Summa Teologica - III

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Articolo 9 - Se l'unione delle due nature sia la massima delle unioni

In 3 Sent., d. 5, q. 1, a. 1, sol. 2

Pare che l'unione delle due nature non sia la massima delle unioni.

Infatti:

1. Ciò che è unito è meno unitario di ciò che è uno, poiché ciò che è unito partecipa dell'unità, mentre ciò che è uno la possiede per essenza.

Ora, nel creato c'è qualcosa che possiede l'unità in modo assoluto, come si vede soprattutto nell'unità numerica.

Quindi l'unione di cui parliamo non comporta la massima unità.

2. Quanto più distano le cose che vengono unite, tanto minore è la loro unione.

Ma le realtà che nell'incarnazione vengono unite, cioè la natura divina e la natura umana, distano al massimo, poiché distano all'infinito.

La loro unione è dunque la minima.

3. L'unione fa l'unità.

Ma in noi l'unione fra l'anima e il corpo fa l'unità della persona e della natura, mentre l'unione fra la natura divina e la natura umana [ in Cristo ] fa solo l'unità della persona.

L'unione tra l'anima e il corpo è dunque maggiore di quella tra la natura divina e l'umana.

Perciò l'unione di cui parliamo non comporta la massima unità.

In contrario:

S. Agostino [ De Trin. 1,10.20 ] dice che « l'uomo è nel Figlio più che il Figlio nel Padre ».

Ma il Figlio è nel Padre per l'unità della natura, mentre l'uomo è nel Figlio per l'unione dell'incarnazione.

Quindi l'unione dell'incarnazione è maggiore dell'unità dell'essenza divina.

Ma questa è l'unità suprema: perciò l'unione dell'incarnazione implica la massima unità.

Dimostrazione:

L'unione è il congiungimento di più cose in una.

L'unione dell'incarnazione può dunque essere considerata sotto due aspetti: o dalla parte delle cose che si uniscono, o dalla parte di ciò in cui si uniscono.

E sotto questo secondo aspetto l'incarnazione ha il primato sulle altre unioni, essendo massima l'unità della persona divina nella quale le due nature si uniscono.

Tale primato invece non esiste dalla parte delle nature che vengono a unirsi.

Analisi delle obiezioni:

1. L'unità della persona divina è maggiore dell'unità numerica, di quella cioè da cui inizia la numerazione.

Infatti l'unità della persona divina è un'unità per sé sussistente, non ricevuta in un soggetto per partecipazione; ed è anche in sé completa, avendo tutto ciò che compete all'unità.

Perciò non può avere funzione di parte, come l'unità numerica, che è parte del numero e che viene attribuita alle realtà numerate.

Sotto questo aspetto, dunque, cioè per l'unità della persona, l'unione dell'incarnazione supera l'unità numerica.

Non la supera invece dalla parte della natura umana, la quale non è l'unità stessa della persona divina, ma è soltanto unita ad essa.

2. L'argomento vale quanto alle nature unite, non quanto alla persona nella quale si è compiuta l'unione.

3. L'unità della persona divina è superiore all'unità sia della persona che della natura in noi.

Quindi l'unione dell'incarnazione supera l'unione tra l'anima e il corpo.

4. [ S. c. ]. L'argomento in contrario suppone tuttavia il falso, che cioè l'unione dell'incarnazione sia maggiore dell'unità naturale tra le persone divine.

Alle parole di S. Agostino si deve dunque rispondere che la natura umana non è nel Figlio di Dio più di quanto questi sia nel Padre, ma molto meno; tuttavia sotto un certo aspetto l'uomo si trova nel Figlio più che il Figlio nel Padre, in quanto cioè in Cristo l'uomo e il Figlio di Dio sono un medesimo supposito, mentre i suppositi del Padre e del Figlio sono distinti.

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