Summa Teologica - III

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Articolo 3 - Se alla morte di Cristo la sua divinità si sia separata dall'anima

In 3 Sent., d. 21, q. 1, a. 1, sol. 2; sol. 3, ad 3; Quodl., 2, q. 1, a. 1

Pare che alla morte di Cristo la sua divinità si sia separata dall'anima.

Infatti:

1. Il Signore [ Gv 10,18 ] ha affermato: « Nessuno mi toglie la mia anima, ma io la depongo da me stesso, per poi riprenderla di nuovo ».

Ora, non pare che il corpo possa deporre l'anima, separandola da sé: poiché l'anima non è soggetta al potere del corpo, ma viceversa.

Quindi deporre la propria anima spettava a Cristo in quanto Verbo di Dio.

Ma ciò significava separarla da sé.

Quindi con la morte la sua anima fu separata dalla divinità.

2. S. Atanasio [ Vigilio di Tapso, De Trin. 6 ] dichiara « maledetto colui che non confessa che tutto l'uomo assunto dal Figlio di Dio fu nuovamente assunto o liberato per risorgere il terzo giorno dai morti ».

Ma tutto l'uomo non poteva essere assunto di nuovo se non fosse rimasto separato per un certo tempo dal Verbo di Dio.

Ora, l'intero uomo è composto di anima e di corpo.

Quindi per un dato tempo la divinità fu separata dall'anima e dal corpo.

3. Il Figlio di Dio può dirsi vero uomo per la sua unione con tutto l'uomo.

Se quindi il Verbo di Dio, una volta sciolta con la morte l'unione dell'anima con il corpo, fosse rimasto unito all'anima, ne seguirebbe che il Figlio di Dio dovrebbe denominarsi anima.

Ma ciò è falso: poiché essendo l'anima la forma del corpo, ne seguirebbe che il Verbo di Dio sarebbe stato la forma del corpo, il che è inammissibile.

Quindi alla morte di Cristo l'anima rimase separata dal Verbo di Dio.

4. L'anima e il corpo, una volta separati, sono non più una, ma due ipostasi.

Se dunque il Verbo di Dio rimase unito tanto all'anima quanto al corpo di Cristo separati dalla morte, ne seguirebbe che il Verbo di Dio, durante la morte di Cristo, sarebbe stato due ipostasi.

Ma ciò è inammissibile.

Perciò dopo la morte di Cristo la sua anima non rimase unita al Verbo.

In contrario:

Scrive il Damasceno [ De fide orth. 3,27 ]: « Benché Cristo sia morto come uomo, e la sua santa anima sia rimasta divisa dal suo corpo incorrotto, tuttavia la divinità rimase inseparabilmente nelle due parti, cioè nell'anima e nel corpo ».

Dimostrazione:

L'anima è unita al Verbo di Dio in maniera più diretta e immediata che il corpo: poiché il corpo è unito al Verbo di Dio mediante l'anima, come si è spiegato [ q. 6, a. 1 ].

Siccome dunque con la morte il Verbo di Dio non si separò dal corpo, molto meno poté separarsi dall'anima.

Per cui, come si predica del Figlio di Dio quanto si riferisce al corpo separato dall'anima, cioè che fu sepolto, così nel Simbolo si dice che « discese agli inferi », essendovi discesa la sua anima separata dal corpo.

Analisi delle obiezioni:

1. S. Agostino [ In Ioh. ev. tract. 47 ], commentando quelle parole evangeliche, dopo aver ricordato che Cristo è « Verbo, anima e carne », si domanda « se egli abbia deposto la sua anima come Verbo, o come anima, o come carne ».

E risponde che « se dicessimo che fu il Verbo a deporre l'anima, ne seguirebbe che per un dato tempo quell'anima fu separata dal Verbo.

Il che è falso.

Infatti la morte separò il corpo dall'anima, ma non dico che l'anima fu separata dal Verbo.

Se poi diciamo che fu l'anima stessa a separarsi, ne segue che l'anima si sarebbe separata da se medesima.

Il che è del tutto assurdo ».

Perciò rimane che « fu la carne stessa a deporre la propria anima, per poi riprenderla, non per virtù propria, ma in virtù del Verbo che abitava nella carne »: poiché, come si è visto sopra [ a. prec. ], dopo la morte la divinità del Verbo non restò separata dal corpo.

2. Con quelle parole S. Atanasio non intese dire che tutto l'uomo in tutte le sue parti fu assunto una seconda volta, come se il Verbo di Dio avesse deposto con la morte le parti della natura umana.

Intese dire invece che nella risurrezione l'insieme della natura assunta fu di nuovo reintegrato, mediante la rinnovata unione dell'anima con il corpo.

3. Il Verbo di Dio per la sua unione con la natura umana non viene detto natura umana, ma uomo, cioè avente la natura umana.

Ora, le parti essenziali della natura umana sono l'anima e il corpo.

Perciò dall'unione del Verbo con l'una o con l'altro non segue che il Verbo di Dio sia anima o corpo, ma una realtà avente un'anima, o un corpo.

4. Come spiega il Damasceno [ l. cit. ], « dal fatto che alla morte di Cristo l'anima si separò dal corpo non segue che l'unica ipostasi si sia divisa in due ipostasi.

Infatti il corpo e l'anima avevano fin dal principio la loro esistenza nel Verbo allo stesso titolo: perciò, nonostante la divisione della morte, rimasero l'uno e l'altra in possesso dell'unica ipostasi del Verbo.

Quindi rimase unica l'ipostasi del Verbo, dell'anima e del corpo.

Infatti il corpo e l'anima non ebbero mai una propria ipostasi distinta da quella del Verbo.

Poiché il Verbo ebbe sempre una sola ipostasi, e mai due ».

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