Relatio et vota

Il Processo Ordinario

( Torino 11-1-1961/31-1-1977 )

Sono stati chiamati a deporre 34 testi, 4 dei quali ex officio: un Vescovo, 5 sacerdoti, 2 religiose, 8 Fratelli delle Scuole Cristiane, 18 laici, dei quali 8 appartenenti all'Unione Catechisti fondata dal Servo di Dio.

Tutti i testi hanno conosciuto il Servo di Dio e molti di loro ebbero con lui una lunga consuetudine.

L'insieme delle deposizioni e l'attendibilità dei testi offrono sufficienti elementi per disporre di un valido apparato probatorio sulla lunga vita del Servo di Dio, soprattutto se completato con la nuova documentazione acquisita (cfr. secondo volume ) grazie ai suggerimenti del Promotore Generale della Fede e del Relatore.

L'Informatio, di 70 pagine, contenuta nel primo volume della Positio, va dunque integrata con la nuovissima esposizione della vita del Servo di Dio, di 47 pagine, e col nuovo Summarium documentorum contenuti nel secondo volume, dove si sopperisce alle lacune osservate nella Informatio e si offrono più adeguati chiarimenti su alcuni aspetti della vita del Servo di Dio e delle sue opere di apostolato, riguardanti in particolar modo la fondazione dell'Unione Catechisti, i rapporti del Servo di Dio con Fra Leopoldo, le difficoltà riscontrate dal Servo di Dio a causa della sua fondazione con alcuni Fratelli della sua Congregazione e la fondazione della Casa di Carità Arti e Mestieri.

Sono d'accordo col Rev. Relatore sulla valutazione dell'Informatio per quanto riguarda l'esposizione delle virtù del Servo di Dio: è da rilevare, cioè, « che le singole virtù eroiche del Servo di Dio sono trattate in un modo piuttosto sbrigativo e lasciano un'impressione schematica.

Tutto è riuscito un po' appiattito e schematizzato, sebbene poggiato su deposizioni valide » ( Relazione, pp. 5-6 ).

Con maggior profitto vengono utilizzate le fonti processuali nel secondo volume della Positio, dove le puntualizzazioni del Relatore, oltre ad indurre gli Attori a presentare nuovi documenti, sono servite a mettere più in risalto alcune deposizioni testimoniali rimaste in ombra nell'Informatio.

Per esempio, il Relatore ( alla pag. 6 della Relazione ) ha indicato la necessità di conciliare l'espressione contenuta nell'Informatio - « tutti i fratelli dicono che Fra Teodoreto è un santo e attendono che la Chiesa lo riconosca come tale » ( Inform., p. 65, n. 40 ) - con le testimonianze di diversi testi secondo i quali le maggiori difficoltà incontrate dal Servo di Dio nel portare avanti la fondazione dell'Unione Catechisti vennero proprio dai suoi confratelli.

Il Relatore ha anche messo in risalto che la trasformazione della Unione Catechisti in un Istituto in cui si professano i consigli evangelici mediante vincolo di voti « non venne ideata dal Servo di Dio bensì dal Cardinale Gamba.

Una volta ricevuto quell'indirizzo, il Servo di Dio si dedicò corpo ed anima alla formazione della nuova istituzione nel seno della Chiesa » ( Rel., p. 7 ).

L'Arcivescovo di Torino gli diede questo consiglio nel 1925, e cioè 11 anni dopo l'approvazione dell'Unione come Pia Unione ( cfr. Dichiarazione del Dott. Domenico Conti. Nuovo Summ. Doc., pp. 49-50 ).

Ma questi rilievi non intaccano, a mio giudizio, la figura del Servo di Dio riguardo alla sua santità di vita, bensì aiutano a comprendere meglio le difficoltà che dovette superare e le virtù che esercitò, e ci offrono un quadro più oggettivo e composito della sua figura rispetto a quello che emerge dall'Informatio.

In tal senso mi sembra ben impostato il riassunto del Relatore, nelle pagg. 6 e 7 della sua Relazione, flutto di un attento vaglio delle piove testimoniali:

« Il Servo di Dio non era un uomo mollo originale ma piuttosto ricettivo.

