abbandonavano e perdevano la fede, l'evangelista ha immediatamente proseguito dicendo: Disse poi ad alcuni, che si ritenevano giusti e disprezzavano gli altri, questa parabola; ( Lc 18,9 ) e quindi prosegue parlando dei due uomini che pregavano nel tempio, il Fariseo e il Pubblicano, che sono il simbolo dell'orgoglioso vanto delle opere buone e dell'umile confessione dei propri peccati.
Desistano dunque i Donatisti, se si apprestano a rispondere a questa lettera, dal citare testi che noi, come loro, rivendichiamo o per indicare la perdizione dei Giudei, o la zizzania, o la paglia o i pesci cattivi di tutto il mondo.
E come noi con chiarissime testimonianze abbiamo dimostrato che la Chiesa è diffusa in tutto il mondo, così anche essi ne citino qualcuna chiara, per dimostrare che è stato predetto che, mentre tutte le nazioni avrebbero perso la fede di Cristo, sarebbe restata solo l'Africa e dall'Africa sarebbero stati inviati ovunque dei Vescovi.
Dicono: " Nel Cantico dei Cantici sta scritto che la Sposa, cioè la Chiesa, chiede allo Sposo: Dimmi, amore del mio cuore, dove vai a pascolare, dove vai a riposare nel mezzogiorno? ". ( Ct 1,6 )
È la sola testimonianza che, a loro avviso, suona a loro favore, in quanto l'Africa si trova nella regione meridionale della terra.
Perciò prima di tutto vorrei sapere come può la Chiesa chiedere a Cristo di dirle dove si trova la Chiesa; infatti, non vi sono due Chiese, ma una.
Oppure, dimostrino essi, visto che non negano che è la Chiesa che parla così a Cristo, qual è la Chiesa che domanda e qual è la Chiesa di cui domanda.
Essa infatti chiede dove può raggiungere il suo Sposo e dice: Dimmi, amore del mio cuore, dove vai a pascolare, dove vai a riposare nel mezzogiorno?
Ora, è la Chiesa che parla e chiede dove si trova la Chiesa, nel mezzogiorno.
In effetti essa non chiede: Dove vai a pascolare, dove vai a riposare? e le si risponde: Nel mezzogiorno, come se fosse lo Sposo a rispondere: Vado a pascolare nel mezzogiorno; vado a riposare nel mezzogiorno, ma tutte le parole fanno parte di un'unica domanda: Dove vai a pascolare, dove vai a riposare nel mezzogiorno?
Poi essa dice anche: Per non essere come una donna velata dietro i greggi dei tuoi compagni. ( Ct 1,6 )
Ma egli risponde: Se non conosci te stessa, o bellissima tra le donne, ( Ct 1,7 ) e così via.
Non è dunque con queste parole che si dimostra che la Chiesa si trova solo nella regione meridionale, ma che è stabilita anche in altre regioni del mondo.
Forse essa vuol sapere chi fa parte della sua comunione, nel mezzogiorno; cioè dove il suo Sposo va a pascolare e dove va a riposare nel mezzogiorno, visto che pascola i suoi greggi e riposa tra i suoi.
Alcuni suoi membri, infatti, cioè dei buoni fedeli, dalle zone d'oltremare vengono in Africa; ma quando sentono che qui c'è il partito di Donato, per timore di cadere nelle mani di qualche " ribattezzatore " invocano Cristo e lo pregano dicendo: Dimmi, o amore del mio cuore, dove vai a pascolare, dove vai a riposare nel mezzogiorno; cioè, dimmi chi sono mezzogiorno, dove tu pascoli e riposi coloro che hanno la carità e non dividono l'unità.
Vedi il seguito: Per non essere come una donna velata dietro i greggi dei tuoi compagni; cioè, per non essere nascosta, sconosciuta e con il velo, cioè coperta, non dietro il tuo gregge, ma dietro i greggi dei tuoi compagni che una volta erano gregge con te e ora hanno voluto radunare, al di fuori, non il tuo gregge, ma i loro greggi; e non hanno ascoltato le tue parole: Chi non raccoglie con me, disperde, ( Mt 12,30 ) né quelle dette a Pietro: Pasci le mie pecore, ( Gv 21,17 ) e non " le tue pecore".
