Summa Teologica - I-II

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IV - Precetti e consigli della legge evangelica

13 - Pur essendo la grazia e la carità gli elementi essenziali della nuova legge, non mancano in essa precetti e consigli, che formano la parte « dispositiva » e « istruttiva » di essa.

« Alcuni, prendendo occasione da quelle parole della Scrittura: "Dov'è lo Spirito del Signore ivi è libertà", e dalle altre: -La legge non è posta per il giusto, ma per gli ingiusti -, erroneamente hanno pensato che gli uomini spirituali non sono tenuti ai precetti della legge divina.

Ma ciò è falso, poiché i precetti di Dio sono regola della volontà umana.

Infatti non c'è nessun uomo, anzi neppure un angelo, la cui volontà non debba essere regolata dalla legge divina » ( In 2 Cor 5,3 ).

Nel dettare questo commento S. Tommaso pensava agli antichi anomei; noi invece siamo portati col pensiero alle recise affermazioni di Lutero e di Calvino, che negano a Cristo la qualifica di legislatore.

Ma contro costoro non è necessario tessere degli argomenti: basta riferire i testi evangelici e l' insegnamento degli Apostoli.

Anzi i cultori delle scienze bibliche sembra che non diano troppo peso alle riflessioni dei teologi, preoccupati come sono del dato positivo.

La legge evangelica è là con le sue formule e con il suo contenuto, come una qualsiasi legge positiva:

1) Riaffermazione dei precetti di legge naturale, p. es.: « Fate agli altri tutto quello che volete che gli altri facciano a voi » ( Mt 7,12; Lc 6,31 ).

2) Accettazione sostanziale della legge mosaica ( Mt 5,17 ).

3) Precetti particolari, come quelli relativi alla fede, alla preghiera, alla predicazione.

4) Precetti relativi ai sacramenti; p. es.: « Fate questo in memoria di me » ( Lc 22,19 ).

5) Consigli evangelici.

Proseguendo con lo stesso metodo, gli esegeti fanno notare i perfezionamenti apportati da Cristo ai precetti morali della legge mosaica:

a) approfondimento e interiorità nell'osservanza dei precetti;

b) aspirazione ai beni spirituali, senza attendere ricompense di ordine temporale;

c) atteggiamento paziente di fronte alle ingiustizie e alle ingiurie personali;

d) sublimazione assoluta del precetto della carità.

14 - S. Tommaso riscontra anch'egli tutto questo ( q. 108 ); ma la cosa principale che egli vuol mettere in evidenza è il nuovo genere di vita su cui si innestano queste prescrizioni: « L'elemento principale della nuova legge è la grazia dello Spirito Santo, che si manifesta mediante la fede operante nella carità » ( q. 108, a. 1 ).

E perciò alla grazia, e a Cristo autore di essa, che si devono ricongiungere anche le opere esterne dei credenti.

É giusto quindi che « la grazia giunga a noi dal Verbo Incarnato mediante le cose sensibili; e che da questa grazia interiore, la quale sottomette la carne allo spirito, vengano prodotte delle opere esterne e sensibili » ( ibid. ).

La morale tomistica vista attraverso queste parole presenta un aspetto teologico ( per essere esatti bisogna dire cristologico ) evidentissimo.

E un aspetto che non dovrebbe essere dimenticato dai moralisti e dai giuristi cristiani.

Di proposito ho nominato anche i giuristi, perché anche nel promulgare e nell'interpretare le leggi positive il cristiano deve tener conto dell'impostazione evangelica della legge.

La complessità della vita sociale esige dalle autorità ecclesiastiche e civili la creazione di molte leggi.

Ma bisognerebbe fare in modo da non rendere la condizione dei credenti in Cristo analoga o peggiore di quella degli antichi ebrei ( q. 107, a. 4 ), come dice con sarcasmo S. Agostino ( Ep. 55, c.19 ).

Molti ordini e congregazioni religiose, per non compromettere la libertà evangelica, hanno provvisto da secoli a dichiarare puramente penali le loro regole e costituzioni.

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