Summa Teologica - I

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Articolo 2 - Se sia giusto assegnare come parti della vegetativa le facoltà di nutrizione, di crescita e di generazione

C. G., IV, c. 58; De anima, a. 13; In 2 De anima, lect. 9

Pare che non sia giusto assegnare come parti della vegetativa le facoltà di nutrizione, di crescita e di generazione.

Infatti:

1. Queste facoltà vengono denominate fisiche.

Ma le potenze dell'anima sono al di sopra delle forze fisiche.

Quindi tali facoltà non devono essere poste fra le potenze dell'anima.

2. Non si deve assegnare all'anima una speciale potenza per funzioni che sono comuni ai viventi e ai non viventi.

Ma la generazione è comune a tutti i corpi generabili e corruttibili, sia viventi che non viventi.

Perciò la facoltà generativa non deve essere posta fra le potenze dell'anima.

3. L'anima è più potente della natura corporea.

Ma la natura corporea conferisce la specie e la dovuta quantità con una sola virtù attiva.

A maggior ragione quindi l'anima.

Per conseguenza la facoltà accrescitiva dell'anima e quella generativa non si distinguono fra loro.

4. Ogni cosa è conservata nell'essere da ciò che le dà l'essere.

Ora, il vivente acquista l'essere grazie alla potenza generativa.

Perciò è conservato in vita dalla medesima.

Ma anche la potenza nutritiva è ordinata alla conservazione dell'essere vivente: come infatti scrive Aristotele [ De anima 2,4 ], « essa è una potenza capace di salvare chi la possiede ».

Quindi non si deve distinguere la potenza nutritiva dalla generativa.

In contrario:

Insegna il Filosofo [ ib. ] che le opere di quest'anima sono: « generare, fare uso degli alimenti, e ancora [ 2,2 ] « causare la crescita ».

Dimostrazione:

Sono tre le potenze della parte vegetativa.

Infatti il principio vegetativo, come si è detto [ a. 1 ], ha per oggetto il corpo stesso vivificato dell'anima: e un tale corpo ha bisogno di tre operazioni dell'anima.

Una prima per acquistare l'esistenza: e a tale scopo è ordinata la potenza generativa.

Una seconda perché il corpo vivo possa raggiungere la debita quantità: e a tale scopo è ordinata la potenza accrescitiva.

Una terza per mantenere il corpo del vivente nell'essere e nella quantità dovuta: e a questo scopo è ordinata la potenza nutritiva.

Si deve però notare una differenza tra queste potenze.

La nutritiva e l'accrescitiva infatti producono il loro effetto nel soggetto in cui si trovano: poiché è proprio il corpo unito all'anima che si sviluppa e si conserva mediante le facoltà di crescita e di nutrizione esistenti nell'anima stessa.

Invece la facoltà generativa produce il suo effetto non nel proprio corpo, ma in un altro: poiché nessuno può generare se stesso.

E sotto questo aspetto la generativa si avvicina in certo modo alla nobiltà dell'anima sensitiva, che rivolge la sua operazione sul mondo esteriore, sebbene in modo più eccellente e più esteso: infatti il grado supremo di una natura inferiore tocca quello infimo della natura superiore, come afferma Dionigi [ De div. nom. 7 ].

- Perciò tra queste potenze quella che più esercita la funzione di causa finale ed efficiente, e che ha una maggiore perfezione, è la generativa, come dice Aristotele [ De anima 2,4 ], essendo proprio dell'essere perfetto « produrre un altro essere della medesima specie ».

Alla generativa poi servono tanto l'accrescitiva quanto la nutritiva, mentre la nutritiva serve all'accrescitiva.

Analisi delle obiezioni:

1. Queste facoltà si dicono fisiche sia perché hanno un effetto simile a quello della natura fisica, la quale conferisce anch'essa esistenza, quantità e durata [ ai corpi inanimati ] ( benché dette facoltà abbiano queste capacità in un modo più alto ), sia perché esercitano le loro funzioni servendosi come di strumenti delle qualità attive e passive, cause determinanti dei fenomeni fisici.

2. Nelle realtà inanimate la generazione viene totalmente dal di fuori.

La generazione dei viventi invece avviene in un modo più alto, per mezzo di qualcosa che appartiene al vivente stesso, cioè mediante il seme, in cui è presente un principio capace di plasmare il corpo.

Bisogna quindi che nell'essere vivente esista una potenza dalla quale venga preparato quel seme: e questa è la potenza generativa.

3. Siccome la generazione dei viventi proviene da un seme, è necessario che da principio l'animale sia generato di piccole dimensioni.

Si richiede quindi che possegga nell'anima una potenza fatta per raggiungere la grandezza dovuta.

Invece i corpi inanimati sono generati da una materia già determinata sotto l'azione di un agente estrinseco: perciò ricevono insieme la loro specie e la loro quantità, secondo la condizione della materia.

4. Come si è già detto [ a. 1 ], l'operazione del principio vegetativo si compie mediante il calore, che tende a consumare l'elemento umido.

Quindi per riparare questa perdita è necessaria la potenza nutritiva, che serve a trasformare l'alimento nella sostanza del corpo.

E ciò è necessario anche per l'operazione della potenza accrescitiva e generativa.

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