La Trinità

Indice

Libro III

4.10 - L'azione di Dio nella consacrazione dell'Eucaristia

L'apostolo Paolo, benché portasse ancora il fardello del corpo che si corrompe e pesa sull'anima, ( Sap 9,15 ) benché vedesse ancora in maniera imperfetta ed enigmatica, ( 1 Cor 13,12 ) desideroso di sciogliersi dal corpo e di stare con Cristo, ( Fil 1,23 ) dolente nell'attendere come diritto di adozione la redenzione del proprio corpo, ( Rm 8,23 ) nondimeno poté predicare il Signore Gesù Cristo, ( 1 Cor 1,23 ) presentandolo in modi diversi con la sua voce, le sue lettere, con il Sacramento del corpo e del sangue di lui; corpo e sangue di Cristo non chiamiamo né la voce di Paolo, né le sue pergamene e il suo inchiostro, né le sue parole, né i caratteri tracciati nei suoi volumi, bensì solo quanto noi preleviamo dai frutti della terra, consacriamo con la preghiera mistica e consumiamo ritualmente per la nostra salvezza spirituale, commemorando la passione per noi sofferta dal Signore. ( Lc 22,19; 1 Cor 11,24-25 )

Tutto ciò acquista le sue apparenze visibili attraverso il lavoro degli uomini, ma solo attraverso l'intervento invisibile dello Spirito di Dio la santità lo fa così grande Sacramento, perché tutti i cambiamenti che si producono in quel rito li compie Dio muovendo primieramente le parti invisibili dei suoi ministri, cioè le anime degli uomini e le prestazioni a lui dovute dagli spiriti occulti.

Ora, dopo tutto questo, come meravigliarci che anche nelle creature del cielo, della terra, del mare e dell'aria Dio produca a suo piacimento fenomeni sensibili e visibili per presentarsi e mostrarsi in essi nelle maniere da lui giudicate opportune, non potendo apparire nella sua sostanza che è assolutamente immutabile, troppo più alta, segreta e inaccessibile di tutti gli spiriti da lui creati?

5.11 - L'azione di Dio nei miracoli

La potenza divina che governa le creature spirituali e materiali, tutti gli anni in giorni fissati, chiama a raccolta le acque del mare e le effonde sulla superficie della terra.

Ma quando ciò accadde per la preghiera del santo Elia, poiché vi era stata prima una siccità così continua e lunga che gli uomini morivano di fame e, nemmeno al momento in cui quel servo di Dio pregò, l'atmosfera con qualche traccia di umidità aveva preannunciato una pioggia imminente, allora, per il dono di una pioggia così abbondante e rapida, si manifestò, a coloro ai quali veniva destinato e concesso il miracolo, la potenza divina. ( 1 Re 17,1; 1 Re 18,2.41-45 )

Così pure è Dio l'autore di quei fulmini e di quei tuoni ai quali siamo abituati, ma poiché essi sul monte Sinai assunsero un aspetto inconsueto e quei suoni echeggiavano senza fare un rumore disordinato, ma invece si capiva da indizi assolutamente certi che essi avevano un significato, erano dei miracoli. ( Es 19,16-19; Es 20,18 )

Chi fa salire la linfa attraverso le radici fino al grappolo e produce il vino, se non Dio che fa crescere quanto l'uomo pianta e innaffia? ( 1 Cor 3,7 )

Ma quando, per comando del Signore, l'acqua con inusitata rapidità fu trasformata in vino, ( Gv 2,9 ) si rivelò chiaramente la potenza divina, per ammissione degli stessi stolti.

Chi, se non Dio, ammanta con solennità gli alberi di fronde e di fiori?

