Summa Teologica - I-II

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Articolo 4 - Se l'amore di sé sia il principio di ogni peccato

Infra, q. 84, a. 2, ad 3; II-II, q. 25, a. 7, ad 1; q. 153, a. 5, ad 3; In 2 Sent., d. 42, q. 2, a. 1; De Malo, q. 8, a. 1, ad 19

Pare che l'amore di sé non sia il principio di ogni peccato.

Infatti:

1. Non può essere causa propria di peccato ciò che di per sé è cosa buona e doverosa.

Ma l'amore di se stessi, di per sé, è una cosa buona e doverosa: infatti all'uomo viene comandato di amare il prossimo come se stesso [ Lv 19,18 ].

Quindi l'amore di sé non può essere causa di peccato.

2. L'Apostolo [ Rm 7,8 ] insegna: « Prendendo occasione da questo comandamento, il peccato scatenò in me ogni sorta di desideri »; e la Glossa spiega che « è buona la legge, che col proibire la concupiscenza proibisce ogni male »: e questo perché la concupiscenza è la causa di tutti i peccati.

Ma la concupiscenza, come sopra [ q. 23, a. 4; q. 30, a. 2 ] si è visto, è una passione diversa dall'amore.

Quindi la causa di tutti i peccati non è l'amore di sé.

3. S. Agostino [ Enarr. in Ps. ], spiegando l'espressione del Salmo [ Sal 80,17 ]: « L'arsero col fuoco e la recisero », afferma che « ogni peccato deriva da un amore che malamente infiamma, o da un timore che malamente umilia ».

Quindi l'amore di sé non è l'unica causa del peccato.

4. L'uomo, come pecca qualche volta per l'amore disordinato di sé, così altre volte pecca per l'amore disordinato del prossimo.

Perciò l'amore di sé non è la causa di tutti i peccati.

In contrario:

S. Agostino [ De civ. Dei 14,28 ] insegna che « l'amore di sé fino al disprezzo di Dio costituisce la città di Babilonia ».

Ma l'uomo appartiene alla città di Babilonia con qualsiasi peccato.

Quindi l'amore di sé è la causa di ogni peccato.

Dimostrazione:

Abbiamo già precisato [ q. 75, a. 1 ] che la causa propria e diretta del peccato va ricercata dal lato della conversione al bene transitorio, cioè dell'affetto disordinato per un bene temporale.

Ora, tale affetto disordinato per un bene temporale deriva dal fatto che uno ama disordinatamente se stesso: infatti amare qualcuno significa volere a lui del bene.

È quindi evidente che l'amore disordinato di sé è la causa di tutti i peccati.

Analisi delle obiezioni:

1. L'amore ordinato di sé, che consiste nel volere a se stessi il bene conveniente, è doveroso e naturale.

Ma bisogna ammettere con S. Agostino [ cf. s.c. ] che l'amore di sé disordinato, il quale porta fino al disprezzo di Dio, è la causa del peccato.

2. La concupiscenza con la quale uno desidera a se stesso del bene ha come causa l'amore di sé, secondo le spiegazioni date [ nel corpo ].

3. Nell'amare uno ha per oggetto tanto il bene che desidera per se stesso, quanto se medesimo per il quale lo desidera.

Ora, l'amore in quanto si riferisce all'oggetto desiderato, p. es. al vino o al danaro, può anche essere causato dal timore, avente per oggetto la fuga del male.

Infatti ogni peccato deriva o dal desiderio disordinato di un bene, o dalla fuga disordinata di un male.

Ma le due cose si riallacciano entrambe all'amore di sé.

Infatti l'uomo desidera il bene e fugge il male perché ama se stesso.

4. L'amico è come « un altro io » [ cf. Arist., Ethic. 9, cc. 4,9 ].

Perciò chi pecca per amore di un amico, praticamente pecca per amore di se stesso.

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