La Chiesa certo non è velata, perché non sta sotto il moggio, ma sopra il candelabro, per far luce a tutti coloro che sono in casa, ( Mt 5,15 ) e di essa è stato detto: Non può restare nascosta una città posta sopra un monte. ( Mt 5,14 )
Ma per i Donatisti essa è come velata.
Essi ascoltano testimonianze tanto limpide e chiare, che la manifestano in tutto il mondo, ma preferiscono andare ad urtare ad occhi chiusi contro il monte, anziché salirvi; questo monte era una pietra staccatasi dal resto senza mani, poi è cresciuta ed è diventata un grande monte, che ha riempito tutta la terra. ( Dn 2,34-35 )
Possiamo anche intendere diversamente: Dove vai a pascolare, dove vai a riposare nel mezzogiorno.
Nei salmi la domanda è posta sulle labbra di Mosè, servo di Dio: Fammi riconoscere la tua destra e gli uomini istruiti di cuore nella tua sapienza. ( Sal 90,12 )
Con il termine mezzogiorno le Scritture indicano l'immensa luce della sapienza e il grande ardore della carità.
Perciò, quando lo Spirito di Dio esorta qualcuno, per mezzo del profeta, a fare buone opere, gli promette: E le tue tenebre brilleranno come mezzogiorno. ( Is 58,10 )
Ma quand'anche per mezzogiorno si dovesse intendere una località della terra, le parole stesse che formano, come ho detto, un'unica domanda, non consentirebbero assolutamente ad alcuno di piegare questa frase in favore della propria opinione.
E se a chi chiede dove va a pascolare, dove va a riposare, gli si risponde: nel mezzogiorno, non si deve pensare subito all'Africa.
Sì, l'Africa si trova nella parte meridionale del mondo, ma verso l'Africo, non verso l'Austro, dove è veramente mezzogiorno, perché è qui che il sole dimezza il giorno; ma sotto questa regione del cielo si trova piuttosto l'Egitto.
Ora, se lo Sposo, interrogato dalla Sposa sul luogo a lei più caro e più familiare e sul suo segreto ritiro, le rispondesse che si trova nel mezzogiorno, molto probabilmente la Chiesa cattolica lo vedrebbe nei suoi membri che vivono in Egitto, cioè nelle migliaia di servi di Dio che vivono nel deserto in santa società, impegnati ad osservare la perfezione del precetto evangelico: Vuoi essere perfetto? Va', vendi quanto hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nei cieli, e poi vieni e seguimi. ( Mt 19,21 )
Come sarebbe meglio dire che è qui il luogo più segreto in cui il Figlio di Dio pascola e si distende, cioè si riposa, anziché tra le bande esagitate dei pazzi Circoncellioni, tipico male dell'Africa!
È a proposito dell'Egitto, infatti, che Isaia profetizza così: In quel giorno vi sarà un altare del Signore nel paese degli Egiziani, e una stele in onore del Signore presso i loro confini; e vi sarà un segnale eterno per il Signore nel paese degli Egiziani.
Perché grideranno al Signore contro coloro che li opprimevano, e il Signore manderà un uomo, che li salverà e li conserverà giudicandoli.
E il Signore sarà noto agli Egiziani, e in quel giorno questi temeranno il Signore e faranno sacrifici e prometteranno voti al Signore e li trasgrediranno.
E il Signore percuoterà gli Egiziani con un flagello e li guarirà con la sua misericordia; ed essi ritorneranno al Signore, egli li esaudirà e li guarirà. ( Is 19,19-22 )
Che cosa rispondono? Perché non fanno comunione con la Chiesa degli Egiziani, che è stata predetta?
E se poi nell'allegoria del profeta l'Egitto significa il mondo, perché non sono in comunione con la Chiesa del mondo?
Scrutino perciò le Scritture e contro un sì gran numero di testimonianze che rivelano la Chiesa di Cristo diffusa in tutta la terra, ne portino almeno una, anch'essa certa ed evidente, per dimostrare che la Chiesa di Cristo è scomparsa da tutte le nazioni ed è rimasta solo in Africa, come per ripartire, non da Gerusalemme, ma da Cartagine, dove per la prima volta elevarono un vescovo contro un vescovo.