Ma il fiorire della verga del sacerdote Aronne fu come un colloquio della divinità con l'umanità, assillata dal dubbio. ( Nm 17,8 )

C'è certamente una materia terrestre comune a tutti gli alberi ed ai corpi di tutti gli animali, materia dalla quale essi nascono e si sviluppano; e chi la produce se non Colui che ordinò alla terra di produrre questi esseri e con la stessa sua parola governa e muove le cose che ha creato? ( Gen 1,24 )

Ma quando mutò immediatamente e rapidamente quella stessa materia, che costituiva la verga di Mosè, nella carne di un serpente, fu un miracolo; ( Es 4,3 ) mutazione di una cosa mutevole, ma pur mutazione straordinaria.

Chi ancora anima tutti i viventi quando nascono, se non Colui che animò momentaneamente anche quel serpente, come era richiesto dalle circostanze?

E chi restituiva le anime ai cadaveri per la risurrezione dei morti, ( Ez 37,1-10 ) se non Colui che dona le anime ai feti nel seno delle madri per la nascita di coloro che poi moriranno?

Ma finché questi fatti continuano ad accadere come un fiume di cose che appaiono e scompaiono, passando dall'occulto allo scoperto, e dallo scoperto all'occulto, li diciamo fatti naturali.

Quando invece si improvvisano per cambiamenti insoliti ad ammonimento degli uomini, allora li chiamiamo prodigi.

7.12 - Le arti magiche non possono produrre nulla, se non per permissione divina

A questo punto prevedo quale difficoltà possa presentarsi ad uno spirito debole: come mai questi miracoli vengono compiuti anche con le arti magiche?

Infatti anche i magi del Faraone hanno in modo simile prodotto dei serpenti ed altri fenomeni dello stesso genere. ( Es 7,11ss )

Ma vi è una cosa ancor più straordinaria: come mai quella potenza dei magi, che ebbe la capacità di produrre i serpenti, si mostrò del tutto insufficiente, quando si trattò di produrre delle mosche minutissime?

Quelle infatti che la Scrittura chiama "scinifi" sono mosche minutissime e costituirono la terza piaga che colpì l'orgoglioso popolo egiziano. ( Es 8,18 )

È proprio allora che i magi, rimasti impotenti, dissero: Questo è il dito di Dio. ( Es 8,19 )

Questo fatto induce a pensare che nemmeno gli angeli prevaricatori e le potenze dell'aria, precipitate dall'alto del loro soggiorno di celeste purità ( 2 Pt 2,4 ) nel fondo di queste tenebre come nel carcere che è loro adatto, esse che danno alla magia tutto il potere che ha, siano capaci di qualcosa senza un potere che è dato dall'alto. ( Gv 19,11 )

Tale potere viene dato o per ingannare gli ingannatori, come è stato dato contro gli Egiziani ed anche contro gli stessi magi perché fossero oggetto di ammirazione in quello che facevano per seduzione diabolica, e oggetto di condanna per il giusto giudizio di Dio; oppure viene dato per distogliere i fedeli dal desiderio di fare cose simili, come se il farle avesse grande importanza; è per questo che la Scrittura ce le ha narrate con la sua autorità.

Viene anche data per esercitare, mettere alla prova e manifestare chiaramente la pazienza dei giusti.

Infatti per miracoli visibili di non piccola potenza Giobbe venne a perdere tutte le sue ricchezze e i figli e la stessa salute fisica. ( Gb 1,13; Gb 2,7 )

8.13 - Solo Dio crea, gli angeli cattivi non sono creatori nella magia

Tuttavia non si deve ritenere che questa materia delle cose visibili sia incondizionatamente soggetta alla volontà di questi angeli prevaricatori e che essi la dominino a loro piacimento, ma è invece soggetta a Dio che concede ad essi questa potenza, come l'Immutabile lo giudica conveniente dal suo trono sublime e spirituale.

Infatti anche i criminali condannati alle miniere hanno a disposizione dell'acqua, del fuoco e della terra per farne ciò che vogliono, ma nella misura che è loro concesso.

Non è certamente ragionevole chiamare creatori quegli angeli cattivi, per il solo fatto che, grazie a loro, i magi, che resistevano al servitore di Dio, fecero delle rane e dei serpenti; ( Es 7,11-12; Es 8,7 ) infatti non furono loro a crearli.

