Summa Teologica - I

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Articolo 6 - Se i nomi si dicano delle creature prima che di Dio

Supra, a. 3; In 1 Sent., d. 22, q. 1, a. 2; C. G., I, c. 34; Comp. Theol., c. 27; In Ephes., c. 3, lect. 4

Pare che i nomi si dicano delle creature prima che di Dio.

Infatti:

1. Noi nominiamo le cose secondo che le conosciamo, essendo le parole, come dice Aristotele [ Periherm. 1,1 ], « segni dei concetti ».

Ora, noi conosciamo prima la creatura che Dio: quindi i nomi da noi imposti convengono prima alle creature e poi a Dio.

2. Secondo Dionigi [ De div. nom. 1 ] « noi nominiamo Dio dalle creature ».

Ma i nomi che noi dalle creature trasferiamo in Dio si dicono prima delle creature che di Dio, come le parole leone, pietra e simili.

Quindi tutti i nomi che vengono attribuiti a Dio e alle creature si dicono prima delle creature che di Dio.

3. Al dire di Dionigi [ De myst. theol. 1,2 ], tutti i nomi che sono comuni a Dio e alle creature si riferiscono a Dio come alla causa di tutti gli esseri.

Ora, un termine dato per ragione di causalità viene attribuito alla causa in secondo luogo: come sano si dice prima dell'animale e poi della medicina, che è causa della sanità.

Quindi tutti questi nomi si dicono delle creature prima che di Dio.

In contrario:

Dice S. Paolo [ Ef 3,14s ]: « Io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome ».

E la stessa ragione vale per tutti gli altri nomi che si dicono di Dio e delle creature.

Quindi tali nomi si dicono di Dio prima che delle creature.

Dimostrazione:

È necessario che tutti i nomi che si dicono di più cose per analogia si dicano in ordine a una cosa sola: quindi tale cosa deve essere posta nella definizione di tutte le altre.

E poiché la nozione espressa dal nome è la definizione, come dice Aristotele [ Met. 4,7 ], bisogna che tale nome si dica primariamente di quella prima cosa che è posta nella definizione delle altre, e secondariamente delle altre, a seconda che si avvicinano più o meno alla prima: come il termine sano, che si dice dell'animale, entra nella definizione del sano detto della medicina, la quale è detta sana in quanto causa la sanità nell'animale; come [ entra ] anche nella definizione di sano detto dell'orina, la quale è detta sana in quanto è un indice della sanità dell'animale.

Così dunque tutti i nomi che si dicono di Dio metaforicamente si dicono delle creature prima che di Dio: poiché applicati a Dio non significano altro che delle somiglianze con tali creature.

Così ridere, detto del prato, non significa altro che questo: che il prato, quando si ricopre di fiori, offre un aspetto di bellezza somigliante a quello dell'uomo quando sorride, secondo una somiglianza di proporzione; parimenti il termine leone, applicato a Dio, vuole significare solo questo: che Dio nelle sue opere si comporta fortemente come il leone nelle sue.

E così si capisce che il significato di tali nomi non può essere definito, nella loro applicazione a Dio, se non dipendentemente dall'applicazione che se ne fa alle creature.

Quanto invece agli altri nomi che non si applicano a Dio metaforicamente, varrebbe la stessa ragione se venissero detti di Dio soltanto secondo la sua causalità, come alcuni hanno sostenuto.

Perché allora col dire Dio è buono si vorrebbe significare soltanto che Dio è causa della bontà della creatura.

Quindi questo nome buono, detto di Dio, conterrebbe nel suo significato la bontà della creatura, e perciò buono si direbbe della creatura prima che di Dio.

Ma sopra [ a. 2 ] abbiamo dimostrato che tali nomi si dicono di Dio in ragione non solo della sua causalità, ma anche della sua essenza, poiché quando si dice che Dio è buono, oppure è sapiente, non si vuol solo dire che egli è causa della sapienza o della bontà, ma che la bontà e la sapienza preesistono in lui in un modo più eminente.

Quindi bisogna dire che se si considera il significato intrinseco dei termini, essi si applicano a Dio prima che alle creature: poiché quelle perfezioni [ indicate dai nomi ] provengono alle creature da Dio.

Se però si considera la loro origine, allora tutti i nomi vengono attribuiti primariamente alle creature, che vengono conosciute per prime.

Quindi anche il modo di significare [ dei nomi ] è quello caratteristico delle creature, come si è detto sopra [ a. 3 ].

Analisi delle obiezioni:

1. Questa prima obiezione vale relativamente alla derivazione del nome.

2. Il caso dei nomi attribuiti a Dio metaforicamente è differente da quello dei nomi attribuiti in senso proprio, come si è detto [ nel corpo ].

3. L'obiezione varrebbe se tali nomi fossero attribuiti a Dio soltanto a motivo della sua causalità e non essenzialmente, cioè come sano si dice della medicina.

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