Se poi vogliamo vedere Donato nel " principe di Tiro ", visto che Cartagine è chiamata Tiria, sentiamo la profezia di Ezechiele contro di lui.
Vediamo il testo che lo dipinge meglio: Ti dimostrerò che egli è un uomo, e non un Dio. ( Ez 28,2 )
In realtà i Donatisti si gloriano più del nome suo che del nome di Dio; e poiché solo Dio è senza peccato e il Sacerdote che intercede per noi, ( Rm 8,34 ) visto che anche di lui è stato detto: Egli è sopra tutte le cose, Dio, benedetto nei secoli, ( Rm 9,5 ) questi imitatori di Donato vogliono apparire senza peccato, al punto da ritenersi perfino giustificatori degli uomini e di avere un loro olio, che non è l'olio del peccatore. ( Sal 141,5 )
Giustamente il profeta dice al principe di Tiro: Tu hai detto: " Io sono Dio ". No, tu sei uomo e non Dio. ( Ez 28,9 )
E ancora: Sei tu migliore di Daniele? ( Ez 28,3 ) Daniele confessa i suoi peccati e quelli del suo popolo, ( Dn 9,20 ) mentre i Donatisti, seguaci del principe di Tiro, dicono di essere ascoltati nelle loro preghiere per i peccati del popolo, in quanto non hanno peccati.
Giustamente, il profeta dice al principe di Tiro: Sei forse migliore di Daniele? ( Ez 28,3 )
Ecco, noi possiamo trovare un senso appropriato: riguarda il gravissimo male derivato dalla capitale dell'Africa, cioè da Cartagine - la gente sa che Tiro sta per Cartagine -; tuttavia non ricorriamo a simili argomenti.
Forse Tiro ha un senso diverso: a maggior ragione lo ha mezzogiorno, visto che le parole stesse richiedono di trovarvi un senso diverso!
Ma per vedere che ai Donatisti non è permesso neppure di cercare questo senso per dimostrare che è stato predetto che mentre le altre nazioni verranno meno alla fede cristiana, la Chiesa rimarrà solo nell'Africa, considerino il testo che ho citato spesso: Che crescano l'uno e l'altra fino alla mietitura, e: Il campo è il mondo, la mietitura la fine dei tempi. ( Mt 13, 30.38-39 )
E non siamo noi, ma è il Signore che interpreta la sua parabola.
Ma c'è anche un altro argomento, molto chiaro, che li dispensa dalla faticosa ricerca di provare che la Chiesa, perso il mondo, si è ridotta solo agli Africani.
Una realtà può esistere, ma non trovarsi; ma non può non esistere e trovarsi.
Desistano quindi dal cercare ciò che non potranno trovare; non perché è nascosto, ma perché non esiste.
Vi sono ancora nazioni, alle quali non è ancora giunto il messaggio del Vangelo; mentre è necessario che si realizzino tutte le cose che sono state predette di Cristo e della Chiesa, e quindi è necessario predicarlo anche ad esse.
Ma una volta fatto, ci sarà la fine.
Come fanno, essi, a dire che già si è realizzato ciò che il Signore ha detto: Sarà predicata nel suo nome la penitenza e la remissione dei peccati a tutte le nazioni, incominciando da Gerusalemme, ( Lc 24,47 ) ma che, in seguito, mentre tutte le nazioni sono venute meno, solo l'Africa è rimasta a Cristo, se questo si deve ancora realizzare, se non si è ancora realizzato?
Ma quando si sarà realizzato, verrà la fine.
Il Signore, infatti, ha detto: E sarà predicato questo Vangelo del regno in tutto il mondo, come testimonianza a tutte le nazioni, e allora verrà la fine. ( Mt 24,14 )
Come è possibile, quindi, che, essendosi compiuto l'annuncio della fede in tutte le nazioni, è seguita la perdizione di tutte le nazioni, tranne l'Africa, se l'annuncio della fede in tutte le nazioni non si è ancora compiuto?
A meno che all'umana follia resti da dire che non sono le Chiese fondate dal lavoro degli Apostoli, che completano la predicazione del Vangelo, ma che, scomparse esse, la loro restaurazione e la conquista di tutte le altre verrà dall'Africa ad opera del partito di Donato.