Senonché, a cagione della sua straordinaria devozione religiosa, egli cominciò a riflettere sul destino degli alunni dei Fratelli delle Scuole Cristiane dopo la fine della vita scolastica.

Cercava un rimedio religioso contro l'abbandono della vita cattolica dopo la fine di quella scolastica e trovò l'idea dell'Unione la quale venne plasmata sotto la spinta del più originale ed energico ma forse un po' fantastico Fra Leopoldo Musso, O. F. M.

Allo scopo di conservare la fede in se stessi nacque quello di conservare la fede degli altri, attraverso la catechesi.

Dall'idea dell'Unione dei Catechisti nacque quella di un insegnamento più vasto con il fine di formare integralmente i futuri operai tecnici il che condusse, in un lento processo, alla fondazione della Casa di Carità Arti e Mestieri » ( Relazione, pp. 6-7 ).

Dopo aver spiegato l'idea dell'allora Arcivescovo Gamba sull'introduzione della professione dei consigli evangelici nell'Unione, il Relatore continua con queste parole il ritratto del Servo di Dio:

« È evidente che il Servo di Dio sentiva il richiamo apostolico ad una missione speciale.

Nella formulazione concreta di tale missione egli dipendeva assai da altri, superando però se stesso nell'esecuzione del piano una volta disegnato e raggiungendo un livello eroico.

Un po' timido nel compiere delle decisioni, divenne un leone quando si trattava di realizzare le decisioni una volta fatte dopo tentennamenti, consigli, ecc.

Non va mai dimenticato che l'Unione dei Catechisti del SS.mo Crocifisso e di Maria Immacolata, con tutte le conseguenze che ve ne risultano, costituiva soltanto una parte delle occupazioni del Servo di Dio il quale era rimasto al medesimo tempo professore in altre scuole, quelle del proprio Istituto dei F. S. C.

Egli faceva anche questo lavoro - principale - con la massima dedizione.

Era un maestro insegnante modello, come il S. Giovanni M. Vianney era stato un parroco cattolico modello » ( Relazione, p. 7 ).

Desidero sottolineare che l'apparato probatorio della Causa è in massima parte dipendente da quanto raccolto ed esposto nel secondo volume, chiamato Positio super virtutibus.

A mio avviso in questo volume sarebbe stato utile, per ragioni di chiarezza, aggiungere una silloge delle virtù più elaborata di quella contenuta nell'Informatio, dove le virtù, a giudizio dello stesso Relatore, sono « trattate in un modo piuttosto sbrigativo » ( Relazione, p. 5 ).

Tale assenza non sminuisce, certo, il merito delle prove, ma un'altra silloge avrebbe facilitato molto il lavoro dei Rev.mi Consultori e degli Eminentissimi Cardinali, e avrebbe anche reso la ragione del titolo di questo volume, che è appunto Positio super virtutibus.

Per quanto riguarda i voti dei Censori degli scritti basti dire che il primo Censore, oltre a non trovare nulla in contrasto con la dottrina cattolica, conclude che gli scritti mettono in luce « l'anima candida del Servo di Dio, la sua ansia di santità, l'amore di Dio di cui bruciava il suo cuore, l'abbandono alla divina volontà da cui sempre volle essere guidato e lo zelo per l'evangelizzazione dei poveri, specie della gioventù » ( Voto del primo Censore, p. 6 ).

Il secondo teologo Censore conclude con queste parole il proprio voto:

« Gli scritti del Servo di Dio Fr. Teodoreto meritano una buona attenzione.

Non contengono speciali dottrine: l'autore non era un teologo, ne un pensatore dalle intuizioni singolari: era, però, un eccellente Religioso, di pietà schietta, rigido con se stesso, desideroso di seguire Cristo nella via regale della S. Croce.

Gli scritti lo rivelano come un uomo lineare, senza tentennamenti, che si sforza di vivere la sua vocazione in pienezza d'amore, praticando tutte le virtù, particolarmente quelle dell'umiltà e della povertà.

Come tali, sono degni di favorevole apprezzamento e possono essere letti con profitto spirituale » ( Voti, p. 30 ).

Indice