Congresso Mondiale degli ex-allievi lasalliani

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Il transito di Fratel Teodoreto

L'approvazione delle Regole e Costituzioni definitive fu l'ultimo suggello della paziente opera di costruzione di solerte elaborazione svolta dal Fratello Teodoreto per oltre mezzo secolo.

L'anno dopo egli fu colpito da un collasso circolatorio che lo paralizzò per qualche tempo.

Tuttavia si riprese di nuovo anche se non completamente; così che gli ultimissimi anni furono quelli dell'estrema purificazione in sempre più stretta unione a Gesù Crocifisso.

Sebbene il Fratel Teodoreto risultasse assai impedito di parlare e di scrivere, egli seppe condursi con santa pazienza, tentando di esprimersi come poteva e completando il resto con un sorriso, talora quasi divertito.

"Dirai al Fratel Teodoreto che se si sente di tenersi innanzi a me padrone di tutti a santi come corpo morto, questo sarà il compimento della sua santificazione". ( 3 giugno 1921 )

Con questo "detto" Fra Leopoldo aveva anni addietro comunicato all'amico carissimo l'ultima volontà del Signore Crocifisso.

Fu così che la malattia, benché gli fosse di grave ostacolo e di intoppo, molto lo aiutò a mantenersi nel più completo e fiducioso abbandono.

La costante unione a Gesù specie sulla croce, il pieno abbandono alla sua misericordia, l'eroica fiducia nella potenza redentrice del Signore, divennero sempre più i temi dominanti e semplificatori della sua vita interiore.

"L'amore?! ma l'amore è tutto!".

Me lo ricordo ancora ritto nella figura di vecchio venerando, allargare con soave gravità le braccia quasi a volere tutto abbracciare e poi tosto giungere le mani, sorridendo con occhi luminosi, e guardare lontano come nell'infinito.

Certamente il Fratel Teodoreto si era slanciato con grande ardore alla conquista della santità fin dagli inizi della sua vita religiosa, con la fedelissima osservanza alla Regola e con l'esercizio costante e tenace dello spirito di fede e della presenza di Dio.

Per circa 63 anni seppe perseverare in questa generosa disposizione.

Malattie, difficoltà, incomprensioni, lavoro spesso massacrante, lunghi periodi di estrema aridità interiore non rallentarono il suo slancio.

Negli ultimi anni tuttavia mi sembrò di cogliere in lui un ulteriore affinamento spirituale.

Sembrava che il suo cuore non solo fosse assetato di Gesù, ma che in esso pulsasse quello del Signore.

Gesù Crocifisso e Sacramentato, la dolcissima Vergine Maria Madre di dio e nostra erano i castissimi e infuocati amori del suo cuore sempre giovane nonostante l'età ormai avanzata e la vecchiaia che a poco a poco invadeva tutto il suo organismo.

A chi gli faceva cenno del difficile e assai lento sviluppo dell'Unione rispondeva con parole di distacco e di serenità.

"Sarà dopo la mia morte".

Tuttavia tentò sino all'ultimo di comporre una seconda biografia di Fra Leopoldo da sottoporre specialmente alla considerazione dei suoi confratelli.

Non gli sembrava di aver fatto abbastanza.

C'erano ancora molti da persuadere e da conquistare.

L'Unione poi era ancora un piccolissimo gregge.

Che ne sarebbe stato dei Catechisti?

I suoi Confratelli avrebbero finalmente compreso?

Aveva egli fatto tutto il possibile per la riuscita dell'opera voluta da Dio e destinata a produrre un bene immenso fra gli allievi e gli ex-allievi dei Fratelli, per il suo stesso Istituto e per la Chiesa?

Non gli erano certo mancate le approvazioni e gli incoraggiamenti dei superiori, ma rimaneva da eseguire ancora tanto lavoro per fare conoscere l'Unione ed ottenere consensi e collaborazione.

