Summa Teologica - II-II

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Articolo 5 - Se la verginità sia la più grande di tutte le virtù

In 4 Sent., d. 33, q. 3, a. 3

Pare che la verginità sia la più grande di tutte le virtù.

Infatti:

1. S. Cipriano [ De habitu virg. ] ha scritto: « Ora ci rivolgiamo alle vergini, di cui tanta maggiore cura dobbiamo avere quanto più grande ne è la gloria.

Questo è il fiore della pianta della Chiesa, il decoro e l'ornamento della grazia spirituale, la parte più eletta del gregge di Cristo ».

2. Un premio maggiore è dovuto a una virtù più grande.

Ma alla verginità, secondo la Glossa [ ord. ], è dovuto il premio più cospicuo, cioè il cento per uno di cui parla il Vangelo [ Mt 13,23 ].

Quindi la verginità è la più grande delle virtù.

3. Una virtù è tanto più grande quanto più con essa ci si conforma a Cristo.

Ora, uno si rende massimamente conforme a Cristo mediante la verginità: poiché si legge [ Ap 14,3s ] che i vergini « seguono l'Agnello dovunque vada », e « cantano un cantico nuovo che nessun altro può cantare ».

Perciò la verginità è la più grande delle virtù.

In contrario:

Scrive S. Agostino [ De virginit. 46 ]: « Per quanto io sappia, nessuno ha mai osato preferire la verginità alla vita monastica ».

E ancora [ De virginit. 45 ]: « L'autorità della Chiesa dà questa chiara testimonianza, mostrando ai fedeli in quale punto dei sacri misteri dell'altare vanno recitati i nomi dei martiri, e in quale i nomi delle vergini defunte ».

Dalle quali parole si può desumere che il martirio e lo stato religioso sono da preferirsi alla verginità.

Dimostrazione:

Una cosa può essere considerata la più grande in due modi.

Primo, in un genere determinato.

E in questo senso, ossia nell'ambito della castità, la verginità è la virtù più sublime: poiché è superiore alla castità vedovile e coniugale.

E dato che alla castità si attribuisce per antonomasia la bellezza, è chiaro che alla verginità va attribuita la bellezza più splendida.

Da cui le parole di S. Ambrogio [ De virg. 1,7 ]: « Quale bellezza può essere ritenuta più grande di quella di una vergine, che è amata dal Re, è approvata dal Giudice, è dedicata al Signore, è consacrata a Dio? ».

Secondo, una cosa può essere detta la più grande in maniera assoluta.

E in questo senso la verginità non è la più grande delle virtù.

Il fine infatti è sempre superiore ai mezzi ad esso ordinati: e tra i mezzi sono migliori quelli più direttamente ordinati al fine.

Ora, il fine che rende lodevole la verginità è l'attendere alle cose di Dio, come sopra [ aa. 2,3 ] si è notato.

Per cui le virtù teologali, e la stessa virtù della religione, i cui atti riguardano direttamente le cose di Dio, sono da preferirsi alla verginità.

- Analogamente anche quanto all'aderire a Dio agiscono con più ardore i martiri, che a tale scopo rinunziano alla vita - come pure quelli che vivono in monastero, i quali rinunziano per questo alla propria volontà e a quanto potrebbero avere -, che non le vergini, che in vista di ciò hanno rinunziato ai piaceri venerei.

Perciò puramente e semplicemente la verginità non è la più grande delle virtù.

Analisi delle obiezioni:

1. Le vergini sono « la parte più eletta del gregge di Cristo », e « la loro gloria è la più grande », in confronto alle vedove e alle donne sposate.

2. S. Girolamo [ Epist. 123 ] attribuisce il centuplo alla verginità per la sua eccellenza rispetto alla vedovanza, a cui viene attribuito il sessanta, e al matrimonio, a cui viene attribuito il trenta per uno.

Invece S. Agostino [ De quaest. Evang. 1,9 ] afferma che « il centuplo si ha nel martirio, il sessanta nella verginità e il trenta per uno nello stato matrimoniale ».

Per cui da quel testo non segue che la verginità sia la più grande delle virtù in senso assoluto, ma solo in rapporto alle altre specie della castità.

3. I vergini « seguono l'Agnello dovunque vada » poiché imitano Cristo non solo con l'integrità dello spirito, ma anche con l'integrità della carne, come dice S. Agostino [ De virginit. 27 ]: perciò essi seguono l'Agnello in più cose.

Però non è detto che lo seguano più da vicino: poiché altre virtù fanno aderire più intimamente a Dio con un'imitazione spirituale.

- « Il cantico nuovo » poi che i soli vergini possono cantare è la gioia che essi hanno per aver conservato l'integrità della carne.

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