Summa Teologica - I

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Articolo 11 - Se il nome Colui che è sia il nome più proprio di Dio

In 1 Sent., d. 8, q. 1, aa. 1, 3; De Pot., q. 2, a. 1; q. 7, a. 5; q. 10, a. 1, ad 9; In Div. Nom., c. 5, lect. 1

Pare che il nome Colui che è non sia il nome più proprio di Dio.

Infatti:

1. Il termine Dio è un nome incomunicabile, come si è già detto [ a. 9 ].

Ma il nome Colui che è non è un nome incomunicabile.

Quindi non è il nome più proprio di Dio.

2. Dionigi [ De div. nom. 3 ] dice che « la parola bene è manifestativa per eccellenza di tutte le emanazioni di Dio ».

Ora, a Dio conviene necessariamente di essere il principio universale di tutte le cose.

Quindi il nome proprio per eccellenza di Dio è il Bene, e non Colui che è.

3. Ogni nome divino deve comportare una relazione con le creature, poiché Dio non è conosciuto da noi se non per mezzo delle creature.

Ma questo nome Colui che è non ha alcuna attinenza con le creature.

Quindi non è il nome più proprio di Dio.

In contrario:

È detto nella Sacra Scrittura [ Es 3,13s ] che alla domanda di Mosè: « Se mi diranno: "Come si chiama?" che cosa risponderò loro?

Dio disse a Mosè: "Io sono colui che è".

Poi disse: "Dirai agli Israeliti: Colui che è mi ha mandato a voi" ».

Quindi Colui che è è per eccellenza il nome proprio di Dio.

Dimostrazione:

L'espressione Colui che è per tre motivi è il nome più proprio di Dio.

Prima di tutto per il suo significato.

Infatti non esprime una qualche forma [ o modo particolare di essere ], ma lo stesso essere.

Quindi, siccome l'essere di Dio è la sua stessa essenza, e siccome ciò non conviene ad alcun'altra realtà, come si è dimostrato [ q. 3, a. 4 ], è evidente che fra tutti gli altri nomi questo compete a Dio in modo massimamente proprio: ogni cosa infatti viene denominata dalla propria forma [ o essenza ].

Secondo, per la sua universalità.

Tutti gli altri nomi infatti o sono meno vasti e universali oppure, se si convertono con esso, vi aggiungono, secondo la nostra maniera di concepire, qualcosa che in un certo modo lo qualifica e lo restringe.

Ora, il nostro intelletto nella vita presente non può conoscere l'essenza di Dio così come è in se stessa, ma qualsiasi restrizione faccia intorno a ciò che conosce di Dio si allontana dal modo nel quale Dio è in se stesso.

E così quanto meno i nomi sono ristretti e quanto più sono estesi e assoluti, tanto più propriamente noi li applichiamo a Dio.

Quindi anche il Damasceno [ De fide orth. 1,9 ] dice che « di tutti i nomi che si dicono di Dio quello che meglio lo esprime è Colui che è: poiché comprendendo tutto in se stesso possiede l'essere medesimo come una specie di oceano di sostanza infinito e senza rive ».

Con ogni altro nome si viene infatti a determinare un qualche modo della sostanza della cosa; invece questo nome Colui che è non determina alcun modo di essere, ma conserva la sua indeterminatezza rispetto a tutti i modi di essere: perciò esprime lo stesso « oceano infinito di sostanza ».

Terzo, per la modalità inclusa nel suo significato.

Indica infatti l'essere al presente: e ciò si dice in modo sommamente proprio di Dio il cui essere, come afferma S. Agostino [ De Trin. 5,2.3 ], non conosce passato o futuro.

Analisi delle obiezioni:

1. Colui che è è un nome di Dio più proprio dell'altro nome Dio sia per la derivazione del termine, che è l'essere, sia per l'universalità del suo significato, sia per la voce del verbo che viene usata, come si è visto [ nel corpo ].

Se però si considera l'oggetto stesso che si ha l'intenzione di esprimere, allora è più proprio il nome Dio, il quale è posto a indicare la natura divina.

Nome poi anche più proprio è il Tetragramma [ Jahvè ], il quale è destinato a significare la stessa natura divina incomunicabile e, se così è lecito esprimersi, singolare.

2. Il termine Bene è il nome principale di Dio considerato come causa, non però assolutamente: poiché l'essere è logicamente anteriore alla causalità.

3. Non è necessario che tutti i nomi divini implichino relazione alle creature, ma basta che vengano desunti da alcune perfezioni causate da Dio nelle creature: e tra queste la principale è l'essere, da cui deriva il nome Colui che è.

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