Summa Teologica - III

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Articolo 5 - Se con il perdono della colpa mortale vengano eliminate tutte le scorie del peccato

Infra, q. 89, a. 1, ad 3; In 2 Sent., d. 32, q. 1, a. 1; In 4 Sent., d. 14, q. 2, a. 1, sol. 3

Pare che con il perdono della colpa mortale vengano eliminate anche tutte le sue scorie.

Infatti:

1. S. Agostino [ De vera et falsa poenit. 9 ] afferma: « Il Signore non ha mai guarito nessuno senza liberarlo completamente: guarì infatti per intero quell'uomo in giorno di sabato poiché ne liberò il corpo da ogni infermità e l'anima da ogni infezione ».

Ma le scorie del peccato rientrano nelle infermità del peccato.

È quindi impossibile che una volta perdonata la colpa rimangano le scorie del peccato.

2. Secondo Dionigi [ De div. nom. 4 ] il bene è più efficace del male: poiché il male non agisce che in virtù del bene.

Ora, col peccato l'uomo contrae simultaneamente tutta l'infezione della colpa.

Quindi a maggior ragione con la penitenza egli viene liberato da tutte le scorie del peccato.

3. L'opera di Dio è più efficace dell'opera dell'uomo.

Ma con l'esercizio delle [ buone ] opere dell'uomo le scorie dei peccati opposti vengono eliminate.

Molto più dunque esse vengono eliminate con la remissione della colpa, che è opera di Dio.

In contrario:

Nel vangelo di S. Marco [ Mc 8,22ss ] si legge che il cieco illuminato dal Signore prima ebbe la restituzione di una vista imperfetta, per cui disse: « Vedo gli uomini come alberi che camminano », e in seguito fu guarito perfettamente, « così da vedere a distanza ogni cosa ».

Ora, la guarigione del cieco vuole significare il proscioglimento del peccatore.

Perciò dopo la prima remissione della colpa, con cui al peccatore viene restituita la vista spirituale, rimangono in lui alcune scorie del peccato commesso.

Dimostrazione:

Il peccato mortale con la sua adesione disordinata al bene creato produce nell'anima una certa disposizione; o anche un'abitudine, se l'atto è ripetuto più volte.

Ora, la colpa del peccato mortale, come si è detto sopra [ a. 4, ad 1 ], viene rimessa in quanto la grazia toglie l'allontanamento dell'anima da Dio.

Ma eliminato quanto si riferisce all'allontanamento, può rimanere ancora quanto si riferisce alla conversione disordinata: poiché quest'ultima può sussistere anche senza l'allontanamento da Dio, come si è notato [ a. 4, ad 1 ].

Perciò nulla impedisce che, eliminata la colpa, rimangano le disposizioni causate dagli atti precedenti, che vengono dette scorie [ o reliquie ] del peccato.

Tuttavia esse rimangono debilitate e affievolite, così da non dominare sull'uomo.

E ciò più a modo di disposizione che di abito: come avviene anche per il fomite dopo il battesimo.

Analisi delle obiezioni:

1. Dio guarisce tutto l'uomo perfettamente: ma talora lo fa subito, come restituì subito la perfetta salute alla suocera di Pietro, per cui « levatasi all'istante la donna cominciò a servirlo », come dice S. Luca [ Lc 4,39 ]; talora invece lo fa gradualmente, cioè come fece col cieco a cui rese la vista [ Mc 8,22ss ].

E così anche spiritualmente talora egli converte con tanta commozione il cuore di un uomo da fargli conseguire all'istante una perfetta guarigione spirituale, non solo con la remissione della colpa, ma anche con l'eliminazione di tutte le scorie del peccato: come avvenne nel caso della Maddalena [ Lc 7,47ss ].

Altre volte invece prima rimette la colpa con la grazia operante, e poi gradualmente elimina le scorie del peccato con la grazia cooperante.

2. Anche il peccato talora non produce da principio che una disposizione debole, in quanto causata da un unico atto; talora invece ne produce una più forte, causata da una molteplicità di atti.

3. Con un solo atto umano non si possono eliminare tutte le scorie del peccato: poiché, come dice Aristotele [ Praed. 8 ], « il perverso, ricondotto a pratiche più oneste, progredirà poco nel miglioramento »; insistendo però nell'esercizio arriverà a essere buono con la virtù acquisita.

Questo però può farlo con molta maggiore efficacia la grazia di Dio, sia con uno che con molti atti.

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