Poiché di tutte le cose che nascono materialmente e visibilmente sono presenti negli elementi materiali di questo mondo certi misteriosi semi.

Una cosa infatti sono i semi già visibili ai nostri occhi, nei frutti e negli animali, un'altra cosa sono i misteriosi semi con i quali, al comando del Creatore, l'acqua ha prodotto i primi pesci e i primi volatili, la terra i primi suoi germogli ed i suoi primi animali secondo la loro specie. ( Gen 1,20-25 )

E nella realizzazione di queste prime nascite non si esaurì la forza vitale di quei semi, soltanto che ad essi spesso vengono meno le condizioni favorevoli per svilupparsi e produrre la loro specie.

Per esempio: un piccolissimo virgulto è un seme.

Infatti convenientemente affidato al terreno diviene albero.

Ma di questo ramoscello c'è un seme più piccolo della stessa specie: un grano, e fino a questo punto si tratta sempre di qualcosa che possiamo vedere.

Anche di questo granello poi la ragione esige che ci sia un seme, per quanto invisibile ai nostri occhi, perché se tali semi non si trovassero in questi elementi terreni, non vedremmo così spesso spuntare dalla terra piante mai seminate, o sia in terra che nell'acqua nascere senza congiungimento tra maschi e femmine tanti animali che crescono e ne riproducono altri per congiungimento, sebbene siano nati senza di esso.

Ed è fuori dubbio che le api non concepiscono i semi dei loro figli mediante l'accoppiamento, ma raccolgono con la bocca questi germi disseminati in qualche modo per il suolo.6

Dunque il Creatore dei germi invisibili è il vero Creatore di tutte le cose, ( Sir 24,12 ) perché tutte le cose che nascendo appaiono ai nostri occhi, prendono dai semi nascosti il punto di partenza della loro crescita; e lo sviluppo della loro statura normale e la differenziazione delle loro forme provengono, per così dire, dalle leggi delle loro origini.

Perciò come noi non chiamiamo i nostri genitori creatori di uomini né gli agricoltori creatori di messi, sebbene sia con il concorso esterno della loro attività che la potenza di Dio interiormente opera la creazione di queste cose, allo stesso modo non è permesso ritenere creatori non soltanto gli angeli cattivi ma nemmeno quelli buoni, anche se la sottigliezza della loro sensibilità e del loro corpo ha loro permesso di scoprire i semi di queste cose, germi a noi più sconosciuti, e che essi segretamente spargono, con il favore di adatte combinazioni di elementi, provocando così le condizioni favorevoli e allo sbocciare e allo svilupparsi rapido degli esseri.

Ma né i buoni fanno questo se non nella misura in cui Dio lo comanda, né i cattivi lo fanno ingiustamente, se non nella misura in cui egli giustamente lo permette.

Ingiusta è infatti la volontà dei cattivi che è loro fornita a causa della loro malizia, ma giusto è il potere che viene loro concesso sia a loro castigo sia nei riguardi degli altri a castigo dei cattivi o a premio dei buoni.

8.14 - Anche il nostro spirito non può essere formato con la giustificazione se non da Dio

È per questo che l'apostolo Paolo, distinguendo l'azione di Dio, che crea e plasma all'interno, da quella della creatura che agisce all'esterno, e prendendo un'immagine dall'agricoltura, dice: Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere. ( 1 Cor 3,6 )

Come dunque nella nostra stessa vita solo Dio può formare il nostro spirito giustificandolo, mentre predicare esteriormente il Vangelo lo possono anche gli uomini, non solo quelli veramente buoni, ma anche, all'occasione, i cattivi, ( Fil 1,18 ) così la creazione delle cose visibili la compie Dio segretamente, mentre le attività esterne dei buoni e dei cattivi, degli Angeli e degli uomini e di ogni specie di animali egli le applica alla natura dove tutto crea, come applica l'agricoltura al terreno, secondo la propria volontà e la distribuzione che ha fatto dei poteri e degli istinti.

