Maestro di vita oltre la scuola

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L'Istituto Secolare

Nella vostra missione dovete unire lo zelo per il bene della Chiesa e per quello della Società

della quale i vostri allievi cominciano ad essere mèmbri e devono diventarlo ogni giorno più perfettamente.

Procurate il bene della Chiesa formando dei veri cristiani, docili alle verità della fede e agli insegnamenti del Vangelo

Procurate il bene della Società insegnando le scienze profane.

Aggiungete però sempre alle conoscenze umane la pietà senza la quale il vostro lavoro sarebbe poco utile.

( S. Giovanni Battista De La Salle - M. 160,2 )

Una delle note caratterizzanti la fedeltà alla missione apostolica-educativa, nello spirito di S. Giovanni Battista de La Salle, di Fratel Teodoreto è quella di aver fondato l'Istituto Secolare Unione Catechisti del SS. Crocifisso e di Maria SS. Immacolata, che ha per scopo «la santificazione nel mondo dei propri membri e l'apostolato catechistico e sociale».

Nel capitolo intitolato Inizi dell'Unione, abbiamo accennato al movimento catechistico che fu ai primordi di quella Associazione di perseveranza progettata da Fr. Teodoreto fin dall'epoca del suo Secondo Noviziato, e abbiamo pure udito l'incoraggiamento di Fra Leopoldo, a continuare nell'opera intrapresa.

Ripetiamo ora ciò che dicemmo nell'Introduzione, e cioè che in questa prodigiosa intrapresa, Fr. Teodoreto si dimostrò davvero un precorritore della nostra epoca postconciliare, non solo, ma che indovinò e promosse quel genere nuovo di vita consacrata e di apostolato tra i laici, che solo quarantanni più tardi, nel 1947 il Pontefice Pio XII sanzionava per tutta la cattolicità con la Costituzione Apostolica Provida Mater Ecclesia.

Il fenomeno degli Istituti Secolari è qualcosa di veramente nuovo nella vita della Chiesa.

E la novità è molto più profonda di quanto non si creda o di quanto possa apparire a prima vista.

Parliamone brevemente.

Nella storia della Chiesa si rileva il fatto della cosidetta fuga dal mondo che è proprio della vita Religiosa o monastica, la quale mettendo in evidenza il valore supremo della grazia, ci indica il suo aspetto altamente positivo.

Però questo abbandono del mondo è meno capito soprattutto nell'età moderna, in cui si constata come la società sia andata evolvendosi in gran parte, al di fuori dell'influsso operante e vivo della Chiesa, per cui è cominciato quel fermento, nella Chiesa stessa, che ha cercato di congiungere la ricchezza della consacrazione religiosa con la presenza nel mondo, per non permettere che il mondo si sviluppi al di fuori della ricerca di Dio.

Ora, nell'ambito della Chiesa, chi porta - per cosi dire - il carico della secolarità, sono in modo tutto particolare i laici.

«Essi vivono nel secolo, cioè implicati in tutti e singoli i doveri e gli affari del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale.

Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, dall'interno, quasi a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l'esercizio del proprio ufficio e sotto la guida dello spirito evangelico» ( Conc. Ecum. Vat. II, Lumen Gentium 31 ).

In tale modo i mèmbri degli Istituti Secolari inseriscono il fermento della consacrazione attraverso i Consigli evangelici nel cuore del mondo, nella vita ordinaria dei fedeli.

Laici accanto ad altri laici, essi mostrano come si possa essere pienamente fedeli al Vangelo portato fino alle estreme conseguenze, senza separarsi dal mondo, apprezzandone anzi i valori autentici e «per poter attendere più liberamente - come dice Papa Pio XII - alle opere di carità, il cui esercizio dalla nequizia dei tempi, era impedito in tutto o in parte, alle famiglie religiose» ( Pio XII, Provida Mater Ecclesia 9 ).

Cosi diventano luce che illumina, sale che da sapore in mezzo a coloro che si occupano degli affari terreni, mostrando con la loro povertà, come si possa usare dei beni di quaggiù senza attaccarvi il cuore; come non si possa ricostruire il mondo se non nel rispetto e nell'obbedienza alle leggi che Dio vi ha portato; mostrando come ogni amore umano non vale se non nella misura in cui è inserito nell'amore di Dio e non si apra nell'amore a tutti i fratelli.

Di questo movimento, a distanza di appena un anno dalla promulgazione della Provida Mater Ecclesia, il Papa si compiaceva in questi termini: «... avendo davanti agli occhi la moltitudine di tante anime nascoste con Cristo in Dio, le quali nel mondo aspirano alla santità e con grande cuore e animo volenteroso consacrano lietamente tutta la vita a Dio, non possiamo fare a meno di rendere grazia alla Divina Bontà, per questa nuova schiera che ha accresciuto nel mondo, l'esercito di coloro che professano i Consigli evangelici; e per il valido aiuto che in maniera veramente provvidenziale, ha rafforzato l'apostolato cattolico in questi nostri tempi cosi turbolenti e luttuosi» ( Pio XII, Primo feliciter 1 ).

Ci siamo indugiati per un momento, a descrivere l'importante evento degli Istituti Secolari nella Chiesa, non tanto per illuminare i lettori sull'argomento, quanto per far rilevare lo spirito chiaroveggente di Fr. Teodoreto e il merito suo d'avere assecondato, attraverso non poche difficoltà, l'ispirazione di promuovere la santità del prossimo attraverso questa nuova Fondazione che tanto si assimila, nella finalità e nella pratica, alla Congregazione lasalliana.

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