Penso che ridano essi stessi nel sentire questo; eppure, se non dicono questo, di cui si dovrebbero vergognare, non sanno che dire.
Ma che importa? Noi non invidiamo nessuno.
Ci leggano queste cose dalle sante Scritture e crediamo.
Ripeto: ci leggano, dal canone dei Libri divini, che molte città che hanno conservato fin ad oggi il battesimo trasmesso loro dagli Apostoli, si sono allontanate dalla fede di Cristo a causa dei crimini degli Africani che ignoravano e che quindi devono essere ribattezzate dal partito di Donato; perciò è a partire dall'Africa che bisogna predicare il Vangelo a tutte le nazioni, che ancora non l'hanno ascoltato.
Ci leggano queste cose. Perché indugiano?
Perché tergiversano? Perché ostacolano la salvezza delle nazioni?
Ce le leggano. E dopo di che inviino i nuovi apostoli a ribattezzare molte nazioni e a battezzare le altre.
Ma stiano attenti, andando ai Colossesi, a come leggono o ascoltano l'Epistola inviata loro dall'Apostolo, in quel passo in cui egli dice: Rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle nostre frequenti preghiere per voi, essendo venuti a conoscenza della vostra fede in Cristo Gesù, e dell'amore che avete verso tutti i santi, a motivo della speranza che vi è riservata nei cieli, e che voi avete già udita nella parola di verità del Vangelo, che è giunto in mezzo a voi, come esso fruttifichi e cresca, così anche tra di voi, dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità. ( Col 1,3-6 )
Sono parole che concordano con il Vangelo dove dice: Il regno dei cieli è simile ad un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo; ( Mt 13,24 ) e poi si passa a spiegare che il campo è questo mondo.
E come è stato predetto che dalla sua semina il seme cresce fino alla mietitura, così anche l'Apostolo dice: In tutto il mondo esso fruttifica e cresce, come anche tra voi, dal giorno in cui l'avete ascoltato. ( Col 1,6 )
Esso cresce sino alla fine, cioè sino alla mietitura; e la mietitura è la fine dei tempi. ( Mt 13,39 )
Ora, non solo i Colossesi, destinatari della lettera, ma anche tutti gli altri che la sentirono leggere e che dalle parole degli Apostoli noteranno che è stato seminato del buon seme, che già da allora ha preso a crescere e a fruttificare, diranno: " Che novità ci portate?
Dobbiamo forse seminare di nuovo il buon seme, se è vero che dal giorno in cui è stato seminato, cresce fino alla mietitura? ".
Se voi dite che nei luoghi in cui gli Apostoli lo avevano seminato è scomparso e che quindi bisogna seminarlo di nuovo, incominciando dall'Africa, vi si risponderà: " Leggetecelo dagli oracoli divini ".
Certo non potrete leggerlo, se prima non dimostrerete che è falsa questa parola: il seme, precedentemente seminato nel mondo, cresce fino alla mietitura. ( Mt 13,30 )
Ma poiché in nessun modo i discorsi divini si contraddicono, nelle Scritture voi non troverete mai un testo da poter citare contro questo tanto evidente.
Rimane, quindi, che lo citiate, non dai Libri divini, ma traendolo da voi stessi.
E quindi, la risposta più degna sarà: " Siate anatema! ".
In effetti, le Chiese fondate dal lavoro degli Apostoli sanno con quanta premura è stato predetto loro: Se qualcuno vi annunzierà un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema. ( Gal 1,9 )
Visto che nelle sacre Scritture si rivela chiaramente che la Chiesa inizia da Gerusalemme e cresce nelle altre nazioni sino alla fine dei tempi, finché non le possegga tutte; e che non si parla solo del suo buon grano, ma anche delle sue impurità, prima correggetevi e fate comunione con il grano e poi vedrete che cosa dovete chiamare zizzania e paglia.
Altrimenti sarete indotti, con un riprovevole errore, a ornare i cattivi con le lodi dei buoni e i buoni con i crimini dei cattivi.
