Summa Teologica - I

Indice

Articolo 4 - Se la distinzione delle gerarchie e degli ordini negli angeli provenga dalla natura

In 2 Sent., d. 9, q. 1, a. 7; In 4 Sent., d. 24, q. 1, a. 1, sol. 1, ad 3

Pare che negli angeli la distinzione delle gerarchie e degli ordini non provenga dalla natura.

Infatti:

1. Gerarchia significa sacro principato, nella cui definizione Dionigi [ De cael. hier. 3,2 ] pone che esso « tende a rendere, per quanto può, deiforme ».

Ora, la santità o deiformità si attua negli angeli per mezzo della grazia, non per mezzo della natura.

Quindi anche la distinzione delle gerarchie e degli ordini deriva negli angeli dalla grazia e non dalla natura.

2. Serafino, come spiega Dionigi [ De cael. hier. 7,1 ], significa « ardente » o « infiammante ».

Ma simili proprietà appartengono evidentemente alla carità, la quale non proviene dalla natura, ma dalla grazia: essa infatti « è stata riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato », come dice S. Paolo [ Rm 5,5 ]; e questo testo, secondo S. Agostino [ De civ. Dei 12,9 ], « non riguarda solo gli uomini santi, ma può applicarsi anche ai santi angeli ».

Quindi gli ordini non provengono negli angeli dalla natura, ma dalla grazia.

3. La gerarchia ecclesiastica è modellata su quella celeste.

Ma tra gli uomini gli ordini non provengono dalla natura, bensì dal dono della grazia, poiché non dipende dalla natura che uno sia vescovo, un altro sacerdote e un altro diacono.

Quindi neppure tra gli angeli gli ordini possono dipendere dalla natura, ma soltanto dalla grazia.

In contrario:

Secondo il Maestro delle Sentenze [ 2,9 ], « si chiama ordine angelico una moltitudine di spiriti celesti che sono simili tra loro per un qualche dono della grazia, come sono affini per la partecipazione di certi doni naturali ».

Quindi la distinzione degli ordini negli angeli si basa non soltanto sui doni gratuiti, ma anche sui doni naturali.

Dimostrazione:

L'ordine [ gerarchico ] di governo, che è l'ordinamento della moltitudine sottoposta a un principato, viene desunto per rapporto al fine.

Ma il fine degli angeli può essere considerato in due modi.

Primo, in base alle loro capacità naturali, in quanto cioè essi hanno per fine di conoscere e amare Dio con una conoscenza e amore naturali.

E in rapporto a questo fine gli ordini angelici si distinguono in base ai doni naturali.

- Secondo, può essere considerato in quanto supera le capacità naturali, consistendo nella visione dell'essenza divina e nella fruizione immobile della sua bontà; e a questo fine gli angeli possono arrivare solo mediante la grazia.

Per cui in rapporto a tale fine la distinzione degli ordini si ha negli angeli come coronamento secondo i doni gratuiti, ma come predisposizione secondo i doni naturali: poiché agli angeli, come si disse [ q. 62, a. 6 c. e ad 3 ], i doni gratuiti furono concessi secondo la capacità dei doni naturali, il che non si verifica negli uomini.

Ed è questa la ragione per cui negli uomini gli ordini si distinguono soltanto in base ai doni gratuiti, e non in base alla natura.

Restano così risolte anche le obiezioni.

Indice