Perciò non posso dire che gli angeli cattivi, evocati con le arti magiche, siano stati i creatori delle rane e dei serpenti, ( Es 7,11-12; Es 8,7 ) come non posso chiamare gli uomini cattivi creatori di una messe che avrò visto crescere per loro opera. ( Mt 13,25-26 )

8.15 - Nemmeno Giacobbe è stato il creatore dei colori delle sue pecore

Così nemmeno Giacobbe fu il creatore dei colori delle sue pecore per aver messo davanti agli occhi delle femmine nel periodo della concezione verghe variopinte, mentre esse bevevano.

E neppure le pecore crearono i colori variegati della loro prole, in quanto la loro anima aveva ritenuto l'immagine variopinta impressavi per mezzo degli occhi che avevano visto le verghe di vari colori.

Questa immagine non poté influire, per l'emozione dell'accoppiamento, che su un corpo animato da uno spirito così impressionato da rendere maculati i teneri embrioni dei piccoli. ( Gen 30,37-41 )

L'influsso reciproco, dell'anima sul corpo e del corpo sull'anima, si fonda su corrispondenze razionali immutabilmente viventi nella stessa Sapienza di Dio, ( Sir 1,3; 1 Cor 1,3-24 ) quella Sapienza che nessuno spazio racchiude.

Essa, pur essendo immutabile, non abbandona nessun essere anche mutevole, perché nessuno di essi è stato creato se non per mezzo di essa. ( Gv 1,3 )

È stata la norma dell'immutabile e invisibile Sapienza di Dio, per mezzo della quale tutte le cose sono state create, a far sì che dalle pecore nascessero non delle verghe ma delle pecore; ( Gen 30,37-41 ) ma è stata l'anima della pecora gravida, impressionata dall'esterno per mezzo della vista, e che interiormente seguiva in sé, a suo modo, la legge della generazione ricevuta dalla segreta potenza del suo Creatore, a far sì che l'iridescenza delle verghe avesse un qualche influsso sul colore delle pecore concepite.

Circa la potenza che ha l'anima nell'influire sulla materia corporea e nel trasformarla, molto si potrebbe dire, ma non è un discorso necessario al nostro assunto.

In ogni caso non si può affermare che l'anima crei il corpo perché ogni causa di una sostanza mutevole e sensibile, la misura, il numero, il peso che la fanno essere, la natura che la fa questa o quella, derivano da quella vita spirituale e immutabile che esiste e sussiste al di sopra di tutte le cose e si diffonde fino alle cose ultime e terrene.

Ho ritenuto di dover ricordare senz'altro quanto ha fatto Giacobbe con le sue pecore perché si comprendesse che, se non si può chiamare creatore dei colori degli agnelli e dei capretti un uomo che ha così disposto le verghe, né le stesse anime delle femmine che, nei limiti posti dalla natura, impressero sui piccoli corpi concepiti nella carne l'immagine variegata concepita per mezzo degli occhi del corpo, tanto meno possono essere detti creatori delle rane e dei serpenti gli angeli cattivi per intervento dei quali i magi del Faraone compirono quei prodigi. ( Es 7,11-12; Es 8,7 )

9.16 - Solo Dio crea e governa le cose, le creature possono intervenire solo dall'esterno

Infatti altra cosa è costruire e governare la creazione dal centro e dalla sommità del cardine delle cose, chi fa questo è l'unico Creatore, Dio, ( Sir 1,8 ) altra cosa intervenire dal di fuori secondo le forze e le possibilità da lui distribuite per portare alla luce ciò che viene da lui creato in questo o in quel momento, in questa o quella maniera.

Senza dubbio tutte le cose che noi vediamo sono già state create originariamente e fondamentalmente in una specie di trama degli elementi, ma solo quando ci sono le occasioni favorevoli vengono fuori.

Infatti, come le madri sono gravide della loro prole, così il mondo stesso è gravido dei princìpi delle cose che nascono; princìpi che non vengono creati nel mondo se non da quella suprema Essenza, nella quale nulla nasce, nulla muore.