Certamente noi abbiamo tra le mani argomenti che provano che i vostri antenati, di cui voi seguite lo scisma, prima hanno consegnato i Libri santi alle fiamme, stando agli Atti municipali, poi non lo hanno potuto negare, stando agli Atti ecclesiastici; e che essi sono stati tra quei giudici che a Cartagine emisero la sentenza di condanna contro Ceciliano e i suoi colleghi, in loro assenza.
Certo, negli stessi Atti municipali ed ecclesiastici leggiamo che i traditori sono quelli che in seguito voi avete citati come condannatori dei traditori assenti.
Certo, Nundinario, all'epoca vostro diacono, davanti al governatore Zenofilo rivelò i traffici di Lucilla, la quale comprò dai vescovi la condanna di Ceciliano, diventato suo nemico per aver predicato la verità.
Certo, in seguito essi inviarono una lettera all'imperatore Costantino, ma ricusarono i vescovi, per altro da loro richiesti, che egli aveva concesso per dirimere la questione, e in seguito li accusarono davanti a lui come giudici iniqui.
E quando egli ne concesse altri, ad Arles, essi preferirono appellarsi direttamente all'imperatore, il quale ascoltò le parti; ma pur essendo stati riconosciuti e condannati come calunniatori, perseverarono nell'ostinazione del loro furore.
Certo, voi stessi, che sostenete che la santità cristiana è completamente scomparsa dalle tante nazioni, nelle quali gli Apostoli l'hanno lasciata ben fondata, proprio perché fecero comunione con coloro che i vostri antenati avevano condannato nel concilio Cartaginese dei settanta vescovi, non siete forse in comunione con coloro, che i trecentodieci vescovi hanno condannato, con Massimiano, nel Concilio di Bagai?
Non si legge, forse, che nello stesso concilio è stato condannato Pretestato di Assuri, che voi avete accusato e attaccato, stando agli Atti proconsolari, e che tuttavia è stato riassunto nella dignità in cui era stato condannato, ed è morto nella vostra comunione?
Non è forse vero che Feliciano di Musti, condannato dai vescovi, nello stesso modo, nella stessa causa e nello stesso concilio; accusato dinanzi ai giudici e, in seguito, da voi accolto, ora vive con voi da vescovo?
Non è forse vero che, quanti furono battezzati da questi condannati, ora sono in comunione con voi nello stesso battesimo?
Ma è chiaro: se tante Chiese d'oltremare, fondate dal lavoro apostolico, poiché hanno comunicato nei sacramenti con quelli che, neppure dopo essere stati accusati presso di loro, hanno condannato, e in seguito, hanno sentito che erano stati purificati e assolti dagli altri, perdono la salvezza e la religione cristiana; mentre se il partito di Donato condanna quelli che vuole e nella stessa dichiarazione di condanna esagera tanto il loro sacrilegio dello scisma, da non esitare a paragonarli a quelli che la terra inghiottì vivi, e comunica, quando gli fa comodo, con quelli che ha riammesso nella stessa dignità, ecco che resta santo e integro.
O regola del diritto Numida! O privilegio di Bagai!
Ecco: si esorcizza il battesimo di Cristo nei fedeli che lo hanno ricevuto nelle Chiese apostoliche, mentre in quelli che sono stati battezzati da Pretestato e Feliciano, benché " condannati come sacrileghi ", come sta scritto nel concilio di Bagai, si rispetta il battesimo di Cristo, non perché battesimo di Cristo, ma perché lo hanno dato quelli che, come vescovi, hanno avuto il merito di separarsi dai loro condannatori e di ritornare, come vescovi, ai loro condannatori!
Ora tutti questi fatti, che io sto richiamando già da tempo, li leggiamo nelle lettere dell'imperatore e negli Atti ecclesiastici, sia municipali che proconsolari.
Tuttavia, o Donatisti, se voi accettaste la Chiesa diffusa in tutto il mondo, che viene descritta e manifestata dai testi chiarissimi delle Scritture canoniche, tutto questo non dovrebbe avere alcun valore contro di voi, poiché né i delitti della paglia danneggerebbero voi, se in essa foste grano, né, se foste paglia e aveste commesso dei crimini, voi danneggereste il grano del Signore, seminato nel campo del Signore per crescere fino alla mietitura; cioè seminato nel mondo, per crescere sino alla fine dei tempi.
