Supplemento alla III parte

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Articolo 4 - Se giovino anche ai vivi i suffragi che essi fanno per i morti

Pare che non giovino anche ai vivi i suffragi che essi fanno per i morti.

Infatti:

1. Chi secondo l'umana giustizia paga il debito di un altro non si libera dal proprio.

Quindi chi facendo i suffragi paga il debito di un altro, non soddisfa al debito proprio.

2. Ciascuno deve fare ciò che fa nel modo più perfetto possibile.

Ora, è meglio giovare a due che a uno solo.

Se dunque è vero che uno pagando il debito di un altro mediante i suffragi si libera anche dal proprio, allora nessuno deve mai soddisfare solo per se medesimo, ma sempre per un altro.

3. Se la soddisfazione di uno per un altro valesse per sé come per quell'altro, per lo stesso motivo avrebbe valore anche per un terzo, se soddisfa anche per lui, e per un quarto, e così via.

In tal modo dunque con un'unica soddisfazione un solo fedele potrebbe bastare per tutti.

Il che è assurdo.

In contrario:

1. Sta scritto nei Salmi [ Sal 35,13 Vg ]: « La mia preghiera ritornerà nel mio seno ».

Quindi i suffragi fatti per gli altri giovano anche a chi li compie.

2. Il Damasceno [ De his qui in fide dorm. 18 ] insegna: « Come chi vuole ungere un malato con l'unguento o con l'olio santo necessariamente prende parte per primo all'unzione, prima di ungere l'infermo, così chiunque si impegna per la salute del prossimo giova prima a se stesso che agli altri ».

E lo stesso si dica nel caso nostro.

Dimostrazione:

Il suffragio fatto per altri può essere considerato sotto due aspetti.

Primo, come soddisfazione di una pena a modo di compenso.

E sotto tale aspetto esso appartiene a colui per il quale viene offerto, liberandolo dal debito della sua pena, mentre non libera dal debito proprio colui che compie i suffragi.

E ciò perché in questo caso va salvata la compensazione di stretta giustizia, che esige l'uguaglianza.

Ora, un'opera soddisfattoria può bastare per un reato ed essere insufficiente per due: è chiaro infatti che il reato di due peccati richiede una soddisfazione maggiore che quello di uno solo.

Secondo, il suffragio può essere considerato come opera meritoria della vita eterna, in quanto deriva dalla carità.

E sotto questo aspetto l'opera soddisfattoria giova non solo a colui al quale è destinata, ma molto di più a chi la compie.

Sono così risolte anche le obiezioni.

Le prime infatti consideravano i suffragi come opere soddisfattorie, le altre invece come opere meritorie.

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