Invece applicare esternamente le cause contingenti, che sebbene non naturali, tuttavia si applicano in armonia con la natura, per trarne fuori in qualche modo dal profondo seno della natura gli esseri che esso tiene nascosti e in qualche modo crearli esteriormente con il dispiegamento delle loro misure, numeri e pesi che essi hanno ricevuto segretamente da Colui che ha ordinato ogni cosa con misura ordine e peso, ( Sap 11,21 ) è possibile non solo agli angeli cattivi ma anche agli uomini cattivi, come ho dimostrato sopra con l'esempio dell'agricoltura.7

9.17 - La rapidità di sviluppo di alcuni germi desta meraviglia

Ma perché non si pensi diversamente degli animali per il fatto che hanno la vita con l'istinto di cercare quanto è secondo la loro natura e di evitare quanto le è contrario, dobbiamo osservare pure che molti uomini sanno da quali erbe o carni o succhi e umori di ogni sorta, lasciati come si presentano o posti al coperto o triturati e mescolati siano soliti nascere determinati animali.

Ora, chi di costoro è tanto stolto da dirsi creatore di questi animali?

Se dunque qualsiasi uomo, anche il più cattivo, può sapere da dove nascono quei vermi e quelle mosche, come può destare meraviglia che gli angeli cattivi con la sottigliezza della loro sensibilità conoscano nei semi più segreti degli elementi la possibilità di far nascere rane e serpenti ( Es 7,11-12; Es 8,7 ) e, senza crearli, li facciano nascere attraverso trasformazioni occulte suscitando certe condizioni favorevoli a loro note?

Ma gli uomini non si meravigliano di quelle cose che gli uomini sono soliti fare.

Che se qualcuno eventualmente si stupisce della rapidità degli sviluppi, in quanto quegli animali si produssero all'improvviso, avverta che gli uomini, proporzionalmente, ottengono cose simili.

Come avviene infatti che i medesimi corpi inverminiscano più rapidamente nell'estate che nell'inverno, più rapidamente in luoghi caldi che in luoghi freddi?

Ma queste forze naturali vengono applicate dagli uomini con tanta maggior difficoltà quanto più manca alle loro membra terrene e lente l'acutezza sensitiva e l'agilità fisica.

Perciò quanto più è agevole a tutti gli Angeli trarre dagli elementi le loro risorse immediate, tanto più sorprendenti appaiono le loro agilità in tali operazioni.

9.18 - Solo Dio crea

Creatore è solamente colui che produce queste cose come causa prima.

E nessuno lo può all'infuori di colui presso il quale sono originariamente le misure, i numeri, i pesi di tutte le cose che esistono: e questi è soltanto Dio creatore, ( Sir 1,8 ) dalla cui ineffabile sovranità dipende che quanto gli angeli cattivi potrebbero fare, se fosse loro permesso, non lo possano invece fare perché egli non lo permette loro.

Infatti non si potrebbe trovare altro motivo per cui non poterono produrre delle mosche piccolissime, quelli che avevano prodotto rane e serpenti, se non questo: c'era un potere più alto, quello di Dio, che lo impediva per mezzo dello Spirito Santo, come lo riconobbero gli stessi magi dicendo: Questo è il dito di Dio. ( Es 8,19; Es 7,12 )

Che cosa poi possano per loro natura, che cosa non possano per proibizione, che cosa non sia loro permesso dalle loro condizioni naturali, è difficile all'uomo chiarire, anzi impossibile, se non in virtù di quel dono divino ( At 8,20; Gv 4,10 ) che l'Apostolo ricorda quando dice: ad un altro il discernimento degli spiriti. ( 1 Cor 12,10 )

Sappiamo infatti che un uomo può camminare e che non può nemmeno questo, se gli è impedito, ma sappiamo che non può volare anche se gli viene dato il permesso.

Gli angeli cattivi possono fare alcune cose se per volere di Dio gli angeli superiori li lasciano liberi; altre cose invece non le potrebbero fare anche se gli angeli superiori li lasciassero liberi; perché non lo concede Colui che ha dato loro la natura angelica.