Allo stesso modo, se voi, cosa che ancora non ci avete mai provato, portaste delle prove convincenti contro la nostra paglia e noi, viceversa, non disponessimo contro di voi di tutte quelle che ho portato io, neppure in questo caso le vostre accuse contro la paglia danneggerebbero il nostro grano sparso in tutto il mondo, quand'anche fossero verissime, chiarissime e provatissime.
Via dunque pretesti e ritardi. Tutte le false accuse, riguardanti i peccati degli uomini, le giudichi la coscienza e non si facciano più; tutte le accuse, anche vere, riguardanti i peccati degli uomini, o che non si riesce a provarle o che non si è riusciti quando lo si doveva fare, non si facciano più; tutte le accuse, vere e provate, riguardanti i peccati degli uomini, ma che non toccano il grano nascosto tra la paglia, bensì la paglia che verrà separata alla fine, non si facciano più.
Di esse, infatti, possiamo farne molte di più anche noi e più documentate, e non con la vana presunzione che hanno loro di stabilire su di esse la nostra causa, ma per dimostrare che se noi rifiutiamo di affidarci a tali argomenti, non è perché non vi troviamo riscontri a quanto diciamo, ma per non perdere, in cose non necessarie, il tempo utile per le necessarie.
Questo essi lo fanno perché non riescono a trovare prove robuste, fondate sulla solida verità, per difendere la loro causa, e perché vogliono far vedere di avere qualcosa da dire e, mentre si vergognano di tacere, non si vergognano di parlare a vuoto.
Accantonati, dunque, gli argomenti di questo tipo, mostrino la loro Chiesa, se ci riescono, non coi discorsi e con le chiacchiere degli Africani, non con i concili dei loro vescovi; non con gli scritti di un qualunque controversista, non coi segni e prodigi ingannevoli - visto che anche verso questi siamo stati avvisati e resi guardinghi dalla parola del Signore - ma col dettato della Legge, le profezie dei Profeti, i canti dei Salmi, le parole dell'unico nostro Pastore, la predicazione e le fatiche degli Evangelisti.
Cioè, con tutte le autorità canoniche dei Libri santi, non però raccogliendo e citando testi oscuri, ambigui e allegorici, che ciascuno interpreta a piacere, secondo la propria opinione.
Questi testi, infatti, non possono essere capiti e spiegati nel giusto senso, se prima non si crede con ferma fede a quelli molto chiari.
Dunque, chiunque si appresta a replicare a questa lettera, lo preavviso: non mi dica: " Essi hanno dato alle fiamme i Libri del Signore; essi hanno sacrificato alle statue dei Gentili; essi hanno scatenato contro di noi una persecuzione molto ingiusta e voi foste in tutto d'accordo con loro ".
Gli rispondo brevemente come sempre: " O voi dite il falso o, se dite il vero, le vostre accuse non toccano il grano di Cristo, ma la sua paglia ".
Ma non per questo perisce la Chiesa che, vagliata nell'ultimo giudizio, verrà purificata con la separazione di tutti costoro.
Ecco la Chiesa che io cerco: cerco dov'è quella che, ascoltando le parole di Cristo e mettendole in pratica, edifica sulla roccia; ( Mt 7,24-27 ) quella che, ascoltandole e mettendole in pratica, sopporta quelli che, ascoltandole e non mettendole in pratica, edificano sulla sabbia.
Cerco dov'è il frumento che cresce in mezzo alla zizzania fino alla mietitura e non che cosa ha fatto o che cosa fa la zizzania; dov'è la diletta di Cristo tra le figlie cattive, come il giglio tra le spine ( Ct 2,2 ) e non che cosa hanno fatto o fanno le spine.
Cerco dove sono i pesci buoni che, in attesa di giungere alla riva, sopportano i pesci cattivi, anch'essi nella rete, ( Mt 13,47-48 ) e non che cosa hanno fatto o fanno i pesci cattivi.
Accantonate dunque queste manovre dilatorie, mi dimostri che la Chiesa, una volta perse tante nazioni, deve essere conservata solo in Africa, o che, a partire dall'Africa, deve essere restaurata e ristabilita pienamente in tutte le nazioni.
