Summa Teologica - II-II

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Articolo 1 - Se la crudeltà sia il contrario della clemenza

Infra, a. 2, ad 1; supra, q. 108, a. 2, ad 2

Pare che la crudeltà non sia contraria alla clemenza.

Infatti:

1. Seneca [ De clem. 2,4 ] afferma che « sono detti crudeli coloro che eccedono nel punire », il che è contrario alla giustizia.

Ora, la clemenza è una virtù annessa non alla giustizia, ma alla temperanza.

Quindi la crudeltà non si contrappone alla clemenza.

2. In Geremia [ Ger 6,23 ] si legge: « Sono crudeli, senza misericordia »; dal che si rileva che la crudeltà si contrappone alla misericordia.

Ma questa non si identifica con la clemenza, come sopra [ q. 157, a. 4, ad 3 ] si è visto.

Quindi la crudeltà non è il contrario della clemenza.

3. La clemenza, come si è detto [ q. 157, a. 1 ], si riferisce all'imposizione della pena.

Invece la crudeltà può riferirsi anche alla sottrazione dei benefici, come si rileva dalla Scrittura [ Pr 11,17 ]: « Il crudele misconosce persino i suoi parenti ».

Quindi la crudeltà non si contrappone alla clemenza.

In contrario:

Seneca [ l. cit. ] scrive che « alla clemenza si contrappone la crudeltà, la quale altro non è altro che la durezza d'animo nell'applicare i castighi ».

Dimostrazione:

Il termine crudeltà deriva da crudezza.

Ora, come le cose cotte e ben preparate hanno d'ordinario un sapore soave e dolce, così quelle crude hanno un sapore sgradevole e aspro.

Ma sopra [ q. 157, a. 3, ad 1; a. 4, ad 3 ] abbiamo detto che la clemenza implica una certa benignità o dolcezza d'animo, per cui uno tende a diminuire la pena.

Così dunque la crudeltà si contrappone direttamente alla clemenza.

Analisi delle obiezioni:

1. Come la ragionevole diminuizione della pena rientra nell'epicheia, mentre la dolcezza d'animo per cui uno si sente inclinato verso di essa appartiene alla clemenza, così anche l'esagerazione della pena nelle sue manifestazioni esterne appartiene all'ingiustizia, ma la durezza d'animo per cui uno viene predisposto ad accrescere il castigo rientra nella crudeltà.

2. La misericordia e la clemenza convengono nel detestare e nell'aborrire la miseria altrui, però in maniera diversa.

Poiché è proprio della misericordia soccorrere con la beneficienza, mentre è proprio della clemenza diminuire l'altrui miseria con l'attenuazione della pena.

E siccome la crudeltà implica un eccesso nel punire, così essa si contrappone più direttamente alla clemenza che alla misericordia.

Tuttavia, data la somiglianza di queste virtù, talvolta la crudeltà è usata come sinonimo di « immisericordia ».

3. In quel testo la « crudeltà » sta per l'« immisericordia », che consiste nel non elargire benefici.

- Però si può anche rispondere che la stessa sottrazione dei benefici è un certo castigo.

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