Tutte queste ansie e perplessità egli risolverà rinnovando il suo completo abbandono alla divina volontà e offrendosi vittima per la salvezza della gioventù, specialmente di quella più insidiata dal male.

alla vigilia del 40° anniversario della Fondazione dell'Unione il Fratel Teodoreto ebbe a subire un nuovo attacco dell'antico male.

Questa volta era la fine: egli se ne accorse subito.

Per cinque giorni giacque nell'agonia come se fosse in croce.

Non gli si poté arrecare alcun conforto, nemmeno una goccia d'acqua.

ebbe certamente momenti di lucidità.

Lo si capiva dal raccoglimento con cui cercava di seguire le preghiere che venivano elevate intorno a lui, dalla compostezza solenne ed estremamente pudica - dire - verginale, in cui sempre si manteneva, dal modo con cui per qualche istante stringeva nell'unica sua libera, le mani che di volta in volta si protendevano verso di lui.

accorsero l'Arcivescovo e il Sindaco di Torino e molta altra gente tra la quale numerosissimi erano gli antichi allievi.

Agli occhi umani era la fine.

Però non poté non colpire quel santo sembiante di vecchio moribondo, e una arcana atmosfera di pace solenne tutt'intorno a quel letto di morte.

Spirò nella notte quando da poco era incominciato il giorno 13 maggio 1954, primo anniversario dell'apparizione della Madonna a Fatima.

Per due giorni vi fu un ininterrotto pellegrinaggio alla sua salma esposta al pubblico in un salone del Collegio San Giuseppe.

Venne sepolto il 15 maggio festa di S. Giovanni Battista de La Salle.

Fu spontaneo interpretare questa coincidenza come glorioso abbraccio ed esultante approvazione del Padre e Fondatore al suo Figlio diletto e fedelissimo discepolo.

Benché la pioggia cadesse a dirotto, ai funerali decretati a spese del Comune partecipò una folla imponente e devota che scosse gli animi.

"Non prenderò il Fratello Teodoreto finché l'opera non sarà stabilita".

Così disse un giorno il Crocifisso a Fra Leopoldo ( 7 luglio 1915 ).

Infatti il Fratel Teodoreto, morendo, lasciava la Divozione ormai diffusa in tutto il mondo e stampata presso numerose Case del suo Istituto, lasciava l'Unione riconosciuta ormai come Istituto Secolare, lasciava la sua congregazione dopo che l'allora Superiore Generale, l'Onoratissimo Athanase-Emile aveva scritto una intensa circolare diretta a tutti i Fratelli per diffondere la conoscenza della Unione e raccomandarne lo scopo.

Ebbe anche la consolazione di constatare come l'interesse per l'Unione si andasse diffondendo nel mondo lasalliano, specialmente dopo la ripresa delle conferenze sull'opera ai secondi novizi.

Alla sua morte, per quanto numericamente poco sviluppata, l'Unione costituiva come un nuovo fecondissimo virgulto germogliato dal secolare albero dell'Istituto di S. Giovanni Battista de La Salle, costituiva il più elevato e singolare sviluppo di detto Istituto, la più lasalliana opera di perseveranza per la gioventù specie se educata dalla Scuole Cristiane.

Nel 1959 vi è stata la traslazione della salma del Fratello Teodoreto alla Casa di Carità Arti e Mestieri in mezzo ai suoi Catechisti.

In quella circostanza si è potuto constatare ancora una volta quanto estesa e duratura fosse la venerazione di cui è circondata la memoria del pio Fratello Teodoreto.

A nemmeno dieci anni dalla morte e precisamente nell'ottobre 1961, l'Arcivescovo di Torino ha aperto con il pieno favore di tutta la Curia torinese il processo diocesano informativo.

A noi, oggi, il compito di comprendere e di assecondare l'eccezionale disegno di misericordia operato da Dio a benedizione dell'opera di S. Giovanni Battista de La Salle, mediante il potenziamento della perseveranza di coloro che sono stati educati dalle Scuole Cristiane, per il maggior bene della Chiesa.

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