Anzi il più delle volte per mezzo dei suoi angeli impedisce loro di esercitare anche le loro capacità naturali.

9.19 - Dio non interviene personalmente in tutti i miracoli

Ebbene lasciamo da parte quei fenomeni materiali che nell'ordine naturale delle cose accadono secondo il corso più normale dei tempi, come il sorgere e il tramontare degli astri, le nascite e le morti degli animali, le varietà innumerevoli dei semi e dei germi, le nuvole e le nubi, le nevi e le piogge, le folgori e i tuoni, i fulmini e le grandini, i venti e il fuoco, il freddo e il caldo e tutti i fenomeni come questi; lasciamo da parte anche quelli che nel medesimo ordine di realtà sono insoliti come: eclissi, apparizioni straordinarie degli astri, esseri mostruosi, terremoti e simili; lasciamo dunque da parte tutti questi fenomeni la cui causa prima e suprema è solo la volontà di Dio.

Per questo un Salmo, dopo che sono stati ricordati alcuni fenomeni di questo genere: il fuoco, la grandine, la neve, il ghiaccio, la tempesta, il vento procelloso, ( Sal 148,8 ) perché non venissero attribuiti al caso o solo a cause corporee o anche spirituali, ma sempre indipendenti dalla volontà di Dio, subito aggiunge: che obbediscono alla sua parola. ( Sal 148,8 )

Ma, come avevo incominciato a dire, lasciati da parte questi fenomeni, differenti sono quelli che, sebbene appartenenti al mondo corporeo, vengono a cadere sotto i nostri sensi per farci conoscere qualcosa da parte di Dio.

Questi sono detti propriamente miracoli e segni.

Ma non tutte le volte che ci viene data una comunicazione divina, appare la stessa persona di Dio.

Quando appare, talvolta si manifesta per mezzo di un Angelo, talaltra sotto una forma che non è quella di un angelo, sebbene venga utilizzata dopo che è stata preparata per opera di un Angelo; anche quando appare per mezzo di una forma che non è quella di un angelo, talvolta questa forma esisteva allo stato di corpo che viene sottoposto a qualche trasformazione per divenire atto a questa determinata rivelazione, altre volte essa viene prodotta soltanto per questo compito e, svolto questo compito, scompare.

Così per esempio quando gli uomini annunziano la parola di Dio, a volte la ripetono a suo nome, come quando a tale annuncio sono premesse le parole: Il Signore ha detto, ( Is 3,16 ) oppure: Questo dice il Signore, ( Ger 31,1-2 ) ed espressioni di questo genere; altre volte invece senza alcun preambolo simile si mettono al posto di Dio stesso, come quando è detto: Io ti istruirò e ti porrò su questa via nella quale dovrai camminare. ( Sal 32,8 )

A questo modo ad un Profeta viene dato il compito di simboleggiare non solo nelle parole ma anche nei suoi atti la persona di Dio per rappresentarla nel suo ministero di profeta.

Così rappresentava la persona di Dio il Profeta che divise la sua veste in dodici parti e ne dette dieci al servo del re Salomone, al futuro re d'Israele. ( 1 Re 11,30-31 )

Talvolta ancora è una cosa diversa dal profeta ma già esistente tra le realtà di questa terra che è stata assunta quale simbolo, come ha fatto Giacobbe, risvegliato dal suo sonno, con la pietra che, mentre dormiva, teneva sotto il suo capo; ( Gen 28,11-18 ) qualche volta la forma simbolica è prodotta proprio per questo scopo ed è destinata ad esistere qualche tempo, come fu possibile per il famoso serpente di bronzo innalzato nel deserto ( Nm 21,9 ) e come è possibile per uno scritto; oppure essa è destinata a scomparire, una volta svolto il suo compito, come il pane che, preparato a questo scopo, è consumato quando è ricevuto il sacramento.

Indice

6 Virgilio, Georg. 4, 201-204
7 Sopra 1,7;
Mt 13,25-26