Summa Teologica - I-II

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Articolo 4 - Se chi comanda possa dispensare dalle leggi umane

Supra, q. 96, a. 6; infra, q. 100, a. 8; II-II, q. 88, a. 10; q. 89, a. 9; q. 147, a. 4; In 3 Sent., d. 37, q. 1, a. 4; In 4 Sent., d. 15, q. 3, a. 2, sol. 1; d. 27, q. 3, a. 3, ad 4; C. G., III, c. 125

Pare che chi comanda non possa dispensare dalle leggi umane.

Infatti:

1. Secondo S. Isidoro [ Etym. 2,10; 5,21 ] la legge è istituita « per il bene comune ».

Ma il bene comune non deve essere intralciato dal bene privato di una persona: poiché, come scrive il Filosofo [ Ethic. 1 2 ], « il bene del popolo è più divino del bene di un uomo singolo ».

Perciò non si deve dispensare nessuno in modo che agisca contro il bene comune.

2. La Scrittura [ Dt 1,17 ] così parla a coloro che devono governare gli altri: « Darete ascolto al piccolo come al grande, non temerete alcun uomo, poiché il giudizio appartiene a Dio ».

Ora, concedere a uno ciò che ordinariamente si nega a tutti è un fare accezione di persone.

Quindi chi governa non può dare queste dispense, essendo esse contrarie alla legge di Dio.

3. Perché la legge umana sia retta, deve concordare con la legge naturale e con la legge divina: altrimenti non sarebbe « in armonia con la religione », né « a incremento della disciplina », come invece richiede ogni legge, secondo S. Isidoro [ Etym. 2,10; 5,3 ].

Ma nessun uomo può dispensare dalla legge divina e naturale.

Quindi neppure dalla legge umana.

In contrario:

L'Apostolo afferma [ 1 Cor 9,17 Vg ]: « Mi è stato conferito l'incarico di dispensare ».

Dimostrazione:

Il termine dispensare indica propriamente l'applicazione di un qualcosa di comune ai singoli: per cui anche l'amministratore di una famiglia viene detto dispensiere, poiché distribuisce a ogni persona della famiglia, secondo il peso e la misura, il lavoro e il sostentamento necessario.

Così dunque in ogni società si dice che uno dispensa per il fatto che stabilisce come va applicato dai singoli un precetto comune.

Ora, avviene talvolta che un precetto, ordinariamente vantaggioso al bene comune, non sia adatto per una data persona, o in un caso particolare: o perché impedisce qualcosa di meglio, o perché implica un danno, come sopra [ q. 96, a. 6 ] si è spiegato.+

Sarebbe tuttavia pericoloso lasciare questa determinazione al giudizio di ciascuno, salvo, come si è detto [ q. 96, a. 6 ], casi di pericoli sicuri e improvvisi.

Perciò chi governa la moltitudine ha l'autorità di dispensare dalla legge umana in ciò che ricade in suo potere, in modo cioè da concedere di non osservare le prescrizioni della legge a quelle persone e in quei casi per cui la legge è inadeguata.

Se invece egli concede tale licenza per un arbitrio della sua volontà, sarà un dispensatore infedele o imprudente: infedele se non bada al bene comune, imprudente se non bada ai motivi della dispensa.

Per cui il Signore [ Lc 12,42 ] si domanda: « Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio che il padrone porrà a capo della sua servitù? ».

Analisi delle obiezioni:

1. Il dispensare uno dalla legge generale non va fatto a danno del bene comune, ma con l'intenzione di promuovere tale bene.

2. Non vi è preferenza di persone se non si osserva l'uguaglianza con persone disuguali.

Per cui quando le condizioni di una persona richiedono ragionevolmente un trattamento speciale, non vi è parzialità se si concede ad essa una grazia particolare.

3. La legge naturale, in quanto è ristretta ai precetti più generali in cui non è ammesso l'errore, non può mai essere dispensata.

Negli altri precetti invece, che sono come conclusioni dei precetti generali, talora l'uomo può dispensare: come quando dispensa dal restituire un prestito a un traditore della patria, o in altri casi del genere.

- Rispetto poi alla legge divina, qualsiasi uomo si trova come una persona privata di fronte alla legge pubblica.

Come quindi dalla legge umana pubblica non può dispensare se non colui dal quale la legge riceve autorità, oppure un suo incaricato, così dai precetti della legge di Dio non può dispensare se non Dio, o una persona da lui incaricata in maniera speciale.

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