Summa Teologica - II-II

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Articolo 6 - Se la fede sia unica

In 3 Sent., d. 23, q. 2, a. 4, sol. 2; De Verit., q. 14, a. 12; In Ephes., c. 4, lect. 2

Pare che non ci sia un'unica fede.

Infatti:

1. La fede, stando a S. Paolo [ Ef 2,8 ], « è un dono di Dio »; però sono un dono di Dio anche la sapienza e la scienza, come dice Isaia [ Is 11,2 ].

Ora, la sapienza e la scienza, come insegna S. Agostino [ De Trin. 12, cc. 14,15 ], differiscono tra loro per il fatto che la sapienza mira alle realtà eterne, la scienza invece a quelle temporali.

Poiché dunque la fede abbraccia tanto le realtà eterne quanto alcune delle realtà temporali, pare che la fede non sia unica, ma sia distinta in più parti.

2. Abbiamo visto sopra [ q. 3, a. 1 ] che la confessione è un atto della fede.

Ma la confessione non poteva essere unica presso tutti: infatti le cose che noi confessiamo compiute gli antichi Padri le confessavano future, come è evidente in quella affermazione di Isaia [ Is 7,14 ]: « Ecco la vergine concepirà ».

Quindi la fede non è unica.

3. La fede è una virtù comune a tutti i discepoli di Cristo.

Ma un unico accidente non può trovarsi in soggetti diversi.

Quindi la fede non può essere unica per tutti.

In contrario:

L'Apostolo [ Ef 4,5 ] insegna: « Un solo Signore, una sola fede ».

Dimostrazione:

Se è intesa come abito la fede può essere considerata sotto due aspetti.

Primo, dal lato dell'oggetto.

E allora la fede è unica: poiché l'oggetto formale della fede è la prima verità, aderendo alla quale crediamo tutte le verità contenute nella fede.

Secondo, dal lato del soggetto.

E da questo lato la fede si distingue secondo i credenti.

Infatti è noto che la fede, come qualunque altro abito, riceve la specie dalla ragione formale dell'oggetto, e l'individuazione dal soggetto.

Se quindi la consideriamo come l'abito col quale crediamo, allora la fede è specificamente unica e numericamente distinta nei vari soggetti.

- Se poi la consideriamo come la realtà creduta, anche allora la fede è unica.

Poiché è identica la verità creduta da tutti; e sebbene siano molteplici le cose che tutti devono credere, tutte però si riducono a una sola.

Analisi delle obiezioni:

1. Le realtà temporali che sono proposte alla nostra fede non appartengono al suo oggetto se non in ordine a qualcosa di eterno, cioè alla prima verità, come si è già notato [ q. 1, a. 1 ].

E così c'è un'unica fede per le realtà temporali e per quelle eterne.

È invece diverso il caso della sapienza e della scienza, che considerano le realtà eterne e quelle temporali secondo gli aspetti propri delle une e delle altre.

2. Questa differenza tra il passato e il futuro non dipende da una diversità dell'oggetto creduto, ma dalla diversità dei rapporti esistenti fra i credenti e tale oggetto, come si è già visto in precedenza [ I-II, q. 103, a. 4 ].

3. L'argomento vale per la distinzione numerica della fede.

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