Ma lo dimostri senza dire: " È vero perché lo dico io o perché lo ha detto il tale mio collega o i miei colleghi o i vescovi o i chierici o i nostri laici " oppure: " È vero perché Donato, Ponzio o qualsiasi altro hanno fatto questi e quei miracoli, o perché le persone pregano sulle cappelle dei nostri morti e sono esaudite, o perché vi accadono questi o quei fatti, o perché quel nostro fratello o quella nostra sorella hanno avuto, stando svegli, tale visione; o perché, dormendo, l'hanno sognata ".
Via queste fantasie di gente menzognera o prodigi di spiriti ingannevoli!
O, infatti, le cose che si dicono non sono vere o, se veramente gli eretici hanno compiuto fatti miracolosi, dobbiamo stare più attenti.
Il Signore, infatti, dopo avere predetto che sarebbero sorti seduttori, che con i loro miracoli avrebbero ingannato, se fosse stato possibile, anche gli eletti, ci ha caldamente raccomandato: Ecco, io ve l'ho predetto. ( Mt 24,25 )
Perciò anche l'Apostolo ammonendoci ha detto: Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, per rivolgere l'attenzione a spiriti seduttori e dottrine demoniache. ( 1 Tm 4,1 )
Del resto, se uno, pregando nelle cappelle degli eretici, viene esaudito, non è per merito del luogo, ma della preghiera, che riceve il bene o il male.
Sta scritto infatti: Lo Spirito del Signore riempie tutta la terra, ( Sap 1,7 ) e: Un orecchio geloso ascolta tutto. ( Sap 1,10 )
Molti fedeli Dio li ascolta anche se in collera: sono quelli di cui l'Apostolo dice: Dio li ha abbandonati alla concupiscenza del loro cuore; ( Rm 1,24 ) e a molti il Dio propizio non concede ciò che essi vogliono, per concedere ciò che è loro utile.
Così il medesimo Apostolo parla dello stimolo della sua carne, cioè dell'angelo di satana, e dice che gli era stato dato perché lo schiaffeggiasse e non si insuperbisse della grandezza delle rivelazioni: Per questo tre volte ho pregato il Signore, affinché me lo allontanasse.
Ed egli mi disse: Ti basta la mia grazia: la virtù si perfeziona nella debolezza. ( 2 Cor 12,8-9 )
Non leggiamo forse che delle persone sono state esaudite dal Signore Dio sugli eccelsi monti della Giudea, i quali, pur se eccelsi, erano però così sgraditi a Dio, che si accusavano i re che non li distruggevano e si lodavano quelli che li distruggevano?
Da ciò si capisce che conta di più il cuore di chi prega, che il luogo dove si prega.
Riguardo alle visioni ingannevoli, leggano quanto sta scritto: Satana stesso si trasfigura in angelo di luce; ( 2 Cor 11,14 ) e: molti si sono lasciati ingannare dai loro sogni. ( Sir 34,7 )
Ascoltino anche i racconti che i pagani fanno dei loro templi e dei loro dèi, e i fatti e le visioni meravigliose.
Eppure sta scritto: Gli dèi dei Gentili sono demoni, mentre il Signore ha fatto i cieli. ( Sal 95,5 )
Sono molti, quindi, quelli che sono esauditi in molti modi: non solo i cristiani cattolici, ma anche i pagani, i Giudei e gli eretici, immersi in vari errori e superstizioni.
Sono esauditi, sia dagli spiriti seduttori, che però non fanno niente se non viene loro permesso - poiché Dio giudica in modo sublime e ineffabile quello che deve essere concesso a ciascuno - sia da Dio stesso, come punizione della malvagità, o come consolazione della miseria, o come sollecitazione a cercare la salvezza eterna.
Ma nessuno giunge alla salvezza e alla vita eterna, se non ha per capo Cristo.
E nessuno può avere per capo Cristo, se non è nel suo corpo, che è la Chiesa, che noi dobbiamo riconoscere nelle sante Scritture canoniche, così come si riconosce il Capo, e non cercarla nei diversi clamori, nelle opinioni, nelle azioni, nelle parole e nelle visioni della gente.
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