Specchio di precetti morali dalla Sacra Scrittura

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Seconda lettera ai Tessalonicesi

383 [ 2 Ts 1 ].

Fratelli, noi dobbiamo ringraziare Dio continuamente per voi ( e la cosa è proprio doverosa ) dal momento che la vostra fede cresce e abbonda, e la vostra carità vicendevole ha raggiunto il culmine.

Di conseguenza noi ci vantiamo di voi presso le Chiese di Dio per la vostra pazienza e perseveranza nella fede in mezzo alle persecuzioni e tribolazioni che sostenete.

Tutto ciò è una dimostrazione del giusto giudizio di Dio, una prova cioè che voi siete degni di appartenere al regno di Dio, per il quale state anche soffrendo.

Presso Dio infatti è giusto ripagare con la sofferenza coloro che vi fanno soffrire e accordare la serenità del riposo a voi che siete sottoposti a tribolazioni insieme con noi.

Ciò accadrà alla manifestazione del Signore Gesù.

Egli verrà dal cielo con gli angeli, segno della sua potenza, e con fiamma di fuoco; e si vendicherà di tutti coloro che non hanno voluto conoscere Dio né obbedire al Vangelo del Signore nostro Gesù Cristo.

Essi subiranno pene eterne nella perdizione, lontani dalla presenza del Signore e dalla sua gloria possente, quando egli verrà per essere glorificato nei suoi santi - ciò sarà in quel giorno - e si mostrerà mirabile con tutti coloro che hanno creduto, dato che la nostra testimonianza è stata creduta in mezzo a voi.

A tale fine noi preghiamo sempre per voi, affinché il nostro Dio vi renda degni della sua chiamata e voglia con la [ sua ] potenza completare in tutto il decreto della sua bontà e l'opera della vostra fede, in modo che sia glorificato in voi il nome del Signore nostro Gesù Cristo e voi siate glorificati in lui, secondo la grazia del nostro Dio e Signore Gesù Cristo [ 2 Ts 1,3-12 ].

384 [ 2 Ts 3 ].

In un altro passo: Vi raccomandiamo, fratelli, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo di tenervi lontani da ogni fratello che si comporti disordinatamente e non secondo le istruzioni che ha ricevuto da noi.

Ben sapete infatti voi stessi che è necessario imitare la nostra condotta.

Ora noi non siamo vissuti tra voi da persone irrequiete né abbiamo mangiato a ufo il pane datoci da altri, ma abbiamo lavorato e faticato senza interruzione, di notte e di giorno, per non essere di peso a nessuno di voi.

Non che non ne avessimo l'autorizzazione, ma perché volevamo darvi in noi stessi il modello che dovete imitare.

Stando infatti presso di voi vi demmo questa norma: chi non lavora non deve nemmeno mangiare.

Questo perché abbiamo saputo che alcuni di voi si comportano da irrequieti, senza far nulla, dediti a vane curiosità.

A questi tali prescriviamo, scongiurandoli nel nome del Signore Gesù Cristo, di lavorare in silenzio per mangiare il pane che si sono guadagnati.

Quanto a voi, fratelli, non stancatevi di fare il bene.

E se qualcuno non ascolta la nostra parola scritta in questa lettera, prendetene nota ed evitatelo affinché resti confuso, ma non trattatelo come un nemico; correggetelo piuttosto come un fratello [ 2 Ts 3,6-15 ].

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