Summa Teologica - I-II

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Articolo 1 - Se le passioni del concupiscibile siano distinte da quelle dell'irascibile

De Verit., q. 26, a. 4

Pare che le passioni dell'irascibile si identifichino con quelle del concupiscibile.

Infatti:

1. Aristotele [ Ethic. 2,5 ] insegna che le passioni dell'anima sono quelle « a cui seguono gioia e tristezza ».

Ma la gioia e la tristezza sono nel concupiscibile.

Quindi tutte le passioni sono nel concupiscibile.

Non sono dunque parte nell'irascibile e parte nel concupiscibile.

2. Spiegando quel passo evangelico [ Mt 13,33 ]: « Il regno dei cieli è simile al lievito », ecc., la Glossa [ ord. di Gir. ] commenta: « Possediamo la prudenza nella ragione, l'odio dei vizi nell'irascibile e il desiderio della virtù nel concupiscibile ».

Ma l'odio, come l'amore, si trova nel concupiscibile, secondo Aristotele [ Topic. 2,7 ].

Quindi la stessa passione si trova nell'irascibile e nel concupiscibile.

3. Gli atti e le passioni differiscono nella specie secondo l'oggetto.

Ma le passioni dell'irascibile e del concupiscibile hanno il medesimo oggetto, cioè il bene e il male.

Quindi tali passioni si identificano.

In contrario:

Gli atti di potenze distinte, come vedere e udire, sono specificamente distinti.

Ma come si è visto nella Prima Parte [ q. 81, a. 2 ], l'irascibile e il concupiscibile sono due potenze distinte dell'appetito sensitivo.

Essendo quindi le passioni moti dell'appetito sensitivo, come si è detto [ q. 22, a. 3 ], quelle che si trovano nell'irascibile sono specificamente distinte da quelle che risiedono nel concupiscibile.

Dimostrazione:

Le passioni dell'irascibile differiscono specificamente da quelle del concupiscibile.

Dal momento infatti che le diverse potenze hanno oggetti diversi, come si è detto nella Prima Parte [ q. 77, a. 3 ], le passioni di potenze diverse dovranno necessariamente riferirsi a oggetti diversi.

Anzi, le passioni di queste potenze diverse hanno una differenza specifica anche più forte: poiché si richiede una maggiore differenza di oggetto per costituire la differenza specifica tra le potenze che non per diversificare la specie delle passioni e degli atti.

Come infatti tra gli esseri corporei la diversità del genere è connessa con la diversa potenzialità della materia, mentre la diversità della specie dipende dalla diversità di forme in una stessa materia, così nelle funzioni psicologiche gli atti che appartengono a facoltà diverse sono diversi non solo nella specie, ma anche nel genere; invece gli atti e le passioni riguardanti oggetti specificamente diversi, compresi però sotto l'oggetto comune di una data facoltà, differiscono tra loro come le specie di un unico genere.

Per conoscere dunque quali passioni appartengano all'irascibile e quali al concupiscibile bisogna rifarsi all'oggetto di queste due potenze.

Ora, abbiamo già spiegato nella Prima Parte [ q. 81, a. 2 ] che l'oggetto del concupiscibile è il bene o il male di ordine sensibile preso in assoluto, che è rispettivamente piacevole o spiacevole.

Tuttavia l'anima è talora costretta a subire una obiezioni o un contrasto nel conseguire un tale bene o nel fuggire un tale male, in quanto questi si trovano come al disopra del potere ordinario dell'animale.

E così il bene o il male, in quanto si presentano ardui o difficili, sono oggetto dell'irascibile.

Per cui tutte le passioni che si riferiscono al semplice bene o al semplice male, come la gioia, la tristezza, l'amore, l'odio e simili, spettano al concupiscibile.

Invece tutte le passioni che riguardano il bene o il male come cosa ardua, in quanto conseguibile o eliminabile con una certa obiezioni, spettano all'irascibile: come l'audacia, il timore, la speranza e simili.

Analisi delle obiezioni:

1. Abbiamo già detto nella Prima Parte [ q. 81, a. 2 ] che agli animali è stata concessa la potenza dell'irascibile al fine di eliminare gli ostacoli che impediscono al concupiscibile di tendere al proprio oggetto, o per la obiezioni di conseguire il bene o per la obiezioni di superare il male.

Quindi tutte le passioni dell'irascibile hanno come termine le passioni del concupiscibile.

E per questo motivo anche le passioni dell'irascibile sono accompagnate dalla gioia e dalla tristezza, che risiedono nel concupiscibile.

2. S. Girolamo attribuisce l'odio dei vizi all'irascibile non per l'odio in se stesso, che propriamente spetta al concupiscibile, ma per il combattimento [ contro di essi ], che va attribuito all'irascibile.

3. Il bene in quanto dilettevole muove il concupiscibile, ma se c'è una certa obiezioni nel conseguirlo presenta qualcosa che ripugna al concupiscibile.

Era quindi necessario ammettere un'altra potenza che tendesse verso di esso.

E lo stesso si dica per il male.

Ora, questa potenza è l'irascibile.

Quindi le passioni dell'irascibile e del concupiscibile sono specificamente distinte.

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