Summa Teologica - I-II

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Articolo 2 - Se la contrarietà delle passioni dell'irascibile si riduca alla contrarietà fra il bene e il male

In 3 Sent., d. 26, q. 1, a. 3; De Verit., q. 26, a. 4

Pare che la contrarietà delle passioni dell'irascibile si riduca alla contrarietà esistente fra il bene e il male.

Infatti:

1. Le passioni dell'irascibile sono ordinate, come si è detto [ a. prec. ad 1 ], alle passioni del concupiscibile.

Ma le passioni del concupiscibile, come l'amore e l'odio, la gioia e la tristezza, non sono contrarie fra loro se non in forza della contrarietà fra il bene e il male.

Quindi lo stesso vale per le passioni dell'irascibile.

2. Le passioni differiscono secondo il loro oggetto come i vari moti secondo il loro termine.

Ma la contrarietà dei moti si riduce alla contrarietà dei termini, come spiega Aristotele [ Phys. 5,3 ].

Quindi tra le passioni stesse la contrarietà si riduce alla contrarietà dei loro oggetti.

Ma l'oggetto dell'appetito è il bene o il male.

Quindi non ci può essere contrarietà di passioni in una potenza appetitiva che non si riduca alla contrarietà fra il bene e il male.

3. Avicenna [ De natural. 6, De anima 2,3 ] scrive che « ogni passione dell'anima si presenta o come attrazione o come ripulsa ».

Ma l'attrazione viene causata dal bene e la ripulsa dal male: poiché, secondo Aristotele [ Ethic. 1,1; cf. 10,2 ], come « il bene è ciò che tutti gli esseri desiderano », così il male è ciò che tutti fuggono.

Quindi la contrarietà fra le passioni dell'anima non può essere basata che sull'antinomia tra bene e male.

In contrario:

Il timore e l'audacia sono contrari, come dimostra Aristotele [ Ethic. 3,7 ].

Ma la distinzione fra il timore e l'audacia non è basata sull'antinomia tra bene e male: poiché l'uno e l'altra hanno per oggetto il male.

Quindi la contrarietà delle passioni dell'irascibile non sempre si riduce all'opposizione tra il bene e il male.

Dimostrazione:

La passione è un moto, come spiega Aristotele [ Phys. 3,3 ].

Quindi la contrarietà delle passioni va considerata secondo la contrarietà dei moti o delle mutazioni.

Ora nelle mutazioni, o nei moti, ci sono due tipi di contrarietà.

La prima è basata sull'atto di accedere o di recedere rispetto a un medesimo termine: e questa contrarietà è propria delle trasmutazioni, cioè della generazione, che sfocia nell'essere, e della corruzione, che dall'essere si allontana.

La seconda è invece fondata sull'opposizione dei termini, ed è la contrarietà esistente propriamente tra i moti: come l'imbiancarsi, che è il moto dal nero al bianco, è opposto all'annerirsi, che è il moto dal bianco al nero.

Anche nelle passioni dell'anima ci sono dunque questi due tipi di contrarietà: la prima fondata sulla contrarietà degli oggetti, cioè sull'antinomia tra bene e male, la seconda invece fondata sull'atto di accedere o di recedere rispetto a un medesimo termine.

Nelle passioni del concupiscibile si trova soltanto la prima, cioè quella fondata sull'opposizione degli oggetti fra di loro; nelle passioni dell'irascibile invece si trova anche la seconda.

E la ragione è questa: che l'oggetto del concupiscibile, come si è detto [ a. prec. ], è il bene o il male di ordine sensibile considerati in modo assoluto.

Ora, il bene in quanto bene non può essere un termine a quo [ da cui si recede ], ma solo un termine ad quem [ verso cui ci si muove ], poiché nessuna cosa fugge il bene in quanto bene, ma tutte lo desiderano.

E così pure non c'è un essere che desideri il male in quanto male, ma tutti lo fuggono: quindi il male non ha mai ragione di termine da cui si recede, ma solo di termine verso cui ci si muove.

Quindi ogni passione del concupiscibile relativa al bene è orientata verso di esso: come l'amore, il desiderio e la gioia; e ogni sua passione relativa al male è contraria ad esso: come l'odio, la fuga, o ripugnanza, e la tristezza.

Quindi nelle passioni del concupiscibile non ci può essere la contrarietà fondata sull'atto di accedere o di recedere rispetto a un medesimo termine.

Invece abbiamo visto [ a. prec. ] che l'oggetto dell'irascibile è il bene o il male di ordine sensibile non considerato in assoluto, ma difficile e arduo.

Ora, il bene arduo o difficile, in quanto bene ha un aspetto che giustifica una tendenza verso di esso, ed è la passione della speranza, e in quanto arduo o difficile determina una ripulsa, che è la passione della disperazione.

E così pure il male arduo, in quanto male presenta un aspetto che spinge a evitarlo, e questo sentimento costituisce la passione del timore, ma presenta anche un'attrattiva, come cosa ardua mediante la quale si può sfuggire il predominio del male: ed è sotto questo aspetto che l'audacia tende verso di esso.

Quindi nelle passioni dell'irascibile si trova la contrarietà riducibile all'antinomia tra bene e male, come tra la speranza e il timore; e vi è pure la contrarietà basata sull'atto di accedere o di recedere rispetto a un medesimo termine, come avviene tra l'audacia e il timore.

Sono così risolte anche le obiezioni.

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